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Villa S. Maria
Storia

Il Territorio I Longobardi I Franchi
I Normanni Gli Svevi La Dominazione Angioina
I Caldora I Caracciolo


Il testo sottostante è stato tratto dal libro del

Professore Antonio Di Lello

Storia di Villa S. Maria

Casa Editrice Itinerari - Lanciano

Il territorio

Indice

Villa S. Maria è situata nella media valle del Sangro, sulla riva sinistra di questo fiume a circa 330 metri sul livello del mare. Sorge ai piedi del Monte Penna, una roccia altissima che lo sovrasta e la caratterizza. Il Sangro nasce presso Gioia Vecchio a 1405 metri e dopo un percorso di circa 111 chilometri sbocca nell'adriatico fra Torino di Sangro e Fossacesia.

Negli antichi testi esso è ricordato come il fiume Saro o Sarus e talvolta anche Sagro o Sano. All'altezza di Villa S. Maria un grosso torrente, Il Turcano, riversa le sue acque nel Sangro.

I Longobardi

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E' ormai tradizione popolare che il primo nucleo di cittadini di Villa S. Maria ha avuto la sua dimora nei luoghi dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria in Basilica.

La storia di Villa S. Maria comincia nell'ottavo secolo dopo la discesa in Italia dei Longobardi (569). Il Regno Longobardo era diviso in ducati quelli più importanti furono il ducato del Friuli, il ducato di Trento, il ducato di Spoleto, ed il ducato di Benevento. Il ducato di Benevento comprendeva la Campania, la Lucania, il gastaldato di Boiano, ed il Sannio. Del Sannio faceva parte la Frentania che comprendeva i distretti di Lanciano, di Larino e di Vasto. Al distretto di Lanciano appartenava il territorio su cui sarebbe sorta Villa S. Maria.

Nel 703 i tre fratelli longobardi Tato, Taso e Paldo fondarono il convento di San Vincenzo al Volturno, nella diocesi di Isernia.

Intorno allo stesso anno di fondazione della badia di San Vincenzo al Volturno Gisulfo I, duca di Benevento, donò alla badia stessa il terreno dove oggi è situato il santuario della Madonna (Maria) in Basilica.

Non appena la Badia di San Vincenzo al Volturno ebbe in donazione il territorio, furono mandati sul luogo i monaci che iniziarono il dissodamento del terreno e quindi la costruzione della chiesa e del convento annesso. E' molto probabile che i frati furono accompagnati da coloni i quali contemporaneamente fondarono il vicino villaggio che dalla basilica prese il nome di Villa S. Maria in Basilica.

I Franchi

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Nel 774, con la discesa in Italia di Carlo Magno, ebbe inizio la dominazione dei Franchi che durò fino all'888. In questo periodo le terre in cui si trovava Villa S. Maria continuarono a far parte ora del ducato di Benevento , ora del ducato di Spoleto. Intorno all'anno 930, mentre era re d'Italia Ugo di Arles, detto Ugo di Provenza, si affermò una potente famiglia di origine franca che venne ricordata come famiglia dei figli di Borrello. Il capostipite fu Berardo Francesco. che sposò l'erede di una illustre famiglia romana ed ebbe un figlio di nome Borrello. Berardo Francesco riuscì a possedere molte terre nell'alta valle del Sangro dove fondò una nuova città che dal suo nome si chiamò Civita Borrello (odierna Borrello). I discendenti di Borrello assunsero il suo nome come cognome del del casato e divennero signori di un vasto dominio feudale che si stendeva tra il Molise ed il Chietino, tra il medio Sangro e l'alta valle del Trigno. Tale territorio prese il nome di stato Burrellense e comprendeva anche Villa S. Maria.

I Normanni

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Nel 1024 cominciarono ad infiltrarsi in Italia I Normanni che riuscirono a conquistare gran parte dell'Italia meridionale. Nonostante alterne vicende i discendenti dei Borrello riuscirono a mantenere gran parte del loro stato che comprendeva le seguenti terre: Civita Borrello, Rosello, Pilo, Collemiga, Rocca dei Pizzi, Calcosano, Squintrone, Areano, Casalpiano, Monteformoso, Malacocepiaro, Cantalupo, Pietraguerrazana, Rojo, Riparella (odierna Civitaluparella), Monte Lu Piane, Carpineto, Casalanguida, Pescopennataro, San Pietro Avellana, Malanotte (odierna Montebello Sul Sangro), Faldo (odierna Fallo) e Villa S. Maria.

