LE FONTI

4) TOPONIMI ATTUALI (1901-1997)

Ovvia conclusione ad uno studio sulla toponomastica di Teglio e Cintello è un capitolo sui toponimi presenti oggi nel territorio in esame, con una particolare attenzione rivolta ad eventuali introduzioni di nuovi lemmi o alla sopravvivenza e trasmissione di quelli già noti. Per il primo orizzonte di ricerca, la situazione emersa è alquanto singolare e pone le sue radici nella lenta ma graduale evoluzione iniziata nel secolo scorso. Avevamo infatti terminato l’introduzione ai toponimi del ‘800 concludendo che esso era stato un periodo di trasformazione, nel quale il principale soggetto dei mutamenti nominali era stata soprattutto la toponomastica stradale urbana. Tale evoluzione prosegue anche nel ‘900 con criteri non sempre di facile comprensione e spesso suggeriti, se non imposti, da organi dello Stato quali Ministeri o Prefetture.

La delibera del Consiglio Comunale di Teglio datata 10 Gennaio 1926 testimonia una prima "rivoluzione moderna" nella toponomastica stradale del capoluogo; in essa a voti unanimi, espressi per alzata e seduta si delibera di mutare la denominazione alle seguenti vie e piazze del capoluogo: a) L’attuale "via di Mezzo" assumerà la denominazione di "via Vittorio Emanuele III" quale atto di omaggio a S. M. il Re nel XXV anniversario del suo Regno. b) L’attuale "via Pradisine" (strada che conduce a Fratta) assumerà la denominazione di "via Ippolito Nievo" (1831-1861) poeta padovano e valoroso garibaldino, che nelle "Confessioni di un ottuagenario" descrive il Castello di Fratta. c) L’attuale "via Firenze" assumerà la denominazione di "via Pietro Gobbo", insigne avvocato defunto, che fu per diversi anni benemerito Sindaco del Comune. d) L’attuale "via degli Schiavoni" assumerà la denominazione di "via Lugugnana" più propria, essendo attraversata dal canale collettore omonimo. e) L’attuale "via Canonica" assumerà la denominazione di "via Cintello", inquantochè da tale via si accede alla Frazione omonima. f) L’attuale piazza principale denominata in parte "piazza Chiesa" ed in parte " piazza Plebiscito" assumerà un’unica denominazione di "piazza Plebiscito".

Una così profonda razionalizzazione della toponomastica stradale dovrebbe, in teoria, fare onore ai deliberatori ma non possiamo non rimarcare come in essa siano presenti numerosi elementi suscettibili di critica. A prescindere dall’anomala dedicazione di una via al Re vivente, emerge subito come ad un toponimo legato alla tradizionale vita dei campi come Pradissine, la cui prima testimonianza accertata risale al 1494, si preferisca il ricordo dello scrittore-garibaldino Nievo: è questo il primo di una lunga serie di casi che porteranno alla sostituzioni di numerosi toponimi di antichissima formazione con altrettante serie onomastiche di personaggi pubblici più o meno famosi.

Tra questi spicca un solo "tegliese" il cui ricordo, a detta dei deliberatori del 1926, era meritevole dell’onore di essere tramandato ai posteri: l’avvocato Pietro Gobbo. Anche in questo caso sorgono però non poche perplessità in quanto egli, da sindaco, presenziò molto saltuariamente alle sedute dei Consigli eseguiti nel primo suo mandato agli inizi del secolo e declinò la carica subito dopo la seconda elezione, in quanto troppo impegnato nella conduzione dello studio legale sito in Milano.

Passano solamente cinque anni dalla delibera sopra citata che, a seguito di un telegramma inviato direttamente da S. E. Capo del Governo Cav. Benito Mussolini, via Municipio scompare dalla toponomastica tegliese; in esso si prescriveva che, con l’inizio dell’anno X dell’era fascista, ogni centro urbano doveva avere una via non secondaria col nome di Roma e visto che la via che meglio si presta a portare il nome Augusto di Roma è quella che oggi è denominata via Municipio veniva deliberato di sostituire via Municipio con via Roma onde ricordare al popolo la Roma Imperiale, maestra di civiltà nei secoli, la Roma capitale d’Italia, sintesi dei più alti ideali di fatica e delle nuove genti.

