Felicità

Viaggio nella notte americana

 
J.T.Leroy, scrittore maledetto americano, nell’intervista al magazine del Corriere della Sera, afferma che l’unica cosa che l’ha trattenuto dall’uccidersi era il terrore dell’inferno; per rimuoverlo e dare il via libera alla sua morte, aveva deciso di rivolgersi allo psicanalista «intellettuale razionale ed ateo». Oggi questo scrittore vive a San Francisco, perché è la città dove vive il suo psicanalista, di cui dice: «oggi è lui la mia vita».

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di Monica Rolando
IO Donna, 4 maggio 2002


Per leggere l'articolo fai click su:  20020504_rolando_viaggio_notte_americana.pdf

 

Commento:

 

Citiamo Ligabue e J.T. Leroy non perché abbiamo stima di loro come pensatori, ma perché purtroppo il loro pensiero è diffuso. Si cerca la felicità, magari anche Dio, ma si ha fede in tutto il resto. Si ha fede, nel senso che si spera la soluzione alla propria domanda dalle cose più strampalate, non avendo - come dimostra Ligabue - un’idea né di Dio, né del mondo. Si cerca la soluzione al problema della felicità anche nella morte, perché questo è il significato della battaglia per l’eutanasia. E la morte è l’unica cosa in cui non si può, ma, alla fine, si deve credere. Amen.


Nota ulteriore, però positiva: Panorama (Stefano Lorenzetto, Qui si prendono lucciole per operaie, Panorama 2 maggio 2002) riporta un articolo in cui si descrive che imprenditori veneti utilizzano una legge dimenticata (in particolare l’art. 18, però della legge Turco-Napolitano) che facilita l’integrazione in un’attività lavorativa permanente - diversa dalla precedente - delle prostitute sottratte al racket. Un esempio di carità che diventa lavoro.


   
  • Stefano Lorenzetto,
    Qui si prendono lucciole per operaie,
     Panorama 2 maggio 2002

  • Monica Rolando
    Viaggio nella notte americana
    IO Donna, 4 maggio 2002
    J.T.Leroy, scrittore maledetto americano, nell’intervista al magazine del Corriere della Sera, afferma che l’unica cosa che l’ha trattenuto dall’uccidersi era il terrore dell’inferno; per rimuoverlo e dare il via libera alla sua morte, aveva deciso di rivolgersi allo psicanalista «intellettuale razionale ed ateo». Oggi questo scrittore vive a San Francisco, perché è la città dove vive il suo psicanalista, di cui dice: «oggi è lui la mia vita».

  • Cesare G. Romana
    «Canto amore e sensualità ma anche l’individualismo»
    Il Giornale, 24 aprile 2002
    «Ligabue credente? “Lo ero, ora rispondo: non so. Sicuramente non mi appartiene un concetto di Dio troppo mediato dai sensi di colpa, timore, espiazione, circondato da raffigurazioni e rituali macabri (ti dicono: mangia questo pezzo di pane, è il corpo di Dio). Dio se c’è, non può essere così, produrre questi guasti. Lo dico, in un certo senso, in Voglio volere: “Voglio un mondo comico/ che faccia ridere/ un cielo comodo/ che qualcuno s’affacci a rispondere”».

  • Paolo Passarini
    «Diane deve avere il diritto di rifiutare una vita atroce»
    La Stampa, 30 aprile 2002
    «“La mia Diane - ha detto Brian - non vuole vivere una vita in cui non può fare le cose che le piacciono, una vita in cui non può fare niente”».

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