Consumo critico

 

 

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MINI GUIDA AL CONSUMO CRITICO E AL BOICOTTAGGIO

Movimento Gocce di Giustizia - gocce@iol.it

(Realizzazione: Movimento Gocce di Giustizia; Coordinamento editoriale: Marino Lorenzetto; Grafica: Francesco Pierantoni)

Coop. S.P.E.S. editrice - Servizi Per una Economia Solidale - 2000 - spes@ca2000.org

 

nota: si riporta a titolo informativo il testo integrale di tale pubblicazione, senza commenti aggiunti. La pubblicazione è aggiornata al 2000.

 

INDICE:

Miniguida al consumo critico e al boicottaggio

Il consumo critico

Pagina Help (le alternative): Botteghe del Mondo, Transfair, Banca Popolare Etica, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Gruppi di acquisto solidale

Il boicottaggio

Multinazionali... impariamo a conoscerle!: Agnelli, ABF Associated British Foods (Gruppo Wittington), Barilla, Bayer, Benetton, Carrefour, Chiquita, Coca Cola, Coop, Del Monte Fresh Produce, Del Monte Royal (Gruppo Cirio), Diesel, Dole, Eni, Exxon Mobil, Henkel, Johnson & Johnson inc., L'Oréal, Mc Donald's, Mitsubishi, Monsanto, Nestlé, Nike, Novartis, Parmalat, Pepsi Cola, Philip Morris, Procter & Gamble, Shell Oil Co.-Royal DutCh, Totalfina-Elf, Unilever, Walt Disney

Banche di piombo... impariamo a conoscerle!

Cibi transgenici (OGM)

Sigle e abbreviazioni di Società, Enti, Associazioni

Prodotti delle multinazionali... impariamo a riconoscerli!: Acque minerali, Aranciate, cole e simili, Bevande dietetiche, Polveri per bevande, Succhi di frutta, Biscotti, merendine e cereali prima colazione, Prodotti per ricorrenze, Cacao, cioccolata e cioccolatini, Caffè, , Carni (in scatola, pollame, salumi e wurstel), Tonno e sardine, Carta igienica e assorbenti, Detersivi, detergenti e sbiancanti, Frutta e verdure conservate, Frutta tropicale, Gelati, snacks e surgelati (pesce, piatti surgelati, verdure surgelate), Latticini, Maionese, salse, sale, aceto, dadi, sughi, Marmellate, miele e zucchero, Oli e margarine, Orzo e infusi (camomilla e solubili prima colazione), Pane, crachers e snacks salati, Pasta, riso e tortellini, Piatti in busta, Prodotti per l'igiene personale, Prodotti per l'infanzia, Prodotti vari per la casa

Questa pubblicazione non ha la pretesa di essere esaustiva degli argomenti presentati ma nasce principalmente come strumento di consultazione e di stimolo. Consigliamo, a chi è interessato all'approfondimento di queste tematiche, la lettura di: Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Nuova guida al Consumo Critico, ed. EMI, Bologna, 2000.

 

Miniguida al consumo critico e al boicottaggio - Organismi, associazioni, cooperative nazionali e internazionali, lavorano di continuo per informarci e sensibilizzarci sulle cause che generano povertà, sfruttamento e ingiustizie sociali in molte zone del mondo. Con questa miniguida suggeriamo un atteggiamento, un'azione concreta. E' ormai concluso il tempo di affrontare i problemi di ingiustizia sociale (a livello locale come anche a livello mondiale) attraverso l'assistenzialismo, in quanto questo crea dipendenza nei beneficiari e anestetizza le coscienze di chi dona; impedendo ad entrambe le parti di trovare forme e strade per uscire da questo sistema perverso. Azioni grandi, sensazionali! No, perché durano il tempo di un'emozione passeggera. Siamo invece chiamati ad azioni piccole ma quotidiane. La loro efficacia sta nell'agire sulle cause dell'ingiustizia, azioni spesso così semplici da poter diventare abitudini: fare la spesa, vestirsi, viaggiare, come gestire i nostri risparmi, come investire il nostro tempo libero ecc. Gesti concreti che hanno lo scopo di incidere sui meccanismi distorti della società consumistica e di modificarne le regole. Ognuno di noi, ogni giorno, varca l'entrata di negozi e supermercati per fare la spesa. Siamo i clienti di questa economia consumista e la nostra scelta equivale ad un voto che può promuovere questa o quella impresa, locale o internazionale. Siamo pure i protagonisti dell'economia, anche se non ci pensiamo o non ce ne rendiamo conto, perché possiamo incidere sulla domanda e sull'offerta del mercato, anziché subire passivamente le pressioni psicologiche della pubblicità. La consapevolezza ci fa essere protagonisti e non fruitori passivi di beni. La miniguida è una "voce", piccola, ma non l'unica e non la sola, che grida contro le ingiustizie sociali prodotte dalla nostra società del consumo. E' stata pensata di piccole dimensioni, pratica, tascabile, da portare sempre con sé, da usare nei negozi e nelle corsie dei supermercati, nei piccoli come nei grandi acquisti. Siamo convinti che l'azione concreta, pratica, tenace di tanti uomini e donne costituisce una possibile speranza di eliminare l'emarginazione, l'esclusione, lo sfruttamento. Per noi è importante recuperare il senso, il valore, il dovere dell'utopia che è il contrario esatto della rassegnazione.

Il consumo critico - La logica del mercato si basa sul principio di produrre qualsiasi cosa venga richiesta, secondo la legge della domanda e dell'offerta. Ma tale legge pone nelle nostre mani una forza enorme: il potere del consumatore. Un potere di cui non siamo consapevoli, perché il sistema economico della nostra società ci abitua ad usare e sfruttare i beni di consumo non educandoci all'acquisto e senza insegnarci come questi beni vengono prodotti, da chi, in quali condizioni di lavoro, con quali risorse... Come consumatori, attraverso le nostre scelte, inviamo segnali al mercato: se preferiamo un prodotto con certe caratteristiche, il mercato si preoccuperà di produrlo. E' allora necessario chiederci in base a quali criteri preferiamo un prodotto piuttosto che un altro: 1) prima di acquistare un prodotto, stabilire se è realmente utile e necessario; 2) leggere attentamente l'etichetta, preferendo, a pari prezzo, il prodotto con più informazioni; 3) privilegiare prodotti ottenuti con tecniche che salvaguardino la tutela dell'ambiente e il risparmio energetico; 4) informarsi se il prodotto non sia fabbricato sfruttando la manodopera dei lavoratori e dei minori; 5) preferire prodotti locali e artigianali; 6) informarsi seriamente sul comportamento della ditta o multinazionale che produce il bene. Se la nostra visione del mondo comprende idee come la giustizia e la conservazione del pianeta,  perché non impostare in base a questi valori anche i nostri consumi? Se noi scegliamo e comperiamo i prodotti di un'azienda che adotta comportamenti rispettosi dell'uomo e dell'ambiente, il mercato si potrà orientare in questa direzione. Le aziende definite etiche ed ecologiche aumenteranno le loro vendite dando anche lavoro a più persone.

La composizione del prezzo di una banana evidenzia lo squilibrio a scapito del produttore, elemento purtroppo comune a molti altri prodotti del Sud del mondo (Altreconomia, 10/00): - bracciante piantagione 1% - proprietario piantagione 3% - compagnia esportatrice 10% - trasportatore 15% - tasse e licenze Unione Europea 23% - importatore e maturatore 8% - supermercato 40%

Pagina Help (le alternative): in questa pagina troverai alcuni spunti per crearti uno stile di vita alternativo.

Botteghe del Mondo - Assume rilievo il ricorso ai prodotti commercializzati dalle Botteghe del Mondo presenti ormai in molte città d'Italia che propongono l'alternativa sui prodotti alimentari (caffè, zucchero, tè, cioccolato, riso, tisane, caramelle, snacks e numerosi altri) oltre ad innumerevoli prodotti di artigianato provenienti da ogni parte del mondo che uniscono l'utilità dell'oggetto quotidiano all'arte del lavoro manuale. Per trovare la bottega più vicina a te puoi rivolgerti a: Associazione Botteghe del Mondo - assobdm@tin.it - www.assobdm.it

Transfair - E' un marchio che provvede a tenere un registro dei produttori del Sud del mondo che operano secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale e a stabilire i criteri di commercializzazione che devono essere rispettati dagli importatori e dai distributori candidati ad ottenere in licenza l'uso del marchio stesso. Questo certifica i loro prodotti come "equi" (acquisto presso i produttori selezionati, prezzi minimi di acquisto garantiti, concessione di prefinanziamenti al produttore). La concessione sull'uso del marchio avviene dietro pagamento di diritti che costituiscono il sostentamento del marchio stesso. Transfair Italia - transfai@intercity.it - www.equo.it 

Banca Popolare Etica - Il risparmio, oltre ad essere un atto personale, possiede una forte dimensione sociale, in quanto implica una precisa responsabilità: valutare se con il nostro risparmio si è veramente perseguito il bene della collettività. Qual è il modello di sviluppo che il sistema creditizio contribuisce a sostenere? E chi trae beneficio dalla ricchezza prodotta? Sono domande su cui dovremmo riflettere quando entriamo in una qualsiasi banca. Contribuisce a dare trasparenza ed eticità una nuova banca che sta facendo i suoi primi passi a fianco dei tradizionali istituti di credito esistenti chiamata Banca Etica. Banca Popolare Etica - posta@bancaetica.com

Centro Nuovo Modello di Sviluppo - Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo è un centro di documentazione creato per analizzare le cause profonde che generano emarginazione ed impoverimento, per definire delle strategie di difesa dei diritti degli ultimi e per ricercare nuove formule economiche capaci di garantire a tutti gli esseri umani la soddisfazione dei bisogni nel rispetto del creato. Il Centro diffonde i risultati delle sue ricerche attraverso corsi per insegnanti, seminari popolari, articoli e libri. Oltre all'attività educativa e formativa, il Centro svolge anche un'attività di sensibilizzazione politica per indurre la gente del Nord a mobilitarsi a fianco della gente del Sud attraverso nuovi stili di vita, forme di non-collaborazione e di pressione popolare nonviolenta. Centro Nuovo Modello di Sviluppo - tel. 050/826354

Gruppi di acquisto solidale - Un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) è formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all'ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro, utilizzando il concetto di solidarietà come criterio guida nelle scelte quotidiane di consumo. Organizzazioni di questo tipo sono sostanzialmente finalizzate all'acquisto di beni particolari o a prezzi inferiori, creando però una rete solidale che partendo dai membri del gruppo stesso si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, fino a comprendere il rispetto dell'ambiente e dei popoli del Sud del mondo e tutti coloro che, a causa dello spreco e della ingiusta ripartizione delle ricchezze, subiscono le conseguenze inique dell'attuale modello di sviluppo. http://pages.inrete.it/cocorico/gas.html

Ulteriori iniziative in sintonia con lo spirito di questa pubblicazione possono essere segnalate agli autori.

