LA COLONIA SOMALA
Dubat - i Bersaglieri neri
dall'affitto (1892) alla costituzione (1905)
SOMALIA: UN PAESE INVENTATO.
Poche settimane dopo l'occupazione di Massaua
(1885), il Regio Avviso (nave)"Barbarigo" ebbe l'ordine di recarsi a Zanzibàr (isola), di visitare le coste di terraferma
dipendenti dall'omonimo sultanato (protettorato inglese) e di esplorare le foci
del Giuba (fiume). La missione: avviare col sultano negoziati per un trattato
commerciale. L'incarico fu affidato al Cap. Antonio Cecchi e al comandante della nave. Nel maggio del 1885 veniva concluso il primo accordo commerciale col
sultano. Ulteriori accordi
portarono poi all'affitto del Benadir (la fascia
di costa meridionale con le città di Mogadiscio e Brava) tramite le imprese private di Filonardi e la Società del Benadir creata appositamente. Ricordiamo che l'Italia aiuterà
gli Inglesi in Sudan nella guerra contro il Mahdi e quindi era in credito di favori. Le lotte intestine, gli sconfinamenti di bande
dall'interno abissino spingono nel 1889 i sultani di Obbia, (Yusuf Ali) e Migiurtina (Osman
Mahamud), due
regioni somale confinanti a nord-est, a chiedere il nostro protettorato. Per
conformazione geografica e climatica la Somalia vive dalla costa verso l'interno
sui corsi d'acqua torrentizi e stagionali, ma non lungo il litorale collegato da
porto a porto, da punto a punto, solo via mare. Nei successivi due
anni sono colonizzate altre città minori della costa. Filonardi nominato
console fonda nel villaggio El Ataleh la nuova colonia Itala.
12 Agosto 1892: preceduta dal protocollo anglo-italiano per determinare la
sfera d'influenza delle due potenze nel Corno d'Africa viene firmata la
convenzione italo-zanzibarese con la quale si stabilisce l'affitto all'Italia di Uarscéc, Mogadìscio, Mérca, Bràva e territori circostanti per 25 anni.
Scaduti i 25 anni l'Italia poteva rinnovare la convenzione per altri 25. Il
canone annuo da corrispondere al sultano (Zanzibar) era di 160.000 rupie, ridotte poi a
120.000. L'affitto delle quattro stazioni costiere passò in subconcessione alla Società
Filonardi. Dai punti della costa, come era già successo in Eritrea, seguendo i
letti dei fiumi, partono le
spedizioni scientifiche e geografiche per conoscere le potenzialità
dell'interno (su queste coste era tuttora fiorente il
commercio "illegale" degli schiavi da parte degli arabi).
11 Ottobre 1893: cade a Mérca, ucciso dai Bimàl
(tribù), il ten. Maurizio
Talmone.
26 Novembre 1896:
il cap. Cecchi, divenuto console
e impegnato
per conto della Soc. Benàdir in una pacifica penetrazione a scopo d'amicizia col sultano di Ghelédi, è massacrato nella boscaglia di Lafolé a
soli 20 Km da Mogadiscio. Persero la vita, insieme a comandanti, ufficiali e alcuni marinai delle
navi "Staffetta" e "Volturno", anche alcuni
europei. A Lugh, Ugo Ferrandi è costretto a
resistere da solo agli attacchi dei razziatori abissini, imbaldanziti dalle
sconfitte italiane in Eritrea dopo Adua. La località si chiamerà poi Lugh Ferrandi. Il triangolo compreso fra il Somaliland
britannico, la punta del corno d'Africa, e la Somalia colonizzata si chiama Ogaden. Qui sorgeranno i primi
problemi di confine con i Ras Abissini, che sfoceranno in guerra aperta nel '36 e
in tempi recenti nella prima guerra africana fra la Somalia e L'Etiopia.
17 Marzo 1897:
nello Scioà è decimata da un attacco etiope la carovana
dell'esploratore Vittorio Bòttego
che vi trova la morte.
Marzo 1902: la Soc. del Benàdir presenta al Parlamento un programma
d'azione vasto e coordinato che porta poi all'occupazione di Bardéra e Lugh,
l'istituzione di un servizio di trasporti di terra e di mare e un trattato col
sultano di Ghelédi. Le forze militari italiane in quel paese sono veramente
esigue e costituite
solo da locali o yemeniti mercenari costituiti in bande comandate da Italiani e da
eritrei. Due anni dopo, la crisi commerciale della Società del Benadir e la
politica restrittiva italiana che prendeva provvedimenti contro la schiavitù
delle tribù arabe della costa, portò al primo scontro con la fazione dei Bimal
nella zona di Merca. Nostre accuse di schiavismo ritenute infondate e timori d'invasione del Mùllah
portano alla risoluzione della convenzione con la Soc. del Benàdir. Di fatto,
però l'Italia s'era sostituita alla Società già da alcuni mesi. Nei
successivi quattro anni si conteranno altre due guerre contro questa Tribù.
13 Gennaio 1905:
accordo tra Italia e Inghilterra (che rappresentava
"tout court !!!" il
sultano di Zanzibàr). L'Italia riscatta i quattro scali somali in
cambio di un compenso forfettario di 144.000 sterline destinate al governo di
Zanzibàr. Con un altro accordo, l'Inghilterra affitta all'Italia un
appezzamento di terreno nella baia di Chisimàio. Il terreno è destinato alla
costruzione di uno sbarcatoio e di magazzini merci. Nello stesso anno è
proclamata la colonia italiana della
Somalia (a nordest e sud).
