Gattostanco.it: moto, Romagna, Sangiovese, politica & piadina
Il sito Web di Gattostanco:
NEWS


Da novembre 2000: visitatori.
Aggiornamento più recente: 2 luglio 2007


e-mail

Il Gavia... ma con il tappo della gran fondo... Il Gavia Norge al Gavia ...ma attenzione alle bucce di banana!!! L'arrivo allo Stelvio Un bel panino con wurstel, senape e crauti: siamo sullo Stelvio, no? Guzzi olandese allo Stelvio Stelvio Verso Bormio... Passo di Monte Giovo Rasun Anterselva L'Hotel Adler a Rasun Anterselva... dopo quasi 12 ore di moto!!! Passo Furcia Verso la Val Badia Verso la Val Gardena Passo Gardena Verso il Sella Il Passo Sella Il massiccio del Sella Passo Pordoi Il Sass Pordoi Il Pordoi...
Stelvio & Dolomiti
...questi sono le strade dove godersi una Moto Guzzi!!!
(24/26 giugno 2007)

Quando dobbiamo partire per un giro in moto, Claudia ed io non abbiamo mai bisogno di puntare la sveglia!
Domenica mattina alle 5 c'è già luce che entra dalla finestra e ci fiondiamo giù dal letto. Una doccia, il rito della vestizione e saltiamo in moto (già carica e con il pieno dal pomeriggio precedente): alle 6 in punto, non un minuto di più, la Norge è in strada, direzione Passo Gavia :)

In estate è bello partire molto presto. Il sole non è ancora troppo forte e la temperatura è quindi accettabile.
Una domenica e due giorni di ferie. E delle buone previsioni meteo: cosa può esserci di meglio, per un motociclista, in questo penultimo w-e di giugno?

L'autostrada in direzione nord è libera e non solo per l'orario mattiniero. Tra Bologna e Modena cominciamo infatti a vedere, nella corsia opposta alla nostra, le lunghe code dei forzati dell'Adriatico. In direzione Brennero, invece, il traffico è scorrevole.

Il bicilindrico di Mandello frulla tranquillo poco oltre velocità-Codice. Non ho voglia di prestare troppa attenzione ad Autovelox o alla presenza di eventuali patuglie della Polstrada: 140 chilometri all'ora possono bastare.
In men che non si dica vediamo le uscite del Garda, passiamo poi Trento e, finalmente, a Mezzocorona abbandoniamo l'autostrada. La Norge non è male sulle autostrade veloci: è sufficientemente protettiva e confortevole, ma sicuramente è stata studiata e progettata per essere gustosa, agile e divertente sulle strade con tante curve. E noi le andiamo subito a cercare!

Un caffè prima di Cles (a Dermulo, mi pare, ma potrei anche ricordare male il posto) in un barettino molto frequentato (e secondo me anche grazie a due bariste carine e non troppo coperte...) e poi la Val di Sole in direzione Tonale.
Non amo molto il Passo del Tonale: ne odio in particolar modo la vergognosa speculazione edilizia che lo ha devastato (quei casermoni simil-periferia di una grande città... chi li ha progettati ed approvati?), e poi ho l'impressione che ormai nei giorni festivi sia preda dei soliti smanettoni deficienti che mettono a repentaglio la propria pelle e quella di chi ha la sventura di incontrarli.
Una cosa, infatti, è un ritmo allegro, in moto, un'altra è la criminale incoscienza di chi cerca (ed oltrepassa) il proprio limite convinto di potersi arrogare il diritto di scambiare una strada aperta al pubblico con una pista. Ne ho incrociati un paio che si sarebbero veramente meritati un lucchetto definitivo alla propria patente: con certi comportamenti si infanga l'intera categoria degli appassionati delle due ruote (ma è inutile: gli imbecilli non leggono. E se leggono non capiscono).

Sopravvissuti agli inconri ravvicinati del terzo tipo con gli imbecilli ingarellati, scendiamo verso Ponte di Legno per affrontare il Passo Gavia.