Il boicottaggio - Il boicottaggio è un'azione straordinaria, consiste nell'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti e/o beni per forzare le società produttrici (multinazionali) ad abbandonare certi comportamenti che creano ingiustizia, impoverimento ed inquinamento. Ogni volta che andiamo a fare la spesa, ricordiamoci che siamo potenti e che le imprese sono in posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento di consumatori. Noi, infatti, con i nostri acquisti abbiamo la possibilità di far salire e scendere i loro profitti. L'azione di boicottaggio è possibile quando molte persone, contemporaneamente, scelgono di non acquistare i prodotti della multinazionale in questione. Vi sono due tipi di boicottaggio: di "coscienza" e "strategico". Il boicottaggio di "coscienza" risponde unicamente al bisogno di ciascuno di fare scelte di acquisto che corrispondono ai propri principi etici. Il boicottaggio "strategico" ha la finalità della vittoria e quindi viene intrapreso da gruppi organizzati affinché l'azienda subisca un calo di vendite dal 2 al 5% circa in quanto questa percentuale è sufficiente a condizionare i comportamenti dell'impresa.

Multinazionali... impariamo a conoscerle! - Il recente rapporto dell'UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo) sugli investimenti internazionali, mostra la prevalenza delle multinazionali più potenti sul resto dell'economia mondiale. L'attività tipica di investimento internazionale da parte delle multinazionali è costituita dalle M&A (Mergers and Acquisitions, Fusioni e Acquisizioni di altre società). Nel 1999 gli investimenti diretti internazionali hanno raggiunto la somma di 865 miliardi di dollari; di questi, 720 riguardano M&A. Ai 720 miliardi di dollari di M&A si è arrivati con una crescita assai rapida: esse erano indicate in 151 miliardi nel 1990, 187 nel 1995, 305 nel 1997, 532 nel 1998. Per il 2000 si aspetta il trilione, cioè i mille miliardi di dollari. Per le multinazionali lavorano direttamente 41 milioni di addetti; poco si sa delle cifre relative all'indotto, che si differenzia molto nei paesi burocraticamente indicati come in via di sviluppo. Nel 1982 per le multinazionali lavoravano 17 milioni di addetti, nel 1990 24 milioni. Dai dati riportati risulta evidente la crescita esponenziale dei gruppi multinazionali nell'ultimo decennio.

Agnelli (Torino) - L'IFI è la finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli per l'82%. La Fiat è il gruppo più importante dell'IFI, presente in 66 paesi ed al 34° posto della classifica delle multinazionali. Oltre alla Fiat, l'IFI detiene quote di proprietà in vari settori che vanno dall'industria editoriale, al settore delle scarpe, delle automobili, degli aerei, dell'abbigliamento sportivo, dei treni, delle assicurazioni, dei pneumatici, degli alberghi, delle batterie, dei supermercati, degli alimentari, dei servizi turistici, delle acque minerali, dei camion e, purtroppo, anche delle armi tramite Iveco. Oltre a numerose alleanze con gruppi internazionali, come General Motors, Renault, Yuejin Motor, Mitsubishi, per qualificare le strategie produttive e commerciali, preme qui ricordare l'intesa raggiunta tra l'Unione dei Concessionari Italiani Fiat e McDonald's (si veda di quest'ultima la relativa scheda), grazie alla quale la multinazionale americana può aprire nuovi fast foods all'interno delle aree delle concessionarie Fiat. Nel settore alimentare la famiglia Agnelli conta una partecipazione (4,89%) nel gruppo Danone che è al 288° posto delle multinazionali. Danone, tramite società controllate, trasgredisce il codice Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sul latte in polvere per l'infanzia e, interpellata da Greenpeace sull'utilizzo di Ogm (Organismi geneticamente modificati), ha manifestato un atteggiamento scarsamente sensibile al problema.

Nell'ottobre del 1998 in Pakistan, presso un cantiere di Impregilo (società costruttrice controllata dalla Fiat), si è svolta una lotta sindacale finalizzata ad aumenti salariali e indennità di rischio per gli operai che svolgono mansioni pericolose. La dura reazione che ne è seguita ha portato all'arresto e alla tortura di 6 sindacalisti; altri 21 si sono dati alla macchia per sfuggire all'arresto; 45 attivisti sono stati licenziati. A detta della confederazione sindacale pakistana, Impregilo Pakistan ha concordato il suo comportamento con la casa madre. (Fonte: World Rivers Review, 4/99 - Nuova Guida al Consumo Critico, ed. EMI, 2000, pag. 146)

Prendendo a pretesto la crisi economica e le difficoltà del mercato automobilistico, nella fabbrica turca di Bursa sono stati licenziati 30 operai al giorno, tutti aderenti all'unico sindacato che non ha sottoscritto un accordo sicuramente sfavorevole con l'Associazione degli Industriali. Fiat se ne è lavata le mani sostenendo che la gestione del personale spetta ai soci turchi. (Il Manifesto, 20/10/98)

In Brasile i dipendenti Fiat sono circa 25.000 e devono subire spesso, da parte dell'azienda, comportamenti antisindacali che arrivano fino al licenziamento degli attivisti e degli scioperanti. Durante lo sciopero di 15.000 lavoratori dello stabilimento di Bettim (Brasile), svoltosi il 29/9/99, la dirigenza della multinazionale torinese ha fatto entrare in fabbrica agenti della sicurezza e della polizia militare che hanno aggredito gli scioperanti e ferito 27 operai. La denuncia viene dai sindacati brasiliani che lamentano anche il licenziamento di 32 lavoratori. Lo sciopero era stato indetto per chiedere aumenti salariali e riduzione dell'orario di lavoro. (Il Manifesto, 14/10/99)

L'azienda chimica Caffaro, del gruppo IFI, è citata da Greepeace International come un'impresa produttrice di pesticidi che hanno un'elevata capacità di inquinamento (Greenpeace Toxic Site, 2000). (Fonte: Nuova Guida al Consumo Critico, ed. EMI, 2000, pag. 144-148)

ABF Associated British Foods (Gruppo Wittington) (Londra) - Multinazionale di origine inglese presente in una ventina di paesi. Fattura circa 13.500 miliardi e impiega 50.000 persone. E' uno dei più grandi commercianti del mondo di tè attraverso la controllata Twining Crosfield & Co. E' da ritenersi uno dei massimi responsabili delle gravi condizioni in cui versano milioni di contadini del Sud del mondo perché i suoi metodi commerciali, totalmente ispirati ad una logica di profitto, non garantiscono guadagni dignitosi.

Barilla (Parma) - Multinazionale italiana del settore alimentare, presente in 14 Paesi. Fattura circa 4.000 miliardi (il 30% del quale realizzato all'estero) e impiega quasi 9.000 dipendenti (dati riferiti al 1999). Il pacchetto azionario di controllo è detenuto dalla Famiglia Barilla per l'85%, il restante 15% è posseduto dalla finanziaria olandese Relou; pertanto sembra definitivamente tramontato il collegamento con l'impresa di armi Oerlikon-Burle. In una nota del 1999, l'azienda afferma che i suoi prodotti non contengono Ogm (Organismi geneticamente modificati), ma non precisa in che modo riesce a dare questa garanzia. Per i dati di cui siamo a conoscenza fino ad oggi, riteniamo che la trasparenza della politica dell'impresa, alla luce delle novità sopra indicate e di altri positivi elementi legati al rispetto dell'ambiente, sia apprezzabile per noi consumatori. (Fonte: Nuova Guida al Consumo Critico, ed. EMI, 2000, pag. 155)

Bayer (Leverkusen) - Multinazionale chimica e farmaceutica di origine tedesca presente in più di 60 Paesi, fattura oltre 50.000 miliardi, e impiega circa 120.000 persone (dati riferiti al 1999). Fondata nel 1863, è oggi una delle maggiori aziende chimiche del mondo, con un azionariato diffuso a 300.000 soci. La Bayer è attualmente organizzata in quattro divisioni principali che producono farmaci e strumentazioni diagnostiche, gomme sintetiche e fibre tessili artificiali, prodotti chimici, pesticidi e prodotti veterinari. E' attiva anche nelle biotecnologie applicate all'agricoltura. La Bayer, attraverso l'appartenenza ad una serie di associazioni (ERT, WBCSD, CEFIC, EUROPABIO: vedi Sigle e abbraviazioni di Società, Enti, Associazioni), esercita pressioni sugli organi politici e sull'opinione pubblica disponendo di un grande potere decisionale presso le istituzioni internazionali economiche e finanziarie. Tra gli elementi che inducono a esprimere una critica severa nei confronti della multinazionale tedesca, segnaliamo alcuni episodi:

- marzo 2000: ha patteggiato con il Ministero del Commercio Usa una multa di 200.000 dollari per aver esportato illegalmente glucosio; l'illecito è avvenuto 57 volte dall'ottobre 1994 al gennaio 1997. Il governo Usa controlla l'esportazione di glucosio, perché può essere usato per la costruzione di armi chimiche e batteriologiche (Fonte: CCR 13/03/2000, pag. 50-51);

- nel 1999 in Brasile è stata avviata un'indagine avverso la Bayer a seguito della morte di alcuni contadini, che nelle loro piantagioni di caffè avevano utilizzato il Baysiston, un pesticida proibito in Germania da oltre vent'anni (Fonti: Bayer Watch Report, 01/03/2000; Europe Inc., 2000, pag. 202);

- Bayer è citata da Greenpeace International come impresa produttrice di pesticidi che hanno una capacità di inquinamento persistente (Greenpeace Toxic Site 2000);

- Bayer Italia è stata condannata dall'Autorità Antitrust per pubblicità ingannevole in relazione al farmaco One-a-Day (boll. Aut. Gar. n. 13, 04/98).

