"Nel vuoto insensato il demone mi portò
oltre i grappoli luminosi dello spazio finito,
finché davanti a me non ci furono né il tempo né la materia
ma solo caos, senza forma o luogo."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

"Non e' morto cio' che in eterno puo' attendere ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire..."

(H.P. Lovecraft)

"E ora sono io
insieme benedetto e maledetto,
perchè adesso possiedo le chiavi del Regno dei Cieli.
Perdonerò chi merita la salvezza, dannerò chi ha dannato se stesso
imparerò a vivere dopo che l'amore è morto…
Io sono il Mangia Peccati..."
(Tratto dal Film "La Setta dei Dannati")

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MILANO > IL TESORO DEI TEMPLARI
Un problema che ha assillato gli archeologi e gli storici per molti anni è stato quello di capire dove i cittadini della Milano medievale abbiano preso i soldi sufficienti per la costruzione di questa imponente opera architettonica: il Duomo. Per un simile progetto, e questo vale per ogni cattedrale europea, ci sarebbe voluto molto più denaro di quanto effettivamente ne possedeva il comune. Eppure, eccolo qui, davanti a noi, con tutte e 135 le sue guglie e le sue 2245 statue. Per niente un opera del caso, ma di una profonda meditazione filosofica e scientifica.
Forse, il segreto delle cattedrali si cela dietro l’immagine di un famoso ordine di cavalieri già ricordato prima, i Templari.
Costituiti nel 1118 per difendere il santo sepolcro, la “Militia Christi”, ovvero i cavalieri di Cristo, potrebbero aver appreso, nell’Oriente delle crociate, segreti, nozioni tecniche/architettoniche e formule alchemiche, prima sconosciute agli occidentali.
Non dobbiamo infatti dimenticare che l’Oriente dell’epoca delle crociate era molto più evoluto dell’Occidente.
Già da secoli, ad esempio, in Cina si conosceva la polvere da sparo e, in Arabia, la matematica e le scienze filosofiche e fisiche avevano già compiuto passi da gigante. Ma c’è di più. I Templari potrebbero aver trovato molto più di quanto andavano cercando. Cosa scoprirono nei sotterranei della moschea di Omar, a Gerusalemme? Con che cosa arricchirono il patrimonio di San Pietro al loro ritorno in Italia? E per cosa Filippo il Bello, re di Francia, li processò, li privò dei loro averi
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e li condannò tutti a morte, dal primo all’ultimo? E ancora, quale fu la vera causa di questo eccidio? Le cattedrali furono erette grazie al mitico tesoro dei templari? E perché furono erette? Sono tutte domande senza risposta...

MILANO > IL MISTERO DEI RE MAGI
All’interno della chiesa di Sant'Eustorgio troviamo ripetutamente incisa sulle pareti la stella a otto punte, simbolo con il quale viene identificata la misteriosa stella che guidò i re Magi, sapienti venuti dall’oriente, fino alla capanna di Gesù.

