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Commenti
- A) Dal volume Profili d’artista ( Mario Napoli – Satura editore )
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Il colore è
tattico, la macchia formalmente non prevedibile, il segno riconoscibile per
definizione. Una simbiosi espressionista concepita a partire dall’utilizzo del
monotipo ideato in pieno seicento dal conterraneo Giovan Battista Castiglione e
attraverso cui Giulio Manuzio costruisce un linguaggio gesto-segno-allegorico
naturalmente finalizzato dalla pressione del torchio nell’incontro
lastra-foglio.
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Di valore è
l’uso manuziano astratto-informale della tecnica incisoria, dato che al
carattere subitaneo del gesto pitto-grafico definito direttamente sul supporto
addiziona una propria più intricata e coinvolta, ma anche squisitamente
studiata, “sedimentazione compositivo genetica”; in altre parole, Manuzio,
modellando di volta in volta il colore steso su lastre differenti, scompone e
moltiplica la struttura complessiva di sovrapposizioni di ciascun lavoro
compendiandola con assoluto pragmatismo in uno spazio unitario-organico.
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Se
minuziosamente destrutturati all’interno della loro complessa unitarietà
–informale poiché chiaramente cromatica e viceversa- i lavori di Manuzio
denunciano una ossessionata inclinazione verso l’intervento creativo, per il
punto come minuta forma base, per la linea affilata e per il gesto che asporta
la pittura creando un intricato barocchismo di volute secche e leggere.
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L’impostazione totalmente informale pertanto non preclude l’esistenza di alcuni
punti di risoluzione volumetrico-illusoria dosati all’interno dello spazio piano
affiancati o del tutto sostituiti da un segno grafico ricercatamente privo di
spessore e consistenza.
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- B) Da un messaggio mandato da una amica e collega ad altri amici per diffondere il commento di cui sopra:
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Rileggevo
le parole del critico che presenta le opere di Giulio, parole che mi sembrano
lusinghiere e tecnicamente ineccepibili, ma le sento un poco fredde. E allora ho
voglia di comunicare agli amici che io apprezzo di
Giulio la profondità umana e la sua sensibilità lucida e curiosa e penso che sia
da questo dentro, oltreché dal suo gusto per la sperimentazione, che nascono le
sue “creature”