Benetton (Treviso) - Il 12 ottobre 1998 un servizio del Corriere della Sera a firma di Riccardo Orizio, denunciava che Bermuda, una fabbrica di Instanbul che lavorava per il licenziatario turco di Benetton, impiegava manodopera infantile (bambini di età inferiore ai 14 anni). L'impresa di Treviso si è difesa sostenendo che non era a conoscenza del fatto, aggiungendo con orgoglio di aver sottoscritto nel 1994 un codice di comportamento ispirato alla "Fair trade chart", emanato dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro; ma è risaputo che i codici di comportamento non sono di per sé garanzia, se nessuno ne verifica il rispetto. In provincia di Catania, tra i paesi di Bronte e Randazzo alcune indagini condotte dai carabinieri, mettono in luce casi di lavoro illegale (15 minori e 170 adulti) fra i laboratori tessili che producono per prestigiose aziende nazionali fra cui Benetton (altri committenti, riferiscono il Corriere della Sera e La Repubblica, sono: Armani, Levi's, Jesus, Replay, Rifle, Carrera, Moschino). In Argentina Benetton oggi possiede 900.000 ettari di terra per la produzione della lana, terra abitata da sempre dal popolo Mapuche che è stato confinato in una striscia di terra dove le famiglie sono costrette a vivere in condizioni di sovraffollamento, diventando, talvolta, manodopera a basso costo, ma soprattutto senza il rispetto delle ore di lavoro giornaliero. Come se non bastasse, per migliorare i pascoli, l'impresa ha deviato e recintato il Rio Chubut, impedendo ai Mapuche l'attività della pesca. (Fonte: Rivista Equonomia n. 3 del settembre 1998 e n. 4 del dicembre 1998; Settimanale Avvenimenti, gennaio 99 e Homepage Boycott, 31 marzo 1998)

Carrefour (Parigi) - Multinazionale di origine francese creata nel 1962 e dedita alla grande distribuzione. Presente in 26 paesi, fattura 130.000 miliardi e impiega 240.000 dipendenti in 8.800 punti vendita. La proprietà, pur frazionata in una miriade di piccoli azionisti, fa sostanzialmente capo a tre famiglie francesi. E' crescente la sua incidenza sul mercato italiano, ultima l'acquisizione - nei primi mesi del 2000 - del 95% di GS, in precedenza nell'orbita delle famiglie Benetton e Del Vecchio. A metà del 2000 le principali insegne dei suoi punti vendita in Italia sono: Carrefour, Grossmarket, GS, GS Idea, Iper, Ipergross, Lira, Gelmarket. Ha introdotto anche una linea di prodotti biologici a marchio Bio. Pur non essendo esente da critiche per atteggiamenti antisindacali segnalati in Brasile e in Corea Del Sud, il gruppo francese persegue una linea di trasparenza per cui esclude la presenza di Ogm nei suoi prodotti. Oltre ai prodotti alimentari, Carrefour vende prodotti fabbricati nel Sud del mondo, dove è forte il rischio di lavoro minorile e di altre forme di sfruttamento estremo del lavoro. Su questi temi, la politica dell'impresa persegue il rispetto della legislazione locale, che non sempre è indice di rispetto dei diritti dei lavoratori. Essa afferma di aver fatto firmare un codice di condotta ai propri fornitori affinché siano rispettate le convenzioni fondamentali previste dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro. E afferma di verificare l'applicazione dei codici attraverso un sistema di monitoraggio interno.

Chiquita (Cincinnati) - E' presente in 11 Paesi, fattura 5.000 miliardi di lire, e impiega 37.000 persone. La Chiquita è grande produttrice di frutta e verdura, conosciuta al mondo soprattutto per le banane di cui è la maggior produttrice e venditrice (58% del suo fatturato). Chiquita, Dole, Del Monte riescono ad assicurarsi i due terzi del commercio mondiale di banane ovvero oltre 9.000 miliardi di lire su un totale di 14.000. Il più grande produttore del frutto in questione con il 34% di esportazione mondiale è l'Ecuador, seguono Costa Rica (16%) e Colombia (13%) (dati 1998). In Nicaragua ed Ecuador ci sono i salari più bassi: da 1,25 a 2,50 dollari al giorno, cioè tra le 2.750 e le 5.500 lire per lavorare anche 14 ore, con straordinari non retribuiti e spesso obbligatori. La multinazionale è nota per gli attacchi all'ambiente, per la repressione sindacale, per i maltrattamenti dei braccianti, ma soprattutto per la sua aggressività in ambito politico in quanto tiene i governi dei paesi dove ha le sue piantagioni rigidamente sotto controllo. Nel 1953, quando Jacobo Gurmar, presidente del Guatemala, decise di varare una riforma agraria che danneggiava Chiquita, venne fatto fuori da un colpo di stato che tutti imputano alla regia di Chiquita. Chiquita obbliga i propri lavoratori a spruzzare pesticidi senza protezione, a volte senz'acqua per potersi lavare. Nel 1995 Chiquita ha chiuso quattro piantagioni: secondo il sindacato locale si è trattato solo di una scelta per indebolire il movimento dei lavoratori, obbligandoli ad abbandonare le terre dove questi abitavano da generazioni con le loro famiglie. La produzione di banane è pure causa di deforestazione in Costa Rica e l'uso dei pesticidi crea impoverimento dei terreni, provocando gravi danni alle acque fluviali e marine. (Fonte: Equonomia, giugno 99 e settembre 99, ed. CNMS; Altreconomia, ottobre 2000)

Coca Cola (Atlanta) - Multinazionale statunitense nata nel 1891. Ottavo gruppo alimentare del mondo, ha filiali in più di trenta paesi. Fattura circa 60.000 miliardi e - insieme a Coca Cola Enterprises -, impiega 29.500 persone (dato 1999). Il 9/12/1999, a Manila, 600 lavoratori della società di imbottigliamento Otis Coca-Cola sono stati licenziati in tronco, senza preavviso (comunicato stampa IUF 28/01/2000). In Belize (America Centrale), contribuisce alla distruzione della foresta tropicale. Collabora intensamente per la vendita di Nestea e Nescafé con la Nestlé, la quale non rispetta il codice Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Unicef per il latte in polvere. Uno studio di Codacons, un'associazione di consumatori italiana, ha dimostrato che alcuni prodotti "dietetici", come le bevande Coca Cola Light, contengono aspartame. Questa sostanza, se assunta in grandi quantità, può causare danni al cervello, particolarmente gravi nei bambini. Ancor più forti gli effetti sul feto, se è la madre a consumare frequentemente questi prodotti. (Fonte: rivista Agra & Trade, n. 16, 26/04/1998) In Guatemala non rispetta i diritti sindacali dei lavoratori. Negli impianti di imbottigliamento in India fa uso di lavoro minorile. Nel giugno 1999, sono state ritirate dal mercato belga tutte le bevande prodotte da Coca Cola, in seguito a numerosi casi di intossicazione e il ricovero in ospedale di più di 90 persone in una sola settimana. Le bevande erano contaminate con un fungicida, rimasto nelle lattine come residuo delle lavorazioni precedenti. (Fonte: Il Sole 24 Ore, 15/06/1999) Si rifiuta di prendere in considerazione la proposta di introdurre il vuoto a rendere delle bottiglie, promuovendo la vendita di contenitori in alluminio e plastica. Tale comportamento contribuisce alla produzione di migliaia di tonnellate di rifiuti e stimola il consumo di alluminio che ha un effetto devastante nei luoghi di estrazione. Nel maggio del 1998 il Corriere della Sera pubblica la foto di Shehazadi, una bambina pakistana ritratta mentre accucciata sul pavimento di casa cuce un pallone che porta contemporaneamente tre marchi: Coca Cola, Fifa e Mondiali 98 di Francia. Palloni analoghi, pagati a Shehazadi poche centinaia di lire, vengono venduti in Europa per almeno 50.000 lire. La Coca Cola è inoltre considerata una delle 10 peggiori imprese statunitensi perché ingozza i ragazzi di zucchero e acqua piena di additivi chimici. Oggi gli adolescenti bevono due volte di più bevande commerciali che latte, mentre 20 anni fa era il contrario. La Coca Cola Bevande Italia S.p.a. controlla il 55% del mercato italiano delle bevande analcoliche e l'85% di quello delle cole. Nel 1999 è stata condannata a pagare una multa di oltre 30 miliardi dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per aver violato la legislazione sulla concorrenza; in particolare per aver realizzato un sistema di sconti discriminatori e fidelizzanti, attraverso una classificazione dei grossisti selettiva e non trasparente. (Fonte: listeservedi corp-focus@essential.org; Homepage di Saras: http://www.gisnet.it/saras/boicottare.htm; Nuova Guida al Consumo Critico, ed. EMI, 2000; Corriere della Sera, 11/05/98)

Coop (Roma) - Primo gruppo distributivo italiano, è un sistema cooperativistico nato nel dopoguerra che oggi comprende 219 aziende. I soci sono circa 3.900.000. Fattura circa 15.700 miliardi ed impiega 39.000 persone (dato 1999). Coop è la catena di distribuzione più avanzata nella tutela del consumatore per quanto riguarda gli Ogm e i prodotti derivati da Ogm (per approfondire il tema, si può consultare la Nuova Guida al Consumo Critico, pag.201). Coop ha anche deciso di attrezzarsi affinché il bestiame che fornisce la carne a marchio Coop sia alimentato con mangimi che non contengono Ogm. Nel 1999 la Coop Italia (società che gestisce tutti i prodotti a marchio Coop) ha ottenuto la certificazione SA8000 (certificato di "Responsabilità Sociale" dell'azienda, che si impegna al rispetto dei diritti dei propri lavoratori e di quelli dei fornitori). Dal 1995 Coop distribuisce prodotti del Commercio Equo e Solidale garantiti dal marchio Transfair. In seguito alla campagna di pressione "Diciamo No! all'uomo Del Monte" contro i comportamenti di Del Monte in Kenya (vedi scheda relativa), Coop trovatasi coinvolta come principale acquirente di Del Monte, ha fatto pressione su quest'ultima perché sottoscrivesse un piano di miglioramento. Alla luce dei dati a nostra conoscenza, riteniamo che Coop sia apprezzabile dal punto di vista della politica commerciale e della trasparenza nei confronti dei consumatori.

