Home Chi siamo Commenti Stampa Blog e Links Come prenotare Informazioni Contatti 
   




Lourdes Medjugorje Fatima Santiago de Comp. Polonia Terra Santa Siria Turchia Italia Altre destinazioni

 


Home
Giovanni Paolo II
Czestochowa
Cracovia
Auschwitz
Miniera di sale
Danzica


AUSCHWITZ

- Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una
lunga notte e per sette volte sprangata.
- Mai dimenticherò quel fumo.
- Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i
corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
- Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
- Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
- Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni,
che presero il volto del deserto.
- Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.

 
(Elie Wiesel, tratto da La notte. Wiesel fu rinchiuso ad Auschwitz all'età di 15 anni)

Il lager

L'espressione campo di concentramento di Auschwitz Birkenau identifica genericamente l'insieme di campi di concentramento e il campo di sterminio costruiti durante l'occupazione nazista della Polonia nei pressi della cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), posta a 51 chilometri ad ovest di Cracovia. Il complesso dei campi di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale del problema ebraico" - eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio del popolo ebraico (nel campo, tuttavia, trovarono la morte anche molte altre categorie di internati) - divenendo rapidamente il più grande ed efficiente centro di sterminio nazista. Dal 1979, ciò che resta di quel luogo è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO Facevano parte del complesso tre lager principali e 39 sottocampi di lavoro. L'area di interesse del campo (Interessengebiet), con sempre nuove espropriazioni forzate e demolizioni delle proprietà degli abitanti residenti, arrivò a ricoprire, dal dicembre 1941, la superficie complessiva di circa 40 chilometri quadrati. All'interno di questa superficie avevano sede anche alcune aziende modello, agricole e di allevamento, volute personalmente da Hitler, nelle quali i deportati venivano sfruttati come schiavi. I lager principali erano:
  • Auschwitz I
    Conosciuto in seguito come Stammlager («lager principale»), era l'originario Konzentrationslager («campo di concentramento») reso operativo dal 14 giugno 1940 e centro amministrativo dell'intero complesso. Il numero di prigionieri rinchiusi costantemente in questo campo fluttuò tra le 15.000 e le oltre 20.000 unità. Qui furono uccise, in una piccola camera a gas ricavata dall'obitorio, o morirono, a causa delle difficili condizioni di vita, circa 70.000 persone, per lo più intellettuali polacchi e prigionieri di guerra sovietici.
  • Auschwitz II - Birkenau
    Birkenau era il Vernichtungslager («campo di sterminio») del complesso di Auschwitz nel quale persero la vita circa un milione di persone, per lo più ebrei e zingari condotti alle camere a gas immediatamente dopo il loro arrivo.
    Birkenau era inoltre il più esteso Konzentrationslager dell'intero sistema concentrazionario nazionalsocialista e arrivò a contare fino a oltre 100.000 prigionieri contemporaneamente presenti. Gli internati, reclusi separatamente in diversi settori maschili e femminili, erano utilizzati per il lavoro coatto o vi risiedevano temporaneamente in attesa di trasferimento verso altri campi. Il campo, situato nell'omonimo villaggio di Brzezinka, distava circa tre chilometri dal campo principale e fu operativo dall'8 ottobre 1941.
  • Auschwitz III - Monowitz
    Fu il principale Arbeitslager («campo di lavoro») che sorgeva nei pressi del complesso industriale Buna Werke per la produzione di gomma sintetica, proprietà dell'azienda I.G. Farben che però, nonostante l'impegno profuso, non entrò mai in produzione. Il campo, situato a circa 7 chilometri da Auschwitz I, fu operativo dal 31 ottobre 1942 e alloggiò fino a 12.000 internati, tra cui Primo Levi ed Elie Wiesel

