Portogallo 1999

Pagina Thumbnails con tutte le foto

 

Dei viaggi da me fatti fino ad ora questo é sicuramente il piú lungo e massacrante. 5960 Km in circa 16 giorni, mica male eh? Abbiamo attraversato i paesi iberici, visto il "deserto" spagnolo, conosciuto il vero caldo e scoperto che sulla costa portoghese non fa poi cosí caldo come si puó pensare, abbiamo scoperto che viaggiare con le gomme molli non é la migliore delle idee, ma soprattutto ci siamo divertiti un mondo.....come al solito!

Le parole sottolineate sono link a fotografie. Buona lettura.

LA FOTO.        Una di quelle foto che valgono una vita.

 
Protagonisti:

Simo (Simone Lavezzo) su Yamaha XJ750 del 1880. 1880 non é un errore é che semplicemente non ricordo l'anno esatto, ma sappiate che la fida XJ é proprio vecchia!. Per lui 2 Borse rigide da 36 litri, un baule da 50 litri piú la tenda, il telo della tenda e il materassino legati dentro un robusto sacco di nylon sulla sella (+ o - 45 Kg di bagagli).

Steo e Paola (Stefano Togliatto e Pierpaola Pilotti) su Honda CBR 1100 XX del 1998. Durante questo viaggio abbiamo dimostrato che le Honda sono maledettamente robuste. Anche una sportiva come questa caricata oltre ogni logica se é Honda non fa una piega. Per loro 2 borse rigide da 50 litri, un baule da 50 litri piú i materassini e i sacchi a pelo legati dentro il nylon e grazie al  ragno montato sopra il baule (+ o - 50 Kg di bagagli).

Io su .... provate a indovinare! Carico come un mulo. Il viaggio inizia con 14500 Km segnati sul contachilometri e un bel paio di Michelin Macadam 90X nuove nuove. Per me 2 borse rigide da 46 litri, un baule da 50 litri piú la tenda, il telo della tenda e il materassino legati sulla sella dentro il classico ed utilissimo saccone di nylon (+ o -  45 Kg di bagagli anche per me).
   
GIORNO  1 Mercoledì 4 Agosto 1999: Via che si va!.
Km 590.

Partenza da Villanova C.se ore 09.00. Io e Simo arriviamo con una puntualitá devastante Steo invece...... Peró aveva la scusante: era andato a scaldare le gomme.... "Ma che ti scaldi? prima che sia sera avrai il tempo di squagliarle!".
Il meteo non é dei migliori, é coperto ma non piove. In compenso non fa troppo caldo.
Ci avviamo, primo obbiettivo Clavier, ultimo paese Italiano sul Monginevro, ma molto prima, a Susa, qualcosa colpisce la mia visiera....."E' un insetto..." penso..... No! :-(
Piove! Il direttore di gara espone il cartello "WET RACE". Mannaggia! Odio guidare con la pioggia ci fermiamo ai box ad intutarci e a controllare che i sacchi di nylon siano chiusi bene. Ripartiamo nella speranza che la pioggia cessi passate le montagne e invece.....
Acqua! Acqua fino a Gap e strada umida fino a Orange cosí uno dei tratti di strada piú belli é rovinato, niente pieghe sui curvoni niente staccate, solo prudenza. Che palle!
Sosta pranzo a Embrun in una panetteria (giá nota a noi, vedi foto da "Francia 1996") che vende la pizza al taglio piú laida che abbia mai mangiato. Ingurgitiamo velocemente al riparo di un balcone. Il traffico insopportabilmente intasato e l'acqua rendono la strada fino a Orange abbastanza detestabile. Dopo Gap esce a tratti anche il sole.
Ci immettiamo in autostrada fino a Bezier dove decidiamo di uscire a cercare un campeggio. Chiediamo informazioni ad un utilissimo chiosco che ci indica i campeggi piú vicini, purtroppo non posso riportarvi ne la localitá ne il nome del campeggio in quanto la fattura é andata persa e la mia memoria fa acqua da tutte le parti.
Comunque la serata si conclude con bagnetto in piscina, doccia, pasta, nanna................

 
GIORNO 2 Giovedì 5 Agosto 1999: Un viaggio tranquillo?.
Km 510

Al mattino non piove, o meglio, non piove subito, ma ci lascia il tempo di ritirare le nostre cose e poi proprio mentre riponiamo le ultimissime cose nei bauli spunta nuovamente l'onnipresente commissario di gara.... di nuovo "WET RACE"..... E che é?!?!
Ci re-intutiamo e imbocchiamo l'autostrada per la Spagna. La pioggia cessa quasi subito dopo aver imboccato l'autostrada. Ci fermiamo in una piazzola a togliere le tute antipioggia.
Il viaggio prosegue sempre il autostrada, il direttore di gara espone il cartello "GAS!". Molto bello il tratto di autostrada che per collegare la Francia alla Spagna si arrampica serpeggiante sui Pirenei. Raggiungiamo l'ex frontiera dove alcuni zelanti poliziotti ti fanno segno di passare in fretta. EH CHE E'? Devo passare il casello a 150 all'ora? Sosta ristoro nel primo autogrill spagnolo per un buon paio di panini. Approfittiamo della sosta per dare da bere alle nostre cavalcature e scopriamo, con piacere, che la benza spagnola (rigorosamente verde 95 ottani) é a quota 121 Ptas (1350 £) al litro. Non fa' esageratamente caldo, peró si sta meglio all'ombra. Nemmeno il tempo di digerire (come al solito) e siamo di nuovo in sella. Nel pomeriggio il caldo si fa ancora piú intenso. Tiriamo dritti come fusi fino a dopo Barcellona non senza una certa sofferenza. Verso sera ci fermiamo a Peniscola al campeggio "La Caravana" (foto1 e foto2) vicinissimo all'uscita dell'autostrada. Simone aggiunge il primo mezzo chilo di olio alla XJ (che ha ormai quasi 60.000 Km ed é decisamente golosa di lubrificante), io ne aggiungo 4 etti (superando il livello massimo) a causa del terreno che __sembrava__   pianeggiante. Poi dico a Steo: "Forse ho capito a cosa servono le gommone da 180 al posteriore. Ho visto, mentre percorrevi lo svincolo, che la gomma in curva si schiaccia e si deforma mantenendo sempre un'impronta a terra molto larga". "Ah, si? Bello!" mi fa lui. Sul momento accettiamo tutti la spiegazione e questa é la dimostrazione di quanto fossimo stanchi......
Bagnetto in piscina, doccia, pasta, nanna......

