"Nel vuoto insensato il demone mi portò
oltre i grappoli luminosi dello spazio finito,
finché davanti a me non ci furono né il tempo né la materia
ma solo caos, senza forma o luogo."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

"Non e' morto cio' che in eterno puo' attendere ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire..."

(H.P. Lovecraft)

"E ora sono io
insieme benedetto e maledetto,
perchè adesso possiedo le chiavi del Regno dei Cieli.
Perdonerò chi merita la salvezza, dannerò chi ha dannato se stesso
imparerò a vivere dopo che l'amore è morto…
Io sono il Mangia Peccati..."
(Tratto dal Film "La Setta dei Dannati")

BARI > CASTEL DEL MONTE
In provincia di Bari c'è il famoso Castel del Monte, costruito nella prima metà del XIII secolo per essere la residenza di caccia dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia. Per essere solamente una residenza di caccia (infatti l'imperatore aveva una vera passione per la caccia col falcone) il castello ha fin troppe particolarità. Tanto per cominciare, è di pianta ottagonale e, ad ogni vertice della figura, vi è una torretta anch'essa di forma ottagonale, per un totale quindi di 8 torri: l'ottagono è una figura geometrica particolare e dal profondo valore simbolico, simbolo della resurrezione. Si dice che anche il Sacro Graal, la coppa che raccolse il sangue di Cristo morente, fosse ottagonale. Per molti, il castello avrebbe questa forma proprio perché in esso sarebbe stata celata la sacra coppa. Una curiosità: in un particolare periodo dell'anno un raggio di sole entra da una finestra, all'alba, per illuminare, su una parete interna del castello, un rettangolo scolpito.
Per quale scopo, non si sa. Una cosa analoga avviene anche nel tempio di Abu-Simbel, in Egitto, e al Duomo di Milano. Inoltre, il castello presenta tratti in comune anche con le
:: F O C U S ::
cattedrali europee, specialmente con quella di Chartres. Tra l'altro, il castello si troverebbe su un'ipotetica meridiana che congiungerebbe la famosa cattedrale francese ad altri luoghi esoterici, passando anche per Milano. Potrebbe centrare il fatto che nella capitale lombarda, nella chiesa di Sant'Eustorgio, vi siano i resti dei Re Magi e, sempre nella stessa, stelle a 8 punte? Quale segreto accomuna Castel del Monte e Chartres? Naturalmente, non poteva mancare l'Ordine Templare. Simboli templari all'interno del castello indicano che c'è di mezzo anche il famoso ordine soppresso da Filippo il Bello, re di Francia, nel 1314. Che ci sia nascosto anche il tesoro dei Templari all'interno della mistica costruzione? Forse, un giorno, anche questo mistero verrà risolto...

TARANTO > UNA SALITA IN DISCESA
Se vi capita di transitare nei pressi di Statte (Ta), fate attenzione alla piccola stradina che trovate lungo la provinciale che porta a Taranto. All'apparenza, potrebbe sembrare una normale strada in pendenza, ma non è così. Posizionata un'automobile in salita, con la parte anteriore in direzione della strada provinciale, questa, inspiegabilmente, messa in folle, viene trascinata da una misteriosa forza verso l'alto, invece di seguire la giusta pendenza. Anche altri oggetti, come un pallone da calcio, effettivamente, "scivolava in salita", invece che verso il fondo della discesa. Ma, testando la pendenza con una "bolla" da geometra il mistero può essere risolto. La strada è effettivamente in salita, e si vede anche ad occhio nudo, ma non completamente. Per un breve tratto, proprio nel mezzo di questa, vi è una depressione del suolo stradale, lieve ed impercettibile. Quindi si tratta solo di un particolare effetto ottico, uno scherzo della nostra mente. Ma uno scherzo che comunque è di grande effetto, nessuno lo può negare.
L'esistenza di una "salita in discesa" in Puglia fu segnalata in varie occasioni da diversi giornali, tra cui il "Corriere del Giorno" e un quotidiano di Bari, fin dal 1980. Il caso è stato anche segnalato da Umberto Cordier nel suo "Guida ai Luoghi Misteriosi d'Italia" (Piemme edizioni).

