Logogavnewcolbr.JPG (74054 byte)Gruppo Archeologico di Villadose

Piazza Aldo Moro 1- Villadose 45010- Rovigo Tel: +39 425 31263   e-mail.gif (25129 byte)

ONLUS R. VENETO n° RO 66

GAV

Sezione Ricerca di Superficie (resp. Dilauro Ferrari - tel. 0532 868427)

Sezione Ricerca d'archivio (resp. Giuseppe Segato - tel. 0425 492340)

Sezione attività formative e divulgative (resp. Sandra Cignoni - tel. 0425 641266)

Museo della Centuriazione Romana (resp. Guido Senesi - tel. 0425 360946)

Sezione Archeologia Sperimentale (resp. Enrico Maragno - tel. 0425 31263)

Gruppo Danze Antiche ed Etniche (resp. Silvia Bellinello  - tel. 0425 90587)

Legio I Italica (resp. Corrado Perelli - tel. 0425 90210)

Gruppo di Antropologia Sociale dell'Antichità (resp. Alberta Silvestri - tel. 0425 28679)

PUBBLICAZIONI PROMOSSE DAL GAV:

La centuriazione dell'agro di Adria (1993, 352 pagine, 450 illustrazioni)

Anfore in area padana: come riconoscerle (1995)

La ricerca archeologica di superficie in area padana: atti workshop di Villadose del 1/10/94 (1996)

Quaderni di Archeologia del Polesine I Volume, 379 pagine (2000)

I libri sono distribuiti da LINEA AGS di Stanghella (PD) - Tel. 0425 95018

 

ATTIVITA' DIDATTICA

  Proposte didattiche per il museo di Villadose Lo scavo  didattico    

 

ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE ED APPLICAZIONI DIDATTICHE NEL PROGETTO PER IL NUOVO MUSEO MULTIMEDIALE SULLA CENTURIAZIONE ROMANA A VILLADOSE

di Marco Boscolo

1. Premessa al progetto

La ricerca di valori e tradizioni comuni nelle varie nazioni europee ha lo scopo di percorrere un itinerario che porti a migliorare la cooperazione e l’unità fra gli Stati ed i cittadini europei. I gruppi di volontari organizzati, enti ed amministrazioni pubbliche dovrebbero collaborare tra loro nel recupero di tradizioni transeuropee valorizzando i territori e le risorse umane presenti per prevenire impoverimenti culturali.

La romanizzazione di buona parte dell’Europa dal I secolo a.C. al quarto - quinto secolo d. C. ha gettato le basi delle culture nazionali europee che si sono sviluppate successivamente in epoca medievale e moderna. Gli influssi sulle varie lingue nazionali, sugli usi e sui costumi sono ancora oggi apprezzabili.

Il progetto che presentiamo intende mettere in evidenza la fase della civilizzazione romana sensibilizzando la popolazione agli influssi culturali comuni che questo periodo ha comportato nelle varie regioni assoggettate al dominio dell’impero romano.

In questo progetto si prenderanno in considerazione gli insediamenti agricoli in agri centuriati o no e si cercherà di evidenziare le peculiarità culturali del mondo rurale romano in età classica.

Le ricostruzioni reali e virtuali, l’aiuto dei reperti archeologici e l’uso dei criteri dell’archeologia sperimentale aiuteranno a conoscere il modo di vivere degli antichi romani. L’azione divulgativa utilizzerà come strumenti i canali multimediali e in particolare si prevede l’allestimento di una mostra multimediale sull’abitazione dei coloni romani. Gli Obbiettivi del progetto sono di richiamare nella popolazione dei Paesi coinvolti le comuni origini culturali risalenti all’età romana ed in particolare la cultura che si è sviluppata negli antichi ambiti rurali.

 

2. Parte Prima: La situazione e le esperienze presenti

 

2.1. Il contesto ambientale

Il territorio comunale di Villadose è interamente occupato dall’antico disegno agrario della centuriazione che si estendeva tra Adria e Rovigo. Nelle maglie di cardini e decumani sono stati individuati nel corso di metodiche ricerche di superficie siti archeologici di età romana e alcuni di questi hanno offerto reperti indubbiamente attribuibili a popolazioni preromane.

Il GAV esegue la ricerca di superficie in modo metodico con catalogazione dei siti scoperti dal 1988 nel Comune di Villadose. Successivamente ha allargato la propria zona operativa nei comuni di Rovigo, Adria, San Martino di Venezze, Ceregnano e dal 1995 sta esplorando i Comuni di Pontecchio Polesine, Guarda Veneta e Crespino. Le ricerche eseguite sono state in parte pubblicate e sono a disposizione degli studiosi.

Le amministrazioni comunali di Villadose e di San Martino di Venezze hanno acquisito a fini di tutela, la carta archeologica redatta dal GAV, nei loro piani regolatori.

L’arch. Maurizio Gobbo, socio del GAV e dipendente dell’Amministrazione Provinciale di Rovigo ha informatizzato i siti scoperti. Il risultato di questo lavoro è un prodotto che permette di avere esaurienti informazioni sui ritrovamenti semplicemente "cliccando" sui siti.

 

2.2. La formazione

Si prevede il coinvolgimento dell’Istituto d’arte di Castelmassa. Questa scuola sarà soggetto attuatore del progetto pilota FIS di "Tecnico del recupero dei beni storico - artistici" finalizzato alla formazione di nuove figure professionali nell’ambito del recupero e valorizzazione del patrimonio artistico.

