Lettera aperta



“Non è possibile che l’umanità continui ad essere divisa tra quelli che non dormono perché hanno fame e quelli che non dormono perché hanno paura di quelli che hanno fame.”


Cari alunni, professori e preside dell’ ITIS “F. Giordani”, sono solo un ragazzo di 15 anni a cui hanno affidato un compito davvero difficile per il quale nemmeno l’umanità, fonte della problematica, ha una soluzione.

Il tema principale di questo mio articolo “aperto” era di cercare perché nel mondo c’è gente che non ha nulla e non dorme perché ha fame e gente che non dorme perché ha paura di quella che ha fame.

La traccia parte subito col presupposto che siano i Paesi sviluppati, a fare scelte che riguardano il bene dell’umanità; ma non è proprio così: tutto dipende da TUTTI gli uomini.

Devo essere sincero; in un primo momento non mi ero posto il problema; ma quando ho capito che anche io sono responsabile, si è suscitata in me una certa vergogna, per crimini che in realtà non ho commesso: ma sento!

Anche io faccio distinzioni, anche se per carattere non sono uno che giudica, ma sono sopraffatto dalla paura e dal terrore che incombono sul mondo e ciò mi porta a fare scelte.

La traccia da seguire è molto intensa e profonda, e per un ragazzo della mia età non è molto adatta. Ammetto di non saper dare una giusta risposta a questa domanda ed è un enigma reale il “comportamento umano”. Ma ciò che mi chiedo è: come si può fare differenza tra uomini, quando nessuno è migliore di un altro? Eppure nel mondo sono in corso guerre e genocidi mentre si continua a parlare di fratellanza umana. Si dice che siamo tutti fratelli; ma come mai non è possibile condividere un intero mondo tutti assieme? Non dico egualmente, ma almeno tutti assieme! In un primo momento non me la sentivo di mettere su carta pensieri personali, ma veri!, soprattutto quando ci si sente appartenente ad un gruppo non coerente.

Ma dopo varie riflessioni, mi sono fatto coraggio ed eccomi qui a scrivere un articolo che domani sarà soltanto un ricordo personale e che non servirà all’umanità perché attui un cambiamento. Anche se ho solo 15 anni, sono pieno di sogni e speranze, attivo nel dare e ricevere affetto da familiari e amici, ma… con una voglia di vivere molto scarsa se penso a tutto ciò che mi circonda e che suc cede. Cosa può fare un ragazzo come me?!

Molte colpe vengono attribuite alla neo-generazione; cioè a noi, cari ragazzi! La nostra generazione ha perso in partenza, questo è ciò che pensano gli adulti; ma loro hanno bisogno solo di qualcuno pronto a pagare per le loro discriminazioni. Belli gli adulti, invece di risolvere e creare un mondo migliore per generazioni future, pensano su chi far ricadere la colpa… Logicamente su di noi. Invece no! NOI siamo pronti a scontare le nostre condanne, ma questa non spetta a noi; l’unico sbaglio nostro è che molte volte ci chiudiamo in noi stessi,ci isoliamo dalla realtà, invece di affrontare il mondo, spesso a noi sconosciuto. Come si può fare differenza, questo ancor non me lo spiego.

Anche se siamo di colore, religione o usi e costumi diversi: che importa?!

Non siamo sempre uomini? Ricordo una poesia imparata da piccolo, “Il bambino nero esce dal girotondo”.

Descrive di un girotondo fatto da tanti bambini bianchi; dopo un po’ entra a farne parte anche uno di colore: tutti si divertono. Ma improvvisamente una mamma corre per far uscire dal girotondo il bambino di colore, perché ha paura; ecco perché Il bambino nero esce dal girotondo.

Non sono i bambini (cioè il futuro) dunque a creare barriere; ma gli adulti, il presente. Talvolta per aver contribuito con una somma di denaro alla costruzione di un pozzo, di una scuola, di un ospedale in un Paese sottosviluppato, lo Stato “generoso” non l’ ha fatto gratuitamente, ma ha solo prestato la somma per poi ricevere anche gli interessi, diventati ormai enormi. Sono stati molti i tentativi da parte di personaggi famosi per “cancellare” il debito; dai cantanti (che molte volte si uniscono, denominandosi “All star tribute”) ai calciatori, agli attori. Esistono fortunatamente anche organizzazioni umanitarie che svolgono le loro attività completamente gratis, alcune delle quali riescono anche a trovare uno “sponsor” che pubblicizzi l’impegno e la società, ma talvolta si incontrano mille difficoltà per dare almeno inizio ad un’efficiente opera pubblica.

Allora è tutto inutile?

Certamente no! Non dobbiamo però accontentarci di quello che fanno gli altri bensì operare tutti al fine di produrre un livello di vita dignitoso per tanti.

La colpa resta comunque dell’adulto, anche chi per sfortuna non hanno nulla o molto al mondo.

Diciamo la verità, si è spesso pensato che

l’uomo benestante sia egoista, che non da’ opportunità a chi non è come lui… Ma quante volte l’uomo “ricco” si è dovuto pentire?!

Prendiamo come esempio alcuni clandestini arrivati nel nostro Paese: anche se illegalmente, potrebbero trovare un lavoro onesto, e così avere il necessario per sopravvivere, visto che è arrivato nella nostra Penisola in cerca di una “Terra promessa”.

Sarebbe opportuno farlo legalmente perché lo Stato deve garantire che lo “straniero” sia arrivato con intenzioni lecite nel Paese. Invece no!

Molti preferiscono entrare in giri criminali, per guadagnare subito e con poca fatica. Bella “Terra promessa”, è una “Terra di stolti”! Vedete, ciò dipende sempre dall’adulto! Invece di dare esempio e non creare più giri criminali, continua a farlo, in modo tale che un futuro bambino impari che è molto più facile e comodo guadagnare illegalmente che metterci l’anima nelle cose da fare. Quindi, l’umanità è costretta a rimanere divisa. L’uomo benestante fa male ad avere pregiudizi e a formulare valutazioni troppo velocemente, ma la gente bisognosa non sempre accoglie in modo riconoscente le opportunità datele. Tengo a precisare che molti immigrati arrivano per scopi leciti, e sono fiero che il nostro Stato li accolga davvero bene.

So che non posso chiudere un articolo così, lasciando tutti senza una soluzione che almeno secondo me sia giusta, ma… Io sono il futuro; dipende all’adulto darmi esempio.

Nino '86.

Articoli scritti da Nino, il nostro inviato speciale di Napoli.

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