Sviluppo del complesso di Auschwitz

Secondo i piani nazisti sviluppati sin dagli anni trenta, la Polonia avrebbe dovuto essere smembrata, depauperata di tutte le risorse nazionali e la popolazione "trasferita" in altre aree per poi essere ripopolata da "coloni" di razza germanica. I piani tedeschi prevedevano la deportazione e lo sterminio di circa l'80% dei polacchi.
In questo contesto, già durante l'invasione tedesca della Polonia, avvenuta il 1º settembre 1939, le truppe tedesche vennero seguite da speciali Einsatzkommandos destinati allo sterminio di ebrei e personalità politiche e culturali polacche. Presto tutte le prigioni polacche furono piene e si ebbe la necessità di trovare nuove aree di internamento per i numerosi prigionieri che venivano catturati durante i rastrellamenti. Durante le prime fasi dell'invasione nazista, venivano eseguite numerose fucilazioni di massa (svolte dai soldati dell'esercito) dei "Nemici del Popolo Tedesco": Ebrei, Zingari, oppositori politici. Ci furono numerosi casi di diserzione e suicidi nelle file dell'esercito tedesco, i cui soldati faticavano ad accettare ordini che comportavano la fucilazione di vecchi, donne e bambini. La scelta di aprire appositi campi di sterminio veniva incontro anche all'esigenza di evitare il lavoro "sporco" ai semplici soldati di leva. I campi di sterminio assolvevano tre necessità: segretezza delle operazioni, efficienza nello sterminio (applicato in scala industriale), indipendenza dell'esercito in quanto svolto da corpi speciali.

Nel dicembre 1939 il comandante della polizia di sicurezza (Sipo) e dell'SD di Breslavia, SS-Oberführer Arpad Wigand pose allo studio, in collaborazione con l'ufficio dell'alto comando delle SS e della polizia del Sud-Est (SS-Gruppenführer Erich von dem Bach-Zelewski), la possibilità di costruire un nuovo campo di concentramento nella zona di Oświęcim (Auschwitz).

Il luogo fu scelto per la presenza di una caserma di artiglieria polacca caduta nelle mani della Wehrmacht, situata fuori dalla città, quindi facilmente escludibile dal mondo esterno, alla confluenza tra i fiumi Vistola e Soła. La posizione era inoltre provvista di favorevoli collegamenti ferroviari con la Slesia, il Governatorato Generale, la Cecoslovacchia e l'Austria che avrebbero semplificato la deportazione degli elementi "ostili", "asociali" e degli ebrei.

Tra i mesi di gennaio e aprile 1940 furono vagliate diverse ipotesi alternative per l'ubicazione del campo, con l'intervento dello stesso comandante delle SS Heinrich Himmler, desideroso di risolvere quanto prima il problema della creazione di un nuovo complesso. Nel febbraio sorsero ulteriori problemi legati alle difficoltà poste dall'esercito tedesco nella consegna della caserma ad Auschwitz.

L'8 aprile 1940 il generale Halm stipulò con le SS un contratto per la consegna del complesso. Il 18-19 aprile 1940, Rudolf Höß, già aiutante presso il campo di concentramento di Sachsenhausen, fu inviato a compiere un ultimo sopralluogo. Prima di visitare il campo Höß si incontrò con Wingand a Bratislava e fu messo minuziosamente al corrente del progetto: creare un campo di quarantena per prigionieri polacchi destinati alla successiva deportazione in altri campi all'interno del Terzo Reich.

Il 27 aprile 1940, in seguito al rapporto di Höß, Himmler decise di ordinare all'ispettore dei campi di concentramento, SS-Oberführer Richard Glücks la costruzione del nuovo campo di concentramento – che sarebbe diventato Auschwitz I - ricorrendo alla manodopera di detenuti già internati in altri campi. Il 29 aprile, Glücks nominò Höß comandante provvisorio del nuovo campo (ottenne la nomina definitiva il 4 maggio 1940). Höß raggiunse il campo il 30 aprile, con la scorta di cinque uomini delle SS. Per i lavori di sistemazione dell'area, furono immediatamente impiegati civili polacchi e circa 300 ebrei, forniti dal locale consiglio ebraico (Judenrat).

Il 20 maggio 1940 arrivarono al campo i primi 30 prigionieri, provenienti dal campo di concentramento di Sachsenhausen, per maggior parte criminali comuni selezionati appositamente per la loro crudeltà e ottusa obbedienza a ogni ordine, destinati a diventare il primo nucleo di Kapò e "prominenti" del campo, e ad aiutare le SS nel successivo "lavoro" di controllo della massa dei deportati.

Il 10 giugno 1940, prima ancora che i primi prigionieri deportati giungessero al campo, furono ordinati i progetti per un primo forno crematorio prodotto dalla J.A. Topf und Söhne di Erfurt; i progetti furono rapidamente approvati e la costruzione ultimata entro il 23 settembre dello stesso anno, data della prima cremazione conosciuta.

