La storia è racconto attraverso i libri  

Il primo testo che accompagna la presentazione è in genere quello diffuso dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati. Se non diversamente indicati sono del sito.

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Ammiraglio

Franco Maugeri


 

MUSSOLINI MI HA DETTO

dalla prefazione (non firmata)

Più di quelli di Ludwig, questi nuovi colloqui con Mussolini hanno un inconfondibile accento di verità. I due interlocutori si trovano nella condizione ideale per non mentirsi e non mentire. Mussolini è all'indomani di un tracollo della cui portata non è ancora arrivato a rendersi conto, come accade per un dolore che al primo istante non si valuta. Egli pertanto può parlarne quasi contemplandolo da spettatore e vive istanti d'una surreale lucidità che sono preziosissimi per il psicologo. Maugeri ha colto questi attimi, e ciò appunto costituisce il valore e l'importanza del libretto che presentiamo. Non aveva e non volle assumersi il compito che volgarmente si chiamerebbe di far cantare il responsabile. Lo avvicinò con animo severo ma scevro di intenzioni polemiche. Gli parlò senza alcun desiderio di facili successi dialettici; inaugurò nei confronti del vinto colpevole un austero costume di giudice sereno: ed è quello ch'egli chiama umanità e signorilità della tradizione marinara. Ma è qualcosa di più, forse un anticipato atteggiamento di storico, certo uno scrupolo di coscienzioso testimone. Egli difatti non altera i contorni, non si lascia tentare dal vezzo volgarissimo di falsare le posizioni reciproche. E' il primo italiano d'un certo rango che Mussolini incontra dopo il suo arresto: Mussolini si ritrova nel suo ambiente; l'incontro favorisce l'oblio illusorio dei casi recentissimi, e l'affannato Mussolini per un momento torna ad essere il duce che ascolta un ammiraglio chiamato a riferire. Maugeri si ritrae fedelmente negli istanti in cui parla pacatamente della marina, della lotta sul mare in questa guerra ed in quell'altra e quando spiega problemi tattici e dà notizie tecniche a quell'eterno incompetente, a quell'eterno dilettante di svariate cognizioni. In ciò è onestissimo, Maugeri, e a questa sua ammirevole onestà dobbiamo il quadro impareggiabile di Mussolini che, a dispetto di tutto, conserva ancora il piglio dell'aggrottato ascoltatore che matura una risposta, un giudizio sintetico, una formale direttiva. Di qui l'irresistibile comicità, tutta intrinseca affatto, di una gran parte dei colloqui. C'è, sì, sempre incombente sui due interlocutori il dramma della seduta del Gran Consiglio (la « congiura dei Collari» dice pomposamente Mussolini), del colloquio e dell'arresto in Villa Ada; dei carabinieri, delle autoambulanze; delle caserme, dell'ordine di relegazione : ma non crea che quella vaga atmosfera ossessiva alla quale è pur facile sottrarsi nelle visite di condoglianza quando si conversa con una vedova che parla del marito come se fosse ancora vivo nello studio a lavorare invece che stecchito sul cataletto nella camera accanto.
Dalle bonarie conversazioni nei quadratini della « Persefone» e del « F.R. 22» - le due piccole navi che trasportarono Mussolini da Gaeta a Ventotene a Ponza alla Maddalena - sono difatti assenti, in un primo momento, le passioni, il risentimento, il desiderio o bisogno di difesa che si troveranno poi nettissimi nel discorso alla radio dopo la liberazione o meglio ancora nel libello -
Al tempo della carota e del bastone-. Manca pertanto, da principio, il ragionato processo di falsificazione, lo sforzo programmatico di crearsi una nuova figura di grande tradito, di grande vittima o di grande incompreso, se non addirittura di pretendente vendicatore e giustiziere.......