Del Monte Fresh Produce (Florida) - Attiva in 50 Paesi, fattura 3.500 miliardi ed occupa 20.000 persone (dati 1999). Commercializza banane, ananas e altra frutta tropicale fresca, prodotta nelle piantagioni di proprietà dell'azienda, sparse in vari paesi dell'America Centrale e Meridionale, oltre che nelle Filippine. La multinazionale è di proprietà della IAT, società con sede nelle Isole Cayman (noto paradiso fiscale), che appartiene all'emiro arabo Abu Ghazaleh. Nel 1997 è stata oggetto di manifestazioni da parte dell'organizzazione inglese World Development Movement per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla situazione drammatica dei lavoratori e sull'uso indiscriminato di pesticidi tossici nelle piantagioni di banane. Nel 1999 mantiene una pessima reputazione da un punto di vista sociale, sindacale e ambientale: il sindacato bananiero del Costa Rica - SITRAP - ha denunciato la prassi di Del Monte Fresh Produce di licenziare gran parte dei dipendenti fissi, offrendo loro una riassunzione economicamente sfavorevole, come stagionali. I dirigenti sindacali rimangono comunque esclusi dalla riassunzione. Segnalazioni analoghe provengono anche dal sindacato bananiero del Guatemala (SITRABI). E' opportuno segnalare che in data 14 marzo 2000 la multinazionale ha firmato un accordo con il sindacato internazionale IUF impegnandosi a riassumere il personale senza discriminare i dirigenti sindacali. Sotto l'aspetto ambientale, usa pesticidi classificati come molto pericolosi dall'Organizzazione mondiale della sanità. (Fonte: Equonomia 3/99; Nuova Guida al Consumo Critico, ed. EMI, 2000, pag. 213) Sono stati lamentati inoltre vari problemi sanitari da parte dei lavoratori, quali eruzioni cutanee, sterilità, tumori e malformazioni fetali (www.corporatewatch.org - 9/99).

Del Monte Royal (Gruppo Cirio) (Roma) - Dal 1998 la Del Monte Royal - società sudafricana - è di proprietà per il 70% del Gruppo Cirio, il cui azionista di riferimento è Sergio Cragnotti, noto soprattutto per essere il presidente della squadra di calcio della Lazio S.p.a. In Kenya e nelle Filippine la Del Monte produce ananas con coltivazioni intensive, facendo un intenso uso di pesticidi e fertilizzanti che oltre a poter provocare nel tempo tumori, sterilità e malformazioni fetali, possono provocare intossicazioni acute con danni ai polmoni, fegato, reni e sistema nervoso. Molti lavoratori, inoltre, sono stati licenziati e riassunti come precari con riduzione del salario del 45% e nessun diritto sindacale. Le abitazioni assegnate ai braccianti da Del Monte Royal sono fatiscenti, antigieniche e malsane. Non c'è l'assistenza ospedaliera e medica obbligatoria per legge, che prevede che ogni datore di lavoro debba farsi carico delle spese sanitarie. (Fonte: Equonomia, dicembre '99) In Brasile l'Anglo-American Corporation, di cui fa parte la Del Monte, è coinvolta in processi di inquinamento all'ambiente. Possiede miniere nei tratti di foresta Amazzonica rubati agli indios Yanomani che li reclamano da anni. Continua ancora a chiedere nuove licenze per lo sfruttamento ai fini minerari di terreni degli Indios. Nelle Filippine utilizza pesticidi, costringe i lavoratori delle piantagioni a ritmi disumani e ad accettare salari non dignitosi. (Fonte: http://www.gsinet.it/boicottare.htm) Nel 1999 il Centro Nuovo Modello di Sviluppo (CNMS) di Vecchiano ha organizzato una campagna di pressione popolare "Diciamo No! all'uomo Del Monte" nei confronti anche di Cragnotti, per chiedere condizioni di lavoro più dignitose nelle piantagioni del Kenya di proprietà della Del Monte Royal. Dopo un primo periodo di negazione dei fatti, Del Monte Royal ha riconosciuto la situazione e si è impegnata ad attuare un piano di miglioramento che in ogni caso andrà verificato nel tempo.

Diesel (Molvena, VI) - Durante la dittatura militare, in Argentina 30.000 ragazzi sparirono in fondo all'oceano. Incatenati a blocchi di cemento e narcotizzati venivano caricati sugli aerei militari e gettati in mare. La tragedia di questi operai, giovani, studenti, guerriglieri, artisti è stata sfruttata dalla Diesel per lanciare i propri jeans in Argentina. Con una campagna pubblicitaria lanciata sul più venduto dei giornali argentini, Gente (n. del 9/4/1998), appare a pagina 33 una fotografia a colori che ritrae otto giovani con le mani e i piedi incatenati a blocchi di cemento ed una scritta: "Questi non sono i tuoi primi jeans, ma potrebbero essere gli ultimi. Almeno sarai un bel cadavere." Familiari dei desaparecidos, detenuti per ragioni politiche, organizzazioni per i diritti umani protestano violentemente e denunciano la ditta veneta ed il giornale Gente per apologia di reato. La Diesel, che dopo le proteste ha ritirato la pubblicità, con un comunicato stampa fa sapere che non intendeva fare riferimento specifico al modo con cui furono uccisi i desaparecidos e che "questa diatriba è stata l'occasione per riportare il problema dei desaparecidos all'attenzione delle autorità argentine". Poco, per spiegare la manipolazione a fini commerciali di una tragedia di un paese che nella lotta per la libertà ha perso una generazione. Di quanto poco interessata alla tragedia dei desaparecidos fosse la Diesel, lo dimostra il fatto che quando un gruppo di Madres (madri) dei ragazzi scomparsi si sono rivolte alla filiale argentina per chiarimenti, sono state accolte dalla polizia. (Fonte: Equonomia, marzo 99)

Dole (California) - Multinazionale alimentare, uno fra i più grandi produttori e distributori mondiali di frutta e verdura sia fresca sia conservata. Controlla il 25% del mercato mondiale delle banane. Dole possiede 92.000 ettari di terra di cui 60.000 negli Usa e 32.000 nei paesi del sud del mondo (Costa Rica, Guatemala, Colombia, Honduras, Nicaragua, Ecuador, Thailandia, Filippine e Sudafrica). Nella famiglia delle banane esistono varietà più resistenti e varietà più deboli. Quelle per l'esportazione sono le più belle ma sono anche le più deboli e soccombono facilmente all'attacco di batteri, funghi, vermi, per questo i pesticidi costituiscono dal 50 al 55% del costo totale della produzione e vengono irrorati anche con l'aereo, con conseguenze gravissime sull'ambiente circostante. La maggior parte di questi pesticidi sono proibiti nei paesi industrializzati, fra questi uno dei più pericolosi è il DBCP, un potente vermifugo che ha reso sterili 15.000 lavoratori costaricani. La Dole è stata criticata per la distruzione della foresta pluviale in Honduras e nelle Filippine. Le banane e gli ananas Dole sono attualmente oggetto di un boicottaggio promosso dai lavoratori della frutta e verdura fresca della California per l'uso dei pesticidi nei paesi in via di sviluppo, per le paghe basse, per la discriminazione delle donne e per le pessime relazioni sindacali negli Usa. (Fonte: Homepage di Boycott! Homepage di Manitese)

Eni (San Donato Milanese) - In Nigeria la Saipem, azienda del gruppo Eni, sta espropriando ampie estensioni di terre nella regione di Abua, abitata dalla popolazione degli Iyak, per la realizzazione di un gasdotto, adottando metodi tutt'altro che etici. Infatti dopo aver promesso agli abitanti un compenso per l'esproprio in atto, la Saipem ha fatto accogliere dalla forza pubblica le persone che si erano recate a riscuotere gli indennizzi. La polizia, affermato che gli Iyak non erano proprietari di alcuna terra e che quindi nulla era loro dovuto, non ha esitato a disperderli, picchiandoli e arrestandoli. Lo stesso è successo con la tribù degli Otari. Inoltre la Saipem si è distinta anche per i bassi salari pagati; anche in questo caso, le proteste dei nigeriani hanno portato alla reazione della polizia, conclusasi con il pestaggio, il ferimento e l'arresto di alcuni lavoratori. (Fonte: Equonomia n. 4 dicembre 98 pag. 12)

Exxon Mobil - Esso (Irving, Texas) - La Mobil è presente in Indonesia nell'isola di Aceh, dove si è resa complice delle atrocità commesse dall'esercito (indonesiano) nei confronti della popolazione locale per poter operare indisturbata nell'estrazione del gas naturale, fornendo alle autorità governative del regime dittatoriale di Jakarta una delle fonti di guadagno più importanti senza che alcun beneficio ne venisse alla popolazione locale. Precisamente la Mobil è accusata di aver fornito supporto logistico presso le proprie basi dove venivano torturati ed uccisi gli abitanti e di aver fornito all'esercito le ruspe per scavare le fosse comuni dove seppellire le persone trucidate (Fonte: Equonomia n. 1 del marzo 1999). Inoltre in Perù alcune popolazioni indigene, fra cui gli Harakmbut, si stanno organizzando per difendere le loro terre dall'occupazione della Mobil che cerca di impadronirsene per l'attività di estrazione petrolifera.

Henkel (Dusseldorf) - Gruppo chimico tedesco che fattura circa 22.000 miliardi ed impiega 56.600 persone (dati 1999). La società è attiva nel settore della chimica, degli adesivi industriali e per uso domestico (marchi Attak, Bostik, Loctite), dei detergenti, dei cosmetici e degli articoli di cancelleria (marchio Pelikan). Per le materie prime che utilizza si pone in rapporto commerciale costante con il sud del mondo, dal quale si approvvigiona per gli oli vegetali. Il gruppo è al terzo posto per la vendita di detersivi in Europa, dopo Procter & Gamble e Unilever. Nell'aprile 1996, Greenpeace ha indicato in Henkel Hakusui, filiale giapponese, uno dei maggiori produttori mondiali di ftalati, sostanze dannose per la salute utilizzate per ammorbidire la plastica dei giocattoli e come ingredienti delle pellicole per alimenti (Ethical Consumer, 57/99). Compare tra le imprese che sono solite sperimentare su animali i loro prodotti (Compassionate Shopping Guide, ed. 2000). In Italia è presente attraverso numerosi marchi di prodotti di largo consumo, per i quali si rimanda all'apposito paragrafo.

