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Episodio 1

"Veleno in sartoria"


Tratto dal romanzo:

"The red box"
(1937) di Rex Stout

Numero puntate:

2

Prima trasmissione televisiva:

ven 21 e 28 febbraio 1969, rete 1, ore 21,00

Adattamento televisivo di:

Belisario Randone

Personaggi e interpreti:


Helen Frost - Carla Gravina           
Thelma Mitchell - Marisa Bartoli
Molly Lauck - Cecilia Todeschini
Lew Frost - Andrea Lala
Boyden MacNair - Aroldo Tieri
Signora Lamont - Barbara Landi
Dudley Frost - Raffaele Giangrande
Callie Frost - Marina Berti
Claude Gebert - Massimo Serato
Agente Pat - Franco Odoardi
Sergente Muffin - Tullio Valli
Beniamino Beach - Oscar Andriani
Saul Panzer - Roberto Pistone
Tenente Rowcliff - Gabriele Polverosi













































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Il quieto vivere di Nero Wolfe è turbato da Lew Frost, che da tre giorni si ostina a chiedergli l’impossibile: un viaggio in Taxi, di ben cinque minuti, fino alla 53esima strada. A quell’indirizzo, nella casa di mode di Boyden MacNair, è stata avvelenata l’indossatrice Molly Lauck subito dopo una sfilata di moda.

Le insistenze di Frost sono vane, fino a quando il ragazzo presenta a Wolfe una petizione firmata, niente meno, dai più grandi coltivatori di orchidee degli Stati Uniti, che lo pregano di investigare sulla faccenda. Di fronte a questa ‘imposizione’, come la chiama lui, Wolfe non può tirarsi indietro.

Molly Lauck è stata uccisa da un confetto avvelenato con cianuro di potassio. Tutti i confetti della scatola di dolci erano avvelenati, ma stranamente non lo erano i frutti canditi e i cioccolatini della stessa scatola. Per quale ragione? E poi, da dove veniva quella scatola, di cui nessuno ricorda la provenienza? I confetti avvelenati erano proprio destinati a Molly? Secondo Wolfe infatti si tratta di un delitto commesso per errore.

Ma l’incarico di Wolfe non finisce qui. Lew Frost vuole infatti che egli tiri fuori sua cugina Helen, anch’essa modella nella casa di mode, da ‘quel covo di assassini’, come lo chiama lui. Tra cinque settimane, quando sarà maggiorenne, Helen erediterà due milioni di dollari, lasciati in eredità da suo padre che morì molti anni prima quando lei era ancora molto piccola.

Wolfe non tarda a scoprire che la scatola di dolci era in realtà destinata a MacNair. Questi si reca da Wolfe per chiedergli un favore, ma proprio mentre gliene sta parlando, improvvisamente agonizza e muore dopo aver pronunciato le parole: ‘Signor Wolfe, la scongiuro! La scatola di velluto rosso!’.

La causa della morte è ancora una volta il cianuro di potassio, che l’assassino aveva messo nelle pastiglie di aspirina di cui MacNair era un forte consumatore. Ma il problema di Wolfe ora è un altro: che cos’è, dove si trova e cosa contiene quella scatola di velluto rosso? Grazie ad essa, sarà probabilmente possibile dipanare questa intricata matassa.

 

QUOTES


Frost: Lieto di vederla, signor Wolfe!
Wolfe: Non posso dire altrettanto.

***

MacNair: [a Frost] Ha detto a questi signori che posso dedicare loro solo quindici minuti?
Frost: Certo.
Wolfe: Mi occorrono almeno due ore.
MacNair: Sono molto occupato. Le restano quattordici minuti, signor Wolfe.
Wolfe: [alzandosi] Me ne bastano meno per dirle che me ne vado!   

***

Wolfe: Capisco quanto sia fastidioso, anzi inumano, vestir donne tutto il giorno...

***

Frost: Sono venuto a darle l’anticipo. Vuole dirmi la cifra?
Wolfe: È comodo?
Frost: Sì, sì.
Wolfe: Undici mila dollari.
Frost: Come?
Wolfe: Cinquemila per risolvere il caso di Molly Lauck e cinquemila per portare via sua cugina Helen da ‘quel covo di assassini’. Lei vuole due cose, giusto?
Frost: Sì, ma lei non ha fatto nè l’una nè l’altra.
Wolfe: Lei non lo sa. [...]
Frost: Ma mi pare che cinque, più cinque, dovrebbero fare dieci. E gli altri mille?
Wolfe: Per il rischio di quella corsa pazza fino alla cinquantaduesima strada.
Frost: Va bene, va bene. Mi dica quanto le devo per il lavoro fatto, e non se ne parli più.
Wolfe: Come vuole.
Frost: Quanto?
Wolfe: Undici mila dollari.
Frost: Per due ore di lavoro?
Wolfe: Signor Frost, io sono un artista! Ordinerebbe un quadro a Picasso per poi portarglielo via al primo abbozzo dicendo: ‘basta così, quanto le devo?’.

***

Dudley Frost: Perchè vorrebbe undici mila dollari da mio figlio?
Wolfe: Per depositarli in banca.

***

Wolfe: Signor Brenner! Lei sa quanto io apprezzi la sua cucina. Ma le salcicce di oggi erano, come dire, meno eccitanti di quelle che mangiammo l’anno passato. [...]
Fritz: Sa qual è la verità, signore, con tutto il rispetto? Dopo lunghi anni di gioia, lei si è adagiato sulla mia cucina. Ah, les abitudes! Dopo qualche anno, anche la migliore salciccia farcita perde il suo charme... [esce desolato]
Archie: [a Wolfe] Lo ha ferito a morte!

***

Fritz: Monsieur Wolfe sa che la Fondue à la Piemontaise non ammette ritardi?
Archie: Lo sa, lo sa. Non temere.
Fritz: Maledetti crimini, li odio! Gli tolgono l’appetito. Gli attenuano la sensibilità delle papille gustative...
Archie: Fritz, posso dirti una cosa? Dal giorno dell’incidente delle salcicce di Chappaqua, non sei più lo stesso!