Peccato che sia appena partita la Gran Fondo in bicicletta dedicata alla memoria di Marco Pantani.
Ora, io ero un tifoso del Pirata (che, tra parentesi, mi ha fortemente deluso come uomo), ma trovarsi 5.000 ciclisti davanti sul Gavia... in quel momento non me lo ha certamente fatto amare di più.
In un qualsiasi altro passo alpino, in moto ci si riuscirebbe a districare tra i ciclisti. Ma il Gavia è stretto. E pure ripido.
Per non distruggere la frizione noi poveri motociclanti la prendiamo con filosofia: ci fermiamo mezz'ora a guardare il panorana (e le cicliste carine di fondo-gruppo... ma cercando di non farci notare dalle nostre zavorrine), poi saliamo qualche chilometro. Raggiunto il gruppo compatto: nuova sosta.

Intanto facciamo qualche chiacchiera con gli altri motociclanti che si fermano lì, oppure salutiamo quelli che vanno avanti un altro po'.
Noto che le Guzzi sono tante: sicuramente in una proporzione molto maggiore rispetto alle vendite! Bello!
Claudia ed io veniamo anche raggiunti da un gruppo di Guzzisti del Guzzi Club di Parma. Ci sono anche cinque Norge! Evidentemente tra chi ama le Alpi è una moto che (giustamente, a parer mio) comincia a farsi apprezzare.

Finalmente siamo sul Gavia e attraversiamo con circospezione la zona occupata dal ristoro della gran fondo: dobbiamo fare attenzione al tappeto di bucce di banana che i ciclisti hanno sparso sulla strada...

Il versante del Passo Gavia dalla parte di Santa Caterina Valfurva è molto più guidabile. Facciamo benzina a Bormio e saliamo allo Stelvio. La Gran Fondo ci ha fatto perdere almeno un paio d'ore. Siamo in giro da 7 ore... è ora di cibo!
Cibo che non può che essere, in cima allo Stelvio, uno splendido panino con due wursteloni, senape e crauti!!! Il tutto annaffiato con un quartino di vino rosso e tante, tante chiacchiere con motociclisti lì presenti.
Sì, perchè anche se il raduno Stelvio Internationale 2007 si svolgerà la settimana dopo, in cima a questo passo ci sono sempre altri motociclisti con cui scambiare chiacchiere, opinioni, battute sulla comune passione per le due ruote (a motore!).

Tedeschi, olandesi, francesi, belgi... italiani: il Passo dello Stelvio è ormai diventato un luogo ove un Motociclista deve andare, ogni tanto. Non può prorpio mancare nel proprio palmarès!
Parcheggiare la Norge (o NorgHe, per i nordici che ci chiedono informazioni su questa nuova Moto Guzzi) in cima allo Stelvio significa poi fare amicizia con moltissimi mototuristi, e dover rispondere a domande più o meno tecniche (come va? quanto consuma? è affidabile?) in ogni lingua o anche solo a gesti. E spesso i commenti sulla Norge (o Norghe) sono proprio positivi (bella moto! Che Guzzi, finalmente!).

Claudia ed io guardiamo l'orologio, dopo aver fatto a nostra volta i complimenti ad una coppia di Guzzisti olandesi (lui con una Quota 1100 con la sella in peluche, lei con una bellissima V11 Coppa Italia): ci è giunta la telefonata di due nostri amici che, al ritorno da un week-end al Grossglockner, sono rimasti a piedi con il loro 1200 bicilindrico (non costruito in Italia, tranquilli!), e che sono stati costretti a trovare una stanza di albergo per la domenica note in attesa di portare la moto a Bressanone con un carrello della Europe Assistance. Guardiamo l'orologio e facciamo due conti: sì, arrivare in Valle Anterselva prima di sera, per fare compagnia ai nostri amici, è possibile!

Scendiamo i mitici tornanti dello Stelvio, troviamo un po' di traffico attorno Merano, risaliamo la Val Passiria fino a San Leonardo ed affrontiamo il sempre bello Passo di Monte Giovo. A Vipiteno prendiamo la Statale in direzione Bressanone e poi il fondovalle della Val Pusteria fino ad oltrepassare Brunico. Sono quasi le sei di sera (siamo partiti da Ravenna quasi 12 ore fa) quando ci fermiamo all'ottimo ed accogliente Hotel Adler di Rasun Anterselva.