Johnson & Johnson inc. (New York) - E' il più grande distributore mondiale di prodotti sanitari, oltre che essere molto attiva nel settore farmaceutico. Ha stabilimenti sparsi in 52 paesi ed impiega 93.000 persone, posizionandosi al 144° posto della graduatoria mondiale. Nei suoi stabilimenti in Messico la paga dei lavoratori è al minimo della sussistenza, e per questo motivo è stata fortemente criticata (EC, 50/97). Tra il '94 e il '97 si è resa protagonista di violazioni alle leggi sul lavoro negli USA e ha pagato multe per 5.750 $. Ha inoltre pagato 5 milioni di dollari per avere indotto i propri dipendenti a distruggere le prove relative ad una indagine federale sulla promozione di un farmaco in casi non ammessi dalla Food and Drug Administration (MM gennaio 1995). Secondo IBFAN (International Baby Food Action Network, coalizione di oltre 140 organizzazioni appartenenti a circa 70 paesi per la maggior parte africani, asiatici e latino americani, che difendono la salute dei neonati promuovendo l'allattamento al seno e la lotta contro l'uso improprio dell'allattamento artificiale) trasgredisce il codice Oms (Organizzazione Mondiale Salute) sul latte in polvere reclamizzando bottiglie per l'allattamento artificiale. Compare anche tra le imprese che eseguono esperimenti sugli animali. (Fonte: Nuova Guida al Consumo critico, ed. EMI, 2000, pag. 246)

L'Oréal (Parigi) - In Italia opera attraverso varie società, fra cui: Saipo S.p.a. e Helena Rubinstein Italia S.p.a. . Multinazionale dei prodotti cosmetici di origine francese, classificata al 342° posto della graduatoria mondiale. Fattura 21.000 miliardi circa e impiega 50.000 persone. Il gruppo appartiene per il 53,7% alla società finanziaria Gesparel e per la restante percentuale a tanti piccoli azionisti. A sua volta, Gesparel è posseduta per il 51% dalla famiglia Bettencourt e per il rimanente 49% da Nestlé. Nel 1998 la controllata Synthélabo, attiva nel settore farmaceutico, si è fusa con Sanofi (del gruppo petrolifero ELF, ora Totalfina-ELF), per formare uno dei maggiori gruppi farmaceutici mondiali. L'Oréal produce cosmetici e profumi (81% del fatturato) con i marchi Biotherm, Cacharel, Guy Laroche, Helena Rubinstein, Laboratoires Garnier, Lancome e altri. Detiene inoltre il 49% delle azioni del settimanale Marie-Claire: qui, come in altre multinazionali, si evidenzia l'espansione tentacolare del grande capitale che va ad occupare innumerevoli settori economici, senza che il consumatore possa rendersi conto di acquisire beni in un sistema di monopolio. Infatti le controllate della multinazionale francese non sempre sono indicate sulle etichette dei prodotti. Per alcuni suoi prodotti utilizza contenitori in PVC, un tipo di plastica che in fase di smaltimento può produrre diossina. Uno studio condotto nel 1998 da un'associazione di consumatori della Malesia ha messo in evidenza che in alcuni prodotti di L'Oréal sono presenti degli oli minerali ritenuti cancerogeni. (Fonte: Ethical Consumer 64/00 - sito Web: www.ethicalconsumer.org) Secondo Naturewatch (guida all'acquisto, gennaio 2000) L'Oréal sperimenta sugli animali alcuni ingredienti dei suoi prodotti. (Fonte: Nuova Guida al Consumo critico, ed. EMI, 2000, pag. 251)

Mc Donald's (Oak Brook, USA) - In Italia, la multinazionale del panino è presente da 15 anni ed è leadership del settore con l'acquisizione nel 1996 del concorrente Burghy; 243 ristoranti in piena attività, un fatturato di 686 miliardi nel 1999 con 12.000 dipendenti. "Pensare globalmente, agire localmente; non si può gestire una catena mondiale in modo centralizzato". Ecco il vangelo di Jack Greengerg, boss del gruppo e regista della strategia Mc Donald's. Ogni anno la Mc Donald's spende 1,8 miliardi di dollari in pubblicità e promozioni commerciali per dimostrare al pubblico che è un'impresa impegnata nei problemi sociali ed ambientali. Mc Donald's sostiene nella sua "Guida Nutrizionale" che l'alimentazione fast-food è sana e nutriente, senza mettere in evidenza come essa sia ricca di grassi e zuccheri e carente in fibre, vitamine e sali minerali. La carne che viene utilizzata è prodotta in allevamenti intensivi con grossa sofferenza degli animali. Per dare spazio agli allevamenti di bestiame la Mc Donald's ha confessato di avere deforestato ampie zone tropicali e di aver utilizzato sostanze chimiche in dosi massicce (20 tipi diversi di prodotti chimici) per la moderna agricoltura intensiva. (Fonte: London Greenpeace Group e Boicotta Mc Donald's Home Page) I lavoratori ricevoni salari bassi, non vengono retribuiti gli straordinari e gli incidenti sul lavoro (ustioni) sono numerosi, per la carenza di personale e la necessità di lavorare in fretta. Non va meglio ai lavoratori Mc Donald's in Italia: gli impiegati catanesi sono costretti a mansioni non previste dal contratto di assunzione, come la pulizia di pozzetti di scarico e di bagni; subiscono trasferimenti di sede senza preavviso, lavorano per ore di straordinario mai pagate come tali. (Fonte: quotidiano Liberazione del 30/09/2000)

Mitsubishi (New York) - La Mitsubishi Trading Company è uno dei più potenti imperi industriali e finanziari del mondo. Oltre che a distruggere le foreste tropicali al ritmo di 300.000 ettari all'anno per cui milioni di animali, uccelli, piante e insetti sono spazzati via. Questa compagnia mette a rischio anche le popolazioni indigene: il disboscamento diffonde la malaria e la tubercolosi, molti sono ridotti in povertà perché le loro tradizionali fonti di cibo sono distrutte, altri ancora sono costretti ad emigrare nelle città. La Mitsubishi, inoltre, è produttrice di armamenti: missili, cannoni, carri armati, ma anche fornitrice di servizi per l'industria nucleare: nocciolo dei reattori nucleari, forniture di plutonio, inceneritori di rifiuti radioattivi. E' in atto un boicottaggio da parte della "Rainforest Action Network" per distruzione delle foreste del pianeta. (Fonte: Homepage di Boycott! Homepage di Manitese 1999)

Monsanto (Saint Louis) - La Monsanto, specialista in erbicidi e defolianti, nel 1960 ha prodotto il famigerato "agente arancione", uno dei più temibili defolianti usati durante la guerra in Vietnam. Attualmente la Monsanto produce l'erbicida Roundup. E' stata al centro di vari processi per violazioni che vanno dalla contaminazione ambientale, alla pubblicità ingannevole, alla violazione delle norme sulla sicurezza. Nel 1995 la Monsanto ha danneggiato l'ambiente scaricando 1.800 tonnellate di sostanze inquinanti nell'aria, nei fiumi, nei suoli. Monsanto produce anche l'ormone BCH per la crescita forzata dei bovini da macello, ormone ritenuto da molti scienziati cancerogeno. Monsanto, inoltre, da qualche anno si dedica alla manipolazione genetica, brevettando, insieme all'Astra-Zeneca, sementi che si possono usare per un solo raccolto, innestando la cosiddetta "tecnologia della morte" che priva le comunità agricole della loro secolare conoscenza di salvare i semi. Risultato di questa operazione è favorire un regime di monopolio sulle sementi che nutrono il mondo, e di renderne uniche beneficiarie le multinazionali del settore. (Fonti: The Ecologist, febbraio 1999 e Homepage di Boycott!, Homepage di Manitese)

Nestlé (Vevey, Svizzera) - L'allattamento al seno è il miglior nutrimento per i neonati; Unicef e Organizzazione mondiale della sanità hanno un codice internazionale che proibisce la promozione di latte in polvere per bambini. La Nestlé viola questo codice, per esempio con forniture gratuite agli ospedali, provocando la diminuzione dell'uso del latte materno rendendo indispensabile il ricorso al latte artificiale. Secondo l'Unicef un milione e mezzo di bambini muore ogni anno nei paesi poveri del mondo perché non viene nutrito con il latte materno, e altri milioni si ammalano. Gli alti costi, la diluizione con acqua non pulita, la scarsa igiene dei biberon causano alti rischi per i bambini. Per convincere questa multinazionale che la vita dei bambini vale di più dei profitti commerciali è stato indetto un nuovo boicottaggio internazionale oltre a quelli subiti dalla Nestlé nell'84 e nell'88. La Nestlé è la principale produttrice di latte in polvere, controllando una quota che va dal 35 al 50% circa del mercato mondiale. E' la maggior società agroalimentare del mondo e una delle più importanti nel commercio di cacao e caffé, di conseguenza è uno dei maggiori responsabili delle pessime condizioni in cui si trovano milioni di contadini del sud del mondo, a seguito della logica del mercato e del profitto. Anche in Italia la Nestlé con i suoi comportamenti ispirati totalmente alla logica del profitto si è resa responsabile di licenziamenti nelle ditte che operano nel campo delle acque minerali (Recoaro e Acqua Vera). (Fonte: RIBN Rete Italiana Boicottaggio Nestlé; Nuova Guida al Consumo critico, ed. EMI, 2000, pag. 251)

Nike (Oregon) - Tutte le scarpe Nike sono prodotte in Asia, in particolare in Indonesia, Cina, Thailandia, Taiwan, Corea Del Sud, Vietnam, con regimi di lavoro oppressivi. Dopo molte pressioni da parte dei consumatori e di alcuni azionisti, il 15 ottobre 1998 Nike ha annunciato l'intenzione di aumentare il salario minimo dei suoi lavoratori indonesiani del 25%. Ma uno studio condotto nel settembre '98 dall'associazione statunitense Global Exchange, mette in evidenza che questo aumento è del tutto inadeguato per recuperare la perdita del potere di acquisto dovuto alla svalutazione della rupia indonesiana. Pertanto i lavoratori di Nike in Indonesia continueranno a non poter soddisfare i loro bisogni fondamentali. In Indonesia, Nike ha sempre tentato di pagare salari più bassi possibili sostenendo, anno dopo anno, che non poteva permettersi di pagare neanche il salario minimo previsto dalla legge. In indonesia i sindacati liberi sono illegali e vengono repressi dall'esercito, i dirigenti sindacali sono licenziati, imprigionati, torturati e anche uccisi. I lavoratori della Nike ricevono un salario da fame, lavorano esposti ai vapori delle colle, ai solventi, alle vernici per 12 ore al giorno. La Nike spende circa 180 milioni di dollari all'anno in pubblicità, quando sarebbe sufficiente l'1% di questo bilancio per migliorare le condizioni di 15.000 lavoratori indonesiani.