Il progetto, promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione, è già stato finanziato. Gli altri soggetti istituzionali coinvolti, con il Patto Territoriale quale strumento di integrazione e coerenza con le politiche di sviluppo locale, sono: Regione Veneto, Consorzio per lo sviluppo del Polesine, Amministrazione Provinciale di Rovigo, trentotto Comuni della provincia, Camera di Commercio, Associazione Industriali, CNA, UPA secondo la direttiva di favorire: sviluppo, turismo e cultura.

I tecnici formati con questo corso saranno in grado di:

· collaborare con il progettista dell’intervento di restauro;

· conoscere le procedure e tecnologie del rilievo e della documentazione;

· ripristinare e recuperare gli elementi fittili, lignei, pittorici e lapidei dell’edificio storico.

Il programma del corso prevede una fase di apprendimento di nozioni generali e specifiche nel campo del restauro e una fase di simulazione professionale sia su interventi nuovi che su restauri.

Il progetto pilota si inserisce perfettamente negli scopi didattici della mostra multimediale essendo una palestra di prova nella fase di allestimento della mostra stessa e uno sbocco occupazionale come guide delle comitive, in quanto profondi conoscitori delle tecniche e dei materiali utilizzati nell’antichità.

 

2.3. Archeologia Sperimentale

Questa disciplina scientifica si è sviluppata negli ultimi 20 anni nel Nord Europa. La ricostruzione del passato avviene tramite lo studio delle fonti, dei pezzi archeologici, la ricostruzione degli strumenti utilizzando gli stessi utensili e materiali degli antichi ed infine la sperimentazione diretta.

Questa disciplina si propone di affrontare innumerevoli aspetti dell’antichità come ad esempio una tecnica di combattimento, una tecnica pittorica, la preparazione dei cibi, la costruzione di un’arma o la ricostruzione di un utensile, ecc.

L’archeologia sperimentale applicata alla didattica e all’educazione rappresenta concretamente i risultati di uno studio sperimentale, consentendo la partecipazione più immediata e un’acquisizione più approfondita dei temi e dei soggetti storici trattati sia da parte degli adulti che dei bambini. Queste procedure consentono a chi vede di poter toccare con mano se non addirittura provare quei reperti solitamente osservabili dentro una vetrina di museo.

2.4. La mostra didattica esistente

Il museo, nato nel 1990, raccoglie circa 400 reperti raccolti in superficie nella grande centuriazione romana di Adria individuata nelle campagne tra Adria e Rovigo. Ha scopi didattici ed è impostato in quattro sezioni:

a) Le centuriazioni in generale e la centuriazione di Adria in particolare.

b) La ricerca archeologica di superficie.

c) Le attività dei coloni romani nella centuriazione.

d) Le tracce lasciate dalle popolazioni venete preromane.

I reperti sono esposti in una serie di vetrine e di supporti espositivi in una sala del palazzo storico sede del municipio di Villadose.

 

3. Parte II: il Progetto

 

3.1. Obiettivi

Le esperienze già svolte o in fase di realizzazione con contributi locali o di ditte private o da volontari del GAV, ci hanno spinto a proporci per un finanziamento europeo per la realizzazione di manifestazioni finalizzate alla valorizzazione degli insediamenti e della cultura romana nel territorio. Le manifestazioni si svilupperanno anche attraverso l’organizzazione di una mostra multimediale e di tutte le attività didattiche che da essa si sviluppano avendo come oggetto la centuriazione romana.

La mostra multimediale riprende i temi affrontati nella mostra didattica esistente, li amplia rendendo partecipi le classi di studenti e i visitatori e li collega alla gestione didattica punto nodale della tutela di un bene culturale.

La gestione didattica senza il supporto multimediale risulta privata di uno strumento, che raggiunge l’autorevolezza di un libro scritto, ma che a differenza di quest’ultimo è più agile e flessibile per adattarsi alle differenti situazioni.

Le valorizzazione di risorse ambientali e culturali della nostra realtà locale e la collaborazione con altre realtà europee potrà comportare la creazione di nuovi posti di lavoro per lavoratori non occupati anche in collegamento con progetti già in corso di attuazione e rivolti ad incentivare tra i giovani la tutela, il recupero e la fruizione dei beni culturali.

 

3.2. Allestimento mostra didattica multimediale

Il comune di Villadose dovrebbe mettere a disposizione due locali e l’atrio di ingresso situati al livello primo di villa Patella e una parte del prato nella piazza antistante il palazzo.

Il programma multimediale, con l’impiego di luci e suoni, legherà gli elementi esposti e l’attività didattica. Il progetto multimediale prevede come tema conduttore la ricostruzione virtuale della casa del colono sviluppata nella sala B (paragrafo 3.6), esso sarà uno strumento di informazione sia per chi sta già visitando la mostra che per chi vuole informarsi prima.

 

3.3. Riallestimento della mostra della centuriazione (sala A)

Si prevede l’utilizzo di 3 computer per le tre sezioni della mostra con guida vocale alla visita e illustrazione di disegni e immagini commentate relative ai vari aspetti trattati.

