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home arrampicata Corni di Canzo - Pilastro Maggiore - Via Elena precedente successivo

Corni di Canzo

Pilastro Maggiore - Via Elena

Il Pilastro Maggiore é il più alto dei due pilastri formati dalla scaglia rocciosa che si stacca dalla parete nord-est del Corno Centrale di Canzo e che forma con la parete stessa una profonda trincea all'interno della quale attacca la via normale. La via Elena invece si trova sul versante opposto, esposta a nord-est, ed è tra le vie più frequentate del gruppo. Si divide nettamente in due parti: una prima parte in artificiale, anche faticoso, ed una seconda in arrampicata libera, con possibilità di concludere in bellezza raggiungendo la vetta del pilastro lungo la via normale. L'attrezzatura è a chiodi normali, con catene alle soste.

Difficoltà: D+ (IV+, molto A1)
Sviluppo: 2 lunghezze, 55 m
Esposizione: ENE
Chiodatura: ottima
Materiale: 12 rinvii, staffe, 2 corde
Salite: 06.09.97    Mirko, Silvano

AvvicinamentoDalla frazione Oneda, poco oltre l'abitato di Valbrona scendendo verso il lago, si segue dapprima la strada asfaltata, poi l'ampia mulattiera che in un'ora porta al rifugio SEV ed ai Pilastri del Corno Centrale di Canzo. Oppure, è anche possibile salire da Belvedere di Valmadrera (soluzione più lunga), raggiungendo il rifugio SEV per il fontanino di Sambrosera e la bocchetta di Moregge. Proveniendo dal rifugio, l'attacco è posto in centro alla parete del Pilastro Maggiore (chiodi visibili), più o meno sotto una statuina della Madonna posta in piena parete.

Parete della L1, dall'attacco

L1Si sale in direzione della ben visibile Madonnina con arrampicata artificiale piuttosto faticosa (A1) su liscia parete verticale (molto utili le staffe; ci si può arrangiare anche con delle fettucce, ma la fatica aumenta decisamente) sino a raggiungere la sosta su catena. La linea degli ancoraggi per l’artificiale rende impossibile sbagliare direzione. [20 m]

L2Dalla sosta si prosegue ancora, sempre in artificiale, prima poco a sinitra, poi brevemente in verticale sino a raggiungere un traverso verso destra (A0) che permette di guadagnare uno spigolo più appigliato, lungo il quale, in arrampicata libera (IV+ all'inizio, poi IV), si raggiunge la sosta sul terrazzino sotto la vetta del Pilastro Maggiore, in comune con la via normale. Nel tratto di libera si incontra generalmente roccia piuttosto buona, ma si dovrà fare attenzione nella parte centrale al superamento di un muretto di blocchetti decisamente malsicuri. Chi non vuole andare in vetta, si può calare da qui. [30 m]

L3Dalla sosta si prosegue per l’ultimo tiro in direzione dello spigolo di destra; ci si porta dapprima sul versante sud, il versante interno della scaglia, quindi si supera un tratto di pochi metri di IV- lungo una placchetta che conduce fino ad un terrazzino; qui un chiodo con moschettone facilita il compito. Il terrazzino raggiunto è spiovente ma ampio; sulla paretina che lo delimita trova posto un'altra splendida Madonnina cementata che saluta i passanti. I pochi metri della paretina sono gli ultimi; è possibile attaccare la parete direttamente oppure, più facile, tenendosi sul suo spigolo destro. Si arriva alla cima, stretta, che può ospitare a fatica due persone; l'assicurazione si fa su un anellone assicurato ad un cavetto metallico spittato e all'inaffidabile croce di vetta. [25 m]

DiscesaNumero, lunghezza e comodità delle doppie di discesa è estremamente variabile. Chi possiede due corde può effettuare una sola calata da 40 metri direttamente verso l'interno della trincea; attenzione ai sassi mobili di vetta e alle modalità di recupero: sarà vantaggioso evitare di far correre le corde lungo la fenditura che da direttamente verso la trincea, ma lasciarle sfilare per i primi metri lungo la paretina terminale: il recupero sarà semplice. Chi invece possiede una sola corda si dovrà adattare ad effettuare più di una doppia; la prima ricalca esattamente la linea di salita e conduce al terrazzo dell’ultima sosta; da qui si può decidere se effettuare altre due calate lungo la via Elena, sul versante esterno (sfruttando la sosta intermedia, con catena) oppure se effettuarne una sola verso l'interno; si tenga però presente che in questo secondo caso sarà più problematico il recupero della corda che dovrà obbligatoriamente sfregare lungo lo spigolo della paretina che delimita il terrazzo.

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