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home arrampicata Grignetta - Cresta Segantini precedente successivo

Grignetta

Cresta Segantini

La cresta Segantini rappresenta certamente la più bella via per raggiungere la vetta della Grignetta. Si sviluppa tra il colle del Pertusio e la vetta stessa della Grignetta, con una lunga sequenza di torrioni, in modo particolare sino al colle Valsecchi, normalmente però evitati lungo il sentiero Cecilia. Dal colle Valsecchi, dove comunemente si inizia l'arrampicata, la cresta diviene ben definita e presenta una nuova serie di pilastri e torrioni. Le difficoltà non sono mai sostenute, ma lo sviluppo è notevole. Il percorso è interamente segnalato con bolli rossi e recentemente riattrezzato a fix. L’itinerario è percorribile tutto l’anno, ma d'inverno la semplice arrampicata su roccia è spesso sostituita da difficoltà di misto piuttosto serie e pendii di neve ripidi, specie nel tratto della Lingua; con buone condizioni di neve si tratta di una bella salita alpinistica, quotabile AD. Magnifico il panorama sul lago, sulle vicine prealpi, sui lontani quattromila e sulle tante altre guglie della Grignetta stessa.
Lo svolgimento della salita non è obbligato nei dettagli, la maggior parte dell’arrampicata si svolge in conserva, più che a tiri di corda, e l’interpretazione del tipo di arrampicata è sempre molto personale e fortemente dipendente dalle condizioni del tempo e della montagna. Si consideri indicativa la suddivisione a tiri di corda riportata di seguito.

Difficoltà: PD+ (un punto di III+, tratti di III)
Sviluppo: 22 lunghezze, 500 m
Esposizione: O
Chiodatura: buona
Materiale: 6 rinvii, 1 corda
Salite: 14.10.95    Mirko, Silvano
18.02.96    Mirko, Silvano
25.04.96    Mirko, Silvano, Andrea
29.09.96    Mirko, Silvano
21.12.96    Mirko
15.02.97    Mirko, Silvano
06.04.97    Mirko, Silvano, Andrea
27.04.97    Mirko, Andrea
24.10.98    Mirko, Silvano
07.02.99    Mirko, Andrea
13.06.99    Mirko, Silvano, Andrea, Michele
23.01.00    Mirko, Andrea
19.08.00    Mirko, Silvano, Andrea
04.06.06    Mirko, Silvano, Andrea
04.02.07    Mirko, Andrea

AvvicinamentoDal Pian dei Resinelli occorre raggiungere il colle Valsecchi attraverso il sentiero della Direttissima, di cui è stato ripristinato il vecchio tracciato sino al colle; possibile, ma ormai non vantaggioso, seguire la Direttissima fino al canalone di Val Tesa, risalire il canalone, e scendere al Colle Valsecchi in pochi minuti. Chi transita dal Rifugio Rosalba deve invece risalire al colle lungo il sentiero Cecilia; quest'ultima soluzione è sconsigliabile con neve, in quanto potenzialmente pericolosa (con brutte condizioni di innevamento il tratto di sentiero Cecilia diventa decisamente più complicato e pericoloso della cresta Segantini stessa). Una volta al colle Valsecchi, in breve, ci si porta alla base del primo torrione (Quota 1943 m) dove si attacca per un ampio camino, segnalato da un evidente cartello.

Successione di torri della cresta, dalla cima del Torrione Palma

L1Raggiunta la piazzuola alla base del torrione Quota 1943 m, lo si sale per un profondo caminetto sulla destra (II) sino a raggiungere un intaglio; l’arrampicata è semplice ma il luogo è sempre umido e scivoloso. Non è raro percorrere il caminetto senza assicurazione, o in conserva (qui come del resto in numerosi altri tratti della cxresta); attenzione alla parte alta, dove si trovano i passaggini più verticali e gli appigil più levigati. Una volta alla forcelletta di uscita dal camino si incontra il primo dei nuovi fix di assicurazione, utile per proteggere il salto che segue: si trova sul roccione che si alza sulla destra della forcella; spesso utilizzato come sosta. [25 m]

L2Si procede superando lo strapiombino soprastante, sfruttando ottime maniglie molto unte (III+, è il passaggio tecnicamente più difficile della cresta); utilissimi i buchi sulla sinistra del salto. Lo strapiombino è un po’ faticoso ma molto corto; oltre lo strapiombo si prosegue per pochi metri lungo una rampetta di rocce molto appoggiate, fino a raggiungere un secondo fix, di nuovo utilizzabile come sosta. [10 m]

L3,L4Si prosegue lungo facilissime rocce (I), prima per raggiungere la cima della Quota 1943 m, quindi per seguirne la cresta. Ci si mantiene in prevalenza sul versante sud, sempre senza difficoltà; rari bollini rossi aiutano a seguire la linea migliore. Si arriva ad incrociare una cengetta che piega verso sinistra, ad aggirare il torrione nell’unico punto un po’ esposto (II) della crestina, appena prima di una profonda sella. Un fix protegge l’inizio della cengia. Superati in discesa gli ultimi pochi metri di un muretto verticale si raggiunge l'intaglio sotto il torrione Dorn. Considerate le difficoltà, tutto il tratto viene generalmente percorso in conserva. Alla base del torrione si trovano due solidi resinati, che fanno da sosta per il tiro che segue. [60 m]