Il primo computer sarà dedicato alle centuriazioni con una descrizione della centuriazione di Adria in particolare; il secondo computer fornirà informazioni sulla ricerca archeologica di superficie; il terzo illustrerà le attività dei coloni romani documentate da ritrovamenti nella centuriazione.

 

3.4. Carta informatizzata

Le amministrazioni pubbliche si avvalgono di strumenti informatici per la gestione del territorio, raccogliendo i dati in elenchi e successivamente rielaborandoli secondo le necessità con risparmio di tempo, unificazione del lavoro svolto e interdisciplinarità delle diverse figure professionali. Il risultato sono decine di carte tematiche ottenute da una singola carta "madre" semplicemente elaborando in modo diverso i dati. Questa tecnica è convenzionalmente chiamata G.I.S: (global information system). Questo strumento applicato nel campo dell’archeologia permette di visualizzare su mappe tematiche i siti rielaborandoli in base al materiale recuperato, alla datazione, all’estensione, e in altri modi. La carta archeologica informatizzata è importante per l’amministrazione preposta al controllo del territorio per intervenire e salvaguardare il patrimonio archeologico durante lavori sui siti. La naturale evoluzione di questo strumento è la carta del rischio archeologico per evidenziare le zone in cui esiste la probabilità di imbattersi in un sito archeologico.

A Villadose sarà possibile consultare una carta informatizzata del territorio centuriato con tutti i 343 siti individuati dal GAV nella centuriazione. Per ogni sito sarà disponibile una scheda e le foto o i disegni dei reperti più significativi. La carta è in stato avanzato di realizzazione.

 

3.5. Allestimento area di accoglienza (atrio di villa Patella)

Si prevedono 40 posti a sedere ed uno schermo gigante adatto alla proiezione di diapositive e filmati. Alle pareti saranno appoggiate alcune vetrine contenenti pubblicazioni e gadget che i visitatori potranno acquistare. Saranno inoltre presenti pubblicazioni e depliant sul Polesine da distribuire gratuitamente ai visitatori.

 

3.6. Allestimento di una casa della centuriazione (sala B)

· I visitatori potranno sperimentare come vivevano i coloni nelle loro case. Tutti i mobili e le suppellettili saranno ricostruiti su modelli antichi individuati presso musei o in cataloghi e pubblicazioni. Si prevede la ricostruzione dei seguenti ambienti:

3.6.1. Ingresso con il larario

Temi didattici da sviluppare: il culto, il calendario e la misurazione del tempo. Al termine della visita il visitatore dovrà conoscere:

· le principali divinità dei Romani,

· i principali culti e festività dedicati ad esse ed in particolare di quelli più praticati in ambiti rurali.

· L’articolazione del calendario con giorni lavorativi e festivi,

· la successione delle settimane e dei mesi e la formulazione della data

· La misurazione delle ore con gli orologi solari.

· Le conoscenza di matematici greci e romani relativi alla misura del tempo e alla forma della terra.

Tipo di allestimento:

· ricostruzione di una meridiana ad hemiclium,

· ricostruzione di un calendario con evidenziazione dei giorni lavorativi e delle varie festività.

· Ricostruzione di una nicchia e di un altare con i lari ed altre divinità

 

3.6.2. Triclinio o sala da pranzo

Temi da affrontare: la mensa, i pasti, il vasellame da mensa. Al termine della visita il visitatore dovrà conoscere:

· l’articolazione e la composizione dei pasti

· come si svolgeva un pasto e il tipo di utensili utilizzati

Tipo di allestimento:

· ricostruzione di un tavolino con due letti triclinari candelabri, tavolo, suppellettili, braciere

· allestimento di una mensa imbandita completa di utensili e stoviglie

 

3.6.3. Cucina

Temi da sviluppare: alimentazione, preparazione, conservazione e trasporto dei cibi. Al termine della visita il visitatore dovrà conoscere

· i cibi più comuni nella cucina romana ed alcune ricette famose.

· Le principali regole per la preparazione dei cibi

· L’attrezzatura tipica di una dispensa e di una cucina romana

Tipo di allestimento:

· Serie di tavoli con contenitori per i cibi (anfore, olle, anforette)

· forni per la cottura, pentole e tegami da fuoco

· Macine da cereali per produrre la farina

 

3.6.4. Cubicula o camera da letto

Temi da sviluppare: i tempi del riposo, l’abbigliamento

Tipo di allestimento:

· un letto di legno con pagliericcio

· un panca con una serie di indumenti candelabri, stufa.

 

3.6.5. Studiolo

Temi da sviluppare: scrittura e servizio postale. Al termine della visita il visitatore dovrà conoscere le tecniche per scrivere, l’alfabeto, come veniva scritta e inviata una lettera. Come veniva stilato un contratto.

Tipo di allestimento:

· un tavolo con calamaio, penna, pergamena, rotoli, libri, stilo e tavolette cerate, papiri.

 

3.6.6. Laboratorio didattico

Temi da sviluppare: riproduzioni grafiche e plastiche di oggetti e reperti.

Spazio richiesto: nell’ambiente dedicato alla cucina

Tipo di allestimento: Tavole panche della cucina, attrezzi e utensili legati alla gestione didattica

 

La visita della casa dei coloni della centuriazione sarà guidata automaticamente da un sistema tecnologico che regolerà i commenti sonori e l’illuminazione dei vari ambienti in successione. L’accesso sarà consentito a gruppi di 15 visitatori per volta che saranno guidati da un commento vocale che li porterà successivamente nei 5 ambienti da visitare. L’illuminazione procederà in sincronia col commento ambiente per ambiente, oggetto per oggetto. La guida dopo aver descritto i vari ambienti della casa inviterà i visitatori a toccare certi oggetti ed a sperimentare alcuni compiti.