 
GIORNO 3 Venerdì 6 Agosto 1999: L'inferno si puó attraversare, ma si fa tanta fatica.
Km 730

Sbaracchiamo nuovamente il campo e carichiamo tutto a regola d'arte sulle moto e nuovamente qualcuno si chiede come ha fatto a far stare tutta la sua roba dentro le valige. Niente pioggia oggi. Simo se ne esce con: "Facciamo un pezzo di statale che la autostrada mi ha fatto scarrucolare i c#gli#ni".
E noi "OOOKKK!". Manco a dirlo, facciamo solo qualche km, il tempo di un pienozzo di broda e arriviamo a Castellon. Castellon deve essere una localitá tipo Rimini o peggio perché c'era polizia ovunque: in macchina, col furgone, a piedi, a cavallo, ma soprattutto in moto (tutte BMW R1100RS nuove di pacca). Traffico devastante! Sorpassa qui sorpassa la......... 2 "Guardia Civil" ci incrociano e si mettono a fare gesti con le mani...... non stavano salutando! Noi non capiamo immediatamente che quello sbracciarsi voleva dire "Accostare!" e ci facciamo inseguire a bassa velocitá per un breve tratto. E qui scopriamo 2 cose: 1) In Spagna é obbligatorio avere le luci accese (e Simo le aveva spente per far ricaricare la batteria piú velocemente). 2) Sorpassare con la riga continua significa 8000 Ptas (quasi 90.000 £!!!, "Por l'andamiento!" come continuavano a ripetere quei due ebeti dei Guardia Civil). Per nostra fortuna (nostra, mia e di Steo) la multarella viene appioppata solo a Simo che paga non senza nervosismi.
OOOOKKKK!! Capito l'antifona!! Torniamo in autostrada che é meglio! Stranamente all'imbocco dell'autostrada c'éra una pattuglia di Guardia Civil.... un caso cerrrrrtoo!.... Secondo me stavano aspettando noi avvertiti dai loro colleghi motociclisti.
Una volta immessi su quel noioso lungo e triste nastro di asfalto pranziamo in un autogrill dove addirittura c'erano le squadre di Guardia Civil che pattugliavano il parcheggio. Uno di loro si avvicina anche alle moto e le squadra a lungo probabilmente controllando come avevamo fissato i vari carichi. Nemmeno il tempo di digerire e procediamo fieri verso Alicante. Dopo Alicante deviamo nell'interno della Spagna verso Murcia e poi Lorca.

"Acc. ma mi manca potenza....Ohi Bandita! Che c'é????".......
"Bho! ora va di nuovo"
[ leggere le 2 frasi sopra almeno 8-10 volte].

Dopo qualche tempo capisco cosa erano i cali di potenza: un cartello sulla destra mi avverte che siamo al passo nonmiricordoilnome a 1130 metri s.l.m. "!!!!! Ah! ecco! I cali di potenza erano le salite, 10 minuti fa eravamo sul lungomare!". Giuro che non mi ero accorto di nulla, l'autostrada si arrampica dritta come un fuso da 0 s.l.m. a 1130 s.l.m. in poche decine di chilometri.
Raggiungiamo Baza ma di campeggi manco l'ombra! Tiriamo dritti per Granada. A Granada gira che ti gira che ti gira (le indicazioni facevano schifo erano a dir poco contraddittorie) dopo essere passati davanti alla plaza del toros almeno 10 volte troviamo un campeggio poco distante ma sfortunatamente stracolmo. A nulla valgono le nostre suppliche con la proprietaria. Peró qui abbiamo la fortuna di incontrare una coppia di Italiani marito e moglie. Lei in perfetto spagnolo fa telefonare alla proprietaria agli altri campeggi nei dintorni di Granada per sapere se ne esistesse almeno uno libero. Cosí troviamo un campeggio: il "Cubillas" (foto1 foto2) uscita 119 sulla Carretera Madrid. Sono le 21.00 quando piantiamo il primo picchetto!!!!.
Niente piscina, niente doccia, ristorante (cena con 1200 Ptas a testa!!), nanna.......

 
GIORNO 4 Sabato 7 Agosto 1999: Verso la meta.
km 500

E via che si va! Sbaracchiamo il campo, carichiamo le moto e lo speaker annuncia: "Gentleman, start your engines!" come alla 500 Miglia di Indianapolis :-)).
Destinazione Portogallo. Occhiata al cielo (che la sera prima non era dei migliori). Solo qualche nuvoletta, bene oggi niente acqua. Ripartendo da Granada la prima destinazione é Huelva, come al solito autostrada. Il paesaggio che circonda il nastro di asfalto non é dei piú belli: sabbia e qualche arbusto.
Fa caldo, sopportabile ma caldo. Arrivati a Huelva usciamo dalla autostrada e il paesaggio cambia: ora ci sono sabbia e ulivi a perdita d'occhio. Fá leggermente piú fresco, la vicinanza dell'oceano comincia a farsi sentire. Procediamo in statale fino al confine con il Portogallo dove immediatamente dopo comincia una invisibile ma fitta pioggerellina che in poco tempo ci infradicia completamente. Bellissima opera di ingegneria moderna il ponte che collega Spagna e Portogallo.
Quando ci fermiamo per intutarci, invitati anche dal cartello "WET RACE" che l'onnipresente direttore di gara esponeva giá da alcuni chilometri, siamo ormai fradici e decidiamo di proseguire bagnati. Ci fermiamo ad un distributore ed ecco che il Portogallo inizia a darmi sui nervi: prima la pioggia e poi il distributore che espone un cartello in cui é specificato che i motociclisti devono pagare PRIMA di rifornirsi.... Bene bene! Chiedo lumi alla gestrice (peraltro carina ma antipatica come una puntura di zanzara) e mi dice che i motociclisti mettono benzina e poi scappano senza pagare. Ottimo, che bella opinione che hanno di noi!
Decidiamo di trovare un campeggio il piú velocemente possibile, quindi ci dirigiamo verso la costa. Nel frattempo il direttore di gara espone "DRY RACE", il cielo é ancora coperto anche sulla costa ma alcune chiazze di sereno lasciano passare un sole molto caldo..
Raggiungiamo Faro, ma di campeggi nemmeno l'ombra. Chiediamo ai locali (peraltro gentilissimi e prodighi di spiegazioni) che ci informano che i campeggi sono ad Albufeira. Lasciamo Faro ma non prima di aver visto una specie di isoletta, collegata con un unico ponte, molto turistica. e piena di gente. Siamo ormai asciutti quando raggiungiamo il campeggio di Albufeira il "Campisul". Assolutamente stracolmo. Grosso ma stracolmo. Enorme, ma stracolmo.
Troviamo a fatica una piazzola. Siamo ancora a tempo a farci un giretto in una delle 3 (tre) piscine ma notiamo con disappunto che alle docce c'é giá una coda interminabile di "fighetti" che si preparano per il sabato sera. Andare a dormire bagnati non ci entusiasma, decidiamo di risparmiare tempo. Va be'!
Niente piscina. Coda alle docce, doccia (finalmente), pasta, nanna......