Edizione originale agosto/sett. 1944

MUSSOLINI E LA RUSSIA

…Ho detto loro che bisognava occupare l'Egitto avremmo successivamente congiunto il Medio Oriente con l'Oriente, Avevano avuto la grazia di Dio, del tutto inaspettata, di debellare in pochissimo tempo e in quella maniera spettacolare l'esercito francese, che Churchill pochi mesi prima aveva ispezionato e giudicato il migliore esercito d'Europa, e sono andati a creare il fronte russo! E questo, dopo di aver vinto la grande battaglia politica dell'alleanza, soffiata sotto il naso agli Inglesi, che erano li da oltre cinque mesi. Ho detto loro di creare. una Polonia indipendente; ma essi hanno sostenuto e sostengono sempre che la Russia è un gravissimo pericolo per la civiltà occidentale cd europea, Invano ho tentato di convincere Hitler che questa è una frase senza senso, sinnlos, come quella dell'ordine nuovo. Stalin ha ucciso il bolscevismo mettendo a morte uomini di prim'ordine, (cannoni , veri come Kameneff'). Egli, in contrapposto a Trotzky, ha rinunziato completamente alla rivoluzione mondiale.

Mussolini in braghe di tela

VERO ROBERTI * - NELLA CASA DEL RAS (testo aggiunto nella riedizione post '44)

