Audace (D 551)

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Nave Audace D 551

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Classe Audace

Nome internazionale IARU
Motto Gloria Audaciae Come
Varata il 02-10-1971
Consegnata il 16-11-1972
Dislocamento 4.554 ton
Lunghezza. 140,70 m
Larghezza 14,70 m
Costruita nei   Cantieri Navali Riuniti del Tirreno Riva Trigoso
Ultimo ammaina   29-09- 2006 Arsenale di La Spezia

 

Nave Audace

Il Cacciatorpediniere Audace in servizio nella Marina Militare Italiana dall'inizio degli anni settanta, sino al 2006 costituiva, insieme all'Ardito la Classe Audace. Entrambe le unità sono state radiate nel 2006.

Servizio

Costruito negli stabilimenti dei Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso dove venne impostato il 27 aprile 1968 e varato il 2 ottobre 1971.  E' stato consegnato alla Marina Militare il 16 novembre 1972, ricevendo la Bandiera di combattimento dal comune di Trieste, nel ricordo della precedente unità che il 3 novembre 1918, per prima ha portato alla città il tricolore.

L'Audace ha avuto una vita operativa intensissima ed è impossibile ricordare tutte le esercitazioni e le missioni alle quali ha partecipato.

Per ricordarne alcune si possono menzionare la campagna in Somalia per l'intervento delle Nazioni Unite nel luglio del 1982, la partecipazione all'intervento in Libano dal febbraio al marzo 1984, l'operazione Girasole per il pattugliamento del canale di Sicilia durante la crisi con la Libia da maggio a luglio del 1986 in seguito al presunto attacco missilistico libico contro l'isola di Lampedusa dove aveva sede una stazione LORAN.

La più importante delle missioni è quella nel Golfo Persico da gennaio ad aprile del 1991, nell'ambito della coalizione internazionale dell'operazione Desert Storm.

L'ultima missione operativa di rilievo è stata la partecipazione alla guerra del Kossovo nella primavera-estate 1999 durante la quale l'Audace ha operato come prima linea di difesa aerea del territorio nazionale pattugliando le coste pugliesi davanti a Brindisi.

In totale l'Audace nella sua lunga vita operativa, ha percorso 630.000 miglia in circa 57.000 ore di moto

Storia

In precedenza ad altre due unità venne assegnato il nome Audace, le navi facevano parte della Regia Marina e la prima, costruita nei cantieri Orlando di Livorno, fu un cacciatorpediniere impostato nel 1912, varato nel 1913 e completato nel 1914 e andato perduto nel 1916 a Capo Colonna nei pressi di Crotone in seguito alla collisione con un piroscafo che stava scortando, il relitto localizzato ne 2007 giacce ad una profondità di 120 m.  

La seconda delle due unità, fu una Torpediniere costruita nei cantieri Yarrow di Glasgow ( Scozia ) su commessa giapponese, che avrebbe dovuto chiamarsi Kawakaze, ma acquistato dalla Regia Marina, entrò in servizio nel 1916 e fu la prima unità ad entrare nel porto di Trieste nel novembre 1918 ed il molo di attracco, da allora si chiama, Molo Audace. Classificato torpediniera nel 1929, trasformato in nave scorta antiaerea nel 1942, venne catturato dai tedeschi a Venezia il 12 settembre 1943 ed entrò nella Kriegsmarine e il 21 ottobre successivo rinominato TA 20. Impegnata come scorta nel Mar Adriatico venne affondato in combattimento dai cacciatorpediniere della Royal Navy Avondale e Wheatland il 1° novembre 1944 nei pressi dell'isola di Pago.  

Alcune foto


Cacciatorpediniere Audace 1914 - Wikipedia Torpediniera Audace - Wikipedia
      Il cacciatorpediniere Audace costruito tra il 1912 e il 1914 La torpediniera Audace che portò il tricolore a Trieste

Le Caratteristiche

Tornando ai giorni nostri, possiamo dire che le due unità della Marina Militare Italiana che costituiscono la classe Audace, sono state un miglioramento delle precedenti navi della classe Impavido, le dimensioni sono aumentate, è sta potenziata la componente elicotteristica, l'armamento e lo scafo, ripartito in 16 compartimenti stagni con la prora a bulbo, è stata accentuata l'insellatura.