 
GIORNO 5 Domenica 8 Agosto 1999: The Hell on Earth.
Km 320

Ripartiamo da Albufeira direzione Lisbona o dintorni. Mentre siamo in coda per pagare acquistiamo anche una utilissima cartina del Portogallo su cui sono segnalati i campeggi. Tagliamo l'angolo della costa dato che sembrava che non ci fosse gran che da vedere ed in vece scopriamo (cioé: ieri scopro) che saltiamo uno dei tratti di costa piú belli. Caruccia la strada tortuosa che si inerpica sulle colline verdeggianti. Ci scappa anche di gridare GAAASS in qualche tratto, peccato la costante presenza di sabbia che rende insidiosa anche la piú banale delle curve. Ci fermiamo a mangiare in un paesetto lungo la strada (poteva essere Pequeno, ma non ricordo). Il paesaggio cambia, ora la vegetazione é composta prevalentemente da alberi da Sughero. Passiamo a fianco di una raffineria piccina piccina (su due dei giganteschi silos ho visto il numero 45 e 46!! Almeno 46 silos per il greggio! Quel posto doveva essere grande come Rivarolo.) e tiriamo dritti per Lisbona. Per raggiungere Lisbona arrivando da sud si passa su un'altro "ponticello", ancora piú grande e alto di quello incontrato il giorno prima. Il traffico indecente e le continue raffiche di vento provenienti dal mare rendono la guida abbastanza impegnativa. La particolaritá di questo ponte é che parte della pavimentazione é in asfalto e parte in rete metallica, attraverso la quale si puó vedere il fiume sottostante. Molto pittoresco, ma sfido chiunque a guidare la moto su quella rete senza sbandare come un ubriaco.
Consultiamo la cartina in cerca di un campeggio e decidiamo che Sintra é la cittá che fa al caso nostro: sufficientemente vicina a Lisbona e Estoril e sede essa stessa di importanti monumenti. Chiediamo lumi ai locali. Troviamo il campeggio "Wondertur". Questo segnatevelo cosí non potrete dire che non vi avevo avvertito. L'entrata é molto bella, ampia e pulita. Alla reception c'é una simpatica signorina che parla anche l'inglese la quale ci dice che hanno la piscina e ci spiega il funzionamento delle loro tecnologicissime docce.

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apro una parentesi per chiedervi se avete idea di quali tecniche vengano utilizzate per realizzare le foto delle piscine: ma quando fanno la foto utilizzano sedie e ombrelloni in miniatura o usano dei particolari effetti ottici? No, perché in foto le piscine sembrano tutte olimpioniche a 8 corsie, poi dal vero ti accorgi che sono delle pozzanghere. E qui chiudo la parentesi.
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Stavo dicendo?
Ah! Si! Le docce..... La simpatica signorina ti consegna un aggeggio elettronico che serve per abilitare l'acqua calda nelle docce. In pratica si deve entrare nei bagni, verificare che ci sia una doccia libera e memorizzarne il numero identificativo, poi si applica l'apparecchietto elettronico ad un pannello che sta fuori dai bagni e si preme il pulsante relativo alla doccia che si vuole usare. Dal momento in cui si gira il rubinetto si hanno a disposizione 5 minuti di acqua calda. L'apparecchio registra che avete usato una doccia e pagherete 200 Escudos al momento in cui riconsegnerete l'apparecchio. Azzo! Molto avanti, attrezzatissimi. Visto che dovevamo fermarci 3 o 4 giorni un bel campeggio attrezzato e moderno ci pareva l'ideale.....
Invece?!?!? In una parola:
AGGHIACCIANTE!

Si divide in due zone: La foresta amazzonica e il deserto del Sahara. Entrambe le zone sono stracolme di tende. Troviamo un buco libero nella foresta, proprio attaccati alle reti, completamente all'ombra e con un leggero ma costante ed inconfondibile odore di m#rd@.
Cominciamo bene.
I locali (e li chiamo cosí non a caso) ci guardano male, e come biasimarli? D'altronde mi pare di aver capito che quelle tende fossero le loro case. Addirittura alcune avevano il numero civico e il campanello!!!!!
Continuiamo meglio! Ma non é finita!!!!
Decidiamo di fare un sopralluogo ai bagni e lí capiamo da dove arrivava il profumino di c@cc@. Per farla breve..... Nei bagni non c'é l'acqua!!! Non puoi lavarti le mani! Non puoi lavarti i denti! Non puoi farti la doccia! Non puoi tirare lo sciacquone!!!!!!!
E NO!! QUESTO E' TROPPO!!!!!
Nei bagni degli uomini ci sono ancora 1 tazza e 2 turche libere (libere nel senso di utilizzabili): io riempio la tazza, Simo e Steo si occupano delle 2 turche. E quando uso il verbo "riempire" intendo riempire di ......... 'nzomma avete capito? Sempre piú tra l'incazzato e lo stupito ceniamo con la solita pasta sul solito fornelletto da campo e ci facciamo un giretto al bar del campeggio (ovviamente sporchi e puzzosi) e incontriamo una coppia di coniugi di Bologna, Mauro e Valeria, con i quali discutiamo dei bagni del campeggio, del Portogallo in generale (che a me cominciava a stare veramente sulla p@lle) e della delinquenza locale. Scopriamo che in Portogallo non vengono rubate né le macchine né tanto meno le moto (che non hanno mercato) ma solo borse, valige portafogli, ecc....
Dopo il bar ritorniamo alle tende giá assolutamente convinti che il mattino dopo avremmo lasciato quell'incubo, ma non era finita........ Sentiamo piovere....... "ma se ci sono le stelle!" Eppure piove....... Si! Pioveva! L'impianto di irrigazione della villa adiacente al campeggio innaffiava anche il campeggio..... Gli abituali di quel "posto" non facevano caso neppure a quello, infatti la tenda che era direttamente investita dal getto dell'acqua semplicemente aveva un telo aggiuntivo che evitava agli occupanti di morire annegati. Chiunque avrebbe protestato, ma non loro. I portoghesi, o almeno i frequentatori di quel campeggio, sono da considerare i piú rassegnati tizi che abbia mai incontrato.
Non sapevamo se ridere o piangere!
Abbiamo scelto la prima e siamo andati a dormire.....

