Episodio 15
"Il ladro solitario"
Tratto dal romanzo:
"Maigret et le voleur paresseux" (1961) di Georges
Simenon
Numero puntate:
2
Prima trasmissione televisiva:
9 e 10 settembre 1972
Personaggi e interpreti:
Honoré Cuandet - Giulio Platone
Signora Wilton - Angela Cavo
Aristide Fumel - Corrado Olmi
Dottor Boisrond - Mario Righetti
Lucas - Mario Maranzana
Justine Cuandet - Giovanna Galletti
Commissario Amadieu - Mico Cundari
Direttore della Polizia - Franco Silva
Signora Moreau - Luisa Aluigi
Procuratore Dumayliot - Dario De Grassi
Ambrosini - Gianni Guerrieri
Lapointe - Gianni Musy
Il sostituto Kernavel - Adolfo Lastretti
Moërs - Franco Mazzieri
Cèline - Anna Teresa Eugeni
Olga - Elena de Merik
Gustave - Enrico Ostermann
Un agente - Alfio Petrini
Mètier - Aldo Barberito
Signora Raison - Elisa Mainardi
Signora Lussac - Bianca Galvan
Jean Lussac - Gino Lavagetto
Il ‘biondo’ - Bruno Marinelli
Loubière - Gianfranco Barra
Rosalie Pourdon - Annamaria Ackermann
Fernand - Alberto Farnese
Evelyne Schneider - Antonella Della Porta
E inoltre: Giancarlo Bianco, Dino Conturso, Biby Faller, Cirio Giorgio,
Giovanni Attanasio, Paola Coppola, Mario Laurentino, Luciano Mesfun,
Pietro Villani
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Sono le
quattro di notte. Una telefonata
sveglia i signori Maigret. È il brigadiere Fumel: un cadavere
è stato rinvenuto al Bois de Boulogne, senza neppure un
documento, la faccia resa irriconoscibile. Il contesto e gli abiti
indossati dal morto sembrano correlarlo ad una rapina avvenuta proprio
il giorno prima in quella zona di Parigi, che in questo periodo sembra
proprio presa d’assalto dalla criminalità organizzata: furti
negli appartamenti, rapine a banche ed uffici postali si susseguono
giorno dopo giorno, e la polizia brancola nel buio. ‘Parigi in mano ai
banditi’, titolano i quotidiani. La stampa attacca il governo e irride
la magistratura. Il clima ai palazzi di Quai des Ofevres è
particolarmente teso...
Dopo una veloce colazione preparata dalla signora Maigret, il
commissario si reca sulla scena del delitto. Il morto ha una frattura
nel cranio, provocata da diversi colpi. Il medico legale ritiene che i
colpi al viso siano stati inferti dopo il decesso, al solo scopo di non
far riconoscere l’uomo. Non ci sono tracce di sangue, in compenso ci
sono tracce di una frenata brusca. Evidentemente il corpo è
stato portato lì in macchina, già esanime.
Pochi metri più in là, in un cespuglio, Maigret rinviene
una pipa. E ha un’illuminazione. E se il morto fosse Cuandet?
Honoré Cuandet è una vecchia conoscenza del commissario.
Proprio il giorno prima gli aveva fatto visita su incarico del
Procuratore, convinto che Cuandè fosse implicato nel giro di
furti avvenuti in questi giorni. Maigret ne dubitava, in quanto il suo
modus operandi aveva tutta un’altra classe... in fondo il commissario
nutriva una certa simpatia per lui.
Tuttavia Maigret non escludeva che Cuandet sapesse qualcosa del
gangster Cuandet, sicuramente implicato negli eventi recenti, e che
aveva trascorso un periodo di tempo in carcere insieme a Cuandet. Il
quale tuttavia aveva negato recisamente.
Un tatuaggio sul braccio conferma i sospetti di Maigret: il morto
è proprio Cuandet. Ma chi lo ha ucciso? E c’entra qualcosa il
gangster Fernand?
A complicare la vita a Maigret ci si mette ‘quel baccalà’ del
sostituto Procuratore, il quale ha impiegato trecento uomini agli
Champs Elisees in un improbabile appostamento – che, secondo una sua
intuizione, dovrebbe essere risolutivo – lasciando a Maigret solo nove
uomini, con i quali egli riuscirà ad arrangiarsi per risolvere,
in un colpo solo, entrambi i casi.
Alla faccia del sostituto Procuratore...
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QUOTES
Signora Maigret:
Copriti bene quando esci. Fa freddo fuori, sai? Adesso telefono in
ufficio che ti mandino una macchina.
Maigret:
No, no, no, per carità! Dovrei spiegare il come, il
perché... No, prendo un taxi.
Signora Maigret:
Ma scusa, ma se vai per servizio!
Maigret:
Va bè, ma non è autorizzato. Devo capitare là,
così, come per caso. Ecco a cosa ci hanno ridotto quelli
là! All’umiliazione dei sotterfugi per fare il nostro dovere.
Signora
Maigret: E ‘quelli là’ chi sarebbero?
Maigret:
I dottori. La nuova infornata. Io ero felice prima che arrivassero.
Sì, perchè i principi erano sacrosanti: più
efficienza, soprattutto basta coi metodi duri. ‘La polizia non è
sopra ma è al servizio del cittadino’. ‘Bisogna instaurare un
nuovo clima tra il popolo e la sua polizia’. E figurati se non ero
d’accordo, io. Non l’ho sempre detto io che un poliziotto deve armarsi
di fantasia e umanità, invece che di leggi e sfollagente?
Signora Maigret:
Certo che lo hai sempre detto, e ti sei fatto anche tanti nemici per
questo.
Maigret:
E così pensavo fosse giunta l’ora buona. Invece erano solo
parole. Nella pratica sono riusciti a complicare le cose con una
valanga di disposizioni e di circolari che non ti dico... Adesso sono
tutti capi! E la nostra attività sembra essere diventata quella
di scrivere, di passare carte.
***
Signora Maigret:
Ma sei proprio un bambino, Maigret. Ti sei attaccato a questa idea
della campagna con l’ostinazione di un bambino.
Maigret:
Ma... ne parli come se fosse un capriccio, andiamo!
Signora
Maigret: Insomma, Maigret, ragioniamo. Tu hai sempre fatto il
tuo lavoro con la passione e con l’abilità che tutti ti
riconoscono. Hai avuto anche tante soddisfazioni, mi pare, no? E questo
lavoro adesso non lo sopporti più !?. A Parigi tu sei stato
considerato quasi come un re. E ora scopri questa insofferenza per la
città. Ma perché? È per il mondo che è
cambiato, o forse perché... sei tu che invecchi?
Maigret:
Andiamo... Ma sono domande da farsi, signora Maigret! Andiamo! Certo
che invecchio!
Signora
Maigret: E allora? Ma scusa, non è meglio invecchiare
tranquillo, tra le cose che ti sono familiari, senza cambiamenti,
preoccupazioni! Maigret... lascia perdere la campagna...
Maigret:
No! Mia cara, no! No! Perchè, vedi, signora Maigret, non
è grave invecchiare. L’importante è non averne la
sensazione! E in campagna ci sembrerà di cominciare da capo,
vedrai... Avremo la casa, i fiori, i frutti, un buon vino nostro...
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