Sabato 4 ottobre alle 17.30, a Riccione presso il Castello degli Agolanti (in via Caprera) sarà presentato il fresco volume curato da Rosita Copioli e pubblicato dal Comune di Riccione presso leditore Guaraldi di Rimini, dedicato agli stessi Agolanti.
Sono 600 pagine in grande formato, frutto di un lungo lavoro che con passione la studiosa Rosita Copioli ha ideato e realizzato per raccontare la storia di una famiglia il cui nome oggi è legato a quella Tomba Bianca, ovvero Castello, presso cui si terrà la cerimonia di battesimo cartaceo dellimportante opera.
Il relatore sarà il riminese Antonio Paolucci, sovrintendente a Firenze ed ex ministro ai Beni culturali. Interverranno, oltre a Rosita Copioli, lassessore alla cultura del Comune di Riccione Francesco Cavalli, lassessore provinciale alla cultura Ferdinando Piccari, il presidente della fondazione Carim di Rimini Luciano Chicchi e la soprintendente ai Beni culturali della nostra Regione Rosaria Campioni.
Il volume è introdotto da Francesco Cavalli («Questa pubblicazione [
] ci aiuta a sfatare un luogo comune, che vuole Riccione città effimera»); da Denis Duranti, dirigente alla cultura del Comune di Riccione («Strappare alloblio del tempo quel lontano passato, è stato limperativo che ha spinto lamministrazione prima a recuperare il castello [
], poi a recuperare la verità personale e storica di chi vi aveva abitato»); da Fosco Rocchetta, direttore della Biblioteca comunale di Riccione (che sottolinea «il valore storico e bibliografico di questa summa che partendo dallindagine sulle origini della famiglia Agolanti, ne illustra minutamente la disseminazione» non soltanto a Rimini); e da Luciano Chicchi che segnala come la stessa mole dellopera («che per alcuni versi sgomenta») sia una clamorosa testimonianza della ricchezza di storia e cultura che caratterizza ogni comunità locale.
Non è questa breve notizia sulla presentazione del lavoro di Rosita Copioli e di una folta schiera di collaboratori, il luogo per esaminarne ulteriormente significati ed intenzioni che si possono riassumere però nelle righe di prefazione della stessa Copioli: «Di sicuro so che tentando di aprire le porte segrete di questi Agolanti, ho intravisto camere di tesori che val la pena continuare a esplorare».
Post scriptum. Il volume contiene anche un mio saggio sulla Biblioteca Agolanti, intitolato 'Il libertino devoto', pp. 447-470.