 
GIORNO 6 Lunedì 9 Agosto 1999: In viaggio verso la salvezza.
Km 50

Confesso di essermi svegliato e di aver sperato che il campeggio fosse solo un sogno. No, no!! Era reale, ed era reale l'odore di (5 lettere) era reale l'aria umida e ristagnante, erano reali i bagni......
Oh! Chiamatemi ingenuo ma io ci provai! Vado nei bagni e mentre  gli altri cominciavano a sbaraccare provo ad aprire qualche rubinetto: nulla! Peró mi godo una scena gustosa: Un inglese (o per lo meno parlava inglese) tratteneva per il braccio uno dei gestori e gli gridava: "There's sheets everywere!! Look! There's sheet here, here, and there too!" Io mi giro e mi accorgo che indicava proprio la mia quella di Simo e quella di Steo!!! Scoppio a ridere come un bambino e torno a caricare la moto il piú velocemente possibile. La rassegnazione dei locali era impressionante: ho visto alcuni di loro lavarsi i denti in un'altro dei bagni del campeggio nel quale i rubinetti buttavano ancora fuori un filo esilissimo di acqua. Invece di inc@zz@rsi semplicemente aspettavano tranquilli che l'acqua riempisse lentamente i loro bicchieri.
Partiamo e ci fermiamo quasi subito perché vediamo il cartello "autodromo". ÜS-CIA!! Il sacro suolo!. Ma.... Anche qui, delusione! Le uniche cose che calpestano l'asfalto sono i camion da cava che trasportano materiale e terra.
BASTAAA!!!!
Comincio ad odiare platealmente il Portogallo!
Continuiamo il trasferimento fino ad Areia dove troviamo il campeggio "Guincho" della catena Orbitur, mooolto piú vivibile, pieno di italiani, senza piscina ma a 800 mt dall'oceano. Troviamo una piazzola, ci diamo una lavata giusto per non puzzare troppo e diamo il via allo spettacolo "Le belle lavanderine". Tutti e 4 a lavare i panni sporchi (io Steo Simo). Stendiamo il tutto (foto1 foto2) vicino alle tende. Sono le 18 e 30 il sole é ancora alto il vento é ancora a raffiche e noi andiamo a mettere il c#lo a mollo nell'oceano. La spiaggia é indescrivibile: almeno 500 metri di sabbia finissima per una larghezza di 5 Km. La temperatura dell'acqua é quasi da libidine, bella fresca ma non troppo. Le onde (da surfisti) ti trascinano dove gli pare e piace. Dopo il bagnetto il sole ancora forte e il vento ci asciugano velocemente.
Tornati in campeggio scopriamo che i nostri vicini sono di Ancona e hanno in bella mostra una lucidissima Harley. Noi pensiamo a veri uomini che sono venuti fin lí su quello scomodissimo cancel... ehem coso, acc. volevo dire su quella splendida (non riesco nemmeno a scriverlo) motocicletta*.
Invece? La moto é arrivata fin li nella pancia di un Fiat Scudo e viene utilizzata dai due solo per fare i fighetti in paese tutti vestiti di pelle........ quasi non gli ho rivolto parola giuro!
Comunque doccia, pasta, bar nanna.......

* Per gli Harleisty: ovviamente si scherza! ;-D

  
GIORNO 7 Martedì 10 agosto 1999: Turisti, o quasi.....
km 50

La giornata é dedicata alla visita di Lisbona. Piccolo trasferimento in moto fino al centro della cittá. Durante il trasferimento mi faccio uno dei miei numeri: ingresso in rotonda stile "Adesso freso gli specchietti!" butto giú di brutto e la ruota anteriore perde completamente aderenza. Mi rovino la gamba sinistra ma riesco a non cadere.
Bene proprio oggi che c'é da camminare!!!!! :(.
Il resto del trasferimento fino al centro di Lisbona é andato via liscio. Posteggio dei mezzi in un piccolo parcheggio a pagamento custodito e via per una bella scarpinata. Partiamo dal municipio, la piazza del commercio (foto1 foto2), un paio di chiese (chiesa1 chiesa2) (non chiedetemi i nomi) arroccate sulle colline e il mausoleo (foto1 foto2). Acquistiamo in un supermercato il necessario per riempire i nostri stomaci. Divoriamo a velocitá da guinnes dei primati (primati nel senso di scimmie) e ripartiamo. Torniamo nella Piazza del commercio e ci dirigiamo sulle due vie centrali che erano affollate oltre misura. Un tizio mi avvicina e mi fa vedere due blocchi marroni delle dimensioni di una videocassetta. Guardo un attimo, poi capisco e scoppio a ridere, lui mi fá: "no?" e se ne va' via con l'aria un po' offesa. Ci immettiamo nella via di sinistra e veniamo letteralmente assaliti da tizi che vendono di tutto: occhiali, fumo, orologi, fumo, cappellini, fumo, altre amenitá e ovviamente fumo.
Facciamo ancora un giretto e apprezziamo le molte case la cui facciata é realizzata in piastrelle colorate e le strette viuzze che si inerpicano sulle colline. Riusciamo anche a realizzare una foto del bellissimo ponte che ci ha permesso di attraversare il fiume il giorno precedente.
Qualche foto panoramica (foto1 foto2 foto3). E qualche altra foto di monumenti di cui non ricordo i nomi (foto1 foto2 foto3 foto4 foto5 foto6). Curiosi i Tram con il passo molto corto per non spanciare sugli scollinamenti. Piccolo suggerimento per quelli che hanno intenzione di andare in Portogallo: ovunque voi siate occhio alle macchine, ai camion, ai bus e a qualsiasi cosa a motore: se ti suonano vuol dire che ti hanno visto ma non hanno la minima intenzione di rallentare, quindi: LEVARSI!
Torniamo alle moto, paghiamo il parcheggio e ripartiamo verso Areia. Sosta al Jumbo (un supermercato), per acquistare il necessario per la cena, e ritorno in campeggio passando per la strada costiera. Arrivati alla tenda  Simo se ne esce con: "Ho perso la patente!". "Bravo!!! Quand'é che l'hai vista l'ultima volta?". "L'unica volta che l'ho tirata fuori dal portafoglio: quando mi hanno fatto la multa 1500 Km fa!" "Bene, ottimo!"
Durante la serata scopriamo che alle 8 passate c'é ancora il sole ma sei giá anche con la felpa addosso e alle 9 é (almeno per me)  consigliabile l'uso dei pantaloni lunghi. Il vento non molla praticamente mai!
Doccia, pasta, bar, nanna.......

