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Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera...
e qualche altra simpatica divagazione... Più una normale (ma lunghetta) "balade" in moto, che un viaggio turistico...
L'idea era quella di tornare in Alsazia (c'eravamo stati alcuni anni fa) e poi
seguire la Linea Maginot, vedere le Ardenne per poi rientrare per la Foresta nera. Avevamo abbozzato un itinerario di massima cercando su internet le posizioni dei forti, dei colli, dei luoghi della battaglia delle Ardenne. Poi siamo partiti, Claudia ed io, sapendo di poter improvvisare mète e divagazioni) infatti ci siamo regalati una sosta sull'Oceano a sud di Calais, dopo aver visitato la spiaggia di Dunkerque). Ecco un breve report scritto per non dimenticare, col tempo, tanti grandi e piccoli dettagli che non meritano di esserlo. E per fornire qualche idea a chi vorrà partire... ed una piccola scelta di fotografie... tra le quasi 2.000 scattate. |
Domenica 21 giugno 2009: L'idea alla base di questo giretto in moto era quella di rivedere l'Alsazia (ci siamo stati parecchi anni fa) ed i colli dei Vosgi, e collegarla prima ai luoghi della Linea Maginot, poi con le Ardenne (che nelle grandi foreste hanno visto l'ultima grande offensiva tedesca) per rientrare a sud visitando la Foresta Nera. Grazie ad internet, consultando report di viaggio, Wikipedia, Google Map & c., abbiamo "buttato giù" nel nostro vechissimo GPS una bozza di percorso che ci aiutasse a non "perdere la via" evitandoci di doverci fermare troppo spesso per consultare le cartine tradizionali. E anche per saper dove cercare (e trovare) alcune cose da vedere che non volevamo perderci... Siamo partiti alle 7.30 di domenica mattina. Velocità di crociera i 130 in autostrada. Tranquilli, senza dover fare attenzione ad autovelox e Tutor. L'autostrada è il terreno meno amato dalla Multistrada: troppo piccolo e ravvicinato il cupolino, per proteggere efficacemente ad alta velocità. I 120 o 130 chilometri all'ora invece permettono di non stancarsi troppo. Dopo Domodossola finalmente l'autostrada finisce, e ci dirigiamo verso il Passo del Sempione. L'idea è quella, infatti, di utilizzare il pomeriggio e la mattina successiva per ripercorre i fantastici passi svizzeri che si trovano subito a nord del sempione e della Val Formazza (Nufenen, S. Gottardo, Furka, Grimsel, Susten) Il Sempione, tra l'altro, non l'avevo ancora affrontato, quindi diventa il 252° della Collezione! In realtà non è che mi abbia affascinato più di tanto. Come tracciato è veloce ed abbastanza banale. Cmq una volta in Svizzera compriamo la vignetta per il traferimento previsto all'indomani, facciamo quattro chiacchiere in un'area di sosta con una coppia italiana a bordo di una fiammante Stelvio bianca (Claudia ha ancora un debole per quella moto) e poi ci dirigiamo verso il Nufenenpass. Salire al Nufenen è sempre molto bello, ma oggi fa anche un gran freddo. Indossiamo tutto quello che abbiamo (d'altronde lo sapevamo che, vestiti con abbigliamento molto leggero per visitare i paesi della pianura alsaziana, sui passi avremmo dovuto "bardarci"). Come sempre deludente invece il bar/rifugio in cima: non si può essere in un posto così bello e doversi fare un cappuccino (da 3.30 euro!!!!) con la macchinetta a pulsante del self-service... Scendiamo quindi senza troppo rimpianto verso Airolo per affrontare la salita sulla vecchia strada del San Gottardo. Bellissimo! I tornanti si affrontano con calma, visto l'acciottolato di sampietrini, ma il fascino di questo tracciato è impagabile. Incontriamo anche la vecchia carrozza trainata da cavalli bianchi, ed il traffico automobilistico sulla "vecchia" strada è ridottissimo. In cima però ci accoglie il maltempo: le nuvole chiudono ogni panorama e addirittura sulla visiera vediamo qualche fiocco di neve. Il vento aumenta e ci consiglia di scendere in fretta. Scegliamo Andermatt, dove troviamo un'ottima sistemazione, in centro, presso la Gasthaus Zum Schwarzen Baren che ci mette anche a disposizione il garage per la Multistrada. |
