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COSI'
SI DICE
Dal Grande Dizionario della Lingua Italiana U.T.E.T. Bersaglie/ria-comportamento proprio del bersagliere, celerità, spavalderia. E con questo ultimo termine parte la storia della "nostra" bersagliera più famosa d’Italia Bersagliere = In latino velìte, sm. 1 In Roma antica, soldato armato alla leggera. Nome di una milizia italiana creata da Napoleone, con carattere simile a quello che poi avrebbero avuto i bersaglieri.
La fanfara di Jesolo festeggia la nostra Bersagliera Sotto casa, Carotenuto incontra un contadino con due fette di pane."E in mezzo che ci metti?", chiede. E il contadino "La fantasia" (da qui il titolo del film di Comencini "Pane, amore e fantasia...)
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Luigina o Gina Lollobrigida nasce a Subiaco il 4 luglio 1927. A soli tre anni vince il titolo di "bambina più bella d'Italia". Frequenta il liceo artistico ed arriva terza, al concorso di Miss Italia del ‘47. Dopo alcuni piccoli ruoli, si fa notare in film quali “Il delitto di Giovanni Episcopo” (1947) di Alberto Lattuada e “Campane a martello” (1949) di Luigi Zampa. All’inizio degli anni ‘50, si afferma con una serie di pellicole girate in patria ed all’estero: “Fanfan la Tulipe” (1951) di Christian-Jacque , “Le belle della notte” (1952) di René Clair, “Altri tempi” (1952) di Alessandro Blasetti e “La provinciale” (1953). Qui nei panni della infelice adultera Gemma fornisce una delle sue prove migliori. Il grande successo lo raggiunge però solo col dittico di “Pane amore e fantasia” (1953) e “Pane amore e gelosia” (1954), firmato da Luigi Comencini: il “neorealismo rosa” prende le mosse da qui e preannuncia la commedia all’italiana che s’affermerà nel successivo decennio. Il personaggio sanguigno e provocante di Maria "la bersagliera", “La donna più bella del mondo” (1955) di Robert Leonard, "Trapezio" (1956) di Carol Reed o “La legge” (1959) di Jules Dassin. Otterrà tuttavia altri e più convincenti esiti in Italia, ne “Le bambole” (1965) e “Un bellissimo novembre” (1969) di Mauro Bolognini, in “Io, io, io... e gli altri” (1966) di Blasetti e soprattutto nell’atipico “Mare matto” (1963) di Renato Castellani, ov’è irriconoscibile nel ruolo d’una affittacamere. Negli anni ‘70 si ritira dal cinema per dedicarsi alla fotografia, ma ricompare come Fata Turchina nel “Pinocchio” televisivo di Comencini (1972). Oggi Gina Lollobrigida che lavora alle sue sculture apprezzate a livello mondiale, così rievoca – sul volume edito nel maggio 2002 dall’Associazione Philip Morris Progetto Cinema , quel film. «Avevo già fatto “Fanfan la Tulipe” ed ero più famosa in Francia che in Italia. Dopo “Pane, amore e fantasia” cominciò il vero successo internazionale. Un segno furono le copertine delle riviste di tutto il mondo (ne ho avute più di seimila nella mia carriera), molte delle quali mi ritraevano come Bersagliera. (…) Nessuno, credo, si aspettava un successo così. In Inghilterra fummo invitati a cena dalla Regina Elisabetta che disse parole bellissime sul film. In America incontrai Eisenhower, poi Pèron e tanti altri capi di stato. Era diventato famoso anche l’asino: a New York, dove facevano a pugni per fotografarmi, accettai un servizio per “Cosmopolitan” ed ebbi la sorpresa di arrivare al settimo piano di un grattacielo e di trovarci un asino che ragliava (…) Fu De Sica a convincermi a continuare nel cinema e ad abbandonare le mie vere passioni di allora, la scultura e il canto come soprano lirico. Avevo una fiducia assoluta in lui. Era convincente, era unico! Con lui il set non era più un lavoro, era un gioco. Con me si divertiva da matti, ero come un giocattolo e mi faceva le boccacce quando dovevo salire sull’asino. Fortunatamente con l’asino avevo una certa familiarità: io ero come una capretta e da ragazzina l’avevo montato più volte per andare in gita in montagna. Il personaggio della bersagliera era un po’ selvaggio, come me. (…) Ed ero piena di insicurezze, se qualcuno mi faceva un complimento, mi imbarazzavo di più. Vivevo di fantasie, l’attenzione dei ragazzi mi metteva a disagio, come se mi prendessero in giro. Oggi quando guardo qualche foto di allora capisco che non ero poi così male, anzi ero carina». La "bersagliera"l’altra storia |