Quanto costa una scarpa Nike: Materiale $ 4,7 - 4%; Manodopera $ 1,3 - 1%; Profitti all'ingrosso $ 62 - 49%; Profitti al dettaglio $ 57 - 46%; Prezzo al pubblico $ 125 (Fonte Equonomia e Homepage di Boycott!)

Novartis (Basilea) - Multinazionale chimica presente in 142 paesi, fattura oltre 40.000 miliardi e impiega 82.500 persone. Classificata al 159° posto della graduatoria mondiale, produce vernici e colori di ogni tipo ma è proiettata soprattutto verso i prodotti tecnologicamente più avanzati ed è quindi tristemente famosa per la produzione di pesticidi e di organismi geneticamente modificati (Ogm). Si occupa anche del settore alimentare "Functional Foods" attraverso prodotti dietetici, integratori e simili e in tal senso ha stretto un accordo con la multinazionale alimentare Quaker Oats (quest'ultima controlla quasi l'80% del mercato mondiale delle bevande sportive). Le attività di Novartis sono riconducibili a tre settori: farmaceutico e sanitario (55% del fatturato), agrochimico (26%), dietetico (19%). Novartis è presente anche nel settore dei prodotti per l'infanzia tramite Gerber (controllata nota per i prodotti per l'infanzia: biscotti, omogeneizzati). Nonostante abbia politiche di rifacimento e di miglioramento della propria immagine, Novartis non brilla per correttezza, come si può evincere dalle seguenti note:

- ha esercitato un'intensa pressione sull'Unione Europea per ottenere l'autorizzazione alla commercializzazione di sementi manipolati geneticamente (Il Sole 24 Ore, 19/12/96); - è uno dei maggiori gruppi mondiali dediti alla manipolazione genetica. Produce il mais-bt, che è geneticamente modificato per resistere all'erbicida Glufosinate (Ethical Consumer 63/00, pag. 32); - usa abitualmente Ogm in Nord America negli alimenti della Gerber; - trasgredisce sotto molti aspetti, attraverso la Gerber, il codice dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul latte in polvere (segnalazione dell'IBFAN); - è il secondo produttore al mondo di pesticidi e il primo di atrazina, un erbicida che si è dimostrato cancerogeno negli esperimenti di laboratorio e che è correlato al tumore della mammella, a linfomi e leucemie: l'atrazina filtra nel terreno e contamina le falde acquifere mettendo a rischio la salute di milioni di persone; - è citata da Greenpeace International come produttore di pesticidi che hanno una capacità di inquinamento persistente (Greenpeace Toxic Site, 2000). Nel 1998 ha dichiarato di voler investire 1.000 miliardi nel prossimo decennio per la ricerca nelle biotecnologie. Nel 1999 ha acquistato le attività sementiere di Eridania (Gruppo Montedison), anche al fine di realizzare progetti di ricerca genetica sulle barbabietole da zucchero (comunicato stampa Novartis, 7/7/99) (Fonte: Nuova Guida al Consumo critico, ed. EMI, 2000, pag. 277)

Parmalat (Milano) - Multinazionale alimentare, con sede in Italia, presente in 16 paesi con 75 stabilimenti e 39.000 persone impiegate. Controllata dalla famiglia Tanzi, opera in 4 settori: latte, prodotti freschi, prodotti da forno, succhi e conserve. Realizza la maggior parte del proprio fatturato in Italia e in Sudamerica. In Brasile conta ben 7.000 dipendenti e, secondo i sindacati brasiliani, negli stabilimenti Parmalat vige un clima di sottomissione; dopo il primo sciopero (maggio 1995) sono stati subito licenziati 20 operai. Sempre in Brasile, Parmalat tenta con metodi sleali basati su abbassamenti transitori di prezzi, di annientare i suoi concorrenti, e fa fallire i contadini che non accettano di produrre per lei attraverso le imprese che hanno in appalto il servizio di raccolta del latte. (Fonte: Nuova Guida al Consumo critico, ed. EMI, 2000, pag. 288) Anche il sindacato sudafricano COSATU accusa Parmalat di violazione dei diritti sindacali, imponendo ai lavoratori il lavoro festivo e arrivando a impedire l'accesso ai posti di lavoro ai delegati sindacali. (Fonte: CAPE-ARGUS, periodico sudafricano, 14/10/1999) In Ecuador, nel gennaio 2000, gli stabilimenti Parmalat sono stati chiusi dal governo locale che ha definito "speculativo" il comportamento della multinazionale. Il Paese sudamericano viveva una disastrosa situazione economica e Parmalat alzava quotidianamente i prezzi del latte. (Fonte: El Universo, periodico ecuadoriano, 19/01/2000)

Pepsi Cola (Purchase, USA) - La multinazionale statunitense, diretta concorrente della Coca-Cola, è presente in 20 paesi ed impiega 150.000 persone (dato 1999). Fattura 41.000 miliardi dei quali solo il 40% è rappresentato dalle bevande, il resto proviene dalla produzione di snack e patatine (divisione Frito-Lay, che controlla il 40% del mercato mondiale delle patatine). Greenpeace denuncia che Pepsi-Cola esporta in India grandi quantità di bottiglie di plastica per il riciclaggio, con l'intento di spendere meno e mantenere in patria l'immagine di impresa pulita. La multinazionale corrisponde alle donne impegnate nella suddetta attività 500 lire al giorno. (Fonte: rivista statunitense Multinational Monitor, 9/94) L'industria di imbottigliamento ha sostenuto finanziariamente l'associazione americana Keep American Beautiful, che aveva lo scopo di non far approvare nessuna legge contro i contenitori "usa e getta" (Ethical Consumer, 59/99). Si segnalano anche violazioni ai diritti sindacali da parte di Pepsi in Guatemala. Il coordinamento dei lavoratori europei della Pepsi-Cola denuncia, attraverso una serie di rapporti, "l'atteggiamento gravemente antisindacale della multinazionale" (IUF, 5/8/1995). Da più fonti si ritiene che Pepsi usi ingredienti geneticamente modificati per la produzione di snacks e patatine, oltre all'olio sintetico Olestra che può indurre il mancato assorbimento di vitamine liposolubili e può provocare diarrea (Ethical Consumer, 59/95).

Philip Morris (Rye Brook, USA) - La Philip Morris è una delle multinazionali che ha presentato alla Commissione europea la proposta di riforma della direttiva UE 241/73, approvata dal parlamento europeo il 15/3/2000, sul cacao e i prodotti al cioccolato in base al quale è possibile l'impiego di sostanze grasse vegetali diverse dal burro di cacao fino al 5% del prodotto finale. Questo genera un danno a quei paesi come Ghana, Nigeria, Camerun che basano sulla produzione del cacao più del 50% del volume delle loro esportazioni e che a livello microeconomico produrrà effetti disastrosi per 11 milioni di persone che sono direttamente dipendenti dal raccolto di cacao. Ha inoltre ottenuto che nelle etichette non venisse indicata la quantità di burro di cacao presente nella cioccolata. La Philip Morris è una delle più grandi produttrici di sigarette e poiché nel nord del mondo il consumo di tabacco è in diminuzione, sta dirigendo le sue vendite verso il sud, aumentando a dismisura il consumo di tabacco nei minorenni. (Fonte: TG2, 15/3/2000 e Homepage si Saras: http://www.gisnet.it/saras/boicottare.htm)

Procter & Gamble (Cincinnati) - Multinazionale di origine statunitense che lavora nel campo delle saponette, detersivi, dentifrici, pannolini, farmaceutici, cosmetici e prodotti alimentari. Fa parte di una associazione (Business Round Table) che ha lo scopo di fare pressione sul potere politico affinché compia scelte economiche favorevoli alle grandi imprese (Equonomia, marzo 1998); tra il 1995 e il 1996 ha versato ai partiti politici americani 68.325 dollari (Ethical Consumer, 63/2000); finanzia sedicenti associazioni ambientaliste pronte a difendere temi favorevoli alle imprese (Consumer Currents, 167/95); ha esercitato forti pressioni sull'ente americano Food and Drug Administration per ottenere l'autorizzazione ad impiegare Olestra, un prodotto di sintesi da utilizzarsi come sostituto dell'olio e che può indurre il mancato assorbimento di vitamine liposolubili e può provocare diarrea. Nel 1996 una fuoriuscita di oli minerali nello stabilimento irlandese di Nenagh ha contaminato vari pozzi d'acqua, lasciando la gente senz'acqua per più di una settimana (Ethical Consumer, 63/2000). Nel 1997 ha sostenuto l'associazione americana "Keep American Beautiful", creata dalle industrie di imbottigliamento con lo scopo di non far passare alcuna legge contro le bottiglie "usa e getta" (Ethical Consumer, 63/2000). Secondo la rivista Earth Island Journal (winter 99/2000, pag. 31), le patatine Pringles vendute in Nord America contengono Ogm (organismi geneticamente modificati). Nel giugno 1999 ha annunciato la chiusura di 10 impianti in varie parti del mondo, licenziando 15.000 dipendenti, pari al 15% della sua forza lavoro (Il Sole 24 Ore, 10/6/1999). Nel giugno 1999 le imprese cosmetiche del gruppo: Cover Girl, Max Factor, Noxell, Olay, Pantene, Richardson Vicks e Vidal Sassoon sono state indicate da PETA come imprese che utilizzano semilavorati sperimentati abitualmente su animali (Ethical Consumer, 63/2000). Nel giugno 1999 il Giurì dello IAP (Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria) si è pronunciato contro Procter & Gamble per aver violato il codice di autodisciplina pubblicitaria per una pubblicità del prodotto Mastrolindo (notiziario IAP, 3/2000).

