Spesso
ruba la gente / perchè non ha niente / Così crede la
gente / d’esser nullatenente / Ma se ciò che hai / fosse quello
che ti resta da un naufragio sopra un isola deserta / grideresti di
gioia / d’avere una coperta da mettere addosso / ed un bottone d’osso,
un berrettino rosso / una cannuccia, un temperino / nelle tue mani... /
Avresti un piffero dai suoni strani / per fare il verso ai gabbiani /
Sapessi che bellezza / Sapessi che ricchezza / Sapessi che allegria ...
Ogni episodio de ‘I racconti di Padre Brown’ era aperto da queste
parole, sulle celebri note della canzone ‘Grazie, Padre Brown’ scritta
da Renato Rascel appositamente per la serie televisiva e cantata da lui
stesso insieme ai 4+4 di Nora Orlandi e ai Cantori Moderni di
Alessandroni.
Renato Rascel veste ottimamente i panni preticello inglese di Norfolk,
nato nel 1910 dalla penna di Gilbert Keith Chesterton. Il segreto di
Padre Brown è una profonda conoscenza dell’animo umano: egli
scava nell’animo delle persone sino a immedesimarsi in loro, mettersi
nei loro panni, e chiedersi che cosa avrebbe fatto al posto loro. Il
trucco funziona, perchè in questo modo egli riesce puntualmente
a bagnare il naso alla polizia.
Vittorio Cottafavi firma la regia, mentre Arnoldo Foà interpreta
Flambeau, il ladro redento (come è raccontato nel primo episodio
della serie) sempre pronto ad aiutare l’amico prete nelle sue indagini.
Toni ironici, talvolta apertamente comici, smorzano l’aspetto
drammatico che fa da sfondo ad ogni racconto, e danno talora origine a
sequenze spassose per lo spettatore (come l’interpretazione di Mario
Pisu, nei panni del Prefetto di Parigi, o quella di Oreste Lionello nei
panni dell’ispettore Gilder).
Molto interessanti sono anche i dialoghi tra Padre Brown e Flambeau,
sulle questioni della fede e - più in generale - della
condizione umana. Potete avere un piccolo assaggio di queste ‘perle di
saggezza’ nella sezione ‘quotes’ del nostro episodiario.
Ma anche Padre Brown ha i suoi piccoli vizi, come il fumo. Sebbene egli
si sia imposto di fumare solo mezza sigaretta per volta (mezzo peccato
e mezzo fioretto, a quanto dice lui), e spesso - dopo averla messa in
bocca - rinunci anche a quella (‘Meglio di no, eh?’, dice il prete
rivolto al Signore).
Sei sceneggiati (La croce azzurra, Il duello del dottor Hirsch, La
forma sbagliata, Le colpe del principe Saradine, I tre strumenti di
morte, Il re dei ladri) furono trasmessi dalla RAI tra il 1970 e il
1971, con una media di ascolto di oltre 18 milioni di telespettatori.