Libertà

 

Persa un occasione per capire Benedetto XVI


«Papa Ratzinger ci sorprende una volta di più. Il discorso che avrebbe fatto alla Sapienza […] non solo riconosce […] l’autonomia della scienza e il diritto ad essa, bensì aggiunge precisazioni ‘sconvolgenti’. “… il ministero pastorale è mantenere  desta la sensibilità per la Verità, invitare la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio”.[…] Insomma, a Roma s’è persa un’ottima occasione (e l’avremmo persa tutti, in realtà) per capire finalmente chi sia Ratzinger: non quello che molti di noi pensano sia. Non vuole imporre, ma consiglia. Auspica, non ordina. Aiuta, non costringe. Alla fine, ci vorrebbe tutti uniti e con un unico augurabile obiettivo comune: la famosa verità».

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Commento
 

 
D. Fo,
 Il Messaggero, 17.01.2008

 

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Libertà:   «Persa un occasione per capire Benedetto XVI» D. Fo, Il Messaggero, 17.01.2008
«Papa Ratzinger ci sorprende una volta di più. Il discorso che avrebbe fatto alla Sapienza […] non solo riconosce […] l’autonomia della scienza e il diritto ad essa, bensì aggiunge precisazioni ‘sconvolgenti’. “… il ministero pastorale è mantenere  desta la sensibilità per la Verità, invitare la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio”.[…] Insomma, a Roma s’è persa un’ottima occasione (e l’avremmo persa tutti, in realtà) per capire finalmente chi sia Ratzinger: non quello che molti di noi pensano sia. Non vuole imporre, ma consiglia. Auspica, non ordina. Aiuta, non costringe. Alla fine, ci vorrebbe tutti uniti e con un unico augurabile obiettivo comune: la famosa verità».


 
Rassegnina   A lezione dal professor Ratzinger

 

punto elenco «Maledetto XVI» M. Veneziani, Libero, 15.01.2008
«Voi non sapete, barbari studenti e più barbari docenti, chi state cacciando dall’Università La Sapienza di Roma insieme al Papa Benedetto XVI. Voi non state semplicemente e autorevolmente cacciando solo il capo della cristianità occidentale, voi state cacciando i tre quarti o forse più della cultura occidentale […] Non si tratta semplicemente di garantire a tutti il diritto di parola […], rispolverando l’ovvietà di difendere Ratzinger con Voltaire; certo, sarebbe già tanto se almeno questa considerazione degna di zia Lina fosse accolta, ma in questo caso c’è molto di più, e non dal punto di vista confessionale: si tratta di un vero professore e di un testimone di una cultura che puoi contestare fino alle radici ma che costituisce il terreno su cui noi stessi pensiamo e viviamo, anticlericali inclusi».
 
punto elenco  «Quel professore e papa della ragione, a disposizione del suo tempo», G. Ferrara, Il Foglio, 17.01.2008
«Quando fu eletto, tra i nostri laicissimi applausi di atei devoti (formula ironica e autoironica), lo definimmo papa della ragione. La fede nell’avvenimento cristiano in un successore di Pietro è implicita, l’apertura alla ragione, generosa e dialogante, era invece una scelta […]. E continueremo, possibilità che ci offre un tollerante e laico papa della ragione, a lasciarci sollecitare e interrogare nel coraggio della verità e della sua ricerca».
 
punto elenco  «Persa un occasione per capire Benedetto XVI» D. Fo, Il Messaggero, 17.01.2008
«Papa Ratzinger ci sorprende una volta di più. Il discorso che avrebbe fatto alla Sapienza […] non solo riconosce […] l’autonomia della scienza e il diritto ad essa, bensì aggiunge precisazioni ‘sconvolgenti’. “… il ministero pastorale è mantenere  desta la sensibilità per la Verità, invitare la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio”.[…] Insomma, a Roma s’è persa un’ottima occasione (e l’avremmo persa tutti, in realtà) per capire finalmente chi sia Ratzinger: non quello che molti di noi pensano sia. Non vuole imporre, ma consiglia. Auspica, non ordina. Aiuta, non costringe. Alla fine, ci vorrebbe tutti uniti e con un unico augurabile obiettivo comune: la famosa verità».
 

 

Commento:

 

Già in molti l’hanno detto, ma c’è qualcosa di incredibile in quanto è successo. Un’infima minoranza di docenti e studenti è riuscita di fatto a impedire che il Papa onorasse l’invito a partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico de La Sapienza. Resta la domanda sul ruolo del governo e dell’istituzione universitaria. Con questa manifestazione di intolleranza ideologica, l’università italiana ha vissuto uno dei più brutti momenti della sua storia.

Fortunatamente la questione è tutt’altro che chiusa, anche se in molti preferirebbero considerarla tale. A tenerla aperta è innanzitutto il discorso del Papa.

Benedetto XVI non ha inteso dettare una norma morale o imporre una fede, ma richiamare la “vera, intima origine dell’università”, che sta “nella brama di conoscenza che è propria dell’uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ciò che lo circonda. Vuole verità”. In queste parole riconosciamo descritta e chiarita la nostra esperienza. Qual è il fine dell’università? “Mantenere desta la sensibilità per la verità” e “non permettere che l’uomo sia distolto dalla ricerca” di essa. Ma come corrispondere a questo compito?

L’affermazione del professor Ratzinger è sorprendente: “Neppure io posso offrire propriamente una risposta, ma piuttosto un invito a restare in cammino con questa domanda - in cammino con i grandi che lungo tutta la storia hanno lottato e cercato, con le loro risposte e con la loro inquietudine per la verità, che rimanda continuamente al di là di ogni singola risposta”. Queste parole del Papa rappresentano al tempo stesso un giudizio critico e una prospettiva. Anche le nostre università sembrano infatti arrendersi “davanti alla questione della verità”, piegarsi “davanti alla pressione degli interessi”. La sfida lanciata da Benedetto XVI costituisce proprio per questo un nuovo inizio: riapre ad un lavoro che, noi per primi, riconosciamo essenziale per il compimento nostro e il cambiamento dell’università stessa.
 

 

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