Pasqua

I danni del nichilismo passivo


Il filosofo Giovanni Reale, intervistato, afferma: «É vero, l’uomo europeo è ammalato di nichilismo. Molti giovani non si fanno neanche più le domande che per secoli abbiamo considerato capitali: sulla nostra origine, sul nostro destino, sul senso della vita. Non se le fanno nemmeno per rispondersi in modo negativo: semplicemente, non interessano più. Un giovane mi ha addirittura confessato che negava l’esistenza della verità perché sarebbe troppo scomodo vivere, se ci fosse».

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di Nicoletta Tiliacos
Il Foglio, 25 marzo 2004


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Pasqua: «I danni del nichilismo passivo», di Nicoletta Tiliacos, Il Foglio, 25 marzo 2004


 
Rassegnina  
  • Francesco Alberti
    Mostafà, Terrorista per disperazione, alcool e sconfitte, il martirio come sfida
    Corriere della Sera, 31 marzo 2004
    «Una serie di fallimenti a ripetizione che sfociano nella depressione, nell’alcool, in una solitudine cercata quasi scientificamente. Ed è in quel vuoto esistenziale che prende corpo, giorno dopo giorno, attraverso chissà quali canali, fantasmi e suggestioni, quel grumo di rabbia impotenza e autocompassione che lo porta ad inventarsi terrorista: sterminatore di uomini nel nome di un Allah vissuto confusamente, patologicamente, ultimo alibi di un’esistenza senza più appigli».
     
  • Nicoletta Tiliacos
    I danni del nichilismo passivo

    Il Foglio, 25 marzo 2004
    Il filosofo Giovanni Reale, intervistato, afferma: «É vero, l’uomo europeo è ammalato di nichilismo. Molti giovani non si fanno neanche più le domande che per secoli abbiamo considerato capitali: sulla nostra origine, sul nostro destino, sul senso della vita. Non se le fanno nemmeno per rispondersi in modo negativo: semplicemente, non interessano più. Un giovane mi ha addirittura confessato che negava l’esistenza della verità perché sarebbe troppo scomodo vivere, se ci fosse».
     
  • Francesca Floriani
    Teresa Strada: «Gino, l’amore e la gelosia»

    La Repubblica - MI, 3 aprile 2004
    « Questo è Emergency, una scommessa che sembrava impossibile. Non ci sono scommesse impossibili».
     
  • Davide Frattini
    «Ci hanno strappato i figli». Un solo dolore, per arabe o ebree

    Corriere della Sera, 3 aprile 2004
    «Dov’è la speranza? Se riesci a trovarla in questi volti fammela vedere. Neppure una nuova gravidanza può riempire quella voragine che è in ogni cellula del loro corpo».

 

Commento:

 

Da qualche anno ci eravamo abituati ai kamikaze indottrinati dal Corano, ai brigatisti che recitavano a memoria Mao. Adesso ci troviamo davanti ad un’origine della violenza tanto imprevista, quanto paradossalmente più comune come possibilità. Mostafà, il kamikaze di Brescia, non era particolarmente credente. Era un “bravo ragazzo” finito nella disoccupazione e nell’alcolismo, disilluso dall’Occidente e disperato per una vita che non andava. Teresa Strada - guardando alla grandezza dell’opera del marito, Emergency - dice di non credere in Dio ma: «Credo negli uomini, che ognuno faccia la sua parte con onestà».


Questo sentimento della vita stride con i fallimenti, con il dolore, che sembra inconsolabile, delle donne che nel conflitto palestinese hanno perso i propri figli.
Tanto è stimabile l’impeto di costruzione per il bene dimostrato da molti, quanto è evidente che esistono promesse che l’uomo non può mantenere. Ma nonostante questo, noi - tutti - abbiamo bisogno che davvero l’impossibile diventi possibile: che il dolore sia consolato; che l’amore sia vero; che ciò che si desidera si compia e duri.


Perché oggi possiamo sperare: 2000 anni fa un uomo è morto e, contro ogni umana e possibile previsione, risorto. Buona Pasqua.
 

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