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Amore e Psiche
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Capitolo 3- I tre problemi:
Le ansieta e le fobie... (I° parte)
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In questo capitolo si parla del rapporto tra quelli che sono nostri tre problemi fondamentali e le nostre esperienze infantili. Si ribadisce l'importante di una buona educazione come premessa dell'equilibrio emotivo futuro.

Che ci crediate o no, gran parte delle nostre paure, dei nostri complessi e in ultima analisi del nostri problemi emotivi sono già presenti dalla nostra infanzia. L'educazione che abbiamo ricevuto è ciò che fa la differenza.

Tutti noi ci troviamo alle prese con tre problemi emotivi fondamentali.

L'ansietà e le fobie
Il primo si chiama ansietà. La quale può essere così definita: la paura irrazionale d'un oggetto sconosciuto.
Noi non siamo affatto sicuri di che cosa ci turba, però percepiamo chiaramente l'inquietudine del nostro animo e gli effetti di tale disagio sul nostro sistema nervoso e sull'apparato digerente.
Nella misura in cui siamo contrassegnati dall'ansietà, temiamo che qualcosa sia sbagliato o vada in modo sbagliato. La persona profondamente ansiosa reagisce sempre secondo la legge di Murphy: "Ciò che può andar male andrà male". È come quando ci scivola di mano una fetta di pane col prosciutto e pensiamo sùbito che sia dal lato del prosciutto ch'essa cade per terra.
I meccanismi di difesa della natura umana sono molti e complessi.
Per esempio, quando proviamo un dolore fisico talmente forte che supera le nostre capacità di resistenza, la natura spesso ci procura l'anestetico della perdita di coscienza e noi sveniamo. L'alienazione mentale è uno dei rifugi abituali di coloro che trovano l'esistenza insopportabile. È un'evasione da un mondo reale che è troppo doloroso, cui si ritiene impossibile far fronte.
Anche nei confronti dell'ansietà la natura umana ha in sé la propria difesa. La natura tende a comprimere la paura generica che caratterizza l'ansietà in tante paure particolari chiamate fobie. Una fobia è la paura irrazionale d'un oggetto conosciuto ma inesistente.
Anziché sottomettersi alla continua inquietudine dell'ansietà, la natura cerca di procurarci sollievo compensando questa paura generale e generica con alcune reazioni ben precise.
Certe persone, per esempio, la sera prima di coricarsi guardano sempre sotto il letto, anche se ormai sono anni che sotto al letto non trovano che polvere. Altre persone non possono sopportare gli ambienti chiusi: è la claustrofobia. E altre invece non son capaci di affrontare gli eventuali pericoli delle strade larghe o delle piazze: è l'agorafobia.
Queste fobie, che servono a liberarci dai continui tremori dell'ansietà, sono molte e assai radicate nelle persone gravemente ansiose.

Gli adulti ansiosi contagiano i bambini
Non è facile rintracciare le cause dell'ansietà. Però gli psicologi attribuiscono sempre più importanza alle cosiddette esperienze prenatali.
Quando una donna porta il suo bambino dentro di sé, sotto il suo cuore, la circolazione sanguigna del bambino dipende strettamente dalla circolazione materna. L'ematologia (lo studio del sangue e delle sue affezioni) ha rivelato quali modificazioni umorali avvengano nel sangue durante i momenti traumatici della vita umana. Del resto, ognuno di noi conosce bene gli effetti fisici delle nostre emozioni, la violenta scarica di adrenalina nel sangue, il cuore che palpita fin quasi a soffocare, le gocce di sudore che bagnano la fronte e le palme delle mani.
Il feto, o embrione, che si forma sotto il cuore della madre e che è nutrito dal suo sangue, sperimenta quegli stessi stimoli e quegli stessi effetti. Essi sono trasmessi anche dalle contrazioni muscolari del corpo materno che il feto sperimenta. Il feto poi ricorda queste esperienze, le conserva sia nelle sue cellule cerebrali sia nel suo sistema nervoso che va plasmandosi durante il periodo della gestazione.
Quando una donna trascorre questo periodo in uno stato di turbamento emotivo, il futuro bambino riceve e conserva il "messaggio" trasmessogli via sangue e via muscoli. È proprio un mondo instabile e rischioso, quello in cui entra.
Una volta nato, egli è molto sensibile a come lo si tratta.
Se viene lasciato cadere nella culla d'un colpo o se viene scosso senza delicatezza, questi movimenti rudi e inattesi provocano un'immediata reazione nervosa. Il bambino piega ad arco la schiena e i suoi muscoli s'irrigidiscono. Solo lentamente si rilasseranno e torneranno flessibili.
I bambini nati da poco non sentono i suoni leggeri, ma improvvisi rumori forti traumatizzano il loro sistema nervoso, e anche in questo caso la loro schiena s'inarca e si contrae, i muscoli diventano tesi e rigidi.
Insomma, se i genitori li maneggiano nervosamente, li muovono bruscamente, parlano come se sparassero colpi di mitraglia, tutto ciò rafforza il messaggio di ansietà che verrà custodito nelle cellule cerebrali e nel sistema nervoso dei bambini per tutta la loro vita.
Molto spesso, una persona gravemente ansiosa noi la consideriamo una scocciatrice. Le diciamo, per ingenuità o perché non ci sforziamo di comprenderla, che non dovrebbe essere così tormentosa. O l'accusiamo di fare d'ogni cosa un dramma. Di fatto, chi è in preda all'ansia ha scarsissimo controllo su questa tendenza, e la nostra mancanza di comprensione difficilmente l'aiuta.

(continua con il complesso i colpa e gli scrupoli...)
"I tre problemi" parte B

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