Le due due unità avevano, nella configurazione iniziale, due cannoni prodieri da 127/54 mm e quattro cannoni da 76/62 mm Compatto lungo le fiancate, mentre i missili Tartar e l'hangar per gli elicotteri erano posizionati nella sovrastruttura poppiera.

Nel 1987-90 i due caccia vennero ampiamente rimodernati con notevole potenziamento dell'armamento, con la sostituzione di uno dei due cannoni prodieri da 127/54 mm con un lanciatore ottuplo del sistema Albatros per missili Aspide per la difesa antiaerea a medio raggio, la sostituzione dei quattro cannoni da 76/62mm Compatto con quattro 76/62 mm Super Rapido, la sostituzione dei missili Tartar con i missili Standard MS-1MR e l'installazione dei lanciatori per i missili di superficie antinave Teseo nello spazio fra i due fumaioli.

Entrambe le unità, in servizio alla base navale di La Spezia sono state inquadrate nel 1º Gruppo Navale d’Altura della I° Divisione Navale ed hanno effettuato, il 28 settembre 2006, il loro ultimo ammainabandiera. In oltre 30 anni di attività hanno operato sia nel Mediterraneo che nei mari del mondo in operazioni navali, esercitazioni e attività di rappresentanza.

L' Audace nella sua vita operativa ha percorso 630.000 miglia e l' Ardito 562.000 miglia in oltre 56.000 ore di moto ciascuna. Con l'uscita dal servizio di queste navi finisce definitivamente per la Marina Militare Italiana l'epoca della propulsione navale mediante vapore, che era iniziata nel 1861, quando nella neo costituita Regia Marina era stato incorporata il pirovascello Monarca, proveniente dalla Real Marina del Regno delle Due Sicilie e ribattezzato Re Galantuomo.

Le navi della classe Audace verranno sostituite da quelle della nuova classe Andrea Doria.

Alcune foto


 
Immagini del varo di nave Audace - Cantieri navali di Riva Trigoso
 

Audace in bacino e in banchina a Genova

Consegna

della bandiera

di guerra

*

 Trieste

9 giu. 1974

*


CT Audace in un'accostata nei primi anni di servizio D 551

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Il cacciatorpediniere Audace  

prima delle modifiche
con i due cannoni
di prora ben visibili
 

L'audace dopo
le modifiche apportate
tra il 1987 e il 1990
 
 

 


 
Audace e Ardito
in disarmo nell'arsenale
di La Spezia
 
 

Disarmo
arsenale La Spezia
 
 
 

 



La fisionomia degli 'Audace' era pesantemente influenzata dall'armamento imbarcato, ma  nonostante ciò potevano avvalersi  di un buon bordo libero utile per reggere meglio il mare.

La potenza di fuoco concentrata negli angusti spazi degli 'Audace' era notevole sopratutto per l'ausilio dato dai ben 6 cannoni automatici di medio calibro, nuovi di zecca che queste navi introdussero in servizio operativo nella MMI, armi molto apprezzare tanto da essere a tutt'oggi in produzione e in fase di aggiornamento.

La disposizione era simile a quella degli 'Impavido', ma potendo approfittare dell'aumento delle dimensioni e del dislocamento, i cannoni di vecchio tipo poterono essere rimpiazzati da un egual numero di armi di nuova generazione  e la componente di volo consolidata con due elicotteri leggeri, piuttosto grossi.

I punti deboli della progettazione possono essere esposti tramite la seguente considerazione; la zona poppiera non era 'coperta' da nessun cannone di medio calibro, arma altamente raccomandabile per affrontare minacce a bassissima quota come i missili antinave, minaccia difficilmente risolvibile tramite l'impiego dei missili SM-1MR in dotazione. In seguito le cose  migliorarono quando i cannoni da 76 mm furono rimpiazzati, dai 'Compatto', armi valide per il ruolo contraero ma non specifiche per quello antimissile, si passò ai 'Super Rapido' più adatti alla difesa antimissile. Nonostante la sostituzione di tutti e 4 gli impianti di bordo però, continuava a persistere il problema del settore cieco a poppavia, che i cannoni, 'incastrati' a mezza nave, tra i due grandi blocchi di sovrastrutture, non erano in grado di superare.

