La pittura sottomarina
di Francesco Rocco



paesaggio subacqueo Quali fondali salentini l'hanno affascinata di più?

I fondali salentini sono tutti affascinanti e ricchi di storia. L'Adriatico e lo Ionio differiscono poco l'uno dall'altro. Per le mie ricerche pittoriche non ci sono preferenze. Posso dire che in ognuno dei due mari, trovo sempre nuovi stimoli e nuove emozioni.
Tutto varia in pochi istanti. Osservare questo mondo, dove la vita, adattatasi a varie profondità, custodita in una silenziosa immobilità, sembra quasi un miracolo, mi affascina e arricchisce spiritualmente.

Quale tecnica pittorica ha utilizzato?

Ho iniziato la mia ricerca osservando attentamente quanto la natura mi offriva mentre praticavo la pesca subacquea. Venivo sempre più attratto - vagando sospeso nel liquido elemento - da questa realtà, dove la natura è prodiga di tante bellezze. E perché non mostrare questo mondo? Perché non dipingerlo? Così ho voluto caparbiamente imporre questa pittura - quasi tralasciando quella del mondo terrestre. Negli anni Sessanta, per me possedere una macchina fotografica subacquea era un'utopia, perché molto rare e costosissime, ma elaborai un sistema per dipingere dal vero in immersione. Ne parlò la RAI e fu documentato con foto. Ma oggi, con l'esperienza acquisita da queste mie visite nel sesto continente, con l'aiuto di attrezzature fotografiche, ricreo nel mio studio le immagini riprese, riportando sulla tela le sensazioni ed i momenti più significativi vissuti nel profondo blu.