L’intromissione degli organi centrali dello Stato nella toponomastica locale, già iniziato dopo l’Unità d’Italia e documentato per il secolo scorso, diviene quindi una prassi comune, aggravata dal fatto che per un’opera di controllo sulla scelta dei nomi nuovi da attribuire viene preposta una "Regia Deputazione di Storia Patria" o un pari organo che comunque avevano come sede la non vicina Venezia.

Un’ulteriore testimonianza del controllo decisionale sulla toponomastica locale ci viene dalla intitolazione nel 1968 di una strada che doveva servire ad una zona comunale allora di recente urbanizzazione, via IV Novembre. In questo caso il proponitore di un nome che ricordasse ai posteri la data della vittoria sugli Imperi Centrali del 1918 è il Prefetto di Venezia. Caldamente pregati all’adesione di tale proposta, i consiglieri deliberarono favorevolmente all’unanimità per la nuova dedicazione e così il centro paesano perse l’umile e rustica "via Trozo" per acquisire la storicamente più importante via "IV Novembre". Rimangono ancora sconosciuti i motivi che hanno portato alla recente intitolazione di "via Aquileia" e della poco originale "via Nuova" o il perché non uno bensì quattro tratti stradali conservino a tutt’oggi il nome di "via Case Sparse", toponimo adatto sicuramente all’inizio del secolo per indicare una zona poco densamente abitata ma decisamente anacronistico alle soglie del terzo millennio.

Non possiamo infine dimenticare l’opera dei topografi incaricati della stesura della Carta Tecnica Regionale, ai quali dobbiamo alcuni nuovi e, a dir poco, curiosi toponimi: Cauriti e Curiti (leggi cavrili), Centrale (leggi centate), Comuna (leggi comunai), la strada Suzzoline (leggi suzzolins) e le Testate (leggi tesate).

Accanto alla non sempre logica toponomastica ufficiale possiamo però testimoniare una positiva tendenza alla conservazione di alcuni toponimi antichi legati a particolari aree comunali, a corsi d’acqua, a campi ma anche a strade campestri ed urbane grazie alla memoria collettiva che abbiamo voluto indicare con il nome di "tradizione popolare": essa è il bagaglio di sapere delle generazioni più anziane, per le quali lo sfruttamento agricolo della terra era la fonte primaria di vita, e dei nostri padri, ultimi fruitori di un territorio in via di rapida trasformazione, ma rischia di non esserlo più per le generazioni più giovani.

La perdita graduale di questa memoria collettiva è infatti attestata da una fonte "inusuale" per gli studi di toponomastica ma che abbiamo scelto per il suo particolare valore esplicativo: l’elenco telefonico.

Qui si scopre che alcuni abitano ancora in "piazza Plebiscito" (divenuta "piazza Guglielmo Marconi" nel lontano 1939), altri in una non meglio nota "via Molino", altri ancora, rifiutandosi di assumere come riferimento quello di "via Case Sparse" hanno preferito l’antico (ma non ufficiale) "via Galetta"; i più confusi di tutti sono comunque i tegliesi residenti in "via Miris", i quali hanno fornito alla Telecom ben tre varianti nominali diverse!

Con spirito d’adattamento tipicamente italiano qualcuno ha addirittura sopperito alla mancanza d’intitolazione di una via secondaria per battezzarla "via Autostrada Trieste-Venezia".

Questi ultimi casi possono far sorridere ma è fuor di dubbio che testimoniano una rapida trasformazione culturale; non siamo molto lontani dall’urbanizzazione e trasformazione delle comugne o delle pradissine in zone P.I.P o P.E.E.P, che saranno attraversate da strade dedicate a personaggi celebri dai nomi altisonanti.

A quell’epoca, dei toponimi "storici" non rimarrà che uno sbiadito ricordo tra le persone più anziane e, ci auspichiamo, la memoria in questo nostro piccolo studio.

FONTI CONSULTATE

Archivio Comunale -Teglio Veneto [A.C.Teglio]

Stradario del Comune di Teglio Veneto

Registro della Popolazione

Delibere del Consiglio Comunale

Delibere Podestarili

Nuovo Catasto Terreni

Carta Tecnica Regionale [C.T.R.]

Tavoletta 1:5.000

Istituto Geografico Militare [I.G.M.]

Tavoletta 1: 25.000

Telecom Italia

Elenco Telefonico, Venezia e Provincia, 1996/1997

TOPONIMI ATTUALI (1901-1997)