Pochi minuti prima delle 10, Mussolini scendeva sulla spiaggetta di Santa Maria, di fronte alla casa del ras Circondato dai suoi carcerieri ed accompagnatori, rimase per qualche istante a guardare l'orizzonte del mare, verso levante, dove apparivano il montagnone di Ischia e gli scogli di Santo Stefano e di Ventotene. La « Persefone» era alla fonda vicino alle antiche grotte di Pilato, dove i romani allevavano murene per trame oracoli e vaticinio
Riavutosi dalla sua triste contemplazione, Mussolini disse ad un tratto: «Sono stanco. Desidererei un letto per giacere ». Accompagnato sulla soglia della casa fu invitato a salire nella sua camera, che era tutta bianca di calce. Si guardò intorno e vide in quella luce chiara, pulita, un misero letto di ferro con la sola rete, una sedia con l'impagliatura strappata, e un tavolo da osteria, unto e inciso dalla punta di un coltello. Strinse i pugni dalla rabbia e disse, rivolto alla finestra: « Basta! ». Poi prese la sedia, la portò in mezzo alla stanza e si mise a sedere dicendo: . « E anche questo, basta!», Reclinò la testa e si coprì il viso colle mani. Quando si riebbe vide sulla porta il maresciallo dei carabinieri. Il maresciallo entrò, lo salutò, rimanendo poi fermo sull'attenti. Era chiaro che il maresciallo sentiva tutta l'eccezionale situazione. Non poteva sembrargli vero che l'uomo che aveva dominato l'Italia per oltre vent'anni fosse un suo detenuto. Mussolini si alzò e lo prese per le spalle dicendogli: «Coraggio! Vi comprendo .... Ho bisogno di riposare ». Mussolini sviolinatoreLa sua voce era stanca, e il maresciallo disse scusandosi che sarebbe andato subito a cercare un materasso, dei lenzuoli e qualche cosa da mangiare « Non sapevamo che dovevate venire a Ponza, eccellenza. Sono stato avvertito appena mezz'ora fa », « Non vi preoccupate, maresciallo! », soggiunse Mussolini. Il maresciallo uscì per recarsi nella casa vicina, dove abitava uno dei suoi uomini, per raccogliere quanto aveva promesso a Mussolini, e poté ritornare dopo un'ora con un materasso, coi lenzuoli e un cuscino. La moglie d'un carabiniere portava una tazza di brodo, un uovo e due pere.
Il maresciallo bussò alla porta. Mussolini che era sdraiato sulla rete del letto e appoggiava la testa sulla giacca arrotolata, si alzò. « Ho portato qualche cosa », disse il maresciallo e si accinse a preparare il letto, mentre un altro carabiniere posava i viveri sulla tavola. Il giorno dopo, 29 luglio, compleanno di Mussolini, il maresciallo tornò per offrirgli quattro pesche. Mussolini era seduto vicino alla finestra. Si volse e disse: « Maresciallo, siete troppo buono. Non vorrei che se ne privasse la popolazione, di questa frutta », « No, no!», assicurò il maresciallo. « Bene», soggiunse Mussolini, « allora me le mangerò tra oggi e domani. Grazie ». Il terzo giorno Mussolini non parlò con nessuno perché un tenente colonnello dei carabinieri, venuto improvvisamente dal continente, impartì ordini severissimi: nessuno doveva parlargli. Mussolini fu avvicinato solo da due carabinieri incaricati di riordinargli la stanza e di preparargli da mangiare. A questo proposito il maresciallo si recò dal commendator Vassallo, commissario di polizia di Ponza, per chiedergli i fondi necessari al mantenimento del prigioniero e per farsi rifondere quelle poche lire che aveva speso. ..... La vita di Mussolini a Ponza si svolgeva nel modo seguente. Egli si alzava alle 7.30 del mattino e prendeva un po' di latte e un uovo. A mezzogiorno faceva colazione con una insalata di pomodori, un uovo, un po' di pane e un po' di frutta. Appena faceva notte si coricava. Nei dieci giorni ch'egli trascorse a Ponza, i due carabinieri non accesero mai il fuoco per dargli da mangiare qualcosa di caldo. Il quarto giorno il maresciallo poté rivedere Mussolini, essendo stato incaricato ufficialmente di sorvegliarlo, e scambiò con lui qualche parola sui gerarchi del passato regime, La conversazione fu causata dal rubinetto dell'acqua che era sopra il lavamano della stanza, Mussolini domandò : « Maresciallo, ditemi, come mai non scorre l'acqua da questo rubinetto? lo diedi dei soldi affinché si costruisse l'acquedotto di Ponza ». « Eccellenza », rispose il maresciallo, «i soldi li avrete dati, ma l'acqua della sorgente cade ancora in mare ». « Dite il vero maresciallo ? ». « Sì, Eccellenza « Ah, quei prefetti, quei prefetti!», disse Mussolini, « E quei federali, Eccellenza!» aggiunse il maresciallo. « Perché? Ditemi, maresciallo! ». Il sottufficiale, incoraggiato dalla curiosità di Mussolini, cominciò a raccontare gli episodi più salienti della sua vita carabinieresca e concluse che si trovava a Ponza per punizione perché aveva denunciato il federale di Littoria che sottraeva il grano all'ammasso.
Da altra fonte rileviamo che nelle poche passeggiate era scortato e la gente lo guardavo con commiserazione ... Constatò con amara sorpresa che la strada che doveva attraversare tutta l'isola falcata e per la quale aveva erogato sei milioni non era stata compiuta né asfaltata, che mancava l'acqua corrente per cui altri fondi erano stati concessi, che provvidenze e sussidi stabiliti per Ponza non erano stati mai recapitati....

Il quinto giorno, l° d'agosto, il motovela « Maria Pace», di Totonno l'araqostaro, entrò nel porticciolo di Ponza (dopo l'arrivo di Mussolini, le comunicazioni civili tra l'isola e il continente erano state interrotte). Il motovela di Totonno, oltre a sei vacche per l'alimentazione degli isolani e otto agenti di pubblica sicurezza inverditi dal mal di mare, portava due bauli, una cassetta di frutta e un plico per il prigioniero. Finalmente Mussolini poteva cambiarsi, poiché indossava ancora il vestito che aveva il giorno dell'arresto. Approfittò immediatamente del corredo che gli era arrivato da casa per mostrarsi alla finestra vestito di bianco. Dopo pochi minuti si esibiva invece a torso nudo e col suo caratteristico berretto da marinaio, D'improvviso scomparve ancora per riapparire vestito nuovamente di bianco: quindi rientrò e riapparve in maniche di camicia.......