 
GIORNO 8 Mercoledì 11 Agosto 1999: Eclissi solare, ma non solo....
km 60

Mi sveglio che quasi non riesco a muovere la gamba sinistra, ho male a   qualsiasi muscolo faccia parte della coscia.
Partiamo per Lisbona parte 2°. Avevamo giá notato il giorno precedente dei fastidiosissimi semafori che costellavano la strada per Lisbona. La particolaritá di questi semafori é che non hanno altro scopo se non quello di rallentare il traffico in quanto sono posti in luoghi dove non ci sono incroci e nemmeno attraversamenti pedonali. Il loro funzionamento é semplice: se viaggiate a 50 Km/h li prendete tutti verdi, se viaggiate da 60 a 80 Km/h li beccati tutti rossi. Se invece viaggiate tra i 100 Km/h e i 120Km/h li beccate tutti verdi o gialli perché nono hanno il tempo di diventare rossi. Una volta capito il trucco...ovviamente noi abbiamo scelto quest'ultima soluzione. Ci fermiamo vicino alla Torre di Belem. Come potete notare la fotografia non é delle migliori. Questa é la vera Torre di Belem. Questa é l'ultima fotografia (anzi, mezza fotografia) che la macchinetta di Paola ha scattato. La prossima foto riusciremo a scattarla solo l'indomani sera a Bathala. Cerchiamo di guardare l'eclissi utilizzando gli occhiali scuri e le visiere dei caschi per schermare la luce e non rovinarci gli occhi. Un gentilissimo locale ci presta anche i suoi appositi occhialini per permetterci di vedere un po' meglio. L'eclissi é una delusione, si nota appena una macchia scura in un angolo del disco solare. L'unica cosa apprezzabile é un leggero abbassamento della temperatura ambiente.
Visto l'acuto interesse che hanno i ladri per le moto (ho visto scooter parcheggiati senza nemmeno un lucchettino) lasciamo le cavalcature in un parcheggio qualunque. Ci dirigiamo ad un posto di polizia e notiamo (non senza ilaritá) che i poliziotti portoghesi sono sfigatissimi: vanno in giro con dei motorini che pure un Fifty 50 potrebbe seminare. Simo fa denuncia per la patente. O meglio, Simo viene accompagnato ad un altro posto di Polizia per fare denuncia. Stranamente l'avvenente poliziotta alla quale chiedo spiegazioni si ostina a chiamare la stazione di polizia "Post Office" (Ufficio postale)... Mha! Paese che vai usanze che trovi.
Noi altri aspettiamo 2 ore in un bar di fronte alla stazione di polizia ingozzandoci di panini e ingollandoci un paio di generose birrozze. L'eroico barbuto ritorna in autobus e si unisce a noi nella pappatoia. Visitiamo la Cattedrale e il museo della marina. La prima merita abbastanza, il secondo (nonostante fosse spacciato per il piú completo del mondo) é una delusione, molto meglio quello di Genova. Ancora una passeggiata lungo il mare e poi di nuovo alle moto. Ci dirigiamo questa volta verso Sintra per visitarne i monumenti. Molto bello il castello in stile orientaleggiante di cui peró foto.... nessuna. Troviamo anche il tempo di fare un giro sulle mura dell'altro castello. Semi diroccate ma molto gradevoli per il panorama offerto anche se il vento gelido ci ha scombussolato non poco. Ritorno al campeggio. Doccia, pasta, bar, nanna.......

  
GIORNO 9 Giovedì 12 Agosto 1999: La cronoscalata.
km 170

La gamba comincia a migliorare. Oggi tocca a Fatima, Tomar e Bathala. Non abbiamo ancora chiaro se i cartelli stradali portoghesi siano una presa in giro o un test di intelligenza. Nel secondo dei casi noi 3 ci siamo dimostrati degli stupidi. Impossibile trovare qualche cosa se non sai dove si trova :( manco Fatima segnalano decentemente! Le uniche indicazioni che troverete laggiú sono quelle per Lisbona e Coimbra. A forza di sbagliare strada riusciamo a trovare quella per Fatima che a tratti (quelli asfaltati) é piuttosto gradevole. Qualche bella piega scappa anche a me :))))). A Fatima quello che colpisce é la dimensione del piazzale che c'é davanti alla chiesa. La chiesa non é un gran che. Cioé... diciamo che mi aspettavo qualcosa di piú. Ripartiamo in direzione Tomar dove facciamo una pausa pranzo. Caldo? Si!!!! Fermi, seduti all'ombra si suda come mucche turche sigillate vive nel domopak. Mentre stiamo per ripartire ecco che arriva un'opera d'arte. Un Bandit 600 N completamente taroccato: Ergal ovunque, ammortizzatore posteriore lungo come la quaresima, ergal a ciuffi, niente pedane del passeggero, ergal a piacere, tutti i fari e le frecce coperti con una rete metallica, ergal a nastro, drag bar al posto del manubrio, ergal qua e lá. Ci impiego un attimo, ma c'era qualcosa che non mi sconfinferava.......Dunque....vediamo... Dov'é la marmitta? Eccola, sotto la sella! Doppio silenziatore ovale tipo 916!!!!!!! Ho ancora l'acquolina in bocca.
Facciamo visita ad un'importante convento (o monastero) che somigliava piú ad una prigione che ad un monastero. Si riparte per Bathala. La strada che scende da Tomar é pari a quella che saliva a Fatima, sempre nei tratti asfaltati bene, accelera accelera accelera, frena frena frena, ma Bathala come al solito non si trova. Sbaglia strada una volta, chiedi, sbaglia strada due, chiedi, sbaglia strada 3,4,5 e 6.... ecco l'indicazione. A Bathala ci godiamo la chiesona dove un certo Manuelino* ha dato spettacolo. All'interno c'é anche la tomba dell'ultimo Re e del milite ignoto con tanto di militari di piantone. Purtroppo non  sono disponibili le altre foto che abbiamo tentato di realizzare all'interno della chiesa e nel giardino della sacrestia, ma purtroppo é troppo tardi quando Steo di accorge che é dal giorno prima che la macchina fotografica segna sempre lo stesso numero di foto. Paola se ne esce ammettendo che se ne era giá accorta.... Ecco io dico: "Ma parlarne prima?". Poi si lamenta se ogni tanto ci viene voglia di strozzarla. Realizziamo l'unica foto che potete vedere (rifarci tutto il giro era qualcosa di superiore alle nostre forze). Torniamo in campeggio dove i due finti motociclisti di Ancona avevano iniziato a disfare il loro attrezzatissimo campo. Il furgone c'éra ma il cancello** era sparito: sbircio dentro un finestrino e intravedo la forcella.... bha!! Fighetti!!
Solito: doccia, pasta, bar, nanna.

