Il Senso
Religioso

«Che guaio: la vita è molto bella»

Nick Cave, stella del rock, intervistato per l’uscita dell’ultimo album, ha detto: «Specialmente quando sto da solo al lavoro, immerso nel mondo della mia immaginazione, tutto è ok. La sofferenza è un lusso da ricchi, un concetto tremendamente borghese: io vado nel mio ufficio tutte le mattine e mi metto al lavoro. Che sia ispirato o no. Proprio come tutte le persone normali di questo mondo».

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di Alberto Dentice
L’Espresso, 30 gennaio 2003



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Il Senso Religioso: «Che guaio: la vita è molto bella», di Alberto Dentice, L’Espresso, 30 gennaio 2003


 
Rassegnina  
  • «È colpa di noi insegnanti. Non spieghiamo la Bibbia»
    la Repubblica, 23 gennaio 2003
    Alberto Giannino, presidente milanese dell’associazione nazionale degli insegnanti di religione, ha dichiarato: «Oggi gli adolescenti inseguono valori edonistici. Pensano alla carriera e ai soldi. Mettono al primo posto il divertimento e passano le ore davanti al computer. Pochi si interrogano sul senso della vita».
     
  • Sergio Givone
    Veramente ricco soltanto con la fede
    Il Messaggero, 27 gennaio 2003
    Il cardinale di Torino che riferisce che Agnelli ha ricevuto gli ultimi sacramenti con piena adesione al loro significato, suggerisce a Givone questa riflessione: «Non sarà che, di fronte alla morte, tutto ciò che ci ha aiutato a sopravvivere (ruolo sociale, norme di comportamento, ideali…) non basta più, e allora si ha bisogno di qualcosa che ci faccia aderire più profondamente alla realtà, qualcosa che va al di là della tradizione, qualcosa come un atto di fede? Nessuno, ovviamente, può dire che si sia trattato di questo, nel caso di Agnelli. Ma è a questo che siamo invitati a pensare».
     
  • Alberto Dentice
    Che guaio: la vita è molto bella
    L’Espresso, 30 gennaio 2003
    Nick Cave, stella del rock, intervistato per l’uscita dell’ultimo album, ha detto: «Specialmente quando sto da solo al lavoro, immerso nel mondo della mia immaginazione, tutto è ok. La sofferenza è un lusso da ricchi, un concetto tremendamente borghese: io vado nel mio ufficio tutte le mattine e mi metto al lavoro. Che sia ispirato o no. Proprio come tutte le persone normali di questo mondo».

 

Commento:

 

Non ci si interroga più sul senso della vita? I fatti del giorno attestano l’esatto contrario.


Givone intelligentemente osserva che Agnelli, cosciente del significato dell’estrema unzione, ha manifestato anche un’altra coscienza: la vita è così misteriosa che si può avere tutto, ma in punto di morte non serve niente, se non affidarsi al padrone di tale mistero. Causa la paura? Può darsi, ma soprattutto causa la ragione; e infatti Givone è così leale da riconoscere che la paura non sia l’unica spiegazione.


Anche sentenziare ottusamente sulla sofferenza significa, di fatto, pensare al senso della vita, farsi quella domanda tremenda: perché? Le guerre in corso, ma anche il nostro “piccolo” quotidiano dicono che il senso della mancanza per qualcosa che si desidera, lo struggimento per quello che accade - la tristezza, in una parola - è ineliminabile, si può non sentire in certi momenti, ma non si può mai togliere, perché soffrire, partecipare affettivamente a qualcosa, è prerogativa della vita. E questo non è l’ultimo dei motivi per cui questa settimana si celebra il giorno della memoria, in onore delle vittime dell’Olocausto: provi la stella del rock Nick Cave, a dire a un sopravvissuto dell’Olocausto che la sofferenza è da borghesi.


Quindi, che il presidente degli insegnanti di religione dica che al senso della vita non ci pensi più nessuno - tanto meno i giovani - è, francamente, preoccupante, perché non corrisponde a verità.


Educare: duco ex. Portare fuori, far emergere, far scoprire: quello che c’è. Quel senso della vita, quel senso religioso, a cui si accenna sempre senza accorgersene.
 

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