L5Il Torrione Dorn va salito traversando inizialmente per qualche metro a destra (II), per poi superare in verticale un caminetto di roccia patinata (III-, fix, ci si trova ancora anche un vecchio chiodo); qualche tratto è un po' aggettante, ma sempre ben manigliato. Oltre il caminetto si piega decisamente a destra e si raggiunge una piazzuola (fix). Da qui è possibile scegliere tra due alternative: è possibile attraversare fino all’estremo destro della piazzuola, doppiare lo spigolo ed entrare in un caminetto, molto facile, di roccette rotte (II); dei vecchi bolli rossi indicano la via; seguendo il caminetto e le facili roccette dello spigolo si arriva alla crestina sommitale del torrione; chi sceglie questa soluzione deve mettere in conto gravissimi problemi di scorrimento della corda e valutare molto seriamente l’opportunità di spezzare il tiro e fermarsi a sostare al fix sulla piazzuola prima del caminetto. La seconda possibilità consiste nel salire direttamente in verticale il muretto sopra alla piazzuola: il tiro è più diretto e non ci sono problemi di scorrimento della corda; il primo fix è ottimo e il muretto offre la possibilità di piazzare fettucce tra le numerosissime clessidre; per contro questo ultimo tratto è più tecnico (IV) della soluzione originale. Una volta sulla cresta si trova un altro fix, che fa da sosta. [35 m]

L6Si attraversa la cresta sommitale del torrione, generalmente in conserva, tra difficoltà irrilevanti, e si raggiunge una comoda sosta a fix. [20 m]

L7Dalla sosta si scende sulla destra lungo il filo di cresta (II+, un po' esposto) fino ad incontrare un fix; da qui ci si sposta un po' a destra (scendendo) fino a raggiungere un salto verticale. Da ultimo si scende per una profonda fessura (III, fix) fino ad un canale. Si risale facilmente il canale per qualche metro di roccette facili ma friabili, fino all'intaglio ai piedi del torrione (fix). Spesso questo tratto viene semplicemente sceso in doppia (20 m): si raggiunge la base del torrione molto velocemente, tenendosi nel canalino che scende un po’ verso sinistra. [25 m]

L8Lungo i pochi metri della crestina elementare che segue si raggiunge la base del Torrione Svizzero. Sul muretto alla sua base si trova il fix che fa da sosta. [10 m]

L9Dalla sosta si supera un brevissimo saltino verticale di roccia molto unta (III-); dopo il muretto si piega verso destra e si prosegue in diagonale mantenendosi lungo la linea di minore difficoltà (II); si deve puntare la spalla a destra della cima del torrione. Non ci sono ancoraggi di assicurazione fissi, ma la struttura della roccia permette a chi lo desidera protezioni di qualsiasi genere. Doppiata la spalla si raggiunge una comoda cengia, sul versante opposto del torrione, e il fix di sosta. Per le manovre di corda più risultare più comodo (in luogo del fix) uno spit che si trova sulla spalla: riduce i fastidi degli attriti della corda sulla spalla stessa, ma rimane in una posizione un po' scomoda e la sua placchetta è decisamente mobile. [20 m]

L10Si scende (II) all'intaglio tra il Torrione Svizzero ed il Torrione della Finestra e lo si supera con una bella spaccata. Si risale quindi verso destra la parete, lungo una profonda spaccatura ed un breve speroncino strapiombante, sino ad un fix; sconsigliabile proseguire oltre, per evitare seri problemi di scorrimento di corde. [20 m]

L11Si prosegue verso destra; si scende di qualche passo e si aggira uno spigolo, quindi si prosegue il traverso riguadagnando qualche metro fino ad una cengetta alla base di un camino. Un fix protegge l’ingresso nel camino (III): il terreno è unto e scivoloso, e il camino, ostruito da un grosso blocco incastrato, è molto stretto. Superati i primi metri (i più aggettanti e faticosi) le rocce si fanno più facili (II+); è necessario risalire tutto il camino fino ad uscire su una cengia, poco sotto alla cima del torrione. Sulla destra si trova uno spit, dove si sosta. [30 m]

L12Si aggira la testa del torrione mantenendosi sulla cengia della sosta; sul versante opposto si trova un nuovo fix. Si prosegue l’aggiramento e si scende in direzione dell’intaglio successivo, lungo una rampetta obliqua di facili roccette ed una profonda spaccatura. Una volta raggiunto il terrazzo dell’intaglio si prosegue semplicemente lungo un'evidente cengia detritica sul versante nord del Pilone Centrale della cresta Segantini; la progressione è elementare, normalmente ci si muove in conserva; attenzione solo alla ghiaietta che mina la cengia (o al ghiaccio, in inverno, perchè il luogo è decisamente esposto). Dopo un lungo traverso si raggiunge la base di un caminetto; dietro uno spigolo, sulla destra, si trova un fix. [45 m]