Shell Oil Co. - Royal DutCh (Houston) - La comunità degli Ogoni nella Nigeria meridionale sta sostenendo una campagna contro i danni all'ambiente e alle risorse agricole causati dalla compagnia Shell. Lo scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa, premio Nobel alternativo per la pace e leader del movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni, è stato impiccato insieme ad altre otto persone dal regime nigeriano, nonostante le pressioni dell'opinione pubblica internazionale. Secondo Greenpeace questa uccisione incrinerà fortemente il nome della Shell. Estrazione petrolifera e violazione dei diritti umani sono spesso drammaticamente correlati, soprattutto nel sud del mondo. La Nigeria è uno dei maggiori produttori di "oro nero". La Shell estrae in Nigeria sin dal 1958, ma nel paese africano la ricchezza è rimasta nelle mani di pochi. Le popolazioni che vivono lungo il delta del fiume Niger si sono ribellate alla perdita di terra sottratta senza giusti compensi, scatenando così la reazione violenta del regime militare. Il rapporto "The price of oil" ha documentato le sistematiche violazioni nelle zone petrolifere nigeriane. In Nigeria, la compagnia di Stato Nigerian Petroleum Corporation ha costituito società operative con Shell, Elf, Agip, Chevron, Mobil, Phillips Petroleum, Texaco. Le azioni di boicottaggio sono rintracciabili su: www.essentialaction.org/shell.

Sul sito del Mosop Canada (www.mosopcanada.org) si troverà molto materiale sulla storia del movimento e sul ruolo di Shell in Nigeria. Nel 1991 la Shell violava il codice di condotta della Comunità Europea sottopagando i lavoratori (salario al di sotto del minimo legale). La Shell Billiton (filiale della Shell) minaccia una vasta area della foresta Amazzonica, in Brasile, per la costruzione di dighe idroelettriche. L'energia elettrica prodotta dalla costruzione delle dighe serve per fornire energia ad un complesso di miniere. Nel 1997 la Shell si è imbarcata in una nuova impresa in Colombia generando elevati profitti ma condannando la popolazione locale (comunità U'wa) alla morte. La comunità U'wa ha deciso di ricorrere al suicidio collettivo piuttosto che permettere alla Shell di profanare la propria terra. Nello stesso anno la Shell è entrata anche in Perù, nella regione Camisea, per trivellare alla ricerca di gas naturale. Nonostante la promessa di rispettare l'ambiente, la Shell ha distrutto foreste primarie scavando oltre 100 pozzi. (Fonte: Homepage di Boycott! Homepage di Manitese)

Totalfina-Elf (Parigi) - Il gruppo nasce nel 1999 dalla fusione delle francesi Total ed Elf-Aquitaine con la belga Petrofina. Il colosso petrolifero (quarto al mondo) fattura 130.000 miliardi di lire ed occupa 150.000 persone (dati 1999), ed è presente in più di 100 paesi. Attiva nei settori dell'estrazione, della raffinazione e lavorazione del petrolio e derivati, vanta corposi interessi in campo energetico, finanziario e bancario. In Italia è presente con le società Spontex Italia S.p.a. e Mapa Italia S.p.a., di cui distribuisce i marchi (guanti e spugnette). Si può comprendere che un'azienda petrolifera possa incorrere in incidenti di percorso che provocano negative conseguenze sull'integrità dell'ambiente naturale; non sono accettabili, al contrario, comportamenti finalizzati ad alzare un velo di ostruzionismo per impedire l'accertamento della verità. Così TotalFina-Elf ha concluso con il governo francese un accordo per mantenere la segretezza sull'azione di recupero del materiale, sembra bitume cancerogeno, fuoriuscito dalla nave Erika affondata il 12 dicembre 1999 al largo delle coste bretoni in Francia (Il Manifesto, 02/04/2000). Il gruppo detiene una rilevante quota della FIBA (French International Bank for Africa), sotto inchiesta per vari illeciti. La politica finanziaria del gruppo, secondo le Monde Diplomatique del 2/2000 e del 4/2000 sembra orientata ad agevolare uomini di governo e regimi oppressivi per ottenere favori (finanziamento di armi in Congo, sostegno finanziario al regime militare in Birmania). Sono in corso boicottaggi nei confronti della TotalFina-Elf per la sua presenza in Birmania che dà legittimità al regime oppressivo birmano (Ethical Consumer 58/99) e per il suo ostruzionismo in occasione del disastro ambientale provocato dalla nave Erika (Impact Enterprises 12/99). Il reticolo non chiaro, esistente tra attività petrolifere, politica e finanza induce a boicottare, fino a diverso avviso, i prodotti della multinazionale francese in questione.

Unilever (Londra) - Multinazionale alimentare e chimica presente in 75 paesi e classificata al 43° posto della graduatoria mondiale. Fattura 88.000 miliardi circa e impiega 267.000 persone. La multinazionale opera negli alimentari (52% del fatturato), nei detergenti per la casa (22%), nei prodotti per l'igiene personale (25%) e in altre attività (1%). In Italia opera attraverso cinque società autonome che fanno capo a Unilever Italia S.p.a.; sono Sagit, Lever Fabergè, Van Der Berg, Diversey Lever, Calvin Klein Cosmetics. La Unilever Italia, che occupa il primo posto nella graduatoria delle imprese alimentari italiane, è azienda leader nel mercato degli oli di oliva, dei surgelati, del tè, delle margarine (37%) e dei gelati (36%). Unilever è il più grande commerciante del mondo di tè di cui è anche un grande produttore attraverso la propria filiale Brook Bond. Pertanto Unilever è uno dei massimi responsabili delle gravi condizioni in cui versano milioni di contadini del Sud del mondo perché i suoi metodi commerciali, totalmente ispirati ad una logica di profitto, non garantiscono guadagni dignitosi. Secondo il sindacato internazionale degli alimentaristi, la controllata Brook Bond continua a strappare ingenti profitti dalla sua piantagione keniota Sulmac, la più grande piantagione di fiori del mondo, ove impiega oltre 5.000 lavoratori di cui soltanto 2.000 con regolare contratto a tempo pieno. Le condizioni di lavoro nella piantagione sono state definite nel Guardian del 7/1/1994 "da manuale del colonialismo". (Fonte: rivista Altreconomia, maggio 2000, pag. 9)

Walt Disney (Burbank, California) - La Walt Disney Corporation è una delle multinazionali più potenti del pianeta e, da bravi Paperon de' Paperoni, i manager di Disney hanno il controllo su molti settori strategici dell'economia a partire dal settore dei media e della comunicazione fino ad estendersi un pò dovunque, dall'industria tessile a quella edilizia... Peccato che ad Haiti a 5.500 km di distanza dai begli uffici californiani migliaia di giovani lavoratrici poco più che quindicenni lavorino alla confezione di abbigliamento a marchio Walt Disney per uno stipendio di circa 27 centesimi (450 lire circa) all'ora con un ritmo produttivo così incalzante da lasciare poco più di 10 minuti per la pausa pranzo. Non c'è tutela sanitaria e nessuna retribuzione in caso di malattia. Per guadagnare quello che l'amministratore delegato della Disney guadagna in un'ora, un'operaia della Disney dovrebbe lavorare 101 anni per 10 ore tutti i giorni. Ancora ad Haiti, quando un gruppo di lavoratori tentarono di organizzarsi per ottenere migliori condizioni di lavoro, 150 di essi furono licenziati. (Fonte: I Care, marzo 1998 e http://www.peacelink.it/boycott/multi.html)

Banche di piombo...impariamo a conoscerle! - Avete mai investito i vostri risparmi nel commercio di armi? Forse lo sta facendo per voi la banca presso cui avete depositato il vostro denaro, come evidenzia la relazione sull'esportazione di armi nel 1999 che il Presidente del Consiglio ha presentato al Parlamento. Sono numerose le banche presenti in Italia che hanno sostenuto l'export bellico, per un totale di 2.117,5 miliardi di lire. (Fonte: Presidente del Consiglio dei Ministri, da Altreconomia, n. 8, luglio/agosto 2000) Si ricorda che, come esiste la possibilità di consumare in modo critico e consapevole, esistono pure strumenti per investire e risparmiare in modo etico sostenendo idee e progetti rivolti a creare un'economia e una società altrettanto sostenibile.

Aziende di credito (tra parentesi gli importi autorizzati in miliardi di lire): Unicredito Italiano (1.248,0); Banca Commerciale Italiana - Banca Intesa (357,1); S. Paolo - Imi (151,6); Banca di Roma (101,0); Banca Nazionale del Lavoro (94,1); Banque Nationale de Paris (62,0); Arab Banking Corporation (31,3); Banca Popolare di Brescia (24,6); Banca Nazionale dell'Agricoltura (24,4); Cassa di Risparmio di Firenze (6,6); Cariplo - Banca Intesa (6,1); Barclays Bank (2,5); Cassa di Risparmio di La Spezia (2,4); Monte dei Paschi di Siena (1,4); Banca Popolare di Bergamo - Credito Varesino (1,4); Banco do Brasil (1,0); Banca Popolare di Novara (0,5); Banca Popolare di Intra (0,4); Banca Toscana (0,4); Arab Bank (0,3); Banco Ambrosiano Veneto - Banca Intesa (0,3); Banca Carige (0,1): totale= 2.117,75

Cibi transgenici (Ogm) - Per Ogm si intende Organismo geneticamente modificato, cioè un organismo nel quale è stato introdotto un gene estraneo, spesso proveniente da un'altra specie, mediante tecniche di ingegneria genetica. La manipolazione genetica è contestata, anche a livello etico, perché è una scelta azzardata di cui non si conoscono ancora gli effetti sulla salute umana e sull'equilibrio ambientale; non siamo infatti in grado di controllare ciò che succede una volta introdotto un gene ed esiste la possibilità che gli Ogm possano scatenare allergie nel corpo umano. Una delle applicazioni più importanti di queste tecniche è nel settore agroalimentare: esistono già sul mercato soia, mais, colza, cotone, riso, tabacco geneticamente modificati. In Italia, per esempio, soia e mais transgenici, importati soprattutto dagli Stati Uniti, potrebbero già essere contenuti come ingredienti in molti prodotti alimentari, dato che l'Unione Europea ne ha ammesso la commercializzazione. Una ricerca della rivista Altroconsumo ha evidenziato la presenza di soia transgenica in 4 prodotti (su 42 analizzati): 2 tipi di bistecche di soia, una crema di legumi per bambini, una lecitina di soia. (Fonte: Altreconomia, n. 6, maggio 2000) Esiste un regolamento europeo che impone l'etichettatura dei prodotti contenenti Ogm (come grassi e lecitine). Per "derivati" si intendono tutte quelle sostanze che, pur provenendo da Ogm, non ne conservano traccia a causa delle lavorazioni subite. Nei supermercati potremmo trovare quindi, senza nessuna particolare etichettatura, olio di soia, cioccolata (che contiene lecitina di soia), succhi di frutta (che contengono sciroppo di glucosio, derivato dal mais) derivati da Ogm. Fra le imprese che hanno investito nel settore dell'agrogenetica e che fanno pressione per poter vendere prodotti contenenti Ogm si sono: Monsanto, Novartis, Aventis, Dupont e Dow Chemical. L'auspicio è che le applicazioni biotecnologiche debbano essere limitate all'utilizzazione in ambiente confinato ed ai microrganismi, seguendo il principio di precauzione. Per approfondire la tematica delle biotecnologie si può consultare il sito web www.tebio.org . (Fonti: www.antivivisezione.it; Nuova Guida al Consumo critico, ed. EMI, 2000, pag. 27 e pag. 201)