 

3.6.7. Allestimento della mostra all’aperto (piazza Moro)

Temi da sviluppare: edilizia, agricoltura, l’esercito, gli strumenti di misura. Al termine della visita il visitatore dovrà conoscere le tecniche utilizzate dai romani nella costruzione delle abitazioni e per la produzione dei laterizi e le tecniche delle più comuni lavorazioni agricole. Inoltre dovranno conoscere l’organizzazione del servizio militare e l’equipaggiamento di un soldato.

Dovranno inoltre conoscere le unità di misura e l’uso degli strumenti topografici più comuni.

Tipo di allestimento:

· Ricostruzione di una parte di muro in mattoni

· Ricostruzioni di alcune porzioni di pavimentazione

· Ricostruzione di una sezione di strada pavimentata

· Ricostruzione di un forno per la cottura dei laterizi

Allestimento di 30 mq di terreno per dimostrazioni pratiche con zappe, vanghe e vomeri ricostruiti.

Allestimento di una tenda militare con attrezzature militari e topografiche.

 

3.7. Gestione Didattica

La strutturazione della Mostra Multimediale come prevista nel presente progetto permette varie forme di fruizione da parte dei visitatori che distingueremo:

· visite generiche a diversi livelli di approfondimento

· visite tematiche focalizzate solo su alcuni aspetti

· visite con esercitazioni di laboratorio didattico

Temi da sviluppare: le centuriazioni e il territorio centuriato di Villadose, la ricerca archeologica di superficie, la vita quotidiana dei coloni della centuriazione (la vita domestica, le attività produttive, le attività sociali)

 

Si prevede di mettere a disposizione di gruppi e insegnanti una copia del testo "La centuriazione dell’agro di Adria", contenente notizie esaurienti su tutti gli aspetti suddetti, oppure il CD multimediale la cui realizzazione è prevista nel presente progetto.

Le lezioni didattiche avverranno sia in classe che sul posto e saranno svolte di comune accordo tra insegnanti e "guide" della mostra, seguendo percorsi tematici già definiti e in parte in via di definizione con l’ausilio dell’Istituto Statale d’Arte. In alcune ore svolte in classe saranno descritte le conoscenze necessarie a sviluppare il percorso tematico concordato con l’insegnante.

Le classi di studenti visiteranno la mostra approfondendo le conoscenze di base avute in classe e impiegheranno parte del loro tempo a sviluppare il percorso didattico che può essere un’attività artigianale da sviluppare al museo, o un’attività da sviluppare all’aperto.

Di seguito sono descritti i percorsi tematici già definiti e raccolti sotto quattro argomenti:

 

3.7.1. La centuriazione romana

Il visitatore al termine della visita dovrà conoscere l’importanza delle centuriazioni nella civiltà romana, le caratteristiche di un agro centuriato, le caratteristiche della centuriazione di Adria, l’organizzazione degli insediamenti all’interno di una centuriazione.

Percorso didattico:

· proiezione di diapositive sul tema nell’area di accoglienza

· visita della I sezione della Mostra (sala A)

· visita del museo all’aperto (gli strumenti di misurazione e le unità di misura) con esercitazione pratica nell’uso della groma e di altri strumenti di misurazione.

· laboratorio didattico: elaborazione grafica di un agro centuriato con cardini e decumani, con le dimensioni degli appezzamenti. Descrizione dei cippi centuriali.

 

3.7.2. La ricerca archeologica di superficie

Il visitatore al termine della visita dovrà aver sviluppato cognizioni sulla interpretazione delle fotografie aeree, sulla metodologia della ricerca archeologica di superficie, sulla datazione di un sito archeologico di età romana.

Percorso didattico:

· proiezione di diapositive sul tema nell’area di accoglienza

· visita della II sezione della Mostra (sala A)

· laboratorio didattico: datazione di un sito sulla base dei materiali raccolti. Al gruppo verrà fornito un contenitore con reperti provenienti da un determinato sito ed insieme all’esperto si risalirà alla datazione. Interpretazione di fotografie aeree appositamente fornite.

· Esperienza sul campo con uscita in campagna accompagnati dai ricercatori del GAV per una ricerca di superficie

 

3.7.3. La vita quotidiana dei coloni romani

3.7.3.1. le attività produttive e commerciali

Il visitatore al termine della visita dovrà aver sviluppato cognizioni sui materiali e le tecnologie usate dai romani nel campo della produzione ceramica, della metallurgia, della tessitura, della lavorazione del vetro, della produzione dei laterizi, della costruzione delle abitazioni. Dovranno inoltre avere chiare le tecniche di coltivazione dei campi e i meccanismi degli scambi commerciali sui quali si fondava l’economia dell’agro centuriato.

Percorso didattico:

· proiezione di diapositive sul tema nell’area di accoglienza

· visita della III sezione della Mostra (sala A)

· visita della Mostra all’aperto ed esercitazione pratica con alcuni attrezzi agricoli ricostruiti. Esercitazioni pratiche organizzate dall’ISA sulla lavorazione e il restauro delle ceramiche, sulla lavorazione del vetro, sulla lavorazione dei metalli e sulla tessitura di stoffe con un telaio verticale.