Lunedì 22 giugno 2009: Da ieri sera non ha ancora smesso di piovere. Non è una pioggia intensa: certo, sarà un peccato non trovare strada asciutta, ma non pensiamo a problemi particolari. Indossiamo le antipioggia e ci dirigiamo verso il Sustenpass (è l'unico che siamo riusciti a percorre solo una volta, e già alcuni anni sono passati, quindi è quello che ci interessa di più. Fa freddo, le nuvole basse tolgono parecchio piacere alla vista del paesaggio circostante. Vediamo un cartello "pericolo ghiaccio" e ci preoccupiamo. Ne abbiamo ben donde: già molto prima della cima comincia a nevicare, poi vediamo che la neve riesce anche ad attaccare in alcuni punti. In cima, oltre al freddo pungente, una sorta di tormenta di neve ci fa decidere di ripartire molto ma molto in fretta... e di abbandonare l'idea di proseguire il giro dei passi... Furka e Grimsel li rivedremo un'altra volta. Anche una volta scesi a quote più basse il maltempo non ci molla: acqua a volontà e temperatura che non ha nulla del secondo giorno d'estate. Avevo puntato sul GPS una panoramastrasse svizzera mai percorsa ma al contrario seguiamo l'itinerario più diretto per Lucerna e ci infiliamo in autostrada prima possibile. In un Imbiss proviamo a rifocillarci non appena i continui scrosci di temporale ci lasciano mezz'ora di tranquillità, poi atraversiamo in fretta Basilea e ci troviamo in Francia. Risaliamo fino a Rouffach e troviamo il sole (che meraviglia togliere l'antipioggia!). E siccome è presto per cercare un albergo, ne approfittiamo per visitare la splendida cittadina di Riquewihr, con il suo centro meravigliosamente conservato e pedonale, le case in graticcio, le pasticcerie che sfornano loverie a getto continuo. Passeggiare un'orettta sotto il sole (seppur freddo, per la stagione) ci fa rinascere. Dopo un buon dolcetto alsaziano riprendiamo la moto e raggiungiamo Ribeauvillè, dove avevamo deciso di far base almeno per un paio di giorni. Avevamo infatti individuato un paio di Logis de France interessanti. Lo Cheval Blanc è nella parte antica e "pittoresca" di Ribeavillè. Là: la stanza è nostra per due giorni. E la cena si rivela veramente notevole |
Martedì 23 giugno 2009: Facendo tappa per due notti allo Cheval Blanc non dobbiamo fare le valigie... e viaggiamo quindi leggeri. Meglio, perchè oggi si guida: abbiamo infatti deciso di vedere come sono le strade dei Vosgi. A casa mi sono preparato un anello di circa 300 chilometri e sono certo di incontrare sul percorso almeno una decina di colli... (in realtà saranno ben 14, portando la Collezione a quota 266!!!). Dopo l'ottima colazione partiamo quindi per il Col Haut de Ribauvillè, poi puntiamo sul Col de Bagenelles (il che ci fa perdere mezz'ora di tempo a causa del traffico dovuto alla fiera di S.te Marie). Dopo il Bonhomme puntiamo a sud per Gerardmer e Comimont (questa è la parte meno bella del percorso: sono zone dove il turismo legato allo sci invernale, soprattutto fondo, hanno rovinato e cementato molto l'ambiente). Ma in mezzo ai Vosgi le strade sono immerse tra i boschi, i paesi sono rari e quasi mai ci si trova di fronte a limiti di velocità che riducano quelli generali. Ballon d'Alsace e Grand Ballon regalano panorami di notevole