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E' facile smettere di fumare se sai come farlo (Allen Carr)
I numeri di pagina si riferiscono alla terza edizione italiana (Dicembre 2004)
 

Fumiamo per nutrire il "piccolo mostro" e una volta che l'abbiamo
eliminato dal corpo e abbiamo eliminato la nostra mente dal "grande
mostro", non avremo né desiderio né bisogno di fumare. (pag. 97)

Molti fumatori pensano di essere destinati a continuare a fumare o di
avere una personalità prona alle tossicodipendenze. Ti assicuro che non
è vero. Nessuno aveva bisogno di fumare prima di venire accalappiato
dalla droga. E' questa che ti intrappola, non il tuo carattere [...]. E'
essenziale che tu distrugga questa convinzione perché se ti ritieni
dipendente dalla nicotina lo sarai anche quando il piccolo mostro dentro
il tuo corpo sarà morto. E' importantissimo eliminare completamente il
lavaggio de cervello. (pag. 104)

Dopo qualche giorno di tortura siamo convinti di aver scelto il momento
sbagliato e di dover aspettare un periodo più tranquillo, più propizio;
ma, non appena questo arriva, le ragioni per smettere svaniscono. (pag.
30)
E' ovvio che, dato che il fumo fa male, il momento per smettere è ora;
tuttavia ritengo sia importante scegliere il momento giusto. [...] Prima
di tutto cerca di capire quali sono le occasioni in cui il fumo ti
sembra particolarmente importante (se ti illudi che il fumo allevi la
tensione scegli un periodo di relativa calma, se fumi in momenti di
rilassamento e di noia scegli un periodo di attività intensa).
Comunque sia tratta la cosa con serietà e fai del tentativo di smettere
la cosa più importante della tua vita. Considera un periodo di tre
settimane e cerca di prevedere eventuali ostacoli che potrebbero farti
fallire. [...] Stabilisci adesso la tua tabella di marcia e aspettala
con impazienza. Ricordati che non stai per fare un sacrificio ma, al
contrario, stai per ottenere dei vantaggi fantastici. (pagg. 119-120)

Ecco l'aspetto più sottile della trappola del fumo: quando stiamo per
attraversare un periodo di tensione non lo riteniamo il momento giusto
per smettere; quando la tensione se ne va, si porta via anche il
desiderio di smettere.
Quindi, quando smetterai? Domani? Speri di svegliarti una mattina senza
più voglia di fumare? Non prenderti in giro!
Se non lo puoi fare oggi, cosa ti fa pensare che sarà più facile domani?
Continuerai ad aspettare fino a  quando scoprirai di avere una malattia
terminale?
La vera trappola è credere che ora non è il momento giusto e che sarà
più facile domani. (pag. 122)

E' molto facile smettere di fumare. Tutto quel che devi fare è:
1. decidere che non fumerai mai più
2. non sentirti triste pensandoci ma esserne lieto  (pag. 133)

E' facile smettere di fumare. Sono solo l'indecisione e l'avvilimento
che lo rendono difficile.
Non sperare, ma sappi che hai smesso. (pag. 135)

Non dubitare mai della decisione che hai preso. [...] se la causa del
dubbio è un momento di depressione, ricordati che le sigarette non
alleviano la depressione ma l'aumentano.

Quando spegni l'ultima sigaretta non pensare: "Non devo più fumarne
un'altra" oppure "Non posso più fumarne un'altra", ma fallo con la
sensazione di: "Sono libero! Non sono più schiavo della nicotina! Non
sono più costretto a ficcarmi in bocca quelle schifezze". (pag. 160)

I sintomi di astinenza da nicotina non provocano alcuna sofferenza
fisica, sono semplicemente una sensazione di vuoto, irrequietezza, come
se mancasse qualcosa; questa è la ragione per cui fumare viene spesso
visto come "qualcosa da fare con le mani".
Se questi sintomi persistono il fumatore diventa irrequieto, insicuro e
irritabile. E' come una specie di fame, fame di un veleno, la nicotina.
Pochi secondi dopo aver acceso la sigaretta si riceve una nuova dose di
nicotina che fa cessare il desiderio, e quel che ne consegue è la
sensazione di rilassamento e sicurezza che il fumatore ottiene dal fumo.
(pagg. 33-34)

Quando l'accendiamo il desiderio se ne va e, per il momento, siamo
contenti e soddisfatti come eravamo prima di diventare dipendenti. Ma la
soddisfazione è solo momentanea perché, per poter alleviare il
desiderio, occorre assumere altra nicotina.
Si spegne la sigaretta, il desiderio ricomincia e la reazione a catena
continua. Ed è una catena che dura tutta la vita a meno che tu non la
spezzi! (pag. 35)

[...] stiamo smantellando il lavaggio del cervello: non è il non
fumatore che viene privato di qualcosa ma è il povero fumatore che
rinuncia a una vita di: salute, energia, vantaggio economico,
tranquillità mentale, sicurezza, coraggio, rispetto di se stesso,
felicità, libertà.
E cosa ottiene da questi enormi sacrifici? Assolutamente nulla, tranne
l'illusione di cercare di tornare allo stato di pace, di tranquillità e
di sicurezza di cui gode sempre un non fumatore. (pag. 49)

Più diventiamo dipendenti dalla droga maggiore diventa il bisogno di
alleviare i sintomi di astinenza. (pag. 50)

Accendendo una sigaretta il cumulo di stress [basso tasso di
nicotina+stress da telefonata per es. NdR] viene ridotto, poiché cala in
parte quello da nicotina, e il fumatore prova una sensazione di carica.
[...] Ma la verità è che mentre sta fumando è comunque più teso di un
non fumatore poiché più fumiamo più la sigaretta ci distrugge e il
sollievo che proviamo fumando diminuisce man mano. (pag. 52)

Le sigarette aumentano indirettamente la noia facendoci sentire più
letargici perché, invece di condurre una vita attiva, il fumatore
diventa sempre più sedentario e, annoiato, passa il tempo fumando per
alleviare i sintomi di astinenza. (pag. 54)

Il metodo della forza di volontà. Invece di iniziare il tentativo con la
sensazione di: "Fantastico! La sai la novità? Non sono più obbligato a
fumare!", inizia con un senso di disgrazia imminente, come se fosse
trascinato al patibolo e, per di più, è convinto di non potersi più
liberare del "piccolo mostro". (pag. 93)
[...] inizia a sentirsi privato di qualcosa (che è una forma di
tensione) e dato che, quando fumava, lo faceva in momenti id tensione,
non appena smette di fumare vuole una sigaretta ma non può averla e
questo lo rende più depresso, il che fa scattare la reazione a catena.
Il fumatore aspetta che le cose migliorino, inizia a lamentarsi e così
la sigaretta diviene sempre più preziosa.
In effetti qualcosa succede ma il fumatore non ne è consapevole. Se
riesce a trascorrere tre settimane senza aspirare nicotina, il desiderio
fisico per la droga scompare. (pagg. 94-95)

E' risaputo che la nicotina lascia il corpo molto rapidamente (qualche
giorno), ma è impossibile stabilire esattamente quando il tuo corpo
smetterà d soffrire le lievissime crisi di astinenza fisica, anche
perché quella leggera sensazione di vuoto e insicurezza è simile alla
normale sensazione di fame, depressione o stress.
Tutto quel che la sigaretta fa è aumentarne il livello.