Il già notevole armamento si incrementò quando, sempre a mezzanave tra i cannoni da 76, venne anche installato un lanciamissili Teseo/Otomat Mk 2 con ben 8 celle di lancio. Tutte quelle armi a mezzanave, come anche a poppa (hangar, lanciamissili, lanciasiluri leggeri, originariamente anche quelli pesanti con i loro 12 A184 da 533 mm), nonché a prua (prima due armi da 127, poi una più un 'Albatross' con 24 Aspide) erano davvero molte, e costituivano in caso di colpo a bordo o di incidente un notevole pericolo per la nave.

Come poco sopra accennato, a poppa il tamburo con 40 SAM pesanti oltre 24 t, era praticamente a qualche passo dall'hangar degli elicotteri, pieno di carburante, siluri e altre armi. In condizioni simili, un'esplosione accidentale avrebbe potuto causare una catena di deflagrazioni dei depositi contigui fino a centro nave dove sotto il ponte erano immagazzinate 5 t di munizioni di pronto impiego con il  rischio di coinvolgere le caldaie e spezzare in due il basso scafo, la sovrastruttura poppiera avrebbe potuto disintegrarsi in un istante, con 30 t di siluri, missili e bombe stoccati gomito a gomito.

Per completare il quadro bisogna considerare anche  il numeroso equipaggio presente a bordo, necessario sopratutto per motivi di sicurezza, ovvero per avere a disposizione squadre di soccorso e antincendio preposte al salvataggio della nave in caso di emergenza ma che sarebbero al tempo stesso potute divenire potenziali vittime in caso di disastro.

Anche l'ingombrante apparato motore situato mezza nave era molto prestante e contribuiva a conferire agli 'Audace' quell'esuberanza e quella potenza che non ammetteva 'compromessi' in termini funzionali. Quanto sia stata valida la scommessa di concentrare tanto potere su piccoli scafi, in una guerra vera, non lo si saprà mai, per fortuna.

I successivi 'De la Penne', costruiti sulla falsariga degli 'Audace' e originariamente noti come 'Audace migliorati', hanno dimensioni aumentate , il dislocamento maggiorato del 20%,   l'equipaggio composto da 20 membri in più, hanno un cannone da 76 mm in meno e un apparato motore ben più leggero e compatto, ma nonostante questo secondo vari esperti di progettazione navale sono ancora 'troppo compressi' e alcune centinaia di tonnellate di dislocamento in più sarebbero state consigliabili. Questo tanto per dare l'idea di come le specifiche della MM in termini di prestazioni e combattimento siano decisamente 'pesanti', sopratutto per certe classi di navi, in relazione al dislocamento e ai volumi disponibili.

Ulteriori e successive considerazioni sulla disposizione e scelta dell'armamento

Una non oculata scelta della disposizione delle armi di bordo può creare dei problemi di insufficiente copertura alle varie zone della nave, questo inconveniente, comune in una certa misura su varie unità, per esempio sulle fregate della classe Maestrale e come già sopra menzionato presente sulla classe Audace dove non era possibile orientare né verso prua né verso poppa i 4 costosi Super Rapido.

Questo problema è stato risolto sui successivi del 'De la Penne', piazzando due cannoni a prua e uno a poppa, sopra l'hangar, ottenendo così una protezione sui 360 gradi senza ostacoli, facendo con 3 cannoni ben piazzati meglio che sull'Audace' con 4 armi, questo grazie però anche ai margini di tonnellaggio maggiori, che hanno permesso di collocare il pezzo da 76 e la sottostante giostrina della munizioni sopra l'hangar senza dover rinunciare ad ospitare il secondo elicottero.

Infine, esasperando questo concetto, si vuol far notare l'eventuale soluzione di adottare due cannoni OTO da 76 mm del tipo 'Sovraponte' ovvero con un deposito munizioni ridotto, ma più che sufficiente di circa 50 colpi, sistemabile assieme alla torretta sopra la coperta, che avrebbero permesso di ottenere la stessa copertura con appena due cannoni, uno a prua e uno a poppa.

Questo nuovo armamento è stato realizzato durante i tentativi di 'compattamento' della meccanica durante la progettazione del l'OTOMATIC, che è stata la prima applicazione del Super Rapido, che stava nascendo come arma per la difesa antimissile delle navi.  Il vantaggio di non dover usufruire di spazio sotto il ponte è notevole, ed è il motivo per cui il versatile Vulcan Phalanx americano, per quanto piuttosto debole a causa del basso calibro, ha tanto successo, le sue 6 t di peso possono essere sistemate ovunque.