bellezza, la salita al Col de Bramont è una vera e propria pista con curve raccordate e guidabili. Quasi ovunque noto le protezioni sotto i guardrail... evidentemente qui, soprattutto nei week-end, i motard locali sfogano la loro passione... Ecco l'elenco dei colli (in ordine): Col Haut de Ribeauvillè, Col de Bagenelles, Col du Prè de Raves, Col du Bonhomme, Col de Grosse Pierre, Col du Menìl, Col du Ballon d'Alsace, Col du Schirm, Col de Hundsruck, Col Amic, Le Grand Ballon, Col du Bramont, Col de Platzerwales, Col de la Schlucht Il freddo però, in questo strano inizio d'estate, in quota è ancora molto ma molto pungente, rovinandoci un po' il gusto delle soste ad ammirare gli splendidi panorami. Questa zona comunque è veramente bella se si amano le foreste ed i grandi spazi selvaggi... Oltre all'interminabile sequenza dei colli e lo splendiso percorso della Route des Cretes dobbiamo anche annoverare alcune altre chicche di valore mototuristico: la diga ed il lago di Alfeld (Barrage d'Alfeld, costruita tra il 1884 ed il 1887) il centro di Thann, la Necropoli Nazionale di Le Vieil Armand dedicata ai caduti francesi della Prima Guerra Mondiale. Cmq la doccia bollente una volta arrivati a Ribeauvillè, l'ottimo Gigot d'Agneau con tortino d'orzo e zuppa bollente di cavoli con formaggio fuso offertaci dallo Chaval Blanc ci fanno rinascere. E darci la forza per una passeggiata serale in questo splendido paesino dominato dagli immensi nidi delle cicogne sulle case... |
Mercoledì 24 giugno 2009: Torniamo a fare le valigie. L'idea è quella di rimanere in zona, ma di essere poi liberi di allontanarci da Ribeauvillè se le cose da vedere e le strade da percorrere si rivelassero meno interessanti o più veloci del previsto. Prima fermata è Hunawihr. La mattinata ci offre finalmente un clima gradevole, un sole che scalda e quindi è molto piacevole passeggiare attorno alla chiesa fortificata ammirando peraltro le piantagioni di vite che si estendono a perdita d'occhio tra le dolci colline, sulle quali, ovviamente, da ogni anche minimo "cucuzzolo" spunta un castello, una torre, un piccolo forte. Zone contese, zone ricche: sono state difese e conquistate per secoli grazie alla forza delle armi. Dopo Hunawihr facciamo rotta per Kaysersberg, che ci è piaciuta veramente molto. Antica città imperiale, è molto piacevole ammirare i giochi d'acqua attorno al ponte fortificato, alle mura del castello, le numerosissime case in graticcio. E a non avere problemi di bagaglio (nè di guida, visto che è mattina presto), ci sono moltissime cantine che offrono degustazioni e bottiglie di vino a prezzi vantaggiosi! Noi ci limitiamo ad acquistare qualche souvenir poco ingombrante... e resistiamo anche alla tortura dei profumi che si sprigionano dalle tante pasticcerie! Evitiamo Mulhouse, in quanto città grande che diamo per 'già vista' vent'anni fa, e raggiungiamo, nel centro di Colmar, il quartiere della 'Piccola Venezia' (Petite Venise). E' una zona molto pittoresca, dove in alcuni angoli avresti veramente voglia di fermarti a lasciar scorrere il tempo placidamente, come le acque dei canali che regalano a questo quartiere il fascino della più famosa città lagunare... ...ma la moto è già pronta a ripartire, la prossima mèta è Neuf Brisach. Avevamo letto in una guida turistica che Neuf Brisach è un villaggio classificato nel patrimonio mondiale dell'UNESCO e che per Luigi XIV 'di tutti i diamanti della corona di Francia, il più bello è la fortezza del Reno". Ora, che questa città-fortezza costruita nel XVII secolo sia stato uno dei più bei capolavori di architettura militare realizzati da Vauban non lo mettiamo in