· Laboratorio didattico: lettura e riconoscimento di alcune monete romane, riproduzione grafica di una abitazione romana, ricostruzione delle coltivazioni, della flora e della fauna selvatica o di allevamento dell’epoca romana

 

3.7.3.2. le attività domestiche

Il visitatore al termine della visita dovrà conoscere la strutturazione di un’abitazione romana e l’organizzazione delle principali attività domestiche: cottura dei cibi, mensa, riposo, scrittura, culto degli dei, abbigliamento, misurazione del tempo.

Percorso didattico:

a) visita della III sezione della Mostra (sala A)

b) visita dell’abitazione dei coloni romani (sala B)

c) esercitazioni pratiche (macinare i cereali con la macina a mano, scrivere sulle tavolette cerate, leggere l’ora su una meridiana ad hemicyclium,

d) laboratorio didattico: trovare la data del giorno, disegnare l’abbigliamento maschile e femminile dei coloni romani, formulare alcune domande e alcuni ordini in latino, studiare la realizzazione pratica di una ricetta di Apicio, elencare gli dei festeggiati nel mese in corso.

 

3.7.3.3. le attività sociali

Il visitatore al termine della visita dovrà conoscere come si articolava la vita sociale all’interno della famiglia, conoscere i rapporti tra schiavi ed uomini liberi, l’organizzazione della vita amministrativa e della giustizia, l’esercito e il servizio militare, i principali riti in occasione di nascite, matrimoni e funerali, i giochi e i divertimenti più comuni, la musica e la danza.

Percorso didattico:

a) visita dell’abitazione dei coloni romani (sala B)

b) visita del museo all’aperto

c) laboratorio didattico: giocare a dadi secondo le regole dei romani, descrivere l’organizzazione di una legione, descrivere l’organizzazione gerarchica di una famiglia della centuriazione.

 

3.8. Formazione professionale

Si prevede una collaborazione con l’Istituto d’Arte di Castelmassa nell’ambito del corso per "Tecnico del recupero dei beni storico - artistici", sia per quanto riguarda la fase dell’Allestimento che, successivamente, quella della gestione.

 

3.8.1. Fase Prima: l’Allestimento della mostra didattica

È un’occasione per impegnare studenti in fase formativa su temi del recupero, restauro, valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico.

In questo contesto è possibile affrontare le tematiche relative ai materiali e alle tecniche di posa in opera. Questa opportunità permette di affrontare i temi dell’archeologia sperimentale legate all’edilizia e alla produzione di oggetti artistici.

I ragazzi saranno impegnati per una parte dei loro programmi nello studio delle ricostruzioni necessarie all’allestimento della casa dei coloni e successivamente nella realizzazione dei manufatti.

3.8.2. Fase Seconda: la Gestione

È il momento della trasmissione delle conoscenze acquisite durante la fase di formazione. I fruitori della mostra didattica hanno l’opportunità di confrontarsi con le persone che hanno materialmente allestito parte della mostra per riscoprire assieme le tecniche impiegate.

In questa fase gli studenti ormai diplomati sono in grado di proporre le tecniche sia costruttive che di restauro dei manufatti per sensibilizzare le persone al recupero di tradizioni antiche.

La gestione della mostra multimediale è anche il momento per le Amministrazioni pubbliche di partecipare attivamente alla creazione di posti di lavoro indotti creando un centro studi e altre realtà che sviluppino scambi culturali con altri paesi Europei ed extraeuropei. Il flusso dei visitatori creerà vantaggi per gli operatori economici del comune di Villadose e per la provincia di Rovigo.

Il centro studi, collaborerà nelle dimostrazioni artistiche, partecipando a mostre e rievocazioni.

3.9. Realizzazione CD multimediali

Si prevede di realizzare un CD che raccolga tutti i contenuti della mostra esistente e la ricostruzione della casa dei coloni. Il percorso del CD sarà sviluppato con commenti e animazioni virtuali per riproporre allo spettatore le stesse sensazioni che avrebbe visitando la mostra. In questa fase, a titolo dimostrativo, sono già stati sviluppati gli ambienti della Sala da Pranzo, della cucina e del magazzino e di seguito si propongono alcune immagini diapositive e filmati.

4.0. Rievocazione del mercato della centuriazione romana

La manifestazione giunta alla sua V edizione, presenta finalità didattiche raggiungibili tramite gli strumenti dell’archeologia sperimentale. Cioè si vuol far comprendere ai moderni la storia di una certa regione o area limitata, non solo attraverso l’analisi dei reperti rinvenuti e l’analisi degli studi archeologici, ma anche attraverso la ricostruzione e la sperimentazione di oggetti, di tecniche e anche di eventi sociali. Quindi gli aspetti divulgativi, didattici e sperimentali si intersecano con l’obiettivo finale di far comprendere il passato non solo ad un pubblico di addetti ai lavori ma alla maggioranza della popolazione.

Concludendo l’attività didattica museale si sposta in occasione della rievocazione su tutto l’ambito comunale con la collaborazione degli abitanti e dei visitatori.

Conclusioni

Riteniamo che il modello di sviluppo culturale e di studio storico archeologico proposto per il comune di Villadose, grazie alla grande disponibilità dimostrata dai gruppi di volontari e dalla scuola, possa avere una prospettiva di sviluppo. Il piano economico non è proibitivo ed i volontari lavorano praticamente gratis.