Ancora  oggi Hitler è ancorato alla sua  concezione. Sono stato il primo a riconoscere l'URSS, ho fatto venire Litvinoff a Roma, abbiamo firmato un trattato di amicizia. Mussolini riflette brevemente, poi continua:« I Tedeschi pensavano di liquidare la Russia in pochi mesi. Subirono un inganno diabolico, a cui non crederei. se non me lo avesse raccontato Hitler stesso. Fu offerto al" Servizio Informazioni tedesco il piano russo di mobilitazione, un documento completo nei suoi minimi dettagli. Ai Tedeschi sembrò troppo preciso per essere originale, ma lo comprarono ugualmente. I Russi arrestarono gli agenti, che loro stessi avevano mandato e li misero a morte. Quando la cosa fu conosciuta in Germania, i Tedeschi furono sicuri che il piano era vero. Tutto falso: dove si leggeva di 50 brigate di cavalleria, si trattava di 50 brigate corazzate; e così di seguito: « Ho consigliato a Hitler di venire ad un accordo con la Russia e, negli ultimi tempi, a qualunque costo rinunziando a tutto quello che aveva conquistato, Ucraina compresa. Ho cercato di far leva sulla sua superstizione; la prima campagna non è riuscita, poi hanno avuto quell'inverno terribile, poi il disastro di Stalingrado. Non ha servito. Gli ho detto che avevamo perduto !'iniziativa dal giugno del 1942 e che un paese che ha perduto l'iniziativa ha perduto la guerra, A Salisburgo gli ho detto questo: in Africa non possiamo più ritornare, vi sarà l'invasione delle isole italiane; non vi è che un'ultima possibilità e cioè fare la pace con la Russia e riportare tutto il vostro potenziale nel Mediterraneo. Voi non potete aiutarci, non perché non volete, ma perché non potete finché non fate la pace con la Russia, A Feltre il colloquio non è andato bene. Doveva durare tre giorni, è durato tre ore e mezzo. lo ero molto seccato di non essere stato a Roma durante il bombardamento. Come al solito le questioni che erano in programma non sono state trattate, bensì delle altre. Ho ripetuto il mio tema, la pace con la Russia. Impossibilità da parte loro di aiutarci sostanzialmente ». 