Il 14 giugno 1940, seppur ancora in fase di costruzione e ampliamento, il campo di Auschwitz I ricevette il primo convoglio di 728 deportati, accolti dal primo direttore del lager SS-Hauptsturmführer Karl Fritzsch con le parole:
« Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c'è altra via d'uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi »

Vita nel lager

Trasporto e arrivo al campo
I convogli di deportati (circa 2.000 - 2.500 prigionieri per treno), spesso chiamati trasporti, composti da vagoni merci contenenti dalle 80 alle 120 persone costrette a inimmaginabili condizioni di vita e igieniche, che spesso viaggiavano per 10-15 giorni per raggiungere la loro ultima meta, erano organizzati da uno speciale dipartimento dell'RSHA (ufficio centrale per la sicurezza del Reich): l'Amt IV B 4 comandato da Adolf Eichmann. Eichmann e i suoi collaboratori in qualità di esperti di "problemi ebraici" gestirono l'intera parte logistica dello sterminio suddividendo i convogli sui diversi centri di sterminio in base alla capacità "ricettiva" dei centri stessi: il grande complesso di Auschwitz ricoprì sempre un ruolo fondamentale nel processo di "soluzione finale". Le azioni di sterminio (chiamate Aktion), della durata di 4-6 settimane, si susseguirono per tutta la durata del conflitto coinvolgendo successivamente diversi gruppi provenienti dalle nazioni sotto il controllo tedesco.
Dal 14 giugno 1940 (data del primo arrivo di deportati al campo) al 1942 (data di attivazione della Judenrampe), i treni sostavano sui binari nel pressi del lager principale di Auschwitz I - i grandi impianti di sterminio di Birkenau non erano ancora stati costruiti. Anche in seguito, soprattutto nel caso di convogli di rastrellati polacchi (non ebrei) da internare nel lager principale, questa soluzione continuò a essere utilizzata. Si ebbero anche casi di treni "scaricati" nella stazione della cittadina di Oświęcim a causa dell'eccessivo numero di convogli in arrivo.
I treni di deportati, a partire dal 1942 fino al maggio 1944, arrivarono a una piccola banchina ferroviaria, universalmente nota come la rampa degli ebrei o, in tedesco, Judenrampe e situata a circa 800 metri all'esterno del campo di Auschwitz II-Birkenau, nei pressi dello scalo merci della stazione di Oświęcim. La maggior parte dei convogli di deportati italiani ebbero come ultima fermata proprio la Judenrampe, compreso il treno che trasportava Primo Levi che ha vividamente descritto la scena del suo arrivo notturno come «una vasta banchina illuminata dai riflettori» in Se questo è un uomo. Dopo la guerra, la Judenrampe, luogo di arrivo (e selezione) di almeno 800.000 deportati da tutta Europa, non fu inclusa nell'area divenuta museo del campo e scomparve quasi completamente. Solo nel 2005 è stata in parte recuperata e inserita all'interno dei percorsi di visita al campo di Auschwitz.
Nel maggio 1944, per semplificare le operazioni di sterminio dei numerosi convogli provenienti dall'Ungheria, la linea ferroviaria fu prolungata all'interno del campo di Birkenau fino a una nuova banchina a tre binari chiamata Bahnrampe. La Bahnrampe, resa famosa dalle evocative scene del film Schindler's list di Steven Spielberg, fu utilizzata fino al novembre 1944 quando, per ordine del comandante delle SS Heinrich Himmler, le operazioni di sterminio furono sospese.

La selezione
Appena arrivati a destinazione i treni venivano rapidamente scaricati dal loro triste carico umano e avveniva la selezione, tra gli «abili al lavoro» e coloro da inviare direttamente alla morte[2].
L'area veniva circondata da uomini delle SS armati e da altri internati che provvedevano ad accostare rampe in legno alle porte dei vagoni per semplificare e velocizzare la discesa dei nuovi arrivati. Gli stessi internati - che avevano l'assoluto divieto, pena la morte, di parlare con i nuovi arrivati per evitare il panico negli stessi - provvedevano a scaricare i treni in arrivo dei bagagli che successivamente venivano portati presso il settore Kanada di Birkenau dove si effettuava la cernita e l'imballaggio dei beni per il successivo invio in Germania.
Gli uomini venivano separati dalle donne e dai bambini formando due distinte file. A questo punto personale medico delle SS decideva chi era «abile al lavoro». Mediamente solo il 25% dei deportati aveva possibilità di sopravvivere. Il restante 75% (donne, bambini, anziani, madri con figli) era inviato direttamente alle camere a gas. Le percentuali abili/gasati fluttuarono per tutto il corso del conflitto, in base alle esigenze dell'industria bellica tedesca diretta da Albert Speer. Vi furono casi di interi treni di deportati inviati direttamente alle camere a gas senza nessuna selezione a causa del sovraffollamento del campo e del preventivato rapido arrivo di nuovi convogli, soprattutto durante lo sterminio degli ebrei ungheresi nel 1944.
La selezione era operata esclusivamente da personale medico delle SS, uno o più dottori a turno operavano «servizio alla rampa».
È importante notare come in questa fase le SS mantenessero un comportamento gentile e accondiscendente al fine di mascherare le loro intenzioni e velocizzare le operazioni di scarico e selezione, infondendo falsa fiducia nei prigionieri appena arrivati, normalmente stanchi e confusi dal lungo viaggio.

