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Anagrammi di Tremonti - Mentitor Tormenti 

viale del
Tremonto
 

 

FAQ.
 Quali sono stati
 tutti gli errori di Tremonti?

(di c.b.da l'unità del 07.08.2002)

 

Riduzione delle tasse
Gli svarioni di Tremonti cominciano con la promessa riforma fiscale. La sbandierata novità prevedeva due sole aliquote: al 23% fino a 200 milioni di lire e al 33% oltre questa soglia. Doveva entrare in vigore subito. Tutto è stato invece rimandato almeno al 2003 e anche le riduzioni delle aliquote Irpef, previste dalla finanziaria del 2001, sono state rinviate a data da destinarsi.
La legge sull’emersione
A decretare il fallimento dei provvedimenti di Tremonti per l’emersione del lavoro nero basta una dichiarazione del ministro del Lavoro, Roberto Maroni: «Le misure sull'emersione basate su vantaggi fiscali non hanno dato risultati». A fine maggio, infatti, i lavoratori emersi erano solo circa 450, solo poche centinaia contro i 950mila previsti dal ministro dell'Economia.
Cartolarizzazione
Altra gaffe di Tremonti è la vicenda che ruota intorno alla cartolarizzazione del patrimonio dello Stato e alla creazione delle società Patrimonio spa e Infrastrutture spa, insignite della possibilità di vendere o ipotecare beni del patrimonio pubblico. Per il ministro arriva prima il richiamo di Ciampi e poi la stroncatura di Corte dei Conti e dell’organismo europeo Eurostat, che solleva numerosi dubbi sulla cosiddetta “finanza creativa” di Tremonti.
Buco di bilancio
La più clamorosa delle ‘uscite’ di Tremonti è comunque quella del “buco di bilancio”. Era l' 11 luglio 2001 e Tremonti, apparso in diretta al Tg1 con l' aiuto di un cartello esplicativo sul quale erano stati scritti numeri a mano, quantificò: ''Il buco nei conti pubblici è tra i 45mila e i 62mila miliardi”. In realtà è stato successivamente quantificato in circa 25mila miliardi.
Crollo delle entrate
Di mercoledì 7 agosto è, invece, la notizia del vistoso calo del gettito da autotassazione in luglio e il debole andamento delle entrate nei primi sei mesi dell'anno che gettano ulteriori ombre su qualsiasi possibilità che il governo realizzi nel 2003 la prima fase di riduzioni fiscali, anzi fanno ritenere probabili nuove batoste per i contribuenti.
Aumento delle pensioni
Contestato a Tremonti anche l’aumento delle pensioni. Promesso a tutti i redditi bassi, è stato realizzato, invece, solo per una piccola parte degli assistiti ed è stato fatto pagare “di fatto” ai percettori di redditi medio-bassi. Sono, infatti, aumentate di fatto le tasse, con l'annullamento della finanziaria passata e reintroducendo ticket e addizionali di tasse regionali.

 

 

 

Altro che mandrake!
Il berlusca riesce sicuramente meglio come...

battutaccia....

Falso in bilancio? Noi no, noi...no

L'Allucinazione al governo
Curzio Maltese
(il venerdi di repubblica n° 752)

Il viavai di trafficanti di stupefacenti nel ministero delle Finanze non spiega del tutto l'allucinante e allucinogena gestione dei conti pubblici nel corso del primo anno di governo Berlusconi. Che il cavaliere, con tutte le sue promesse di miracoli, non portasse fortuna all'economia italiana si era già capito nel '94. Ma la stagione di disastri inaugurata nell'estate del 2001 si avvia a battere ogni record negativo. Crollo della produzione e dei consumi, perdite a valanga in Borsa, una crescita del Pil all'1 per cento (un terzo di quanto previsto dal governo), crisi nera della grande industria e crisi grigia della media e piccola, del miracoloso Nordest che senza l'arma della svalutazione fatica a rimanere sul mercato come prima. Il peggio però non è neppure questo, il peggio è l'atteggiamento da struzzi del governo.
Berlusconi sempre convinto che gli elettori abbiano undici anni, continua a raccontare fiabe sull'imminente ripresa, mentre mobilita la maggioranza soltanto sui suoi affari. Tremonti ha cominciato con la balla del buco da 60mila miliardi, raccontata alla lavagnina delle elementari agli imbecilli di cui sopra, e da allora non ha più smesso di prenderci in giro. Era e rimane il più furbo commercialista d'italia e nulla di più. D'altronde, se Tremonti guarda avanti vede l'esempio di Berlusconi, intorno ha gente come Bossi e alle sue spalle incombe uno come Miccichè. Perchè dovrebbe prendersi lui l'onere di essere l'unico lucido e sincero in una allegra compagnia dove il collante culturale e politico è la capacità di sparale più grosse?

 

 

 

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