I vangeli non precisano il numero dei Magi, ma considerando il fatto che portavano tre doni, la tradizione volle che anche loro fossero tre. Sant’Eustorgio è direttamente collegata a questa tradizione e, addirittura, custodirebbe parte dei resti dei tre sapienti. Questi resti sarebbero rimasti per 700 anni a Costantinopoli. Nel 325 Eustorgio, vescovo di Milano, li ricevette in dono dall’imperatore Costantino. Dal IV al XII secolo rimasero nella chiesa di Sant’Eustorgio. Nel 1165, Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, li trafugò e li portò a Colonia. Soltanto nel 1904 i Milanesi ebbero la restituzione di alcuni frammenti ossei. I “tre” re Magi, coi loro “tre” doni sono parte del simbolismo mistico-esoterico che avvolge la città e spesso sono stati identificati come allegoria del Trimundio, cioè i tre regni o mondi aristotelici: fisico, parafisico e metafisico. Ma chi erano in realtà questi Magi sapienti provenienti dall’oriente? Quali conoscenze portavano? Che relazione avevano con il Cristo? Furono loro ad istruire in oriente il giovane Gesù?
In effetti nel racconto della vita del Messia tramandataci dai vangeli, troviamo un vuoto di diversi anni relativo alla sua infanzia. Nessun vangelo ci riporta l’adolescenza di Gesù. Lo ritroviamo già adulto e preparato nella predicazione. Dove sparì realmente in quest’arco di tempo? Perché questa parte della sua vita non ci fu tramandata? Cosa si voleva nascondere ai posteri?
Studi recenti, ci portano a pensare che i magi fossero una sorta di profeti, stregoni venuti dall’oriente. Questi, dediti all’astrologia ed alle scienze più occulte, dovettero seguire il passaggio di una cometa, forse quella di Halley, fino a Betlemme. Lì trovarono una capanna ed un bambino appena nato e, probabilmente, in base ad alcuni scritti profetici, lo scelsero per divenire il messia. Ad una certa età lo condussero in Oriente, si pensa fino in Tibet. Lì, Gesù avrebbe appreso i rudimenti della loro scienza, una nuova arte di curare i mali, l’arte di compiere i cosiddetti miracoli e di praticare la magia. Ma solo sono supposizioni...

MILANO > LA TOMBA SENZA NOME
Costruita nell’XI secolo, la chiesa di Sant'Eustorgio, in corso di Porta Ticinese, sede dell’inquisizione a Milano nel medioevo, è ricca di misteri. Al suo interno, lungo il muro di sinistra, c’è un’antica pietra tombale, ma nessuno potrà mai sapere chi vi riposa all’interno: mani impetuose la scalpellarono cancellandone così completamente l’epitaffio. Perfino la figura scolpita non è distinguibile. Probabilmente, l’uomo di cui si volle dimenticare l’esistenza subì la “Damnatio Memoriae”, una delle più terribili condanne in cui ci si poteva imbattere negli anni bui del medioevo. Una condanna post-mortem che
subivano coloro che, essendo morti, non potevano più essere toccati dalla giustizia terrena.
Questi erano ritenuti colpevoli di delitti e peccati imperdonabili e venivano maledetti pubblicamente; i loro resti bruciati e le ceneri sparse al vento. Inoltre, veniva cancellata ogni traccia della loro esistenza: il nome veniva cancellato dagli archivi, la pietra tombale distrutta o resa indecifrabile. In tal modo si impediva che qualcuno potesse pregare per loro.
Ma qualche anima pia, ogni tanto, sosta ugualmente davanti alla tomba di Sant’Eustorgio e mormora una preghiera.
Chi riposa veramente dietro quella pietra? Cosa fece per subire tale condanna? È risaputo che, nel medioevo, la chiesa era molto cauta nell’attribuire la santità alle persone che il popolo identificava come “santi”. Molto spesso era il popolo stesso a dichiarare santa una persona, ma spettava alla chiesa l’ultima parola, così che in molti casi, i miracoli del presunto santo potevano essere visti sotto un’altra ottica, più come espedienti demoniaci che opere divine. Questi, così, dopo una serie di lacunose indagini, potevano essere dichiarati dalla chiesa sudditi del demonio, maghi e stregoni ed essere dannati anche dopo la morte. Sulla forca, con l’accusa di stregoneria, potevano salire anche elementi scomodi alla chiesa, predicatori pericolosi, politici o anche semplici innocenti...

MILANO > LA DAMA NERA DEL PARCO SEMPIONE
Una dama vestita di nero, con il volto coperto da un velo, che si aggirerebbe nei pressi del Palazzo Sforzesco, il cui nucleo originale sorge nell'area sin dal 1368. La leggenda, già diffusa nell'Ottocento, narra che questo spirito sia solito attraversare i viali alberati nelle notti di nebbia, per abbordare un passante solitario e accompagnarlo nella sua dimora, una grande villa parata a lutto. Qui, dopo una notte d'amore, chiunque abbia alzato il velo racconta di essersi trovato faccia a faccia con delle orbite vuote, mentre nessuno ha mai saputo ritrovare la villa il giorno dopo.

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