Giovani

Vada per i calci in culo
ai giovani assassini,
serve un padre per darglieli


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di Antonio Socci,
Il Foglio, 11 ottobre 2002



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Giovani: «Vada per i calci in culo ai giovani assassini, serve un padre per darglieli» Antonio Socci, Il Foglio, 11 ottobre 2002

Commento:

 

Che cosa può capire la gente dalla tracimazione di parole a commento del delitto di Desirée? Che cosa possiamo capire noi? Ben poco, perché probabilmente chi commenta è tanto confuso quanto chi è commentato.


C'è un’osservazione preliminare che proviene dalla nostra esperienza: nessuno è puro; gli sbagli, i delitti, non solo non li possiamo compiere, ma li compiamo tutti, se non fisici, mentali. Come diceva Freud: «I cattivi fanno quello che i buoni sognano». Questo è il dramma umano affrontato, ben prima di Freud, da Cristo, morto e risorto per salvare l’uomo dai suoi peccati, dal suo male, perché altrimenti l’uomo non riesce. Per cui, apprezziamo il buon senso di Ferrara, ma ancora di più quello di Socci, perché dire che ci vuole un padre significa dire che ci vuole qualcuno che si assume la responsabilità di indicare qual è il vero e di battersi per esso oltre la propria incoerenza. Ma il vero non è semplicemente una regola, così come «educare non è semplicemente permettere qualcosa e impedire qualcos’altro» (Andreoli); il vero è una presenza che ci ama, oltre la misura del nostro limite e che, incontrata, ci chiede di corrispondere nello stesso modo.


Nessuno psicologo, criminologo, sociologo, giornalista, o educatore, o anche cristiano, potrà mai realizzare un mondo perfetto, o solo migliore, prescindendo dalla ricerca di Chi il mondo lo ha fatto e dalla considerazione della propria incapacità. Qui comincia l’educazione, ovvero la provocazione della libertà a comprendere che non tutto è uguale.
    Effluvio di commenti sul delitto Desirèe:

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