dubbio, però oggi, nel 2009, abbiamo trovato una Neuf Brisach poco curata, con le erbacce alte che ti impediscono di camminare sui bastioni, case e strade ben poco curate, bar e ristoranti desolanti. E' mezzogiorno: una salade (pessima) in un bar/brasserie sulla polverosa piazza d'armi e la Multistrada riparte... Seguiamo in direzione nord il percorso del Reno, sperando di poter ammirare il grande fiume. Ma approdi commerciali, la ferrovia, gli altissimi argini rendono impossibile apprezzare il lungo-Reno dalla moto: facciamo una fermata e saliamo la ripida scalinata che ci porta in cima all'argine. La portata è imponente, così come il traffico di battelli e chiatte commerciali. Come sono diversi i nostri fiumi! Nei pressi di Marckolsheim decidiamo di rientrare verso l'Alsazia, non prima di aver dato un'occhiata alla Casamatta 35-3 dove è stato realizzato un Memoriale/museo dedicato alla Linea Maginot del Reno. Non entriamo al museo, ma i reticolati, i crateri dei bombardamenti ed il cemento armato scheggiato della casamatta ci colpiscono ancor più dei mezzi militari esposti nel piazzale. Dopo queste ore di pianura abbiamo voglia di guidare qualche ora: ripassiamo Ribeauvillè, troviamo (il nostro GPS della Mutua deve aver avuto uno sbalzo di pressione) una stradina sterrata in mezzo ai vigneti, ma poi mettiamo finalmente le ruote sull'ottimo asfalto e le belle curve dela strada che porta al Col de Fouchy. Siamo di nuovo (finalmente) tra i boschi, e abbiamo lasciato la civiltà. Ecco il Col d'Urbeis, il Col du Hantz, il Col du Donon. Dopo il Col du Donon, mentre già siamo in direzione Obernai e pensiamo a cercare un alloggio accogliente ed un buon ristorante per la cena, non possiamo non fermarci: troviamo il Campo di Concentramento nazista di Schirmeck-Labroque. Ormai è tardi per una visita, ma anche 'dal di qua' del reticolato, la vista delle casermette di legno, dei fili spinati, delle torrette delle guardie è qualcosa che tocca nel profondo ognuno di noi. Ed il rullo compressore a trazione umana esposto sulla strada ci fa andare a tempi in cui una ideologia razzista e totalitaria azzerò la dignità umana. Ma poi raggiungiamo la pittoresca Obernai, dove i locali all'aperto, nell'unica strada pedonalizzata del centro, sfornano pietanze tipiche appetitosissime, e le mura illuminate, di notte, rendono romantica anche la passeggiata digestiva obbligatoria... |
Giovedì 25 giugno 2009: A nord-ovest di Obernai c’è Forte Mutzig: la cui costruzione è stata iniziata nel 1893 dall’imperatore Guglielmo II all’epoca in cui l’Alsazia era ridiventata tedesca. La biondina del punto informativo è graziosa e dolcissima, ma non ci convince ad investire due ore e mezza nella visita al forte quasi completamente interrato. La giornata è splendida per viaggiare in moto. Arrivano degli appassionati di opere militari enoi ci sganciamo. Come ho scritto in premessa, queste due settimane sono una balade, un giro in moto che tocca alcuni punti interessanti che gli danno un senso compiuto, ma non una visita turistico/culturale... (questa è una riflessione che facevo, tra me e me, mentre ripartito da Forte Mutzig mi trovavo a guidare per chilometri e chilometri su stradine secondarie in mezzo alla desolata campagna dell'Alsazia del nord, dove le viti lasciano il campo alle coltivazioni estensive e la presenza umana si fa più rarefatta...). Dopo il Col de Saverne ci ritroviamo nuovamente in mezzo alle foreste, che ci avvolgono per chilometri. Siamo in direzione per La Petite Pierre, ma facciamo una piccola deviazione per vedere le 'Case trogloditiche' (così era indicato nel cartello stradale) di Graufthal. La