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L'INCHIESTA: CAVO ARENA, VIAGGIO NEL PASSATO DELLA LEGA

Un cancello arrugginito e sbattuto dal vento cerca di impedire l’accesso ai curiosi. Non lo fa per vezzo o per volontà di qualcuno. Vuole solo difendere ciò che c’è di più prezioso: la memoria. Le erbacce che crescono indisturbate, i buchi nelle reti delle porte e la polvere che si accumula un po’ ovunque non devono vedersi. La gente deve continuare a ricordare la folla in festa, il prato illuminato dai raggi del sole, i giocatori in maglia blaugrana che battono gli avversari. Finché lo farà, qualcosa del passato resterà in vita. Finché sarà così, la Cavo Arena e la Cfc non saranno scomparse davvero.

La gente di Cavo, passando davanti all’impianto ormai in disuso, finge di non vederlo. Quel rudere abbandonato a sé stesso, in fondo, non è lo stadio glorioso che fino allo scorso anno faceva palpitare i cuori dei tifosi: è la sua brutta copia, una grottesca caricatura che non appartiene più a nessuno. La Cavo Arena, invece, è ancora nel cuore di tutti. Lo si capisce, più che dalle parole, dalla luce che illumina gli sguardi quando la si nomina. Lo si vede dalla nostalgia che pervade tutto quanto ricorda quel fantacalcio che ha deciso di abbandonare il paese.

Sono passati ormai diversi mesi dalla clamorosa decisione di Emanuele Zapparoli di migrare a Carbonara per fondare una nuova società, gli All Blacks. Del vecchio presidente che per anni ha guidato gli sportivi locali, nessuno vuole parlare: la ferita, profonda e giunta all’improvviso, fa ancora troppo male. Ma anche il silenzio può dire molto. Racconta di un rapporto intenso e travagliato, di un legame forte ma paradossalmente fragile che si è spezzato nel giro di poche ore.

Per l’ex presidente, il passato è davvero passato. La via intrapresa è senza possibilità di ritorno: nessuno, fra i compagni di un tempo, accetterebbe un suo dietrofront e probabilmente nemmeno lui, immerso in una nuova avventura, desidera tornare.

La Cfc, invece, è ancora una realtà. Vive nel cuore degli sportivi, resiste con tenacia nella memoria e nella storia della Lega. Nessuno, nemmeno il tempo, potrà cancellarla. Insieme a lei, a Cavo, sopravvive una speranza: quella di poter rivedere presto il grande fantacalcio. È anche il sogno di quel cancello che, fino a quando sarà retto dai cardini, continuerà a nascondere la realtà per far vivere un mito.

Sopra, Trezeguet esulta alla Cavo Arena dopo un gol