L13,L14Si supera direttamente il caminetto (II, fix) prima per facili gradini abbattuti, poi per rocce più verticali e consumate. Si raggiunge un intaglio; sulle rocce di destra si trova un fix. Dall'intaglio parte verso sinistra una crestina affilata, da segure per qualche metro tenendosi sul lato sinistro, su placchette abbattute. Si scende verso sinistra alla testata di un canalino; lo si attraversa e si risale oltre per qualche metro lungo una rampa poco inclinata di facili roccette, fino a raggiungere una evidentissima cengia. La cengia taglia orizzontalmente a sinistra (ancora attenzione in caso di neve e ghiaccio) e porta con un lungo traverso fino alla sommità del salto verticale che scende verso il canale della Lingua. Al termine della cengia, poco oltre l'inizio della rampa che segue un poco marcato sperone, si trova un buon fix, utile per una sosta. [60 m]

L15Dal fix si arretra per qualche passo lungo la cengia, quindi si scende lungo la facile rampetta appoggiata che segue la testa dello sperone che sovrasta. Ci si mantiene inizialmente sulla sinistra, prossimi al filo, quindi si piega in diagonale a destra (faccia a valle), verso il profondo del canalone. Si raggiunge un vecchio chiodo con anello, all’inizio del tratto più verticale. Attenzione alla ghiaietta nei tratti più esposti se - come accade spesso - si affronta questo tratto in conserva. Dal chiodo si scende la paretina sottostante (II), inizialmente in verticale, quindi in decisa diagonale a destra (scendendo), lungo una sottile cengetta; si deve puntare un nuovo fix, sul limite opposto della gengia. Il passaggio più delicato è quello dell’abbandono della cengia, per entrare nel canale: delle frane recenti hanno smosso del materiale alla base del canalone, che nel punto di attacco risulta sempre più profondo. Da notare che nel canale della Lingua è possibile trovare neve anche a stagione inoltrata. [30 m]

Parte alta della cresta, oltre l'uscita della Lingua (L16,L17), dalla cima del Pilone Centrale

L16,L17Si risalgono le rocce della sponda sinistra (II e II-). La linea di salita non è obbligata perché la rampa rocciosa è ampia e uniformemente facile; se si è fortunati abbastanza da tenere la linea ideale si incontra anche qualche ottimo fix: uno a metà altezza della prima rampa, uno verso la fine della rampa, a sinistra di un salto verticale. Si aggira il salto verticale in corrispondenza di una grossa freccia dipinta sulla roccia, con un traverso deciso a destra e si risale qualche altro facile gradone fino ad un altro paio di fix. Da qui ci si porta ancora più a destra, nel canale, e lo si segue fino a raggiungere la cresta poco a sinistra della vetta del Pilone Centrale. In estate tutto questo tratto è molto facile e normalmente viene superato in conserva, ma in inverno l’intero canalone diventa un ripido pendio nevoso di difficile protezione, e ci si possono trovare passaggi di misto non semplice. [70 m]

L18,L19Dalla cresta si raggiunge in breve per facili rocce la Quota 2124 m della Bastionata della cresta Segantini. Si prosegue lungo la cresta successiva con qualche saliscendi che solo in un caso (II, una placchetta verticale da scendere ed un successivo ampio caminetto) necessita di un minimo di arrampicata. Si scende per facili tracce verso sinistra, per superare una nevera, ed infine si raggiunge la sommità di una paretina (fix) che scende al profondo intaglio della Ghiacciaia. L’intero tratto può essere superato in conserva senza difficoltà. [80 m]

L20E’ possibile arrampicare in discesa per rocce lisce e quasi sempre fredde fino all'intaglio (II). In alternativa una brevissima elementare doppia. [10 m]

L21Molti concludono qui la loro arrampicata e seguono il facile sentiero che dalla Ghiacciaia porta fino alla cresta Cermenati. Per continuare l’arrampicata e completare la cresta Segantini invece si deve superare la paretina che domina l’intaglio. Un fix fa da sosta alla base di una grande scaglia staccata dalla parete; si sale attaccando la spaccatura a destra della scaglia, la si risale per qualche metro, quindi ci si porta a sinistra, sulla placca più esposta, e si segue la fessurina che la delimita nella parte superiore; al termine, in corrispondenza di uno spigolino, ci si trova un fix. Muovendosi in diagonale a sinistra si raggiunge un caminetto (III); è necessario risalire in verticale l’intero camino per roccioni a blocchi, fino a raggiungere la sosta (fix) su un comodo terrazzino. [15 m]

L22Si traversa qualche metro verso destra, prima in orizzontale, poi in diagonale, su terreno un po’ friabile, fino a guadagnare la cresta per rocce facili. Seguita la crestina sommitale per qualche metro si sbuca sulla cresta Cermenati alla selletta di val Scarettone, a 5 minuti dalla vetta della Grignetta. [30 m]

DiscesaLa classica via di discesa verso il Pian dei Resinelli è rappresentata dalla frequentatissima (anche in inverno) cresta Cermenati; un'alternativa può essere il sentiero della cresta Sinigaglia, sconsigliabile in presenza di neve.

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