Scavando con gli strumenti della critica

e con le impressioni di alcuni ragazzi

INCONTRO CON LA PITTURA DI NATA TRANQUILLI 

 

 

UNA PROFONDITA' NASCOSTA NELLA VAGHEZZA

 

Nata Tranquilli definisce “interlocutore” lo spettatore delle esposizioni e lo chiama “a completare” ogni quadro con l’emozione che lui stesso riceverà nell’osservarlo: nasce da questo incontro il titolo alle sue opere, nelle quali anche passato, presente e futuro si saldano in un cammino non ancora concluso che sembra condurre l’artista verso ciò che conta: una luce. In alcuni quadri il bagliore si scorge in lontananza, in altri in profondità. Questa luce sembra coincidere con una dimensione infantile, nel senso più alto del termine: l’essere bambina da adulta permette all’artista di esprimersi senza reprimersi, liberamente; il suo astrattismo è dunque un grido di libertà. Il grido, la voce di un puer. Nata Tranquilli, riappropriandosi della pura libertà, gioca con i colori (anche con il bianco e nero!) e con le forme come farebbe un bambino con le parole e le cose: associando, assemblando, sovrapponendo, componendo, costruendo secondo il dettato dell’immaginazione più sfrenata. Ma non si tratta solo di un gioco: quest’ultimo si fa tramite, conducendola alla scoperta; perché, come il puer, essendo in grado di muoversi liberamente, entra in contatto, penetra il fondo della realtà: oltre l’apparenza, “oltre il velame”, appunto. Alcuni dei suoi quadri sembrano infatti possedere “un doppio fondo”, cioè una tensione (che non è definitivo raggiungimento) “verso il cuore delle cose”. I quadri di Nata sono rivelatori di una profondità nascosta nella vaghezza e poeticità del suo astrattismo. E’ la curiosità del bambino che immagina e sogna infiniti mondi possibili; tutto è aperto ad infinite possibilità e si ha infatti l’impressione che una sola pennellata possa mutare il corso di quell’evento che è il quadro. Inoltre è visibile nella pittrice un’attrazione tutta infantile per i quattro elementi; in particolare, dipingendo il mondo dell’aria e dell’acqua, comunica al suo interlocutore che, anche da adulti, è possibile sognare, desiderare di volare o di vivere immergendosi nel segreto delle cose. In questo senso il viaggio di Nata Tranquilli è un ponte tra sé e il suo passato, contatto con un’età libera da imposizioni, divieti o doveri: il calore, la luminosità, l’intensità, la pienezza dei colori rivelano proprio questo sapere e piacere di non doversi reprimere. E dal recupero della libertà sta muovendosi verso la luce, proprio quella in cui sono profondamente immersi i suoi quadri. Proviamo a seguirla…

 

Martina Silvestri            

 

 

“Nel quadro vedo una macchina con un uomo che la guida. Dietro, un paesaggio con 2 alberi. La ruota, mentre gira, fa saltare i sassi che sono sulla strada”

GIORGIA SIMARI (14 anni)

“Per me è un gatto che sta cercando di entrare dentro un buco. E’ come se ridesse. Ha orecchie smussate, occhi a mandorla, naso schiacciato e bocca tirata” 

EMANUELE BORGIA (15 anni)

“Vedo a destra una donna inginocchiata sul pavimento, con un cappello, che accoglie a braccia aperte un bambino, piccolo, anche lui a braccia aperte in attesa che la donna, probabilmente la madre, lo stringa forte forte al suo petto. Credo che i due stiano davanti ad una vecchia 500; sullo sfondo riesco a intravedere la cima di un albero. Attorno, ci sono alcune piccole bollicine che penso siano fiocchi di neve. Quindi il messaggio che mi dà questo quadro è il gelo invernale e l’amore che una madre può avere per un figlio” 

GIULIA ARRIGO (14 anni)

“Vedo una figura mitologica: un Drago, lungo e sottile, con la bocca aperta (in alto a sinistra) da cui esce una lingua di fuoco e da dietro agli occhi spuntano due corna e il corpo nei punti più chiari è coperto di nuvole” 

FEDERICO STELLA (14 anni)

“Io vedo una donna che prega in ginocchio col suo bambino, e in alto ci sono varie croci” 

FLAVIA COLLINA (14 anni)

“Il quadro può apparire come un insieme di segni che formano varie figure per lo più curve. Se entriamo nel particolare possiamo notare che queste figure hanno un senso e danno vita ad un vero e proprio gioco di fantasia: ad esempio, la prima figura a destra mi sembra una donna in ginocchio” 

FLAVIA MANNI (14)

 

 

“Rappresenta la faccia di un uomo in mezzo ad un cespuglio. Questo quadro mi dà molte sensazioni: una di queste è la paura, in quanto la persona che sta dietro al cespuglio è come se si nascondesse da qualcosa o da qualcuno. Può rappresentare anche una faccia di un uomo in mezzo a tante cose, cioè la confusione che ha l’uomo durante la sua più o meno breve vita” 

RICCARDO RAZIONALE

“Ho notato che è pieno di pezzi strani che formano una faccia, forse spaventata, come se avesse visto qualcosa”

CARLO CERSOSIMO (14 anni)

“Mi sembra una faccia. La cosa che mi stranisce di più sono i 2 occhi, uno più piccolo e uno più grande, che non capisco perché sono così. Questo quadro mi ha colpito molto per il modo in cui è fatto”

ENRICO VAGNETTI (14 anni)

“Vedo una faccia di uomo con gli occhiali, una grande bocca e un grande naso. Questa faccia mi dà una sensazione di libertà, perché l’espressione di questo viso mi sembra felice e dolce” 

GIULIA ARRIGO (14 anni)

“Nella penombra di un pomeriggio caldo e afoso una donna siede mezza appisolata davanti ad un cesto di frutta. Sullo sfondo, due finestre; la faccia della donna, sulla sinistra, con un gran cappello che copre dal naso in su; il cesto di frutta, in basso a destra, con 2 o 3 banane. La casa sullo sfondo è raffigurata sfocata e distorta, come da una persona che si è appena svegliata dal sonno e ancora stordita dal caldo cerca di mettere a fuoco coerentemente il paesaggio”

DANIELE CALANDRIELLO (14 anni)

“Per me il quadro rappresenta una grotta con una cascata d’acqua e sassi dappertutto. Vedo l’acqua di colore nero-verde”.

AHMED ABDULADIF (14 anni)

“Ho avuto molte impressioni: la prima cosa a cui ho pensato è stata una fotografia dall’alto di un porto intasato a causa dello scoppio di una nave petroliera. Nello sfondo sembrano appunto esserci macchie di petrolio”

FLAVIA COLLINA (14 anni)

“Ci vedo un volto con un occhio aperto a forma ovale di colore bianco e l’altro occhio (di colore nero) semichiuso. Il naso è lungo e spigoloso con un’ombra (bianca). Poco sotto il naso c’è la bocca che è aperta, ma non capisco bene di che forma sia, so solo che il volto, che io credo sia di un uomo, è corrucciato, come se fosse sofferente o arrabbiato (o addirittura sorpreso: questo si capisce dalla bocca aperta un po’ storta, incurvata). Sotto la bocca c’è il mento col pizzetto bianco. Sopra agli occhi si intravedono le sopracciglia e i capelli mossi”

CHIARA  DEL BUONO (14 anni)

“Ad un primo sguardo sembra un viso, particolare. Si intravede al centro uno sguardo triste e malinconico; attorno c’è la foschia”

MARCO MANERI

 

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