Petite-Pierre è un’antica piazzaforte circondata da un magnifico ambiente montano nel Parco Naturale Regionale dei Vosgi del Nord. La città è un’antica piazza forte che sorvegliava l’altopiano lorenese. E' un posto tranquillo e molto pittoresco in mezzo a ettari ed ettari di foreste. Rispetto alla bellezza del luogo c'è anche fin troppo poco turismo... (ma per chi volesse fermarvisi, fuori dalle mura della cittadella abbiamo visto due Logis de France). Noi facciamo rotta su Haguenau, la città dove fu stanziata la Compagnia Easy della serie Band of Brothers dopo la Battaglia delle Ardenne... Qui ritroviamo la civiltà, i bar e le brasserie aperte nella zona del centro pedonale, gli studenti ed i turisti che azzannano baguette immense tranquillamente piazzati sulle panchine. Noi acquistiamo qualche pasta molto ma molto attraente, un paio di bibite fresche, ma riprendiamo la moto per andarcele ad assaporarle con calma all'ombra di grandi alberi in un'area di sosta della nazionale che ci condurrà verso Hatten. In quest'area di sosta dividiamo l'ombra e poche parole con un motociclista scozzese che, da solo, con la sua Caponord rientrava verso casa dopo una decina di giorni tra Ardenne ed Alsazia. Dalle parti di Betschdorf troviamo un'altra casamatta della Maginot, la Esch. Ora la foresta ha lasciato definitivamente spazio ai pascoli e agli ampi fondi coltivati. Hunspach è un tipico villaggio alsaziano della Strada dei vini, classificato fra i più bei villaggi di Francia. In effeti è molto pittoresco e ben conservato, ma non pensate che vi sia turismo: forse riuscireste a trovare un ristorante/caffè! A poca distanza da Hunspach troviamo il Forte di Schoenenbourg, il più potente della zona del nordest e lui, questa volta, di nuovo ben nascosto in una buia foresta. E' ormai pomeriggio inoltrato: dedichiamo mezz'ora ad una passeggiata a Wissembourg: poi, visto che il caldo è arrivato, proviamo a guidare un altro po', affrontando il Col du Pigeonnier ed il divertente Col du Pfaffenschlick. Poi un altro forte della Linea Maginot: Four a Chaux di Lembach e, a Bitche, una cittadella fortificata che domina il paese. Avremmo anche pensato di fermarci qui, ma nonostante le dimensioni da cittadina non proprio piccola, un albergo non siamo proprio riusciti a trovarlo. Così prendiamo una nazionale, diamo un'occhiata veloce a Fort Simserhof ed arriviamo alla città di Sarreguemines che è quasi ora di cena... La città, a parte il lungo fiume con i suoi battelli turistici, non è granchè (ed un po' troppo grande per i nostri gusti) però l'Hotel Union è un Logis de France di buon livello, anche come ristorante. Peccato che qualcuno del personale abbia occupato abusivamente con la sua auto il garage che ci era stato assegnato in omaggio per la moto e non l'abbia liberato prima che andassimo a nanna (comunque il parcheggio dell'albergo era lo stesso molto tranquillo). |
Venerdì 26 giugno 2009: Ripartiamo da Sarreguemines di buon'ora, dopo la solita abbondante colazione. Sappiamo di dover affrontare un trasferimento anche autostradale per passare velocemente la periferia e la zona industriale di Saarbrucken. Ci colpisce la facilità con la quale si passa il confine franco-tedesco: sono giorni che viaggiamo tra cittadelle fortficate, forti, bunker costruiti negli ultimi 600 anni ed ora, da quasi un decennio, l'unico segnale del confine è un cartello blu, con le stelle dell'Unione Europea, con scritto Bundes Republik Deutscheland. A pensarci c'è da avere la pelle d'oca per quello che (finalmene) gli europei sono riusciti a fare: sopportarsi, poi unirsi, poi far sparire le barriere e provare a costruire una vera grande