Gli Svevi

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Nel 1189 alla morte del re Normanno Guglielmo II, gli successe Enrico VI di casa Sveva con cui Il Regno delle due Sicilie passò dalla dominazione normanna a quella Sveva. Ad Enrico VI successe il figlio Federico II e a questi Corrado IV. Intorno al 1250, anno della morte di Federico II, Roberto di San Severino, conte di Caserta, sposò una certa Soffrida. Essendo quest'ultima erede della famiglia Borrello, gli portò in dote lo Stato di Civita Borrello e le terre ed i feudi che ad esso appartenevano. Fu così che Villa S. Maria venne annessa alla contea di Caserta. Ma, Roberto di San Severino e Bonifacio Borrello, signore di Agnone, si ribellarono contro il re Manfredi, fratello di Corrado IV e successore di Federico II. Contro di essi infierì Manfredi e così Agnone fu arsa e Roberto di San Severino fu privato delle sue terre. Lo Stato di Civita Borrello e con esso Villa S. Maria passò ad un certo Mario, che fu conte di Borrello, in questo modo Villa S. Maria tornava a far parte della contea di Teate. Nel 1266 il papa clemente IV, stanco dei soprusi di Manfredi, chiamò in Italia Carlo d'angiò , il quale vinse Manfredi. Fu allora che corradino scese in Italia e attaccò Carlo d'Angiò ma fu da questi sconfitto nel 1268 nella battaglia di tagliacozzo. Corradino fu poi preso e decapitato a Napoli sulla piazza del mercato. Aveva così inizio la dominazione angioina.

La dominazione Angioina

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La lotta tra Carlo d'Angiò e Corradino si svolse anche in Abruzzo ed i baroni e i signori di queste terre vi parteciparono, chi assecondando le mire di Carlo e chi combattendo nelle file di corradino. Carlo I di Angiò fu molto riconoscente verso i nobili che l'appogiarono. Uno di questi fu Rodolfo di Cortiniaco, nobile francese, a cui il re donò la contea di Teate alla quale apparteneva anche Villa S. Maria. A Rodolfo successe la figlia Matilde che sposò Filippo di Fiandra, conte di Chieti, il quale così diventò padrone di queste terre. Intanto la sede reale del regno venne traspotata a Napoli. Il regno di Napoli, dopo una serie di successioni e dopo una lotta tra i tre rami degli angioini, quello del re di Ungheria, quello dei principi di Taranto e quello dei duchi di Durazzo, passò a Ladislao di Durazzo. Ladislao fu assai largo verso la città di Lanciano. L'11 luglio 1390 infatti esentò la città dai tributi dovuti e l'anno dopo, il 17 maggio, concesse a Lanciano Civitaborrello con tutti i suoi feudi e dunque anche Villa S. Maria. Nel 1392 donò anche Quadri, Pizzoferrato, PescoPinnataro, Sant'Angelo e rosello. Siamo agli inizi del XV secolo. In questo periodo era signore di Castel del Giudice Giacomo Caldora da cui discese la potente famiglia dei Caldora della quale parliamo a parte In questo periodo Villa S. Maria appartenne proprio a lui. Alla sua morte gli successe il figlio Antonio che però, spinto da una forte ambizione tanto da aspirare alla corona del regno di Napoli, osò sfidare Alfonso d'Aragona che deteneva il regno d'Aragona, la Sicilia, la Sardegna, e il regno di Napoli. Antonio Caldora fu sconfitto e perse molte terre. Nel 1476 Villa S. Maria passò a Giovanna, figlia di Giovanni II re d'Aragonae di Sicilia. Infatti Alfonso di Aragona, morto nel 1458, aveva lasciato al fratello Giovanni la sicilia e al figlio Ferdinando I il regno di Napoli. Questi, avendo perso la moglie, chiese in sposa Giovanna portandole come dote nuziale una rendita derivente da una serie di feudi tra cui anche Villa S. Maria. Dalla morte di Ferdinado II avvenuta il 7 ottobre 1496, si ssuccessero sul trono di Napoli dapprima lo zio paterno federico III, quindi nel 1501 Ludovico d'Orleans col nome di Luigi XII e nel 1504 Ferdinando il Cattolico. In questo periodo pare che fosse signore di Villa S. Maria un certo Matteo di cui non si sa nulla. Alla sua morte lasciò questa terra al figlio Bartolomeo e da questi passò ad un certo Gian Francesco. E' notizia che alla morte di questo signore, nel 1517, divenne barone di Villa S. Maria e Montelapiano un certo Martino il quale ingrandì i suoi possedimenti comprando Pilo che apparteneva a Federico Carrafa , figlio ed erede di Ferrante carrafa. Nel 1560 Martino vendè Villa S. Maria a Ferrante Caracciolo . Ferrante Caracciolo era signore di numerose terre prima dell'acquisto di Villa S. Maria e Montelapiano. Sua dimora abituale nel periodo che trascorreva a Villa era Il Castello, corrispondente all'abitazione dell'avvocato Giuluio de Prospero. Siamo in piena dominazione spagnola che durò fino al 1713 quando gli austriaci presero il regno di Napoli. La dominazione austriaca durò fino all'anno 1735 e ad essa successe la dinastia borbonica che durò fino al 1860. I signori di Villa S. Maria fino questo periodo furono ininterrotamente i discendenti della famifglia Caracciolo.