Purtroppo in tali progetti non è possibile partire con consensi generalizzati come taluni amministratori pretendono, perchè la coscienza civile e le basi culturali di una popolazione non sempre preesistono alle politiche che dovrebbero promuoverne lo sviluppo.

A tuttoggi il progetto non è stato sviluppato e la sala prevista nel progetto è stata destinata ad uffici comunali.

 

ESPERIENZE DI ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE APPLICATE ALLA DIDATTICA: LA RIPRODUZIONE DI UNO SCAVO ARCHEOLOGICO

di Antonella Nanni

L’ARCHEOLOGIA COME COMPLESSITA’

Prima di entrare nel "vivo" del discorso, è secondo me importante cercare di capire la complessità di questa disciplina che è l’Archeologia. Tutti sappiamo che l’archeologia è in parte " la scoperta dei tesori del passato, in parte il lavoro meticoloso di un analista scientifico, in parte un esercizio di immaginazione creativa" (C. Renfrew, P. Bahn 1999 p. 1).

In quale rapporto è però l’archeologia con altre discipline quali la storia e l’antropologia, che hanno il medesimo soggetto: l’uomo? Inoltre l’archeologia è una scienza? Possiamo definire che l’archeologia è il "passato storico dell’antropologia culturale", poiché l’archeologia studia le società passate basandosi soprattutto sui resti dei materiali prodotti, sulle tracce lasciate dalla vita dell’uomo, su tutto ciò che viene comunemente definito: cultura materiale. Uno dei compiti principali sarà quello di interpretare correttamente questi segni, di correlarli il più possibile fedelmente a gesti, azioni, comportamenti, parole, pensieri. E’ per questo motivo che si sta sempre più sviluppando l’"etnoarcheologia", che ha come scopo principale l’indagare l’uso della cultura materiale all’interno di attuali comunità aventi caratteristiche rapportabili a comunità antiche .

In senso lato, potremmo inoltre dire che l’archeologia è ancora un aspetto della storia, della storia dell’umanità fin da 3 milioni di anni fa. Infatti per un grande arco di tempo la cultura materiale è l’unica fonte di informazioni per ricostruire e comprendere la vita e il comportamento dell’uomo. L’archeologia però può anche dare un grande contributo anche alla conoscenza di quei periodi per i quali esistono documenti scritti che costituiscono effettivamente i periodi storici in senso stretto.

Si può quindi definire brevemente l’archeologia come disciplina umanistica e storica, poiché studia l’uomo nel passato, ma la sua pratica è piuttosto simile a quella dello scienziato: raccoglie dati, formula ipotesi, verifica l’ipotesi effettuando esperimenti, costruisce modelli, sviluppando in sintesi un’immagine del passato. Se il nostro obiettivo è quello di conoscere il passato dell’uomo, non dobbiamo più accontentarci di ricostruirlo come un "puzzle" a due dimensioni, limitandoci a conoscere e ricreare la cultura materiale, ma ponendoci un ulteriore obiettivo, quello della terza dimensione: "ricostruire il modo di vivere delle persone che produssero quei resti archeologici", in quel tempo, in quell’ambiente, cercando di arrivare a comprendere quali siano stati i processi culturali che hanno portato cambiamenti ed evoluzioni (archeologia processuale).

 

IL RUOLO SCIENTIFICO DELL’ARCHEOLOGIA

SPERIMENTALE

Ed arriviamo adesso al punto: l’archeologia sperimentale. Durante una ricerca scientifica, l’archeologo che trova reperti antichi (strutture, oggetti, …) si pone delle domande banali: come venivano costruiti i manufatti, per che cosa venivano utilizzati? Esistono diversi approcci per rispondere a queste domande: l’approccio puramente archeologico, di analisi scientifica di questi oggetti, quello etnografico e infine quello sperimentale. Gli artigiani contemporanei sfruttano generalmente gli stessi materiali che utilizzavano i nostri antenati e spesso usano strumenti che si sono modificati in minima parte, è utile quindi ricorrere anche al parere degli esperti nelle tecnologie moderne corrispondenti, per capire meglio le caratteristiche di oggetti o resti di strutture antiche.