Europa. E' una sfida storica, che troppo spesso noi europei sottovalutiamo, indebolendola. Eppure qui, tra i forti sbrecciati, i carri armati sforacchiati, le cittadelle fortificate che sono costate così tante energie, risorse, fatiche, questo risultato ha un sapore nuovo, più forte, più bello! Bandoalle ciance: dopo Saarlouis svoltiamo in direzione Siersburg e ci ritroviamo in Francia. E poco dopo Veckring ecco spuntare le colline di Fort Hackemberg Passiamo velocemente Thionville ed Hettange Grande e troviamo Fort Immerhof, il più vicino al confine con il Lussemburgo. In realtà, percorrendo le decine di chilometri di dolce e desolata campagna della Mosella, non possiamo non notare bunker e piccole fortificazioni che seguono il confine senza soluzione di continuità. La particolarità di Fort Immerhof è che è praticamente interrato, per renderlo ancora meno vulnerabile, e che sono ancora presenti i reticolatiche lo proteggevano dalle avanzate della fanteria... dev'essere terribile ricevere l'ordine di attaccare un obiettivo difeso da fili spinati e mitragliatrici... In mezzo al nulla, poi, tra la campagna e le colline attorno a Ugny, troviamo anche Forte Fermont, il più settentrionale della Linea Maginot. Sì, proprio in mezzo al nulla, perchè in questi paesini è spesso impossibile trovare anche solo un fornaio, un distributore, un salumiere... un bar! Occorre cercare il paese più grande e lì, magari all'entrata dell'abitato, ecco un SuperU o un Leclerc, con tanto di pompa di benzina nel piazzale... La piccola distribuzione deve essere stata veramente falcidiata in questi anni. Mi chiedo come facciano, anche solo a fare la spesa, le persone anziane o senz'auto! Noi facciamo rotta su Montmidi. Al SuperU ci compriamo un po' di generi alimentari ed andiamo a pranzare su una panchina nella piazza della splendida cittadella fortificata che domina l'abitato! Economico e divertente. Dall'alto della cittadella notiamo con preoccupazione, però, anche un fronte nuvoloso molto minaccioso. Indossiamo le antipioggia e passiamo Sedan (giusto un'occhiata alla cittadella fortificata, visto il temporale in arrivo) e passiamo Charleville Mezieures sotto un'acquazzone tropicale. Troviamo riparo nella sconosciuta ma bellissima Rocroi. La cittadina è tutta all'interno di enormi mura e terrapieni difensivi costruiti, nell'arco di secoli, dagli strateghi francesi (anche l'immancabile Vauban, naturalmente!). Assomiglia molto a Neuf-Brisach, ma il paese, le mura, le installazioni militari sono tenute molto meglio. Nella cittadina c'è vita, negozi, bar. Troviamo un vecchissimo albergo in piazza, l'Hotel du Commerce. Vecchissimo sì, ma la stanza è grande e pulita, e così pure i servizi. La Tartiflette della casa ci scalda dopo i temporali. E spendiamo pure poco. |
Lunedì 29 giugno 2009: Ripartiamo da La Roche en Ardennes dopo aver scattato un paio di foto al tank inglese Achilles posto ad un ingresso della città. Queste sono le Ardenne che mi aspettavo: bellissime. Boschi, pascoli, boschi, pascoli... e solo ogni tanto un paesino o una valle con i campi coltivati. Anche la periferia di Bastogne è ben poco invadente: arrivi subito sulla Grand Rue ed in Piazza Mc Aluiffe, dove fa bella mostra di sè uno Sherman con la blindatura posteriore sforacchiata da un colpo anticarro... Facciamo rotta verso nord per dare un'occhiata al parco delle Hautes Fagnes. Boschi, pascoli, boschi, pascoli... qui in mezzo troviamo anche una concessionaria Kia dove cambiamo la lampadina fulminata della Multistrada (maledette H7... le monta anche la mia auto e ne consumo a manciate...). Boschi, pascoli, boschi, pascoli... passato il