Sigle e abbreviazioni di Società, Enti, Associazioni:

CCR (Corporate Crime Reporter): è il nome di una rivista statunitense che si occupa dei crimini sociali e ambientali commessi dalle imprese statunitensi;

CEFIC (Council of European Chemical Industries Companies): è un'associazione che raggruppa le imprese chimiche europee con lo scopo di impedire scelte politiche che possano danneggiare gli interessi dell'industria chimica;

CEP (Council of Economic Priorities): è una delle più antiche e autorevoli associazioni mondiali per il consumo critico. Tra le sue pubblicazioni spicca "Shopping for a better world", edito dal 1987, che si può definire il primo manuale per il consumo critico mai pubblicato nel mondo;

ERT (European Round Table of Industrialist): ha sede a Bruxelles. Nato nel 1983, è un potente ed esclusivo gruppo di pressione composto dai massimi dirigenti di 40 tra le maggiori multinazionali europee (tra cui BP, Fiat, Siemens, Unilever, Nestlé, Philips, Hoechst, Total). Lo scopo principale del gruppo è quello di esercitare pressione sulla Comunità Europea affinché adotti delle decisioni favorevoli ai suoi membri nei settori dei trasporti, dell'educazione, del lavoro, dell'ambiente e dei rapporti con il terzo mondo;

IAP (Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria): nato nel 1977, ha sede a Milano e raccoglie 16 tra le maggiori organizzazioni italiane in rappresentanza delle agenzie pubblicitarie, degli editori, delle concessionarie pubblicitarie e degli utenti. Ha emanato un codice di autodisciplina pubblicitaria, in base al quale un Gran Giurì, formato al suo interno, emette giudizi sulla correttezza dei messaggi pubblicitari;

IBFAN: l'International Baby Food Action Network è una coalizione di oltre 140 organizzazioni appartenenti a circa 70 paesi per la maggior parte africani, asiatici e latino-americani. Essa difende la salute dei neonati mediante la promozione dell'allattamento al seno e la lotta contro l'uso improprio dell'allattamento artificiale;

IUF (Iuf-Uita-Iui): coordinamento internazionale dei sindacati dei lavoratori dell'alimentare, del tabacco, della ristorazione e degli alberghi. Ha sede a Ginevra, in Svizzera;

OGM: Organismi geneticamente modificati;

OMS: Organizzazione Mondiale della Sanità;

PETA (People for the Ethical Treatment of Animals): associazione statunitense impegnata nella lotta per l'abolizione della vivisezione. Pubblica un bollettino internazionale: "PETA Factsheet";

WBCSD (World Business Council for Sustainable Development): è un'associazione creata dalle multinazionali per promuovere una falsa idea di sviluppo sostenibile, affinché nell'opinione pubblica si radichi l'idea che l'ambiente si difende facendo crescere la produzione.

Prodotti delle multinazionali ... impariamo a conoscerli!:

Acque minerali: Nestlé (Claudia, Giara, Giulia, Levissima, Limpia, Lora, Panna, Peio, Perrier, Pracastello, Recoaro, San Bernardo, San Dalia, San Pellegrino, Tione, Ulmeta, Vera);

Aranciate, Cole e simili: Nestlé (Acqua Brillante Recoaro, Belté, Chinò, Gingerino Recoaro, Mirage, Nestea, One-O-One, San Pellegrino, Sanbitter), Cirio (Batik, The Ati), Unilever (Ice The Lipton);

Bevande dietetiche: Novartis (Isostad, Vigoplus);

Polveri per bevande: Nestlé (Diger Selz), Unilever (Effervescente Brioschi);

Succhi di frutta: Chiquita (Chiquita), Cirio (Del Monte, Mangia&Bevi);

Biscotti, merendine e cereali prima colazione: Nestlé (Biscotti: Le ore liete; Cereali prima colazione: Cheerios, Chocapic, Fibre I, Fitness, Kix, Nesquik Cereali, Trio; Merendine: Kit Kat, Lion); Philip Morris (Merendine: Lila Pause, Milka Tender, Terry's);

Prodotti per ricorrenze: Nestlé (Motta, Alemagna);

Cacao, cioccolata e cioccolatini: Nestlé (Cacao Perugina, After Eight, Alemagna, Baci, Cioccoblocco, Galak, Motta, Nestlé, Perugina, Quality Street, Rowntree Macintosh, Smarties); Philip Morris (Bittra Suchard, Cote d'Or, Milka, Terry's, Toblerone);

Caffé: Philip Morris (Caramba, Faemino, Hag, Splendid); Nestlé (Nescafé);

: Unilever (Tè Lipton, Tè Ati);

Carni (in scatola, pollame e wurstel): Philip Morris (Simmenthal, Spuntì);

Tonno e sardine: Cirio (Cirio);

Carta igienica e assorbenti: Procter & Gamble (Intervallo, Lines, Tampax, Bounty, Poffy, Senz'acqua Lines, Tempo, Dignity, Linidor, Pampers);

Detersivi, detergenti e sbiancanti: Reckitt Benck (Ava, Calfort, Calinda, Finish, Glassex, Harpic, Lanza, Lip, Nix, Neofos, Kop, Polivetro, Ava Perla, Sole, Sole di Marsiglia, Tre Corone, Lavasbianca, Napisan); Unilever (Coccolino, Bio Presto, Omo, Surf, Svelto, Cif, Lysoform, Vim, Vim Clorex); Colgate-P (Cura Morbido, Fabuloso, Soflan, Dinamo, Olà, Bravo, Aiax); Procter & Gamble (Enor, Ariel, Bolt, Dash, Tide, Ace, Ace Gentile, Baleno, Nelsen, Fèbréze, Mastro Lindo, Mister Verde, Spic&Span, Tuono, Viakal, Può);

Frutta e verdure conservateNestlé (Berni, Condipasta, Condiriso); Sun Diamond (Diamond, Sunsweet); Cirio (Del Monte, Cirio, De Rica);

Frutta tropicale: Cirio (Ananas in scatola: Del Monte); Chiquita (Banane e ananas freschi: Amigo, Chico, Chiquita, Consul, Premiun Bananas, Viva);

Gelati, snacks e surgelati: Nestlé (Alemagna, Antica Gelateria del Corso, La Cremeria Motta, Motta, Buitoni, Mare Fresco, Surgela, La Valle degli Orti); Unilever (Algida, Carte d'Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di Ranieri, Toseroni, Findus, Igloo, Genepesca); Chiquita (That's Banana);

Latticini: Philip Morris (Baika, Dover, Gim, Invernizzi, Invernizzina, Jocca, Linderberger, Lunchables, Maman Louise, Mozary, Osella, Philadelphia, Primolo, Sottilette, Susanna); Unilever (Milkana, Vive la Vie, Creme Cuisine); Nestlé (Mio, Fruit Joy, Fruttolo, Galak, LCI, Nesquik);

Maionese, salse, sale, aceto, dadi, sughi: Cirio (Cirio, Ketchup, Del Monte, Rubra); Nestlé (Sasso, Maggi, Sassonaise, Berni, Buitoni); Unilever (Amora, Calvè, Mayò, Top-Down); Philip Morris (Legeresse, Mato-Mato, Majonnaise); Novartis (Novo Sal);

Marmellate, miele e zucchero: Monsanto (Mivida Misura); Unilever (Vive la Vie);

Oli e margarine: Unilever (Foglia d'Oro, Gradina, Maya, Rama, Bertolli, Dante, Rocca dell'Uliveto, San Giorgio, Friol, Marè); Cirio (Cirio); Nestlé (Sasso);

Orzo e infusi (camomilla e solubili prima colazione): Unilever (Lipton, Montania); Nestlé (Orzoro, Capuccino, Ecco...Frank, Malto Kneipp, Nesquik); Philip Morris (Milka Slurp); Novartis (Ovomaltine);

Pane, crachers e snacks salati: Nestlé (Fette Biscottate Buitoni); Novartis (Fette Biscottate Céréal); Procter & Gamble (Snacks salati Pringles);

Pasta, riso e tortellini: Cirio (La Pasta Rustica Cirio); Nestlé (Buitoni, Pezzullo);

Piatti in busta: Cirio (Royal, Pizza Catarì); Nestlé (Buitoni, Maggi);

Prodotti per l'igiene personale: Unilever (Axe, Clear, Denim, Dimension, Dove, Pure & Vegetal, Timotei, Cutex, Leocrema, Denefit, Durban's, Mentadent, Paperino's, Pepsodent, Atkinsons, Lux, Lysoform, Rexona); Procter & Gamble (Head & Shoulders, Infasil, Keramine H, Pantene, Oil of Olaz, AZ, Linea Lei, Noxzema, Camay, Topexan); Colgate-P (Nidra, Palmolive, Perm&Color, Glicemille, Colgate, Defend, Plax, Douss Douss, Palmolive, Donge); Reckitt Benck (Lancaster, Binaca, Intimo di Karinzia); Bristol-Myers S. (Squibb, Saugella);

Prodotti per l'infanzia: Novartis (Gerber); Nestlé (Guigoz, Mio, Nidina, Nestum);

Prodotti vari per la casa: Reckitt Benck (Cera, deodoranti, insetticidi: Liù, Air Fresh, Neocid, Superfaust, Duraglitt); Johnson Wax (Pronto, Glade, Off!, Raid); Colgate-P (Guanti e spugnette: Bravo); Totalfina-Elf (Guanti e spugnette: Mapa, Spontex); Procter & Gamble (Guanti e spugnette: Swiffer)