L'origine del mito dei
Vampiri si perde nella notte dei tempi; l'Illuminismo
li crede dimenticati per sempre; l'Inghilterra Vittoriana
s'illude di poterli sconfiggere. E invece il loro fascino
non è ancora tramontato. Tutt'altro...
Sette religiose, gruppi di giovani,
uomini e donne "comuni". E poi cinema, letteratura,
magazine, fumetti, musica, Web.
Dagli anni '80, tutti
sembrano aver riscoperto il mondo dei cosiddetti "non
Morti". In Romania, in coda ai congressi della
Transylvanian Society of Dracula, un'agenzia di viaggi
specializzata, organizza Tour alla scoperta del perfido
conte Dracula. Anne Rice, la madre del vampiro Lestat,
portato sul grande schermo da Tom Cruise, vende milioni
di copie dei suoi romanzi in tutto il mondo. Colpiti
dal contagio vampirico,
giovani di New York si riuniscono nel Vampire Clan di
Father Sebastian, un odontotecnico di Manhattan che
allunga loro i canini fino a farli diventare delle zanne...
E uomini in giacca e cravatta, rassicuranti come i nostri
vicini di casa, dichiarano di aver bisogno, ogni tanto,
di bere un po' di sangue. Umano, preferibilmente. Ed
è tutto vero...
La spiegazione di questo rinnovato
interesse è nel nostro passato più remoto,
nei bisogni e nelle paure ataviche dell'uomo
Dall'America
al Vietnam, dall'Irlanda alla Malesia, dall'Africa all'Europa
orientale, dalla Grecia alla Polinesia. Quasi non esistono
luogo e tempo in cui il Vampiro non sia presente. Secondo
le leggende talmudiche, Lilith, la prima moglie di Adamo,
è trasformata in uno spettro notturno per essersi
rifiutata di sottostare ai voleri del marito; tra i
Babilonesi c'è Lilitu; gli Assiri hanno l'Ekimmu
e, nell'antica Grecia, Lamia si scaglia sui bambini
per berne tutto il sangue. Per i romani, le strigi non
sono solamente streghe, ma crudeli uccelli notturni
assetati del sangue dei neonati. E quale civiltà,
poi, non ha praticato rituali con offerte di sangue?
Gli Aztechi fecondano la terra donando agli dei quello
di una giovane vittima; nella mitologia greca, il sangue
sacrificale è un elisir di giovinezza.
Il sangue è
simbolo di forza vitale e perderlo costituisce un pericolo
mortale. Il vampiro, colui che se ne nutre, colui che
trae vita dalla nostra morte, è simbolo del rapporto
tra il mondo terreno e l'al di là. È il
desiderio inconfessato dell'immortalità. Peccaminoso
e, per questo, relegato nel regno del male.
Storia, antropologia e psicologia hanno
offerto le proprie interpretazioni del "Fenomeno
Vampiri". Ma non è mancata una lettura di
carattere scientifico.
E se i vampiri fossero semplicemente
persone allergiche alle proteine dei cibi? Secondo lo
studioso americano Thomas McDevitt, questi soggetti,
pallidi e magri, per assumere le proteine necessarie
avrebbero bisogno di bere sangue, e i loro ritmi metabolici
li costringerebbero a dormire di giorno e restare svegli
la notte.
Nel 1985, invece,
al Convegno annuale dell'Associazione Americana per
il Progresso della Scienza, il canadese David Dolphin
identifica i Vampiri con persone affette da una malattia
genetica chiamata "Porfirìa", che non
consente di sintetizzare in modo corretto il pigmento
rosso del sangue, o eme. Il disturbo provoca una forte
sensibilità alla luce e lesioni della pelle.
Labbra e gengive si ritirano, mostrando denti che appaiono
particolarmente sporgenti. In passato non esistevano
terapie, e il malato non poteva far altro che assumere
grandi quantità di sangue che consentissero a
parte dell'eme di entrare in circolo.
E la paura dei Vampiri
per l'aglio? La scienza ha risposto anche a questo quesito.
Esistono farmaci in grado di distruggere alcuni enzimi
del fegato che contengono eme. Ebbene, nella composizione
di questi farmaci c'è una sostanza chimica presente
anche nell'aglio.
Ma le gesta dei Vampiri appartengono
anche alla storia del crimine. La polizia e la giustizia
hanno dovuto occuparsi dei "Bevitori di Sangue"
Risale
al 1871 il primo processo ad un serial killer che ha
agito secondo le modalità dei vampiri. È
Eusebius Pieydagnelle, garzone presso un macellaio.
Un anno dopo è condannato all'ergastolo Vincenzo
Verzeni. Ha 23 anni e ha ucciso due donne solo per succhiarne
il sangue. Di lui si occupa anche Cesare Lombroso. Ma
il caso più noto è quello di Peter Kurten.
Le sue gesta hanno ispirato il celebre film "M"
di Fritz Lang, interpretato da Peter Lorre. Dai 13 ai
43 anni, Kurten commette cinque omicidi. Ma è
dal 1925 che l'assassino comincia ad agire come un Vampiro.
Dopo un periodo di relativa tranquillità - durante
il quale si è costruito una vita rispettabile,
addirittura sposandosi - resta profondamente impressionato
dalla visione di un tramonto rosso sangue. Da quelmomento,
armato di un'ascia e di una serie di coltelli, la notte
si aggira per le strade di Dusseldorf alla ricerca di
vittime cui succhiare il sangue. La città è
preda del terrore. La polizia interroga 900.000 tra
sospetti e testimoni, seguendo ben 2.561 piste diverse.
Stretto dalla maglia delle indagini, Kurten si sente
perduto e chiede alla moglie di denunciarlo. Così
potrà incassare la taglia che pende sulla sua
testa.
Peter Kurten fu condannato a morte e
ghigliottinato il 2 luglio 1931. Ma, purtroppo, non
è stato l'ultimo assassino a commettere delitti
come fosse un Vampiro. Nel 1998, negli Stati Uniti,
Rod Ferrel, un ragazzo di 17 anni a capo di una setta
di "Bevitori di Sangue", si è macchiato
di un crimine orrendo che gli è costato la condanna
a morte.