Col du Rosier raggiungiamo Spa, dove in una Brasserie un po' fighetta con i tavolini sotto i tigli di fronte al Casinò, ci regaliamo un'ottima e fresca salade ammirando la fauna locale (molto carine le ragazze di Spa)! Raggiungiamo il verdissimo Parco delle Hautes Fagnes (poteva non essere verdissimo un parco da queste parti?), sostiamo ad ammirare la diga e l'invaso del Lac de La Gileppe ma poi... mentre girovaghiamo praticamente senza meta tra le strade alte ed in qualche caso anche panoramiche del Parco... ecco il solito nuvolone pomeridiano che ci raggiunge, scaricando peraltro non una tranquilla pioggerellina, ma pioggia a catinelle. Visto che non è divertente visitare un Parco sotto l'acquazzone, e neppure le belle strade delle Ardenne sono godibili in queste condizioni, decidiamo di anticipare il trasfrimento in direzione Foresta Nera. Non ci arriveremo certaemente entro questa sera, ma quando sarà ora di cena un albergo lo troveremo. In effetti in mezzo alla Germania agricola non è che ci siano molte sistemazioni. Notiamo però un'insegna Hotel vicino ad un'uscita autostradale a Nonnweiler e l'Hotel Simon si dimostrerà una scelta fortunata, con un'ottima sistemazione, tanta gentilezza ed anche una buona cucina. Se poi fossimo stati degli amanti della birra, la sera nel BierGarten dell'albergo si trovava praticamente tutto il paese (ma senza urli o schiamazzi, qui siamo nella civile Germania) a bere la locale BitBurger! |
Mercoledì 1 luglio 2009: Rientriamo nel cuore della Foresta Nera turistica. Già a Glatt vediamo alberghi e bar che a Horb sarebbero stati improponibili. Schiltach in questo senso è molto carina, con il centro scosceso in acciottolato, il placido corso del torrente con le panchine, le concerie delle pelli con le finestre aperte a far essiccare le lavorazioni... Dirigiamo per Villingen (ma senza entrare in centro) e poi per Donaueschingen dove è molto facile seguire le indicazioni per la Donauquelle, ovvero la Sorgente del Danubio. Furtwangen, Triberg, Schonach... ecco la strada degli orologi a cucù famosi in tutto il mondo. Claudia riesce addirittura a stipare nel bauletto un orologio di costruzione artigianale acquistato da Rombach & Hass a Schonach... (a parte il nome niente di fighetto: è un vecchio laboratorio artigianale dove due ragazzi continuano il mestiere tradizionale del posto) Finalmente la PanoramaStrasse. Ce ne godiamo una bella fetta asciutta, ma già in veloce fuga dalla nera perturbazione in arrivo... poi ovviamente ci raggiunge e, di nuovo, pioggia a catinelle, fino al TitiSee. Allora proseguiamo fino al meno turistico ma più tranquillo SchluchSee... |
Note:
La Multistrada è partita per questo giretto con 8.600 chilometri all'attivo, e nei quasi 5.000 km percorsi
non ha riscontrato alcun inconveniente o difetto di alcuna natura, a parte il fulminarsi della lampadina (le malefiche H7... anche la
mia macchina ne mangia in continuazione... in compenso è un tipo di lampada che si trova ovinque e
nella Multistrada si cambia senza grossi problemi). P.S.: non ho inserito il file con la cartografia perchè il mio GPS è vecchissimo (roba arcaica, del 2001, con software e mappe di quell'anno) e non riuscireste ad utilizzarlo con le nuove versioni di Map Source... sono convinto che seguendo le indicazioni ed i paesi citati nel testo e dando un'occhiata alle immagini degli itinerari (e scegliendo sempre le strade più storte in montagna e più vicine alla costa, sul mare) possiate godervi le stesse sensazioni e gli stessi piaceri che abbiamo vissuto noi! Buone strade a tutti! Gattostanco, 8 luglio 2009 |
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