* Lo sappiamo che Manuelino non é un tizio ma uno stile, ma a noi piaceva immaginarlo come un tizio che scalpellava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Scemi vero?
**Dicasi Cancello: simpaticamente la Harley Davidson e tutte le sue emule. (simpaticamente? hmmm....)

 
Giorno 10 Venerdì 13 agosto 1999: La Divina Commedia.
Km 380.

Ripartiamo da Areia per trasferirci un po' piú a nord decidiamo che Figuera da Foz potrebbe essere una localitá turistica sufficientemente attrezzata. Come ho giá detto in Portogallo le indicazioni stradali fanno assolutamente schifo e fatichiamo un pochetto a trovare la strada giusta. Percorriamo una statale parallela all'autostrada molto caratteristica che si snoda a fianco delle spiagge e passa vicino a delle enormi raffinerie che fanno bella mostra di se con le loro altissime ciminiere e i loro numerosi serbatoi per il greggio.
L'asfalto non é dei migliori ma non é nemmeno troppo disastrato. Abbastanza caratteristico il paesaggio molto sabbioso con immense piantagioni di alberi da sughero. Trovata Marinha Granda e rintracciate le indicazione per Figueira da Foz raggiungiamo la amena localitá. Cominciamo a cercare un campeggio ritornando verso sud e costeggiamo l'oceano, ma di campeggi nemmeno l'ombra. A questo punto come all'inizio della Divina Commedia.... "Ci ritrovammo per una selva oscura e che la diritta via era smarrita", be' oddio... a dire il vero la via retta lo era, eccome se lo era... un rettilineo interminabile! Abbiamo guidato almeno 20 minuti a 70 Km/h senza incontrare nemmeno la piú piccola curva. L'asfalto era indescrivibile: sembrava di guidare sul fondo di un torrente tanto erano numerose e grosse le bozze e le buchette dell'asfalto. E qui veniamo alla selva oscura: le "Matas National" sono una foresta di conifere di dimensioni abbastanza spropositate, le "pianticelle" che  si possono osservare sono enormi e a ridosso della strada cosí che l'asfalto é tutto deformato dalle loro radici. Molto suggestivo il panorama che si vede, peccato si interrompa piú o meno alla 5 fila di piante a non piú di 20 metri dal nastro asfaltato. Finalmente raggiungiamo la fine del rettilineo e qui rischiamo come minimo di perderci tra bivi, quadrivii e rotonde, ma ad un certo punto incontriamo uno di quei personaggi che in Italia non esistono piú da tempo, ovvero un tizio che non solo ci indica la strada per il campeggio piú vicino, non solo fa i salti mortali per capirci e per farsi capire ma addirittura ci accompagna fino all'ingresso.
Ora... in mezzo ad un bosco di quelle dimensioni con piante talmente alte e talmente fitte da non permettere alla luce del sole di toccare terra, sicuramente il campeggio sará ombreggiato...... no! Manco per il cavolo!
L'unica distesa completamente brulla e priva di piante nel raggio di chissà quanti chilometri era proprio il nostro campeggio.... Bene! Molto bene!! Comunque ormai eravamo in ballo e dovevamo ballare, scegliamo una piazzola che potesse garantirci almeno un po' d'ombra al mattino e montiamo le tende. Una cosa che potrebbe essere utile: in Portogallo i bagni non sono sempre distinti dal solito omino e dalla solita donnina stilizzati ma quelli per uomini hanno una "H" maiuscola all'ingresso e quello per lo donne ha invece una "S" (Hombre e Senora?).
Curioso il terreno del campeggio (come peraltro tutto il terreno delle Matas) composto di sabbia e di polvere nera con poca vegetazione bassa (tipo erba o felci) ma molto ricco di piante di alto fusto (quasi tutte conifere).

 
Giorno 11 Sabato 14 agosto 1999: Siamo in vacanza?.
Km 200.