BARI > VAMPIRI A TRANI
"Vampiri" nell’antica Trani. E ciò che hanno sospettato archeologi e antropologi di fronte alle due sconcertanti tombe iapigie emerse a Capo Colonna. Qui qualcosa di unico nella storia degli scavi in Puglia - nonché della ritualità funebre antica - si è parato davanti agli occhi dell’archeologa Ada Riccardi della Sovrintendenza. Nella sepoltura più piccola era deposto un cadavere in posizione prona, inginocchiato, schiacciato da un lastrone piazzatogli sulla spalla; nel secondo sepolcro, invece, tre erano i defunti, anch’essi inumati, ognuno con un proprio masso addosso. Lo scavo è stato condotto dalla Riccardi nel 2001. Ma la notizia, per evidente cautela, non era trapelata finora. Il primo è un adulto maschio - ci dice il prof. Vito Scattarella del Dipartimento di Zoologia, sezione Antropologica dell’Università di Bari, che con il dottor Sandro Sublimi Saponetti stanno studiando i resti ossei. Gli altri sono due adulti dai venti ai quarant’anni e un ragazzo di quindici anni. L’indagine prosegue, ma nessun segno traumatico è ancor apparso sulle ossa: il che escluderebbe, per ora, una morte violenta, inflitta loro dalla comunità, che pure volle punire questi morti per l’eternità.
Durante gli scavi precedenti effettuati negli anni ‘70 a Capo Colonna, la penisoletta di Trani dove sorge il Monastero che sarà sede museale, non erano emerse sepolture: si trovarono invece tracce di insediamenti dell’età del Bronzo e anche fondi di capanna dell’età del Ferro, delimitate da un fossato. Furono recuperati reperti tardo-elladici e micenei. Lo scorso anno però si ripresero le indagini in una zona limitrofa e riaffiorarono strutture di ambienti, con un cortile che doveva essere in origine lastricato (lo si deduce dal "vespaio" di ciottoli di mare disseminati, che avrebbero dovuto formare il sottofondo). Le pareti di questo edificio presentavano una originalità. I paramenti esterni dei muri erano costituiti da lastroni infissi verticalmente nel terreno: si doveva trattare, quasi certamente, di un luogo di culto.

Che si trattasse di sepolture di reietti era emerso da vari indizi: non solo l’imposizione dei massi, ma anche la mancanza di qualsiasi elemento a corredo funebre: neppure un frammentino di ceramica fu adagiato nelle tombe. Eppure i loro corpi non furono lasciati insepolti o gettati in mare. Oltre al sasso, i corpi furono coperti da terreno, e le tumulazioni furono sigillate con un lastrone di pietra. È quasi esplicita in un siffatto rituale la volontà di impedire ai defunti un ritorno tra i vivi. E a un fenomeno di "vampirismo" hanno pensato gli antropologi baresi Scattarella e Sublimi. Le deposizioni di Trani, pur essendo uniche in Italia, hanno dei riscontri con altre scoperte dagli archeologi nel nord della Grecia: fu la studiosa greca Anastasia Tsaliki (ora docente in Inghilterra) a rivelare in alcuni congressi di antropologia la permanenza di rituali funebri di questo genere, dall’età neolitica fino ai giorni nostri. Il masso imposto al defunto doveva impedire che, egli tornasse a portare scompiglio nella comunità dei vivi. Naturalmente quando si parla di "vampirismo" non ci si vuol riferire al mondo dell’orrore, come lo intendiamo oggi. E tuttavia questi trapassati dovevano essere affetti da morbi connessi con la manifestazione del sangue, sostengono gli antropologi: quali la fotofobia, la porfiria, la tubercolosi polmonare, la rabbia ecc...
Macigni, ritorni dal mondo dei morti… Un nesso non nuovo: il più immediato riscontro che il mito può fornirci - se vogliamo stare al gioco - è quello di un celebre "revenant": Sisifo. L’astuto fondatore di Corinto, che aveva incatenato la Morte, e una volta defunto aveva ingannato anche gli dèi degli inferi ed era tornato a vivere (uno dei rarissimi casi di "zombi" nel mito) fu punito con un masso da sospingere per l’eternità. Perché aveva osato l’impossibile "ritorno"...

Ogni materiale riportato è registrato da parte dei legittimi proprietari. Alcuna infrazione dei relativi copyright è pertanto intesa.