I GERARCHI TRADITORI

….E mi dice, ripetendo quello che mi aveva detto nel primo colloquio - la mancanza di carattere degli Italiani. Ma quello che il fascismo ha costruito è grande; molte cose non potranno mai essere distrutte, tanto meno negate. Sono sicuro - e la sua faccia prende l'espressione ben nota di maschera romana - che oggi ci sono in Italia più fascisti che ieri. Passerà il tempo e il fascismo sarà rimpianto. « La seduta del Gran Consiglio ha avuto uno svolgimento molto meno tempestoso di quanto sì sia detto. Naturalmente, di tutti i presenti, pochissimi avevano capito l'importanza della seduta. I Cianetti, Rossoni e altri hanno creduto veramente che si trattasse di rimettere il comando delle forze armate nelle mani del Re, che del resto non lo aveva mai perduto. Si è molto criticato che io abbia preso il Comando delle forze armate, ma io chiesi il parere di Badoglio e ho una lettera in cui conviene con me su questa opportunità, dicendomi che il Comando assunto dal Re nell'altra guerra era stato puramente nominale. Del resto è una questione assolutamente formale: in tutte le nazioni, democratiche o bolsceviche, la direzione della guerra è necessariamente nelle mani del Capo del Governo. Il contegno di Grandi è .stato perfidamente astuto. Naturalmente pensava di diventare lui il Capo del Governo e poi chissà che altro, Ancora il giorno prima è venuto a scongiurarmi di non riunire il Gran Consiglio! Mi sono rifiutato; ormai bisognava uscire da una situazione così critica. Hai voluto la bicicletta ?!Anche lo Scorza ha tenuto un contegno ambiguo sin dal primo momento dell'assunzione ala sua carica». « Si è pensato, gli dico, che Scorza nei prendere posizione durante il suo primo discorso all'Adriano contro molti errori commessi dal fascismo fosse d'accordo con voi. Un tentativo di bonifica dall'interno del fascismo stesso ». « No. Il solo veramente equilibrato nella seduta del Gran Consiglio è stato Federzoni. Egli ha appoggiato la mozione Grandi, ma ha fatto anche presenti le conseguenze alle quali si andava incontro. La seduta fu lunga, quasi dieci ore, animata, ma non vi furono eccessi di frasi o di litigi. Ora che fanno tutti quei signori?». «Nulla. Sono delusi che la formazione del Governo non sia quella da loro prevista » « La congiura dei Collari, si potrebbe chiamarla. E il conte Ciano? » « E' stato dimesso da Ambasciatore».« Una figura veramente ignobile ». La voce di Mussolini è decisa e sprezzante. « Ma l'avete tenuto per sette anni Ministro degli Esteri! Come non vedere quanto era leggero, superficiale. Anche la sua vita privata era così poco raccomandabile,
« Si, tutti i giorni al golf con le sue amiche. Alla fine l'ho defenestrato ». « Troppo tardi. Io ebbi con lui un'intervista (!?) nel dicembre scorso. Ne uscii veramente demoralizzato, al pensiero che la politica estera era affidata: in tali mani ».
Ogni tanto si fa silenzio. Mussolini segue i suoi pensieri, io aspetto calmo che egli riprenda l'analisi di ciò che è avvenuto, di ciò che avvenne. Si fissa in me sempre più l’impressione sconcertante che egli guardi agli eventi come fa uno storico, che si metta a distanza di anni, che consideri se stesso come, una terza persona e non come .l'attore principale" di questa immane tragedia della Patria. Ed allora si forma immediata nel mio spirito la necessità di non acconsentire a questo suo modo di vedere le cose, a questo suo atteggiamento che, io penso, data da anni e, che è forse la causa prima del suo fallimento. Anche la tendenza sempre più marcata di dare agli altri, in particolare ai capi delle forze armate, la colpa di ciò che è avvenuto, sarà da me sempre più fortemente contrastata.

IL CASTELLO DI BUGIE - NOTE DEL SITO

AMMIRAGLIO  FRANCO  MAUGERI  (Francesco nel sito della Marina) 1898-1978 4 Medaglie d'Argento al Valor Militare, 4 Medaglie di Bronzo al Valor Militare, due Croci al Merito di Guerra e le insegne di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Grand'ufficiale della Corona d'Italia. Per i servizi resi alla V Armata alleata statunitense , venne anche insignito della Legion of Merit.

Anche alla persona più profana alla prima lettura appare evidente che il fitto dialogo e contradditorio non è frutto del solo colloquio. Una intervista, perché tale è, o la fai con un registratore (che non esisteva), o prendi appunti (dubito che Mussolini parlasse con un ammiraglio seduto davanti a lui munito di un blocnotes in mano e vedremo poi anche altro che gli disse) o la fai a memoria dopo, ma quanto dopo tanto da infarcirla di correzioni e aggiunte del senn di poi. L'opuscolo non è numerato non porta date di stampa ma solo l'indicazione copyright 1944 "Politica Estera" Roma il che fa dedurre che la rivista sia nata nel 1944 come si evidenzia anche sopra, ma che risalga al dopoguerra per l'uso di un inglesismo come copyright. Non si riesce a capire se queste pagine sono state pubblicate prima dei suoi (di Maugeri Capo di Stato Maggiore della Marina dal 1° gennaio 1947 al 4 novembre 1948) guai giudiziari e disciplinari (viene destituito dall'incarico) che ne hanno fortemente incrinata  la figura come diremo in seguito ma di cui potete leggere gli atti parlamentari alla seduta del 20 giugno 1950 a questo link http://legislature.camera.it/_dati/leg01/lavori/stenografici/sed0498/sed0498.pdf  e la sanzione applicatagli.  Come dice anche l'opuscolo di 47 pagine Franco Maugeri è stato capo dei servizi segreti della Marina dal 1941 al 1943 poi ha militato nel fronte militare clandestino di resistenza (chiaramente dopo l'8 settembre 1943 e fino alla liberazione di Roma). Il racconto dell’Ammiraglio Maugeri è servito di base ad articoli apparsi nel periodico Life di N. Y. e nel quotidiano Daily Express di Londra.  

