Il loro sguardo si perde in tale infinità e tra serena pensosità e nostalgica amarezza si consuma la vita come un viaggio a ritroso dalla luce al buio embrionale, a un desiderio ineffabile di ritornare nel grembo materno, dove tutto è silenzio, sicurezza e inconsapevolezza.

Anzi è proprio nella raffigurazione dei bambini che si può rilevare l'incertezza dubbiosa della vita: nel loro sguardo innocente si rifrangono i paradossi, le incomprensioni, i misteri di un'esistenza che ci sfugge e sfugge anche ai loro grandi occhi pieni di meraviglia.
Ecco a che cosa pensano; ora posso rispondere alla domanda che mi sono posto all'inizio di questo breve excursus sull'arte di Elena Picciolo. Si chiedono che cosa significhi quella luce, principio di bene, amore, solarità, bellezza e trasparenza dell'anima e aspettano ansiosi una risposta che non arriverà mai.

Giorgio Barba



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