La Norge ci ha scarrozzato per circa 650 chilometri regalandoci grande confort e buon divertimento tra le curve. Certo, la Guzzona non è una sportiva e neppure una supertourer: è un ottimo compromesso per viaggiare tra le Alpi per giorni interi senza mai mettere in difficoltà chi la conduce, nè nei tratti misto-veloce nè tra i tornanti strettissimi dello Stelvio.

Il lunedì mattina i nostri amici porteranno la loro moto a Bressanone e ripartiranno per casa perdendo solo un giorno di lavoro (oltre all'itinerario che avevano previsto per la domenica precedente): sono cose che possono capitare.

Noi, invece, che abbiamo il lunedì ed il martedì di ferie, da Anterselva scendiamo per la verdissima vallata del Plan de Corones (tra prati e boschi) fino al Passo Furcia, poi attraversiamo in fretta San Vigilio di Marebbe (forse bella in inverno, con la neve... ma d'estate...) per puntare sulla Val Badia. I paesaggi, in quest'inizio d'estate che per la montagna è ancora fuori stagione, sono incantati: pascoli, raccolta del fieno, paesini tranquilli e poco traffico.

Affrontiamo quindi i bellissimi tornani del Passo Gardena, poi ci infiliamo tra le guglie inarrivabili delle Dolomiti scavalcando il Passo Sella e poi, in rapida successione, il Passo Pordoi.
Nonosante il poco traffico c'è già qualche pullman che prova a rovinarci il ritmo tra i tornanti: i motociclisti nordici tendono a non sorpassare nè auto nè pullman, ma noi italiani (più sgarbati ed indisciplinati, forse) utilizziamo la coppia della Norge per passare le file e trovare davanti a noi strada libera (naturalmente facendo attenzione che di fronte ci sia lo spazio per un sorpasso sicuro... anche perchè in caso contrario Claudia mi dà dei gran "cicchetti" via interfono...).

Dopo il Pordoi è la volta del Falzarego (bellissimo) per poi affrontare uno dei miei passi preferiti in assoluto: il Giau!
Sì, proprio il Passo Giau, dove gli amici (di moto e non solo) di Marcello Bertolani hanno voluto apporre una targa che ne ricordasse l'amore per il vivere la passione per le due ruote su queste strade. Il Giau era probabilmente il suo preferito. Sono d'accordo. Tutto, qui in cima, sembra "costruito" per il piacere di arrivarvi in moto e per abbandonarsi ad osservarne le meraviglie che lo contornano: prati, guglie di roccia, cime, antichi ghiacciai.
Il rifugio del Giau è un ottimo motivo per pranzare con uno splendido panino con ottimi speck e formaggio, ed un po' di profumatissimo vino rosso... e com'è difficile decidere di ripartire!

Ma la giornata non è mica finita: dal Giau scendiamo tra pascoli e paesini che sembrano disegnati per tendere alla perfezione dell'architettura alpina, fino a Colle di Santa Lucia, poi da Caprile e attraverso la salita di Malga Ciapela ed i velocissimi tornantoni del Passo Fedaia ci troviamo al cospetto della meravigliosa Marmolada. Che come tutti i ghiacciai delle Alpi purtroppo sta soffrendo da anni una disastrosa riduzione della copertura glaciale, ma rimane sempre una gran bella Montagna.

Due passi sulla diga, caffè e siamo già in discesa verso la troppo turisticizzata Val di Fassa. E infatti da Vigo di Fassa ci dirigiamo immediatamente per il Passo di Costalunga e poi a destra per il meno noto (ma bello, anche se l'asfalto in parte è un po' rovinato) Passo Nigra.