Egli pertanto può parlarne quasi contemplandolo da spettatore e vive istanti d'una surreale lucidità che sono preziosissimi per il psicologo (Non l'ho scritto io, l'ho solo riportato) .... Vediamo quindi quali sono questi attimi - Dall’opuscolo: La conversazione si avvia facilmente; il tema è la guerra sul mare, le prove che noi abbiamo avute, i combattimenti ai quali io ho preso parte. Viene posta in risalto la superiorità tecnica della marina inglese, specialmente nel combattimento notturno a causa dei radiolocalizzatori (radar), e nell'aviazione. Mi attardo a spiegargli il vantaggio di poter cominciare a sparare di notte a distanze tali che il bersaglio non si vede ancora. Egli ricorda la distruzione del convoglio Brivonesi (Bruno): « Si, ho letto la relazione di Brivonesi e mi sono convinto che non poteva fare di più». Gli dico: « In realtà, eccellenza, il motivo principale della superiorità della marina inglese consiste nel fatto che essa naviga 265 giorni su 365. E' tutto li. Tutti i problemi, di organica, logistici, miglioramento di materiale, allenamento, sono automaticamente risolti con questa formula». Ne conviene. Al mio lamentare come in tutte le occasioni ci sia mancata I'esplorazione aerea e l'appoggio dell'aviazione durante il combattimento, mi dice: « Avete ragione, Ammiraglio. Gli Inglesi sia nel campo navale che in quello terrestre sono riusciti ad ottenere una fusione perfetta con gli aerei. Ricordo che Cavagnari mi disse: lo non capisco perché gli Ufficiali, di Marina, che sono chiamati agli incarichi più varii, non possano fare gli osservatori in mare. Risposta dell'Aeronautica: mandateli da noi; li istruiremo noi e saranno perfettamente efficienti. Ma evidentemente la soluzione è, stata sbagliata e le conseguenze sono state gravi »… e più avanti dirà dei vertici militari …E continua la tirata contro lo Stato Maggiore dell'Esercito, la impossibilità di procedere a nomine di comandi se non per anzianità. L'Italia è il solo Paese che in guerra tiene in piedi una Commissione centrale di avanzamento! In Inghilterra, Churchill dà i comandi a chi crede meglio. In Germania si danno per esperimento i Comandi di Divisione ai Colonnelli; se riescono bene sono promossi Generali: Che cosa c'è voluto per convincere lo Stato Maggiore a dare il Comando Generale dei Carabinieri ad un generale dei Carabinieri ». (C'è voluto il 2004 (aprile) quando a comandare l'Arma c'è andato il Gen. Luciano Gottardo. Fino a quel momento la massima carica era esclusa e si poteva solo arrivare a quella di vice).

From the Ashes of Disgrace, di Franco Maugeri (ammiraglio) e Victor Rosen - Reynal & Hitchcock, New York 1948: "L'inverno del '42-'43 trovò molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di fronte a questa dura, amara, dolorosa verità: non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso". E poco più avanti esplicita in maniera definitiva tale concetto: "Più uno amava il suo Paese, più doveva pregare per la sua sconfitta nel campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costo"

*Vero Roberti semisconosciuto giornalista del Tempo e del Corriere autore di diversi libri sulla marina come Con la pelle appesa a un chiodo : la guerra sul mare 1940-1943 / ed. - Milano : Mursia, 1967 -Sotto il segno di Antares : la 7. divisione incrociatori / Mursia, '76 - Il mito del Mary Celeste. - Mursia, '72.