Ma del resto tutto dipende dai 'desiderata', se si fosse rinunciato al lanciamissili Albatross, sui de la Penne, rimpiazzandolo con un Super Rapido, sarebbe stato effettivamente possibile coprire anche con due soli cannoni tutto l'orizzonte. Invece si è scelto di concentrare a prua: un cannone da 127 mm con dietro Albatross rialzato come sulle 'Maestrale', e due cannoni da 76 sui lati a livello della coperta,  il tutto concentrato in appena 20 m di scafo con intuibili problemi di sicurezza in caso di esplosioni a bordo, dato dal gran numero di munizioni e missili pronti al tiro o ricoverati  appena sotto coperta.

Altra caratteristica condivisa con gli 'Audace', vi sono i lanciasiluri per siluri filoguidati ASW/ASuW Whitehead A-184 da 533 mm a poppa estrema. In sostanza, per ingaggiare i sottomarini scoperti fino a una decina di km di distanza le navi NATO in genere usano l'ASROC, ma le navi italiane no, e hanno puntato, forse per la loro capacità bivalente (anche antinave) ai lanciasiluri pesanti. Questa caratteristica è condivisa da poche altre marine, come quella sovietica, francese e spagnola. Sembra quasi che sulle navi italiane ogni volta si sia voluto installare un vero 'campionario' di prodotti 'made in Italy'.

I due lanciasiluri da 533 mm sono singoli sulle fregate, e binati come sugli Audace, ma è difficile capire il motivo per cui li si è accompagnati anche da due lanciasiluri trinati leggeri, gli attacchi di saturazione da parte di sottomarini sono decisamente improbabili, e all'epoca non erano previsti dei siluri leggeri in funzione di CIWS* anti-siluro come adesso, con gli MU-90.

CIWS è l'acronimo inglese di Close-in Weapon System, traducibile come "sistema di armi di prossimità", sebbene può essere più appropriatamente tradotto come "sistema di cannoni anti-missile". Si tratta di un'arma difensiva utilizzata sulle moderne navi da combattimento per difendersi dai missili anti-nave quando si trovano a meno di due chilometri dal loro obiettivo.

Nota: Comunque i 2 sistemi binati da 533  mm per 12 siluri tipo A-184 ASuW/ASW  furono eliminati dopo le modifiche, presumo degli anni 80, dato che nel periodo 1981 - 1982 durante la mia presenza a bordo su Nave Audace per il servizio di leva, nel locale equipaggio di poppa si poteva notare la presenza un solo tubo di lancio in disuso, la zona era chiusa per mezzo di una recinzione metallica e utilizzata come deposito per gli zaini.

Le 'Maestrale', in ogni caso, pur con due tubi di lancio siluri in meno degli 'Audace' sono decisamente avvantaggiate dal fatto che hanno il sonar a profondità variabile, estremamente utile sopratutto quando la nave si muove oltre i 20 nodi e il sonar di prua diventa praticamente 'sordo', e meno capace di sfruttare la lunga portata dei siluri pesanti in modo ottimale.

L'armamento principale antisom è comunque costituito dai due elicotteri AB-212ASW ospitati nell'hangar poppiero.


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Raccolta Foto Audace

 

foto n. 1
Crest Nave Audace

 

foto n. 2
Targa dei cantieri di costruzione

 

foto n. 3
Audace a Trieste 2004

 

foto n. 4
Audace

 

foto n. 5
Audace Mar Nero - giugno 2001 -

 

foto n. 6
Navigazione

 

foto n. 7 - 8
Foto Stresino

 

foto n. 9
Missile poppa

 

foto n. 10
Albatros

 

foto n. 11
Lanciamissili di prora

 

foto n. 12
127

 

foto n. 13
76

 

foto n. 14
In navigazione

 

foto n. 15
Plancia

 

foto n. 16
Sala radio

 

foto n. 17
Elicottero

 

foto n. 18
Elicottero

 

foto n. 19
Navigazione

 

foto n. 20
Navigazione

 

foto n. 21
Ormeggio

 

foto n. 22
Trieste 2004

 

foto n. 23
Ultimo Ammaina Bandiera

 

foto n. 24
Disarmo - Arsenale di La Spezia

 

foto n. 25
Disarmo

 

foto n. 26
foto Maggiani

 

foto n. 27 - 28
Copertine giornali

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