Dopo di che scendiamo (per pochi chilometri) nella calda piana di Bolzano prima di risalire immediatamente per l'Altopiano del Renon. Qui sembra mancare solo Heidi: le "caprette che fanno beh" ci sono, mucche, cavalli, malghe, pascoli, prati e boschi e api pure. Pare impossibile che la grande (e calda) Bolzano sia a pochi chilometri.
Dall'Altopiano del Renon scendiamo quindi nell'altrettanto verdissima e tranquilla Val Sarentino che, a nord, diventa Val di Pennes.

A me il Passo Pennes piace moltissimo. Ed ogni volta che sono in zona mi fa un gran piacere affrontarlo. E quindi anche oggi, anzichè cercare un albergo a Sarentino o a Campolasta, preferisco arrivare a Vipiteno. Dove, tra l'altro, troviamo un albergo (il Goldenes Kreuz) con garage che ha l'ingresso principale proprio nella via centrale (comodo ed anche economico!).

La Norge è felice di essere ospitata in garage, perchè nella notte su Vipiteno arrivano vento, tuoni ed un bel po' d'acqua.
La mattina successiva colline e montagne circostanti sono imbiancate. In camera controlliamo le telecamere meteo sull'austriaca TW 1: in Austria c'è neve, nuvole e pioggia. Avevamo pensato di fare un salto fino al Passo del Rombo prima di ritornare a Ravenna, ma a questo punto decidiamo di prendercela con tranquillità: riscendiamo dal Pennes e a sud di Bolzano andiamo a vedere com'è ridotto il Passo della Mendola... Sì, perchè negli ultimi anni c'erano sempre lavori in corso che ne rvinavano le splendide curve, mentre ora i lavori sono quasi finiti e in molti punti sembra una pista... attenzione nei giorni festivi, perchè temo che stia per diventare una delle mete preferite degli smanettoni...

La Mendola porta all'Altopiano di Fondo, che percorriamo in direzione sud fino quasi a Cles. Infatti a Dermulo (Claudia non mi permette di fermarmi nuovamente in quel barettino che vi dicevo...) prendiamo direzione Tuenno. Sì, da Tuenno parte la strada che in 12 chilometri porta al Lago di Tovel.

Quarant'anni fa il lago di Tovel era famoso a causa di un'alga unicellulare che ne arrossava le acque.
Poi venne il boom economico: la speculazione edilizia e la voglia di sfruttare il movimento turistico, portarono alla costruzione di alcune case e tre alberghi vicino (troppo) al lago. Forse gli scarichi, forse altre cause, portarono alla fine di questi arrossamente del lago.
Oggi però Tovel (favorito dal fatto di essere lontano dalle vie di traffico) è ben protetto dall'Ente Parco. Auto e moto devono parcheggiare a tre o quattrocento metri dalle rive (parcheggio custodito, per le moto 2,5 euro), ed i tre alberghetti/rifugi (e il centro visite del Parco) si raggiungono solo con delle facili e brevi passeggiate).
Sulle rive di Tovel Clauda ed io abbiamo in pratica concluso questi tre giorni di ferie, pranzando tra gli alberi a fianco dell'Albergo Miralago.

Dopo non c'è molto da raccontare: ripresa l'autostrada del Brennero dove l'avevamo lasciata domenica mattina, ce ne siamo tornati in pianura...

...ma con moto come la Norge bastano veramente pochi giorni di ferie per godersi la passione per la moto e per la montagna!

Lamps
Gattostanco, 2 luglio 2007

verso il Falzarego... Passo Falzarego Il passo Giau, uno dei miei preferiti Al Giau, la targa dedicata a Marcello Bertolani Il Passo Giau Il Fedaia La Marmolada... Il Costalunga Il Massiccio del Rosengarten Il Passo Nigra L'Altopiano del Renon L'Altopiano del Renon... Il Passo Pennes La strada del Pennes Il centro di Vipiteno... L'indomani, dalla strada del Pennes si vedono moltr cime innevate di fresco... La verdissima Val Sarentino Val Sarentino Vigneti verso il passo della Mendola Passo della Mendola Strada per il Lago di Tovel il Lago di Tovel Si parte... ora ci tocca il rientro in autostrada...

Torna indietroTorna SU