Sveglia tardi, un po' di relax (foto1 foto2) non fa male a nessuno. La mattinata scorre tranquilla dedicata completamente al cazzeggio piú generico. Una pasta con il fido fornelletto da campo e via di nuovo on the road senza smontare il campo. Ripercorriamo la terribile strada che ci porta fuori dalle Matas National. Con le moto scariche l'asfalto impossibile é un po' piú sopportabile. Ci rechiamo a Marinha Granda piú che altro per far passare il tempo. Concludiamo il pomeriggio con un giretto senza meta nei dintorni e torniamo a Sao Pedro de Muel. Percorriamo nuovamente quel calvario di asfalto che collega il paese con il resto del mondo ma, per fortuna, questa volta troviamo una via un po' piú breve. Simo lamenta strane vibrazioni, della serie "la moto fa' un rumore nuovo..." ed infatti.... il vecchio telaio della XJ ha ceduto sotto il peso delle borse e alle sollecitazioni della strada. Infatti la staffa di metallo a cui é collegato il WingRack penzola libera ormai dissaldata dal telaio. "Bel problema, e adesso?", semplice! Il buon, vecchio, onnipresente, tuttofare, comodissimo, utilissimo e grezzissimo fil di ferro (peraltro nemmeno nostro ma trovato ispezionando accuratamente la recinzione del campeggio) salva la situazione e con un robusto "nodo" Simo riesce a rimettere in condizioni di viaggiare la fida XJ. La sera per la cena decidiamo di uscire a "mangiare tipico". Quindi di nuovo qualche chilometro di buche verso Figueira da Foz. E volete sapere dove siamo finiti? In una pizzeria chiamata "Bella Napoli". Alla faccia del tipico. Il pizzaiolo portoghese appena ha capito che eravamo italiani é letteralmente andato nel panico e credo proprio che abbia preparato le sue pizze mettendoci tutto l'impegno possibile. Mentre mangiavamo ci ha chiesto almeno 4 volte se le sue pizze fossero buone e, strano a dirsi, lo erano davvero. Ritorno in campeggio con qualche problema di "navigazione". Se orientarsi nelle Matas é difficile di giorno figuratevi a notte fonda. Durante il giorno non avevamo notato (chissá poi perché) le miriadi di strade che attraversano le Matas. Per nostra fortuna a pochi metri dall'ingresso del campeggio torreggiava uno splendido faro che non solo avvertiva le navi della presenza della terra ferma ma permise a noi altri pellegrini di ritrovare la strada per il campeggio.

  
Giorno 12 Domenica 15 agosto 1999: Vacanza.
Km 0.

Altra dormita fino a tardi. Molto utile non solo per scaricare un po' le fatiche del viaggio ma anche perché nella notte io e Steo abbiamo avuto qualche problema di insonnia (forse le pizze un po' troppo pesanti?) e ci siamo ritrovati alle 5 del mattino a bere birra e a fumare davanti alle tende. Pranzetto "casalingo" con l'insostituibile fornelletto da campo e poi... Gran Premio di Formula 1 in TV che con nostra somma delusione fu vinto dalla Mc Laren. Dopo di che passeggiata (motociclisti che vanno a piedi? Incredibile a dirsi ma é cosí!). Passeggiata che risultó proficua in quanto abbiamo scoperto che Sao Pedro non erano le 4 casette che si notavano a prima vista ma era bensì un rigoglioso paesino meta turistica che presentava decine di ristoranti e anche una spiaggia piccola ma carina. Decidiamo a questo punto di andare veramente a "Mangiare tipico"  come suggeriva (come sfiniva) da almeno 5 giorni Paola. Ristorantino abbastanza chic, di quelli piccoli ma gagliardi. Mangiata luculliana e conto assolutamente irrisorio. Uno degli aspetti positivi del Portogallo é che la vita costa poco. Piccola passeggiata verso il campeggio (forse 1 Km e mezzo) e nanna presto e sveglia "presto" per ripartire.

 
Giorno 13 Lunedì 16 agosto 1999: Giá finita la Vacanza?.
Km 460.

Ci spostiamo da Sao Pedro de Muel per dirigerci ulteriormente a nord verso Coimbra. Cittá che risulta alquanto ostica sia come traffico che come possibilitá di parcheggio. Decidiamo quindi di visitare i principali monumenti segnalati (foto1 foto2 foto3 foto4 foto5) senza soffermarci troppo . Pranziamo mangiando come fogne ad un McDonald's e ripartiamo subito in quanto l'idea iniziale era di vedere anche Porto. Poi invece abbiamo deciso di saltare Porto un po' per mancanza di tempo e un po' per mancanza di voglia (visto giá il casino che era Coimbra). Prendiamo la via piú veloce per ritornare direttamente in Spagna. Durante la sosta per la spesa ad un supermercato Simo fa notare a Steo come la sua gomma sia rovinata, quasi mangiata e di come la gomma si deformi. "Sembra molle". Infatti...... Un bel chiodino piccolo, piccolo nel copertone posteriore da 180 del CBR 1100 (montato nuovo prima di partire) lascia uscire l'aria piano piano tanto che la gomma é rimasta in pressione per 13 giorni! Cioé, pressione... si fa per dire. Steo alla colonnina dell'aria lo rigonfia letteralmente a imprecazioni (altro che azoto!). Proseguiamo. Ma non per molto. All'improvviso Simo scompare dagli specchietti torniamo a cercarlo e le notizie non sono delle migliori. Il Wingrack ha ceduto nuovamente e, attenzione, non ha ceduto il fil di ferro, ma ha ceduto la staffa sul lato opposto a dove era stato riparato la volta precedente. Questa volta non é il telaio della moto a cedere ma proprio il Wingrack. Cosí, altro giro di fil di ferro (un paio di pezzi presi di scorta a Sao Pedro) e via di nuovo, indomiti.  Superiamo il confine spagnolo attraversando l'ennesimo ponte e continuiamo verso nord, verso Santiago de Compostela. Ci fermiamo per dormire dalle parti di Sangenjo nel campeggio "Airinos do mar". La particolarità di questo campeggio é che é stato realizzato nel giardino di una casa ed é piccolo ma abbastanza ben fatto. Molto bello il tramonto visto dal bar del campeggio che da proprio sulla spiaggia.

 
Giorno 14 Martedì 17 Agosto 1999: Pellegrini in terra straniera.
Km 340.

