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LE LEGGI RAZZIALI MANIFESTO DEGLI SCIENZIATI RAZZISTI

Il "Manifesto degli scienziati razzisti" viene pubblicato sul "Giornale d'Italia" il 14 luglio 1938 e sottoscritto da 180 scienziati del Regime.

Esso comprende 10 punti, i primi dei quali (i primi tre punti) esprimono il concetto di razza che è puramente biologico. Le razze umane esistono; esistono grandi razze e piccole razze (gruppi sistematici maggiori e minori).

I punti che vanno dal "4" al "7" riguardano la razza italiana. La popolazione dell'Italia attuale, è nella maggioranza di origine ariana, e la sua civiltà ariana. La sua composizione razziale oggi, è la stessa che abitava l'Italia oltre mille anni fa, questo fa sì che esista ormai una "pura razza italiana". La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano nordico, senza essere influenzata dalle teorie del razzismo tedesco.

Il punto che segue fa una netta distinzione tra la razza di carattere puramente europeo (occidentali), dagli orientali e africani (razze extra-europee).

Gli ultimi due punti affermano che gli ebrei non appartengono alla razza italiana e che i caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono essere alterati in nessun modo.

Qui si conclude il "Manifesto degli scienziati razzisti", che secondo i diari di Bottai e di Ciano fu redatto, quasi completamente, da Mussolini

DICHIARAZIONE SULLA RAZZA.

La "Dichiarazione sulla razza" fu approvata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938, e venne pubblicato sul "Foglio d’ordine" del Partito Nazionale Fascista, il 26 ottobre 1938.

In primo luogo il Gran Consiglio del Fascismo stabiliva divieti di matrimonio fra italiani e popolazioni straniere, per non compromettere gravemente la purezza della razza italiana.

Poi ricorda che a tutte le forze antifasciste fanno capo elementi ebrei, quindi l’ebraismo mondiale è unanimamente ostile al Fascismo.

Inoltre il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce il divieto di ingresso nel Regno di ebrei stranieri e l’espulsione degli indesiderabili, fatta eccezione per chi abbia superato i 65 anni di età e chi abbia contratto il matrimonio misto prima del 1^ottobre XVI.

E’ ebreo colui che nasce da genitori entrambi ebrei; colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera; colui che pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica; non è considerato di razza ebraica, colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all’infuori dell’ebraica, alla data del 1^ottobre XVI.

Gli ebrei appartenenti a famiglie di caduti, volontari e mutilati per la causa fascista, non subiranno nessuna discriminazione razziale.

Gli altri cittadini italiani di razza ebraica avranno dei divieti politici, sociali ed economici. Non potranno quindi:

essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;

essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o più persone;

essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;

prestare servizio militare in pace e in guerra. L’esercizio delle professioni sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.

Il Gran Consiglio del Fascismo decide inoltre:

che agli ebrei allontanati dagli impieghi pubblici sia riconosciuto il normale diritto di pensione;

che ogni forma di pressione sugli ebrei, per ottenere abiure, sia rigorosamente represso;

che nulla si innovi per quanto riguarda il libero esercizio del culto e l’attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti;

che, insieme alle scuole elementari, si consenta l’istituzione di scuole medie per ebrei.

Il Gran Consiglio del Fascismo non esclude l’immigrazione controllata degli ebrei in Etiopia (una colonia italiana) per deviare l’immigrazione ebraica dalla Palestina in Italia.

La "Dichiarazione sulla razza" si conclude con un "avviso" alle camice nere: i problemi razziali hanno suscitato un grande interesse del popolo italiano, e le direttive del partito fascista sono da considerarsi Fandamentali ed impegnative per tutti, le leggi preparate dai singoli Ministri si devono ispirare a queste direttive.

Relazione a cura di: Bosio Roberto, Cotugno Pasquale, Russo Gaetano

5^E Telecomunicazioni

Anno scolastico 1998/99

I.T.I.S. G.B. Pininfarina

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