Orgoglio e pregiudizioCasella di testo: Home
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“Orgoglio e Pregiudizio” è senz’ombra di dubbio il più celebre romanzo di Jane Austen.  Fu scritto tra il
1796 e il 1797 con il titolo “First Impression” in forma epistolare. Colpito dalla qualità dell’opera il
reverendo Austen la spedì all’editore Thomas Cadell che però la rimandò indietro senza averla nemmeno
letta.
La versione definitiva fu redatta diversi anni dopo, nella casa di Chawton
e finalmente nel novembre del 1813 Jane Austen vendette il romanzo a
Thomas Egerton, editore anche di “Senno e Sensibilità”. Nonostante
con il primo romanzo avesse ottenuto un buon riscontro da parte
del pubblico, cedette tutti i diritti per
la somma di 110 sterline,
rinunciando così ai guadagni derivanti da una eventuale ripubblicazione.
Sembra che il titolo “First Impression” fosse stato sostituito perché negli
anni successivi alla prima stesura del romanzo erano stati pubblicati altri
due volumi con lo stesso nome. È probabile che la scelta sia stata ispirata a
“Cecilia” di Fanny Burney dove la scritta “Orgoglio e Pregiudizio” appare tre volte in lettere maiuscole nell’ultimo capitolo.
Ci sono molti riferimenti di Jane Austen sul romanzo nelle sue lettere. Una volta scrisse a Cassandra: “L’opera è piuttosto leggera e frizzante –ha bisogno di ombre, la si dovrebbe allungare qua
e là con qualche capitolo pieno di buon senso se possibile o di qualche solenne sciocchezza- su qualcosa che non abbia niente a che fare con la storia; un saggio sull’arte di scrivere per esempio, una critica su Walter Scott, o una storia su Napoleone- o tutto ciò che potrebbe creare un contrasto in modo da aumentare la felicità del lettore riguardo allo stile generale dell’opera.”
Il romanzo narra la storia delle “prime impressioni” del signor Darcy e di Elizabeth Bennet, entrambi influenzati dall’“orgoglio e dal pregiudizio”, e del modo in cui riuscirono a superare i
loro errati giudizi iniziali. Elizabeth, con la sua arguzia, prontezza e vivacità è probabilmente uno dei personaggi femminili più famosi e amati di tutta la letteratura. L’unico difetto che le si può imputare è appunto una certa fretta nel giudicare ma la stessa Jane Austen, in una lettera a Cassandra, scrive di “non saper proprio come fare a tollerare qualsiasi persona che non provi ammirazione nei suoi confronti.”
Il signor Darcy è, per lo meno all’inizio del romanzo, l’esatto contrario di Elizabeth. Chiuso, orgoglioso, incapace di comportarsi in società, condivide con lei solo la tendenza a
giudicare troppo rapidamente. Mentre l’intreccio si sviluppa appaiono anche doti più positive come generosità, affetto fraterno, lealtà che alla fine conquistano Elizabeth. Jane Austen descrive con minuzia l’ambiente e la vita di campagna della famiglia, i rapporti tra le diverse classi e la posizione della donna in società spesso avvalendosi in modo ironico e intelligente dei personaggi minori. Il signor Collins, con la sua straordinaria stupidità e boria è uno dei più riusciti nella storia della letteratura e la scena in cui chiede la mano di Elizabeth è talmente perfetta che basterebbe da sola a giustificare l’esistenza del libro.
Uno dei temi più importanti nel romanzo è quello della differenza di classe di cui signor Darcy è sicuramente ben consapevole. Jane Austen invece fa un’eccellente parodia di tale concetto grazie soprattutto a Lady Catherine De Bourgh, che sembra considerare l’unione di suo nipote con una ragazza imparentata a dei commercianti la calamità più grave che possa accadere in Inghilterra.
Seduta davanti al camino della sua casa a Chawton, Jane Austen raccontò ai suoi nipoti che Kitty avrebbe sposato un uomo di chiesa e Mary un impiegato.
Durante una visita a Londra, le capitò di
visitare una mostra d’arte e di scoprire che il pittore aveva fatto un ritratto di Jane Bennet. A Cassandra scrisse:

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