All'alba Steo parte da solo con la moto per andare a cercare un gommista in grado di riparare la gomma. La leggerezza leggendaria del mio sonno mi permette di continuare a russare come una segheria mentre lui fa avviamento a pochi metri dalla tenda. Trovato il gommista, questo controlla il danno e propone al mio amico di mettere "el tincio". Il "tincio" (pronunciato tincio, scritto.... Bho?!?!) altro non é che il funghetto di cauciú per riparare le gomme. E funziona come da noi! Incredibile vero? Il gommista allarga il buco con una specie di lima rotonda e poi mette dentro il funghetto e la colla. Ripartiamo al mattino da Sangenjo  e ci
dirigiamo verso Santiago. Appena entriamo in città ci rendiamo conto di alcune cose: traffico incredibile, polizia ovunque e parcheggi stracolmi. Impieghiamo almeno un'ora e mezza per parcheggiare le moto in quanto ogni posto era pieno e i carri attrezzi della polizia erano perfettamente attrezzati anche per il trasporto dello moto, il che non era molto incoraggiante. Passeggiata per la città, visita alla cattedrale. Le file (fila1 fila2) che si snodavano per le piazze erano qualcosa di mai visto. Centinaia e centinaia di persone stavano ordinate in fila e attendevano il loro turno chi per visitare il museo e chi per recarsi ad una specie di colonna dove appoggiavano la mano e facevano tre inchini (foto1 foto2 foto3). Ormai la stanchezza si fa sentire e la voglia di camminare, di vedere e di fare non é piú quella di inizio viaggio. Pranzo in un baretto del centro (carissimo per noi abituati agli standard portoghesi) e via:  on the road. Ci perdiamo all'uscita di Santiago e ci perdiamo un'altra volta nei pressi di Lugo. Troviamo la strada per raggiungere la costa e la seguiamo fino poco dopo Villarframil dove troviamo il Campeggio Ribadeo, poco prima dell'omonima cittá. Qui incontriamo un francese che viaggia con un sidecar derivato dalla Yamaha GTS. La particolaritá di questo sidecar é quella di avere addirittura il gancio traino e di averci attaccato un ampio carrello. Poche chiacchiere con il motociclista che viaggia in compagnia della moglie e dei due figli (ecco il perché del sidecar) e poi la solita routine serale: doccia, cena nel ristorante del campeggio e nanna.
 
Giorno 15 Mercoledì 18 agosto 1999 L'ultimo giorno di Spagna.
Km 530.

Nella notte le nostre tende (campo base e notare la targa!)e le nostre moto hanno scoperto come é fatto il vero VENTO. Io non mi sono accorto  praticamente di nulla (ho il sonno di un macigno e mi saró svegliato al massimo due volte), ma Simo, che dormiva nella tenda con me, ha dovuto risistemare la tenda piú di una volta perché, sotto la sferza del vento, tendeva a chiudersi da sola. Il viaggio del giorno dopo si svolge in uno scenario bellissimo. La Spagna del nord é fantastica. Una statale (larga quanto la piú bella delle nostre autostrade, ma gratuita) si snoda in mezzo a colline che come tipo di terreno ricordano quello della Val d'Aosta, ma la cosa bella é che sei in riva all'oceano. La strada ti mantiene sveglio con alcuni tratti in cui devi scambiarti di carreggiata a causa di lavori. Ci fermiamo a mangiare in un bar sulla strada dove hanno un prosciutto crudo che "parla" e con il quale farciscono panini enormi. Per il resto: sono chilometri, chilometri che scorrono, sotto le ruote e sul contachilometri. Qualche problema alla sera per trovare un campeggio con ancora posto libero. Troviamo due piazzole libere al Camping Oliden a Irun ultima città della Spagna prima del confine. Io e Simo veniamo anche tacchinati da due ragazze su un maggiolino tutto leopardato che ci offrivano cioccolatini al semaforo. Doccia, cena al bar del campeggio con ovvia strafogata e birre in quantitá e poi nanna.

 
Giorno 16 Giovedì 19 agosto 1999 La lunga strada verso casa.
Km 520.

Mattina. E carichiamo le moto. Ultimo pieno di benzina a prezzi ragionevoli. La cosa che rimpiango di piú della Spagna é proprio quella benzina puzzolente (sa di pesce marcio) a 1350 Lire al litro. Rientriamo in Francia e puntiamo decisi verso Bezier (giá sentito questo nome, vero?). Facciamo tutta autostrada, ma il traffico dei vacanzieri (ovviamente Francesi, Spagnoli ma anche tanti Italiani e Tedeschi) risulta essere molto intenso, fastidioso e pericoloso. Sorpassiamo anche una specie di motociclista post-atomico che se ne scorrazzava in autostrada con un custon tutto ricoperto di pelliccia, sembrava uscito da una scena di Mad Max. Poche soste: solo quelle indispensabili. Arriviamo a Bezier ma é tutto pieno e dobbiamo spingerci fino a Pezenas per trovare un albergo con due camere libere (le ultime 2). Per nostra fortuna l'albergatrice si infatua di Steo e mentre noi siamo fuori a decidere il da farsi quella rifiuta a due altri clienti le camere libere. Per fortuna l'albergo aveva anche il garage e cosí abbiamo potuto dormire sonni tranquilli. La cena é stata un po' un problema.... Avete mai provato ad ordinare dei piatti non sapendo assolutamente cosa siano? Bene, al limite vi mangiate qualcosa che non vi garba... Ma il vero problema é quando la cameriera arriva con il piatto, come fate a sapere qual'é il vostro? Con la pancia piena per la cenetta raffinata (nomi delle cibarie incomprensibili) fatta al ristorante dell'albergo, facciamo una passeggiata in questo piccolo paesetto e poi nanna.

  
GIORNO 17 Venerdì 20 Agosto 1999: Epilogo.
km 550

Si torna a casa. Apprezziamo, per la prima volta, quanto sia comodo l'albergo: niente tende da smontare, niente roba da lasciar asciugare e colazione pagata ed abbondante (forse fin troppo). Autostrada fino a Orange. Risaliamo verso il Monginevro. Da Embrun a Briaçon la strada, questa volta asciutta, é spettacolare ed io arrivo a limare le freccioline che indicano il senso di rotolamento sulla mia gomma posteriore (che sulle Macadam sono proprio sul bordo). In pratica invece dei soliti 5 mm di gomma inutilizzata a Briançon scopro di aver usato TUTTO il battistrada. Soddisfazione, ma anche sudore freddo al pensiero dei rischi corsi. Ultimo pieno di benzina francese spendendo veramente tutto fino all'ultimo franco, e poi via verso casa. A Claviere, ormai superata la frontiera, possiamo finalmente utilizzare nuovamente le Lire italiane e ci regaliamo un lauto (e maledettamente costoso) pasto a base di panini giganti in un bar sulla strada. Con i soldi spesi per un paio di panini (anche se grossi) in Portogallo avremmo fatto un cenone. Giunti finalmente a Villanova, dopo 17 giorni, ci separiamo: Steo e Paola sono arrivati. Io ho ancora una trentina di chilometri e Simo circa cinquanta. Ci separiamo anche io e Simo. I chilometri restanti per me sono meno di 10.

Riassunto:
Km 5960.
Problemi: una foratura, un WingRack rotto
Bello: tutto o quasi
Brutto: Giá finito?