Dal telegrafo senza fili all'invenzione della radio

La radio nel corso del Novecento assunse un ruolo di primo piano. Sia per la diffusione delle idee legate al Fascismo e al Nazismo sia per organizzare le resistenza dopo la caduta dei regimi totalitari. Hai già letto un comunicato del generale francese De Gaulle ai suoi concittadini subito dopo l'occupazione tedesca diffuso attraverso un'emittente clandestina, chiamata "radio Londra". Si trattava di una radio che trasmetteva nella lingua degli Alleati, prevalentemente l'inglese, e che forniva notizie veritiere sull'andamento della guerra. In Italia, come in Germania, le notizie sull'andamento della guerra, ma anche prima della guerra, le notizie riguardanti le opposizioni, erano filtrate e quindi falsate. La popolazione non aveva un'esatta percezione degli avvenimenti, senza contare il fatto che spesso alcuni di essi, come l'esistenza dei campi di concentramento, erano del tutto ignorati.

Gli italiani conoscevano la voce di Mussolini attraverso la radio che era presente nelle case di tutti, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e perfino nelle piazze più importanti delle grandi città. Attraverso la radio si ascoltavano le notizie che il regime voleva si conoscessero. Le prime trasmissioni furono emanate nel 1924 dalla URI (Unione Radio Italiana) divenuta nel 1928 EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche, l'odierna RAI). Esisteva una sola rete che trasmetteva svariati programmi e naturalmente la voce del duce che in diretta pronunciava tutti i suoi discorsi. Non diversa era la situazione in Germania, dove Hitler fece della radio un'arma di persuasione dal potere subdolo e sottile.

Ma a chi si deve l'invenzione della radio?

Per saperlo dobbiamo fare un piccolo passo indietro: l'invenzione della radio la si deve a un collaboratore di Guglielmo Marconi, un giovane studioso italiano originario di Bologna, il quale aveva messo a punto, nel 1895, a soli 21 anni, il primo telegrafo senza fili o radiotelegrafo.

 Il fisico italiano trasmetteva messaggi sfruttando le onde elettromagnetiche o hertziane - dal nome dello scienziato tedesco, Heinrich Rudolf Hertz che dimostrò in laboratorio che queste onde si propagano alla velocità di 300.000 chilometri al secondo - che si propagano in linea retta ma che raggiungevano la superficie concava della Terra grazie alla ionosfera, uno strato dell'atmosfera che riflette le onde elettromagnetiche come uno specchio, impedendo che si disperdano nello spazio. Grazie alla ionosfera queste onde velocissime in un secondo possono fare sette volte il giro della Terra. Il brevetto del radiotelegrafo però fu inglese, dal momento che il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni italiano si dimostrò disinteressato. Presto l'importanza del telegrafo senza fili risultò chiara agli occhi di tutti: Marconi nel 1909 ottenne meritatamente il Premio Nobel per la fisica e la sua invenzione si rese protagonista di un importantissimo episodio di cronaca. Nel 1912 il più grande transatlantico del mondo, il Titanic, mentre compiva il suo primo viaggio, urtava contro un iceberg e in pochi minuti colava a picco. Soltanto l'SOS lanciato col radiotelegrafo consentì ad altre navi di venire in soccorso dei naufraghi, salvandone 700 su 1200.

Il Titanic era dotato di trasmettitore del tipo a scintilla con Rotogap ( scintillatore rotante ) con una potenza di 5 KW, per maggiore sicurezza la nave era equipaggiata con un secondo trasmettitore a scintilla con Rotogap della potenza di 0,5 KW. I ricevitori erano due uno in funzione ed uno di riserva erano del tipo rigenerativo e montavano uno speciale detector progettato da Guglielmo Marconi.

 Il primo radiotelegrafista di bordo ( Jack Philips )
 che si vede nell' immagine, durante le prime ore
 di navigazione aveva avuto contatti radio con
 Tenerife e Port Side distanti dalla nave
 rispettivamente 2000 e 3000 miglia.

Un passo ulteriore fu l'invenzione della radio. La trasmissione della voce umana, a distanza e senza fili, fu resa possibile da uno speciale amplificatore dei segnali (detto valvola termoionica), inventato da un collaboratore di Marconi e perfezionata da un americano. In ogni caso Marconi rimase all'avanguardia anche in questo campo, e dalla sua società inglese di radiodiffusione, fondata subito dopo il suo trasferimento in Inghilterra, in seguito al disinteresse italiano per la sua eccezionale scoperta, fu trasmesso nel 1920 il primo concerto di musica classica. Dieci anni più tardi i possessori di radio del mondo erano già alcuni milioni, e la fabbricazione di questi apparecchi costituiva uno dei maggiori settori della produzione industriale. Se questi apparecchi, abbastanza cari, fossero stati acquistai soltanto dai più ricchi, la loro diffusione sarebbe stata limitata. I più numerosi acquirenti furono invece proprio i meno ricchi, che non potendo permettersi concerti o teatri, con la radio avevano in casa svago e divertimento

Vari DOC                     © by trascrizione i2viu Vittorio Crapella