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SE QUESTO E' UN UOMO

FIGURE

Famiglia Gattengo: ebrei provenienti da Tripoli, falegnami; le loro donne compiono riti funebri prima della partenza dal campo di Fossoli verso la Germania.

Emilia: è una bambina di tre anni che ha fatto il viaggio nel vagone di Levi e, giunta a destinazione, viene immediatamente inviata alla camera a gas (p.27).

Soldato di scorta: si trova sull’autocarro per Auschwitz; viene chiamato "il nostro caronte" (p.29).

Flesh: è un ebreo tedesco, interprete a malincuore delle crudeli e sarcastiche parole del maresciallo tedesco (p.31 e p.33).

Interprete italiano: è dentista, in Lager da quattro anni, criminale (p.34).

Schlome: è un ragazzo tedesco di sedici anni con il quale Levi dialoga sul mestiere (fabbro il ragazzo, chimico Levi) in tedesco (p.42).

Diena: è il compagno di Levi nella cuccetta del Block 30 (p.52).

Steinlauf: è il prigioniero che espone a Levi la sua filosofia della sopravvivenza nel Lager, incentrata sulla necessità del lavarsi, del camminare diritti… per non cominciare a morire (p.55).

Zero Diciotto (Null Achtzehn in tedesco): chiamato così per le ultime tre cifre del suo numero di matricola, è l’emblema dell’indifferenza: esegue tutti gli ordini che riceve, non è più un uomo, pur essendo molto giovane (p.58).

Chajim: è polacco, ebreo, orologiaio, fa il meccanico di precisione nel campo ed è fra i pochi che conservino dignità (p.65 e p.166).

Walter Bonn: è un olandese vicino di cuccetta di Levi all'infermeria; ricoverato per edema alle caviglie, tiene nascosto il suo "deperimento organico" (p.71).

Schmulek: è un ebreo polacco e parla yiddish; è vicino di cuccetta di Levi all'infermeria e, quando parte per il crematorio, gli lascia cucchiaio e coltello (p.72).

Piero Sonnino: romano, imbroglia scambiando la sua bacinella con quella di un dissenterico, nell'intento di restare il più a lungo possibile nell'infermeria (p.74).

Alberto: ventidue anni, è il migliore amico di Levi, che lo ritrova una volta uscito dall'infermeria. Alberto sa vivere nel Lager: lotta per la sua vita, eppure è amico di tutti (p.78). Farà parte del Kommando Chimico (p.136). Alberto è più volte nominato nel libro. Muore nella marcia di evacuazione.

Ingegner Kardos: medica le piaghe dei prigionieri del Block 45 in cambio di pane (pag.80).

Cantastorie: è nel Block 45. Canta una canzone sul Lager in yiddish (p.80).

Resnyk: è un polacco alto, compagno di cuccetta di Levi, una persona gentile che ha vissuto vent'anni a Parigi ma parla male il francese (p.88). Aiuta Levi nel lavoro (p.91) .

Meister Nogalla: è il capomastro polacco della Buna, un "civile" (p.90).

Wachsmann: è il più debole e maldestro del Kommando di Levi. E' investito della carica di "accompagnatore alle latrine", è un rabbino e un dotto della Legge mosaica o Thorà.

Ebrei Saloniki: cioè di Salonicco, la più antica comunità ebraica in Grecia discendente da ebrei espulsi dalla Spagna nel 1500; sono al terzo anno di campo, sono tenaci, ladri, saggi, feroci, solidali, sono mercanti di professione e parlano uno strano spagnolo misto a parole greche (p.108).

Fisher: ungherese, ultimo arrivato, nasconde mezza razione di pane in tasca, cosa che nessuno degli anziani farebbe.

Templer: è l'organizzatore del Kommando di Levi e riesce a procurare sempre qualcosa da mangiare (p.103).

Schepschel: è un ebreo galiziano, esempio di «salvato» grazie alle sue capacità di vivere di espedienti (canta, balla, fabbrica oggetti,ruba…) (p.124).

Alfred L.: è un ingegnere chimico, esempio di «salvato» grazie alla sua freddezza e al suo rigore nel perseguire un piano a lunga scadenza per diventare un prominente, cercando di averne l’aspetto e l’atteggiamento ancor prima di diventarlo (riuscirà a far parte del Kommando Chimico) (p.125).

Elias Lindzin: è un esempio di «salvato» grazie alla demenza e alla bestialità che ne farebbero un pazzo o un criminale nel mondo civile (p.128).

Henri: è un esempio di «salvato» grazie alla sua intelligenza e cultura, che lo rendono inumanamente scaltro, capace di usare di volta in volta ben tre medodi per sfuggire all’annientamento: l’organizzazione, lo sfruttamento della pietà che riesce a suscitare e il furto (p.131). E’ un seduttore di professione; diventa amico di Levi quando lo scopre abile organizzatore (p.191).

Alex: è il Kapo del Kommando 98, il Kommando Chimico; è un triangolo verde. E’un Reichsdeutscher (p.135). Levi lo definisce un innocente bruto (p.144) e lo associa ai diavoli di Malebolge (p.143).

Dottor Pannwitz: alto, magro, biondo, è il prototipo dell'ariano e fa l'esame di chimica a Levi, il quale lo vive come un giudice infernale che esprime la sua sentenza in segni incomprensibili (p.141) e come la sfinge che stava di fronte ad Edipo.

Mendi: rabbino, della Russia, sionista, conosce molte lingue e vuol tentare l'esame di chimica pur non essendo chimico (p.139). Sarà, con Pikolo, uno dei due personaggi del libro che sopravvivono alla marcia di evacuazione.