Destino dei selezionati per l'eliminazione

Coloro considerati «non utili allo sforzo bellico» venivano inviati immediatamente in una delle quattro camere a gas mascherate da docce situate a Birkenau dove, in gruppi, i prigionieri venivano uccisi con gas letali (di solito Zyklon B). Un'altra camera a gas, la prima costruita, era presente anche ad Auschwitz e fu operativa dal 15 agosto 1940 al luglio 1943, quando fu definitivamente abbandonata in favore delle più "efficienti" camere presenti a Birkenau.

Gestione dei prigionieri

I prigionieri dichiarati abili al lavoro venivano condotti negli edifici dei bagni, dove dovevano, anzitutto, consegnare biancheria e abiti civili, nonché tutti i monili di cui erano in possesso; venivano privati, inoltre, dei documenti d'identità eventualmente posseduti. Uomini e donne potevano conservare solo un fazzoletto di stoffa; agli uomini era concesso conservare la cintura dei pantaloni.
Successivamente, i prigionieri venivano spinti nel locale in cui erano consegnati ai barbieri, che li radevano su tutto il corpo. L'operazione era condotta in maniera sbrigativa, dopo aver inumidito le zone sottoposte a rasatura con uno straccio intriso di liquido disinfettante.
Passaggio successivo era la doccia, cui seguiva la distribuzione del vestiario da campo: una casacca, un paio di pantaloni e un paio di zoccoli.
Rivestiti dell'abbigliamento da campo, i prigionieri venivano poi registrati: veniva compilato un modulo con i dati personali (Häftlings-Personalbogen) e con l'indirizzo dei familiari più prossimi. I detenuti ricevevano, poi, un numero progressivo che, per tutta la durata della detenzione all'interno del campo di concentramento, ne avrebbe sostituito il nome. Il numero era tatuato sul braccio sinistro del prigioniero, dapprima attraverso uno speciale timbro di metallo, sul quale venivano fissate cifre interscambiabili, fatte di aghi della lunghezza di circa 1 centimetro e successivamente attraverso il ricorso a singoli aghi, utilizzati per eseguire punture sull'avambraccio.
Dalla pratica del tatuaggio erano esentati i cittadini tedeschi e i prigionieri "da educare", nonché i detenuti provenienti da Varsavia durante l'insurrezione dell'agosto-settembre 1944 e alcuni ebrei deportati dopo il 1944.
Il numero di matricola, impresso su un pezzo di tela, era anche cucito sul lato sinistro della casacca, all'altezza del torace, e sulla cucitura esterna della gamba destra dei pantaloni. Al numero era associato un contrassegno colorato, che identificava le diverse categorie di detenuto
Sul triangolo che identificava la categoria, era anche dipinto o impresso con inchiostro l'iniziale tedesca della nazionalità del detenuto, a meno che questi non fosse cittadino tedesco o apolide.

 


Viaggi religiosi

pellegrinaggi

viaggi di fede

medjugorje



 

 
            medjugorje EVOLUTION TRAVEL ITALIA S.r.l.   
Galleria Sopraelevata Manzoni, 12 - 35036 Montegrotto Terme (PD) 
Reparto Viaggi Religiosi: Tel. e Fax: 0733 229789 - E-mail:
giorgio.quattrini@evolutiontravel.it
Cap.soc. € 10.000,00 (diecimila) - P.IVA 04402070280 - C.C.I.A.A. PD
R.E.A PD-386735 - Iscritta al Registro delle imprese di Padova al n°  04402070280.
Licenza Agenzia di Viaggio n° 2789  dalla Provincia di Padova, n° di protocollo 154791