E’ solo in anni recenti che è sempre più cresciuto l’interesse per le applicazioni sperimentali, che fanno "vivere" l’archeologia, soprattutto per quanto riguarda gli studi sulla tecnologia antica, ampliando notevolmente le conoscenze su come venivano realizzati e utilizzati differenti tipi di manufatti. Posso qui citare diversi esempi di studio, per i quali solo attraverso l’archeologia sperimentale è stato possibile capirne la reale natura e funzione: in Olanda in una miniera di selce di IV millennio a.C., è stato sperimentata l’efficace funzione di corni di cervide (ivi trovati in grande quantità) come picconi per scalfire il calcare; oppure nell’isola di Pasqua prove sperimentali hanno dimostrato che sei scultori usando picconi di pietra (ivi trovati) avrebbero impiegato circa un anno per lavorare una statua di circa 5m. ; l’obelisco di Assuan è stato sbozzato preliminarmente con pesanti palle di dolerite, attraverso prove sperimentali si è osservato che battendo il granito con simili strumenti per circa un’ora un operatore produceva un’incisione profonda solo 5 mm; classiche sono poi le sperimentazioni di scheggiatura delle selci per la riproduzione di strumenti litici, per determinare i procedimenti impiegati, il tempo e lo sforzo spesi. Oppure dall’ osservazione di un’ usura ottenuta da un certo utilizzo di uno strumento litico si possono quindi capire per analogia, quali funzioni avessero avuto gli strumenti originali usati nel passato. Nello studio delle arti pittoriche di età preistorica l’archeologia sperimentale ha permesso, inoltre, di capire quali fossero i procedimenti adottati per stendere i pigmenti colorati sulle superfici, cercando di capire anche quanto tempo ci avessero messo per fare un’opera. In un esperimento rimasto famoso in questo ambito di ricerca, uno studioso inglese (John Coles) volle provare l’efficacia di uno scudo di cuoio dell’età del Bronzo rinvenuto in Irlanda, l’unico esemplare finora ritrovato, insieme a tutti gli altri fatti in bronzo. Si scoprì che la pelle dello scudo poteva essere indurita con acqua bollente e cera d’api; Coles armato di uno scudo in cuoio riprodotto, fece un duello con un collega con una riproduzione di uno scudo in bronzo, armati entrambi con armi simili a quelle originali (spade e lance). Lo scudo di metallo fu fatto a pezzi, mentre quello di cuoio risultò più resistente; si dimostrò e confermò con certezza che gli scudi di bronzo erano solo oggetti rituali o beni di prestigio, capendo ancora una volta che gli oggetti in materia organica erano molto più comuni e utilizzati frequentemente di quanto noi oggi possiamo solo intuire. Lo stesso discorso si può fare per oggetti in legno ( es. imbarcazioni), tessuti, ceramica, vetro, metallurgia, per i quali l’archeologia sperimentale tenta di capire meglio i segreti della loro lavorazione e funzione.

 

ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE E DIDATTICA

Con il termine sperimentare si intende in senso generico: provare personalmente, fare esperienza di qualcosa. Da anni mi occupo di didattica, di didattica archeologica soprattutto per i ragazzi. Il concetto di "giocare con l’archeologia", fino a qualche tempo fa poteva suggerire un’immagine d’ irriverenza nei confronti di una disciplina così complessa come la nostra. Come può un’attività apparentemente "lieve" come il gioco, innestarsi su un fusto così serio e scientifico come quello della ricerca storico-archeologica? Si trattava di una convinzione decisamente errata, che crediamo abbia origine dalla diffidenza che il mondo adulto nutre spesso nei confronti dei giochi.

E’ ormai pienamente dimostrato dalle positive esperienze realizzate, ad esempio dalle sezioni didattiche di numerosi Musei Nazionali e Internazionali, che l’incontro tra archeologia/momento ludico/scuola non solo sia possibile, ma soprattutto stimolante e fertile, perchè "giocare con l’archeologia" rende la struttura museale un organismo vivo, in cui poter effettuare una serie di divertenti momenti didattici teorico/pratici, utili alla comprensione e al relativo approfondimento di fondamentali concetti scientifici, altrimenti poco apprezzabili attraverso passive "lezioni frontali", di tipo accademico, o semplici visite guidate.

Ricercare, scoprire, imparare, sono processi mentali continui, per i quali non esiste limite d’età; l’archeologia è una scienza che segue una metodologia in continua sperimentazione, pertanto, dato che ci offre contenuti che facilitano la ricerca, può essere un utile strumento pedagogico.

E’ per tutti sottinteso che il linguaggio ludico è quello attraverso il quale si riesce più facilmente a comunicare ai ragazzi non solo corrette nozioni di interesse storico, ma soprattutto valori molto profondi ed educativi, quali potrebbero essere, nel nostro caso, quelli di "rispetto, valorizzazione, tutela" per il bene archeologico e culturale in genere. Di fondamentale importanza nella realizzazione di un’attività didattica a tema archeologico è quindi seguire un percorso conoscitivo, durante il quale si possano efficacemente lanciare messaggi di continuo stimolo alla ricerca e curiosità. E’ di sicuro successo didattico, quindi, la realizzazione di un percorso conoscitivo basato sul "fare", sul "toccare", è soprattutto attraverso questo percorso che spesso si riesce a rispondere alla fatidica domanda: "Come si fa a capire che…?", rivolta dai ragazzi e … anche dagli adulti. E’ quindi su questo principio formativo ed educativo che mi sono attivata per proporre sempre diversi laboratori di archeologia sperimentale per ragazzi, utili a far comprendere differenti concetti, processi e genericamente attività altrimenti considerate ovvie e scontate.

E’ quindi nato il laboratorio "dell’argilla", durante il quale i ragazzi vedono, toccano, lavorano come i nostri antenati, questa materia, con la quale vengono realizzati manufatti in terracotta, fonte di dati preziosi per il lavoro degli archeologi. A questo tipo di esperienza viene spesso affiancato l’allestimento di un "forno a cielo aperto" per cuocere a fine anno scolastico i manufatti creati dai ragazzi, secondo le tecniche e i tempi antichi (esperienza che è stata ad esempio realizzata presso il chiostro del Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo o durante l’animazione estiva di Stanghella). Oppure estremamente interessanti e divertenti sono i laboratori di ricostruzione di una "capanna dell’età del bronzo", in miniatura, utilizzando materiale naturale (legno, paglia, argilla); o di ricostruzione di un "apparato centuriale" con in scala case rustiche, case coloniali, strade e canali, piccole necropoli, elementi del paesaggio antico; o ancora di lettura e documentazione grafica e fotografica di edifici antichi presenti sul territorio, realizzando tutto quello che un archeologo fa durante il suo lavoro di rilievo murario.