Da controstoria: Convoglio Duisburg - 7 navi mercantili italiane scortate da 2 incrociatori pesanti (Trento e Trieste 13 110 t)  4 caccia e 6 cacciatorpediniere per un totale di 12 navi contro 4 dell'avversario di classi inferiori, nella notte dal 9 al 10 novembre 1941 (in previsione dell’attacco di Rommel a Tobruk ribaltato poi dall’offensiva Inglese Crusader del 18/11 che ributta Rommel in Tripolitania da dove era partito, privo di mezzi e di carburante entro l'anno nuovo) scorta un convoglio di sette piroscafi, carichi di materiali e viveri per le armate itale e tedesche in Libia. Il convoglio viene attaccato al largo di Siracusa. Gli incrociatori di scorta, al comando dell'ammiraglio Brivonesi, abbandonano il convoglio. Nell'allontanarsi sparano proiettili illuminanti, rischiarando i piroscafi, che sono più facilmente (forse perchè le navi italiane erano troppo lontane anche per illuminare la scena) affondati da quattro piccole navi inglesi. (da 'Gli amici dei nemici', pag.103-104). Il giorno seguente, mentre erano in corso le operazioni per il recupero dei naufraghi, il sommergibile Upholder attaccò il caccia Libeccio, che alle 11.15 affondò. " Duisburg " era costato all'Italia la perdita, in una sola notte, di 7 mercantili carichi e di 2 cacciatorpediniere (e la sconfitta in Africa). L'ammiraglio Bruno Brivonesi (sposato ad una inglese) fu immediatamente sbarcato e sottoposto a processo, con l'imputazione di colpevolezza per la distruzione di tutte le navi del convoglio (l’inchiesta si chiuse il 5 luglio 1942 con la motivazione che " il fatto non costituisce reato ". L'inchiesta condotta dalla Marina non portò che a sanzioni di carattere interno contro un ammiraglio, direttamente responsabile della perdita di dieci navi e di parecchie centinaia di uomini. Gli fu tolto il comando e, dopo qualche tempo, assegnato ad un comando territoriale a La Maddalena". Ciò spiega - e lo dice Mussolini stesso nel citato diario - Al tempo della carota e del bastone - il perché "L'incontro (alla Maddalena) con Brivonesi non poteva essere e non fu molto cordiale".  La citazione scomoda e la demonizzazione di chi non era d'accordo col Duce fa a pugni con la ricerca dei suoi errori, poiché già questo di ascoltare solo gli Yes Man e il suo errore. La storia poi continuerà a discutere animosamente di Ciano e scadentemente di Maugeri. La conversazione una pagina si e una no torna poi sulla marina militare e sulla sua preparazione e dedizione e se ne capisce il motivo quando si scopre che Maugeri, ammiraglio, sta tentando di ridare una verginità a se alla Marina. La distruzione dei convogli scortati è la sola storia della marina militare che venne raccontata da Antonio Trizzino in Navi e Poltrone, condannato poi assolto Qui MAUGERI http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/maugeri.htm E GLI ALTRI http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri34.htm

Recensione ufficiale del libro di Trizzino: Durante la seconda guerra mondiale, l'Italia aveva un esercito fiaccato dall'emorragia di mezzi causata dalle guerre di Etiopia e di Spagna, ma aveva ancora una marina militare in efficienza, che invece rimase quasi sempre ferma nei porti, magari a farsi bombardare passivamente come avvenne a Taranto. Poco dopo la fine della guerra, il libro di un ex ufficiale dell'aviazione, Antonino Trizzino, "Navi e poltrone", documentò la connivenza con la Gran Bretagna del Ministero della Marina Militare italiana dell'epoca (che allora si faceva chiamare pomposamente Supermarina). Antonino Trizzino fu anche assolto in un processo intentatogli per calunnia a causa delle sue accuse. Successivamente è venuta alla luce l'appartenenza di molti ammiragli alle logge massoniche anglofile ...