I Caldora

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I Caldora sono di origine francese. I discendenti di questa famiglia che più ci interessano sono Giacomo ed Antonio. Giacomo Caldora nacque a Castel del Giudice nell'autunno del 1368. Questi fu padrone di vastissime terre in Abruzzo, in Molise, e finache in terra di Bari. Villa S. Maria in questo periodo appartenne a lui, ma la terra che ebbe particolarmente a cuore fu Vasto. Giacomo Caldora ebbe due figli maschi Berligiero e Antonio. Il primo sposò Francesca De Riccardis di Ortona la quale aggiunse ai già vasti possedimenti dei Caldora anche Termoli, Campomarino ed altre terre. Antonio Caldora fu anch'egli , come il padre, Gran Contestabile e perfino vicerè nelle province del Regno. Fu valoroso condottiero, ma non raggiunse la grandezza del genitore. Antonio Caldora ebbe un'ambizione smodata tanto da aspirare alla corona del Regno di Napoli. Si oppose ad Alfonso d'Aragona, ma fu sconfitto a Sessano. Alcuni anni dopo cercò di risollevarsi, ma, dopo qualche vittoria, come la conquista di Vasto, dovette chiudersi nella rocca imprendibile di Civitaluparella, da dove si mosse solo quando seppe che il Re era partito dall'Abruzzo. Morì ad Iesi, dove si era rifugiato in casa di un ex soldato del padre. Così ebbe fine una delle più potenti famiglie d'Abruzzo.

I Caracciolo

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La famiglia Caracciolo fu un'antichissima famiglia patrizia napoletana che ebbe circa ottocento feudi molto dei quali in Abruzzo. I Caracciolo furono signori di queste terre quasi fino al XIX secolo. Gli esponenti di questa famiglia più direttamente legati al nome di Villa S. Maria sono:. Tommaso Caracciolo fu giustiziere (amministratore della giustizia) dell'Abruzzo Citeriore. Alla sua morte, per farsi perdonare, lasciò molto denaro a diversi paesi tra i quali anche Villa S. Maria. Tersa Caracciolo: figlia di un conte di Chieti fu regina di Villa S. Maria e da molti ricordata come la "terribile regina della Villa". Ferdinado o Ferrante Caracciolo: sposò Isabella Barattucci discendente da nobile famiglia francese. Tra i tanti feudi di cui essi furono signori, preferirono dimorare spesso nel loro castello di Villa S. Maria. Ferdinando e Isabella ebbero cinque figli, tre maschi e due femmine. Il primo si chiamò Giulio, in ricordo del nonno, e ricevette in eredità i feudi di Villa S. Maria e Montelapiano. Tali feudi Ferdinando li aveva ricevuti dal Padre Giulio e fu proprio quest'ultimo che in luogo di Pilo fondò una nuova città che dal suo nome si chiamò Giuliopoli. Il secondo figlio si chiamò Ascanio ed il terzo Antonio. Ascanio nacque a Villa S. Maria il 13 ottobre del 1563. Insieme con Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo fondò l'ordine dei chierici regolari minori che ebbe l'assenso del Papa Sisto V. Prese il nome di Francesco. Alla morte di Adorno divenne generale dell'ordine, ma prima di morire fece rinuncia a tale carica. La sua vita fu tutta spesa nell'amore di Dio e nell'aiuto al prossimo. Morì il 4 giugno del 1608 ad Agnone, all'età di quarantasette anni. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore in Napoli. Morì in onore di santità e fu innalzato agli onori dell'altare.

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