La Chiesa Millenaria
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La Chiesa Millenaria

Quasi ai piedi del monte Esoli si trova un piccolo ripiano, un piazzaletto, da quale si ammira, da una parte, l'aperto panorama del mare, la bella Camogli adagiata nella conca, e più in là verso ponente, la teoria meravigliosa di tutti i paesi che sembrano rincorrersi l'un l'altro, per attaccarsi a Genova biancheggiante nello sfondo. Dall'altra parte, ossia a settentrione, si contempla l'apertura dell'ampia valle lunata chiusa in alto dal Caravaggio, dall'Ampola e dal Monte Bello, con a mezza costa il paese di San Martino, la bianca Chiesa, i casolari e più lontano le casette di Fossa e quelle di San Quirico di Rapallo emergenti dall'argento cenere degli ulivi. Su quel ripiano a foggia di piazzale, in una posizione veramente incantevole, con la piccola facciata rivolta a Ponente come quasi tutte le chiese di Liguria, s'erge da più di mille anni la ancor bella Chiesetta di Ruta Vecchia...

Chiusa nell'edera, battuta dai venti, ferita dai vandali, usata quale stallaggio dalle truppe della Rivoluzione Francese che spadroneggiavano a Ruta e in località Campo, la bella chiesina si sentì veramente ferita a morte. E ferita rimase per lunghi anni, quasi boccheggiante. Così la vide Nietzsche le tante volte, quando andava a sedersi pensoso sull'angolo del muricciolo, in quel posto ove oggi sta un ippocastano.

Ma un bel giorno i Rutesi, consci di possedere uno dei più puri monumenti romanici della Liguria, corsero ai ripari e coadiuvati dal Teologo Gazzolo, tanto si adoprarono, tanto fecero e spesero che oggi la bella chiesetta sta salda sul poggio, ardita e rinfrancata nella sua linea, con gli archetti armoniosi del suo coro e con lo snello campanile che più che cella campanaria arieggia a vedetta di piccolo fortilizio.

Da "La città dei mille bianchi velieri", Gio Bono Ferrari, Camogli 1934

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