Altra chicca del senn di poi : … «Ponza, gli dico, si presta troppo ad un colpo di mano ». «Già. Ho domandato a Meoli : se vengono qui due sommergibili inglesi con cento commandos, che fate?». Gli accenno che può anche sorgere il dubbio di un colpo di mano tedesco. Si ribella: «Questa è la più grande delle umiliazioni che mi si può infliggere. E si può pensare che io possa andarmene in Germania e tentare di riprendere il Governo con l'appoggio tedesco? Ah no davvero !!». Il suo sdegno sembra sincero. Gli dico che anche contro sua volontà i Tedeschi possono prelevarlo. Ammette malvolentieri, ma gli sembra molto difficile. «Farinacci è in Germania, è riuscito a scappare e sembra che abbia parlato alla radio di Monaco», gli dico. La notizia lo interessa molto e mi chiede quale è la Stimmung dei Tedeschi a nostro riguardo. Gli prospetto la estrema delicatezza del momento, la naturale diffidenza dei Tedeschi e l'afflusso delle loro divisioni, la difficoltà per il nostro Governo di fronteggiarli, di continuare la guerra contro la volontà del Paese. « Non c'è altro da fare che continuare la guerra », afferma Mussolini. (Ha cambiato parere da quanto disse durante il nostro primo incontro: « bisogna svincolarsi dai Tedeschi » ....) « Gli Inglesi commettono un grande errore a non farci una pace accettabile ».

LE MEDAGLIE DI MAUGERI

All'art. 16: « L'Italia non incriminerà né altrimenti perseguirà alcun cittadino italiano, specialmente gli appartenenti alle forze armate, per avere tra il 10 giugno 1940 e la data dell'entrata in vigore del presente trattato, espresso la loro simpatia per la causa delle Potenze Alleate o aver condotto un'azione a favore di detta causa». L’accordo armistiziale del settembre '43 e il successivo trattato di pace servivano a definire queste posizioni.
motivazione della decorazione americana "Legion of merit"-
per la condotta eccezionalmente meritevole nel compimento di superiori servizi resi al governo degli Stati Uniti, in qualità di capo del servizio informazioni navali, come comandante della base navale di La Spezia e come capo di stato maggiore della marina militare italiana durante e dopo la seconda guerra mondiale .. ecc.  Maxwell Taylor ambasciatore particolare dell'armistizio chiese a Maugeri: Mi dica della Marina ammiraglio, si può avere fiducia che essa obbedirà agli ordini, quali che siano e in tutte le circostanze?.. Lei parla in caso di resa se ho ben capito?, domandò Maugeri; e alla conferma di Taylor, ribatté sicuro: La Marina obbedirà senza fallo in qualsiasi circostanza, generale. Di questo può esserne assolutamente sicuro. Sicuro tanto da far dire a entrambi "La Marina italiana è stata l’unica fra le varie forze armate che ha condotto le trattative di resa nel modo e nei tempi da noi prescritti e da noi progettati" e "Per la prima volta in tre anni la bandiera Inglese e quella Italiana sventolavano fianco a fianco. Un brivido di piacere mi percorse, anche se io sapevo che ciò significava la nostra resa e disfatta".

Mi fermo qui per non infierire oltre e subire ... l'irresistibile comicità, tutta intrinseca affatto, di una gran parte dei colloqui ... come si dice nella sconosciuta prefazione

Il controverso caso Bergamini e l'affondamento della corazzata Roma viene trattato in una scheda personaggi della II Guerra Mondiale

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