RISERVA NATURALE "BOSCO D'ALCAMO"

Istituzione 29 Giugno 1984
Superficie 313 ettari
Ente Gestore Provincia di Trapani
Zona Comune di Alcamo
Tipologia Riserva Naturale Orientata

La riserva del Bosco di Alcamo è una tra le più piccole aree protette siciliane. Si estende lungo la parte sommitale del Monte Bonifato, un rilievo che fa parte del vasto complesso calcareo che si snoda lungo la costa occidentale dell'isola tra la provincia di Palermo e Monte Erice. In tutta l'arca le pendici montuose sono caratterizzate da un paesaggio brullo e monotono, dominato dal grigiore della roccia calcarea; l'originaria vegetazione legnosa, costituita un tempo da una fitta macchia sempreverde nelle aree più basse e da foreste di Leccio e Roverella lungo le pendici, è infatti quasi dappertutto scomparsa a causa dei frequenti tagli operati dall'uomo e dai numerosi incendi. I declivi rocciosi sono occupati da pascoli in cui prevalgono pianticelle annue effimere, o da garighe composte da bassi e contorti suffrutici. Lo stesso Leccio, albero tipico della regione mediterranea, è ormai divenuto raro lungo questi monti, pur formando piccoli addensamenti nelle zone più impervie e lungo i ghiaioni al riparo dal fuoco.

Vaste superfici sono colonizzate da robuste graminacce cespitose come l'Ampelodesma, più comunemente conosciuta come «Disa», specie resistente al pascolo ed agli incendi, che forma estese praterie lungo le pendici più erose. Anche il Monte Bonifato ha subito questi processi di degrado del manto vegetale, motivo per cui le sue propaggini appaiono oggi spoglie e rocciose. La sommità è stata invece sottoposta durante i decenni passati a ripetuti interventi di riforestazione che hanno portato alla creazione di un fitto bosco costituito in prevalenza da Pino domestico, Pino d'Aleppo e Cipressi. Pur essendo quindi composto da specie esotiche, cioè non originarie della zona, il Bosco di Alcamo rappresenta un'area verde di un certo interesse sia per lo sviluppo e l'equilibrio raggiunti dalla vegetazione arborea, che per la sua funzione ricreativa. La presenza di un fitto manto vegetale ha inoltre svolto un ruolo insostituibile nella preservazione del suolo dall'erosione, e potrà agevolare l'opera di reintroduzione di piante arboree indigene come Lecci, Frassini e Roverelle, che sono ancora presenti nel bosco in buon numero e mostrano una notevole capacità di rigenerazione.

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La fitta vegetazione di questa riserva ospita una fauna peculiare in quanto costituisce un'area boscata relativamente isolata rispetto al territorio circostante. Vi si trovano diverse specie tipiche dei boschi siciliani, come ad esempio parecchi fringillidi, fra i quali il Verzellino ed il Verdone. Questi uccelli hanno infatti una particolare predilezione per le zone boscate a Cipressi e Pini. Osservando attentamente le cime delle chiome durante la primavera si possono scorgere i maschi che si posano bene in vista a cantare per delimitare i propri territori di riproduzione. Il Verdone è una specie tipicamente granivora, come testimoniato dal becco robusto. Il suo piumaggio è giallo-olivastro, dalle tinte meno vivaci nelle femmine. Il canto è costituito da un trillo ripetuto e senza modulazione, e viene emesso a cominciare dal mese di febbraio fino all'inizio dell'estate. Spostando la nostra attenzione verso i tronchi dei grossi alberi, si può osservare il rapido muoversi di un uccello molto piccolo, dal piumaggio mimetico e dal caratteristico becco lungo e sottile rivolto verso il basso: il Rampichino. Questo uccelletto si ciba degli insetti che cattura tra le fessure delle cortecce, che vengono esplorate in maniera alquanto singolare. Infatti il Rampichino ha l'abitudine di portarsi alla base dei grossi tronchi e di risalire verso la cima muovendosi a spirale sul tronco stesso, per poi volare sulle parti basse di un altro albero e ricominciare la propria caccia. Tra gli abitanti delle alte fronde degli alberi si trovano anche le colorate e rumorose Cince, uccelli insettivori di piccole dimensioni che catturano le proprie prede muovendosi agilmente tra i rami. Le specie più comuni sono la Cinciallegra, dal caratteristico canto, un monotono «cin-cin» e la Cinciarella, riconoscibile per il tipico disegno nero e azzurro del capo. Nell'ambiente omogeneo e ombreggiato creato dal fitto rimboschimento trovano rifugio poche specie di rettili, tra cui il Biacco, il più comune serpente siciliano, dal cui colore interamente nero deriva il nome dialettale «serpe nivura», e la Lucertola campestre, che si può osservare nelle zone più aperte, soprattutto in vicinanza di casolari ed altre costruzioni. Tra i mammiferi è di particolare interesse un piccolo roditore che ha una caratteristica mascherina nera sugli occhi e ai lati della testa, e un evidente ciuffo di pelo nero all'estremità della coda: il Topo quercino. Questa specie, imparentata più con il Ghiro che con i comuni topolini di campagna, è prevalentemente arboricola e si muove quasi esclusivamente di notte; per queste abitudini particolari e per il carattere molto elusivo l'osservazione diretta è abbastanza improbabile. Il Bosco di Alcamo, nonostante risulti da un'opera di riforestazione con specie di origine esotica, costituisce comunque un habitat di un certo rilievo per le comunità di animali che ospita e che non sono meno varie e interessanti rispetto a quelle di altri boschi naturali del territorio siciliano.