Pikolo: Jean, detto il Pikolo perché è il più giovane del Kommando Chimico, parla francese e tedesco, conquista la fiducia di Alex, il Kapo. Vuole imparare l'italiano e ascolta il canto di Ulisse da Levi (p.145). Sarà uno dei due personaggi del libro che prendono parte alla marcia di evacuazione del campo e vi sopravvivono. L'altro è il rabbino Mendi.

Lorenzo: è un operaio civile italiano che per sei mesi dà a Levi gli avanzi del suo rancio, gli regala una maglia piena di toppe, spedisce per lui una cartolina in Italia e tutto questo senza alcun compenso. Grazie all'aiuto di Lorenzo, Levi è uno dei "salvati" e, grazie alla sua umanità pura e incontaminata, riesce a non dimenticare di essere egli stesso un uomo in un mondo di non-uomini. L'umanità degli oppressori (SS, Kapo, politici, criminali, prominenti) e quella delle vittime (gli Haftlinge schiavi) è infatti sepolta sotto l'offesa inflitta o subita (p.158).

Wertheimer: è un prigioniero palesemente destinato alla selezione, al quale Levi dice pietose bugie (p.166).

Monsieur Pinkert: è, a priori, un condannato alla selezione e quindi risulta patetico nelle sue assurde illusioni di un intervento a suo favore della Santa Sede (p.166).

René: giovane e robusto, è finito nel lato infausto nella selezione forse perché ha gli occhiali o forse per una svista dell'SS che ha scambiato la sua scheda con quella di Levi (p.170).

Sattler: è un massiccio contadino transilvano arrivato da venti giorni e finito per errore tra i selezionati per la camera a gas (p.171).

Ziegler: reclama la sua doppia razione di zuppa perché è fra i selezionati per la camera a gas.

Kuhn: è un vecchio che prega ad alta voce e ringrazia Dio perchè non è stato selezionato. Levi è scandalizzato dal suo egoismo e dalla sua insensibilità (non pensa che altri sono stati scelti al suo posto e offende Dio rivolgendogli una preghiera per sé). Inoltre lo considera sciocco, perché non si rende conto che la prossima volta toccherà a lui (p.172).

Kraus: un ungherese che lavora troppo ed è troppo umano (passa troppo in fretta le sue palate di fango agli altri prigionieri che lavorano con lui in catena e chiede scusa a Levi per averlo colpito con una palata), per questo non vivrà a lungo nel Lager. Per un attimo Levi incontra il suo sguardo e parla all'« uomo-Kraus» raccontandogli, per confortarlo, un sogno che in realtà non ha fatto (pp.174-178).

Donne del laboratorio chimico: ragazze belle, bionde, sane di fronte alle quali Levi prova vergogna perchè si sente ridicolo e ripugnante, sudicio e puzzolente. Considerano i prigionieri con disprezzo e sono prive della più elementare sensibilità riguardo alla loro condizione (es. mangiano pane e marmellata davanti a loro) (p.187).

L'ultimo: così viene chiamato un uomo, un eroe, che viene impiccato sulla forca davanti a tutti i prigionieri, per aver in qualche modo avuto relazioni con gli autori dell'attentato di novembre contro un crematorio di Birkenau, e grida:« Compagni, io sono l'ultimo!» (p.196).

Arthur e Charles: si tratta di due francesi, da pochi giorni entrati in campo, quando Levi li trova, compagni di cuccetta, ricoverati nel Ka-Be perché avevano la scarlattina. Escono, insieme a Levi, nel Lager ormai abbandonato dai tedeschi alla ricerca di cibo e di legna, trovano patate e una preziosa stufa di ghisa (p.199).

Medico greco: sta nel Ka-Be, Reparto infettivi; al momento della sua partenza dal campo lascia a Levi un libro in francese (p.201).

Kosman: è un alsaziano, eccitato ed euforico prima della marcia di evacuazione dal campo (p.202).

Sertelet: è un contadino dei Vosgi, ammalato di difterite (p.214). Muore nell'infermeria russa di Auschwitz, poche settimane dopo la liberazione del campo.

Alcalai: vetraio ebreo di Tolosa che soffriva di risipola al viso (p.214). Levi lo incontra nel viaggio di ritorno, a Katowice.

Schenck: è un ebreo slovacco, convalescente di tifo (p.214).

Towarowski: è un ebreo franco-polacco, ottimista e comunicativo. Muore nell'infermeria russa ad Auschwitz, poche settimane dopo la liberazione (p.215).

Maxime: è un parigino, sarto, che si offre, in cambio di zuppa, di cucire abiti utilizzando le coperte (p.215).

Lakmaker: è un ebreo olandese diciassettenne, ammalato di tifo, protagonista di un grave incidente cui pone rimedio Charles, che pulisce e disinfetta il letto e il pavimento che il povero ragazzo aveva imbrattato, allontanando il pericolo di infezione. Muore qualche settimana dopo la liberazione del campo, nell'infermeria russa ad Auschwitz (pp.218-220).

Somogyi: un chimico ungherese che muore con sofferenza negli ultimi giorni di Lager, la notte tra il 26 e il 27 gennaio. La sua agonia è caratterizzata da un sogno da schiavo (pp.223-227).

 

Approfondimento a cura di Vurro Marco e Laterza Giovanni

5 E Telecomunicazioni

Anno Scolastico 1998/99

I.T.I.S. G.B. Pininfarina

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