Giustizia
 &
Lavoro

«Ai piedi del Crocifisso di Cimabue intravediamo il trionfo pasquale»


Dall’omelia dell’arcivescovo Tauran, ai piedi dell’appena restaurato Crocifisso di Cimabue ad Arezzo: «In un mondo dove la felicità sembra trovarsi nel possedere le cose che desideriamo, Gesù ci insegna che la vera felicità risiede nel fatto di amare e di essere amato. Non sono le cose che rendono felici, ma le persone. Il mondo di oggi attende, forse inconsciamente, dei Cristiani che si oppongano con i fatti alla povertà, all’egoismo, allo spirito di dominio ed alla violenza, per indicare, con l’esempio della propria vita, come Dio vuole l’uomo».

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di Jean-Louis Tauran,
L’Osservatore Romano, 27 novembre 2002


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Giustizia & Lavoro: «Ai piedi del Crocifisso di Cimabue intravediamo il trionfo pasquale», di Jean-Louis Tauran, L’Osservatore Romano, 27 novembre 2002


 
Rassegnina  
  • Marco Imarisio
    «Ti ritrovi a far nulla e così cominci ad andare in un cantiere»

    Corriere della Sera, 8 dicembre 2002
    «Raffaele: assunto al reparto carrozzeria di Rivalta nel ’79, cassintegrato nel 1980. Si licenziò nel 1983: “Scelsi di fare il meccanico”. Carlo ricorda due anni di cassa integrazione nei quali faceva il custode in un condominio abitato da dirigenti Fiat. Il neo cassintegrato Franco: “Perché dopo tanti anni in un’azienda, quando sei fuori scopri che non ti sei mai guardato in giro, che non conosci nessuno. E non sei più nessuno”».
     
  • Giovanni Maria Flick
    Giustizia vo’ cercando

    La Stampa, 1 dicembre 2002
    Alcuni stralci dall’intervento di Flick in occasione dell’anniversario dell’abolizione della pena di morte e della tortura da parte del granduca Leopoldo di Toscana: «La Giustizia, persino al di là di ogni possibile definizione, è solo eterna tensione, perenne ideale, sospeso tra un già (il mondo dato, l’esistente storico) e il non ancora (appunto, un mondo definitivamente giusto, una giustizia storicamente realizzata). Questo non significa, tuttavia, che la tensione verso la giustizia sia da collocare nell’empireo dell’utopia (…). La regola giusta è ragione, rifiuto dell’arbitrio e che l’uomo giusto è coscienza, rifiuto dell’inumanità. Un esempio storicamente assai intenso è quello di Matilde di Canossa (…)».
     
  • Jean-Louis Tauran
    Ai piedi del Crocifisso di Cimabue intravediamo il trionfo pasquale

    L’Osservatore Romano, 27 novembre 2002
    Dall’omelia dell’arcivescovo Tauran, ai piedi dell’appena restaurato Crocifisso di Cimabue ad Arezzo: «In un mondo dove la felicità sembra trovarsi nel possedere le cose che desideriamo, Gesù ci insegna che la vera felicità risiede nel fatto di amare e di essere amato. Non sono le cose che rendono felici, ma le persone. Il mondo di oggi attende, forse inconsciamente, dei Cristiani che si oppongano con i fatti alla povertà, all’egoismo, allo spirito di dominio ed alla violenza, per indicare, con l’esempio della propria vita, come Dio vuole l’uomo».

 

Commento:

 

Che Natale difficile per gli operai della Fiat: 5.600 in cassa integrazione; 2.400 in mobilità lunga (modo soft per dire pensionamento anticipato). La cassa integrazione prevede che il lavoratore riceva l’80% dello stipendio, comunque non meno di circa 800 euro al mese. Niente male - si potrebbe pensare -, non c’è lavoro, ma è garantita almeno una certa dignità. Leggendo però le storie di alcuni degli operai, quel “niente male” appare veramente fuori luogo: ciò che rende dignitosa la vita è infatti un’utilità, uno scopo per cui si agisce, appunto con il lavoro.


Senza soffermarci sulle svariate analisi che stiamo leggendo su tutti i giornali, noi non vogliamo parlare solo di dividendi - dilungarci nello spiegare, per esempio, che una volta finita la crisi, la Fiat dovrebbe risarcire il fondo da cui sta attingendo le casse integrazioni -: c’è un problema più urgente. Il problema adesso è realmente un altro: il presente di queste persone. Cosa possiamo fare per loro? Di più: possiamo dire di capire il loro desiderio, dentro la richiesta di lavorare? Leggendo gli interventi di Flick e dell’arcivescovo Tauran, troviamo un suggerimento: serve un’umanità, una solidarietà che non sia compatimento, ma condivisione, tanto intensa da sfociare in azioni concrete.


Il porporato Tauran e il laico Flick rinverdiscono il bisogno di gente umana per tutti noi, più urgentemente se disoccupati: il bisogno di giustizia è bisogno di umanità, di una presenza umana, prima che di leggi giuste, le quali - comunque - ci vogliono.
 

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