 

LA SIMULAZIONE DI SCAVO

Molto collaudato e ormai un "classico" del nostro repertorio di laboratori archeologici sperimentali è quello denominato: La simulazione di scavo.

Per la realizzazione di questo laboratorio esistono due formule: la prima di più rapida esecuzione viene realizzata, in classe, in circa due ore di tempo; la seconda può essere realizzata solo in esterni o in grandi spazi perché necessita di un giardino nel quale poter scavare la terra o di una grande scatola di legno contenente strati e reperti, per essa i tempi di realizzazione sono di almeno 8 ore (due mattinate). Entrambe danno la possibilità di conoscere e realizzare tutte le fasi di una ricerca archeologica, lo scavo, il recupero, la documentazione grafica e fotografica, il lavaggio, la siglatura, il restauro e il disegno. A tal scopo, nel primo caso, è utilizzata una semplice vaschetta trasparente nella quale sono visibili differenti strati di terra con all’interno un "reperto archeologico" (contemporaneo) da recuperare. Con l’utilizzo di schede di documentazione appositamente realizzate i ragazzi possono documentare scientificamente gli strati considerati (le U.S.) e il reperto trovato. Per entrambe le formule l’uso dei veri strumenti del mestiere ( la cazzuola, la scopetta, la paletta, la macchina fotografica, i cartellini, lo spazzolino, lo smalto trasparente, il pennino e la china, lo scotch di carta, la carta millimetrata) utilizzati durante le varie fasi del lavoro rendono molto appassionante l’esperienza e stimolano sempre domande, che servono a chiarire non solo l’aspetto tecnico-metodologico del lavoro dell’archeologo, ma anche quello della ricerca, dell’interpretazione funzionale e cronologica dei dati, la ricostruzione storica di un eventuale sito archeologico.

Vengono sempre formulate dagli operatori esperti delle domande chiave durante particolari momenti della sperimentazione, quali ad esempio: Come si forma uno strato archeologico? Secondo voi perché spesso bisogna scavare in profondità per trovare reperti antichi? Cosa è successo nel tempo? Per farli ragionare sui processi di trasformazione del paesaggio, dei comportamenti umani, sul ciclo della vita…(il concetto di asporto e accumulo). Oppure domande che cercano di far comprendere la complessità del comportamento umano e naturale che si rispecchia nella successione stratigrafica: secondo voi accade sempre che un reperto che si trova più in profondità è più antico di uno che si trova sopra? Devo dire che su questo aspetto i ragazzi hanno molta intuizione e spesso riescono ad immaginare corretti eventi naturali o comportamenti umani che hanno sconvolto o creato una certa successione di strati.

Importante è anche farli lavorare seguendo un certo metodo, insegnando loro che solo con queste modalità, stando attenti a documentare tutto e sempre, l’archeologo non si lascia sfuggire piccoli elementi, tracce utili a ricostruire le attività umane ivi accadute. Con il paragone vincente, che l’archeologo è il detective della storia e che è l’unico detective a cancellare per sempre le prove (poiché lo scavo è un’azione distruttrice), i ragazzi si cimentano ad effettuare un pignolo lavoro di documentazione e registrazione dati. Altre domande che vengono poste riguardano la fase del lavaggio ad esempio: Tutti i reperti vengono lavati con l’acqua e lo spazzolino? Per collegarsi alla varietà della cultura materiale, parlare e descrivere i vari tipi di materie prime che possono essere state usate nell’antichità, la storia di questi materiali (desta sempre molto interesse il sapere che il vetro è stato scoperto nel III millennio a.C., o che la ceramica viene utilizzata già dall’epoca Neolitica), spiegare quali sono le condizioni per le quali il legno o altri materiali organici in alcuni casi sono arrivati fino a noi…Anche la fase del restauro e del disegno infine, è sempre molto stimolante perché è qui che si affrontano i problemi di documentazione, valorizzazione, analisi del reperto e del relativo problema di studio tipologico, funzionale, nonché della sua musealizzazione.

In definitiva, con un semplice laboratorio sperimentale di questo tipo, vengono trattati e chiariti molti aspetti della ricerca scientifica e storica, si toccano tanti argomenti che interessano differenti materie scolastiche e si stimolano curiosità e domande che non sarebbero mai nate se i ragazzi non avessero provato personalmente, anche se per poco, l’emozione della scoperta e del ritrovamento. La mia soddisfazione finale è quella, non lo nascondo, che quando alla mia domanda finale prima di salutarci chiedo: " Chi vuole diventare archeologo da grande? ", tutti alzano la mano…

BIBLIOGRAFIA

 

J. Macintosh 1987, "Fare l’archeologo. Storia, metodi, tecniche e strumenti della pratica archeologica", Gremese Editore

S. Mizzan (a cura di) 1991, "Piccoli archeologi", Civici Musei di Trieste

C. Renfrew e P. Bahn 1999, "Archeologia-Teoria, metodi, pratica", Zanichelli

 

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