26 Agosto 1905:
vittoria italiana a Gilìb contro i ribelli Bimàl,
contrari ad abolizione e repressione della schiavitù (per le tribù guerriere
rastrellare le zone più inesplorate a caccia di schiavi per gli arabi era un
"Business".
06 Febbraio 1907: sulla costa fra Mérca e Mogadìscio è
previsto un concentramento di ribelli Bimàl; per impedirlo, 2 colonne (600 ascari comandati dal Ten. Streva e 4
sottotenenti)
muovono dalle città e disperdono i
ribelli ritirandosi poi a Danàne.
Settembre 1907:
Menelik invia dall'Etiopia una spedizione per estorcere
tributi. Dopo essere stata respinta una prima volta dagli uomini del Mullah, riesce a raggiungere i pozzi di Berdalè presso Lugh dando inizio ad una serie
di razzie. I capitani Bongiovanni e Molinari con 300 uomini decidono di
intervenire per ottenere pacificamente la restituzione del bottino. Raggiunta
Bahallè sono costretti allo scontro dagli abissini e vi trovano la morte. Gli
eccessi compiuti nelle razzie verranno puniti dallo stesso Menelik. In seguito a questi fatti
si conclude ad Addis Abeba un trattato per la delimitazione dei confini tra Etiopia e
colonia Somala. In pratica però i confini furono fissati solo da Dòlo (a sud) a Lét. Il
problema dei confini, che comprendeva anche l'Ogaden, resterà sospeso e sarà una palla al piede
della diplomazia italiana e causa di guerra per noi e dopo di noi.
15 Dicembre 1907-02 Marzo 1908:
il cap. Vitali alla testa di 500 ascari
batte a Dongàb i ribelli Bimàl, tornati all'azione contro l'estendersi
dell'occupazione italiana. L'azione è sostenuta dalla Regia Nave
"Staffetta", con la cooperazione della R.N. "Volta, che dal mare
disperdono a cannonate i ribelli presso Danàne.
11-12 Luglio 1908:
la spedizione guidata dal
magg. Antonino Di Giorgio libera Mérca,
minacciata dai ribelli. Scontro a Merére tra i ribelli e
gli uomini di Di Giorgio (Sarà generale nella grande guerra quando comanderà il
corpo d'armata speciale di copertura della ritirata da Caporetto) che sono costretti ad incendiare il villaggio ed in
seguito ad occupare Afgòi. Il sultano di Ghelédi con 5000
armati si sottomette all'Italia.
01 Agosto 1912: gli italiani occupano Uànle Uén mentre gli inglesi
combattono ferocemente contro gli uomini del Mullah che stanno dilagando nel
Somaliland. Questi era un ribelle, che passerà alla storia col nome di Mad
Mullah “Mullah Matto” noto ai somali come Sayed Mohamed Abdulla Hassan. Tenne impegnate per oltre un trentennio (1889/1920) soprattutto le forze
britanniche del Somaliland, ma diede molti fastidi militari, fino alla sua
morte, anche alla colonia italiana. Gli strascichi della guerra Italo-Turca
coinvolgono anche piccoli scontri a Balad (gennaio 1912) e Scidle (marzo 1912)
19 Giugno 1913: truppe italiane a Bur Acaba e ad Iscia Baidòa.
Febbraio 1920:
la grande offensiva inglese contro il Mullah termina con la
fuga di quest'ultimo nel nostro territorio del Nogàl. Egli morirà presso Imi
nell'alto Uébi nel 1921. In Italia intanto viene costituita a Milano la Società
Agricola Italo-Somala su iniziativa di S.A.R. il Duca degli Abruzzi.
15 Luglio 1924 Convenzione di Londra: l'Inghilterra cede il Jubaland
all'Italia come compenso post-bellico (per non aver partecipato alla
spartizione delle colonie tedesche ?). Nel luglio dell'anno successivo
iniziano le operazioni per l'occupazione del Jubaland sotto il Commissariato Generale
dell'Oltregiuba. La Somalia non diventerà mai una colonia di popolamento, anzi
la capitale Mogadiscio non arriverà mai alle dimensioni
"italiane" di Asmara, arrivando a contare, al massimo
dell'immigrazione italiana, non più di 10.000 italiani.
La regione dell' OGADEN nella saga della
Somalia.
Pagina rielaborata dal sito
http://www.italosomali.org/Ogaden.htm.
La provincia era parte integrante del territorio somalo,
prima che fosse ceduta al re etiope Menelik II, che nel 1887 andò a Berlino a
mendicare presso le grandi potenze uno sbocco verso il mare, ora che gli
italiani si erano presi l'Eritrea e i Francesi Gibuti. I tre firmatari
Italia, Gran Bretagna e Francia durante gli anni 1884-1886 cedettero l'Ogaden a
titolo di gratificazione all’Etiopia per non averli ostacolati nella ricerca delle
concessioni territoriali nel corno d'Africa. L’impero Ottomano attraverso il Khedive d’Egitto (e per questo sotto alta
sipervisione Inglese), esercitava una sorta di potere religioso coloniale sul territorio,
tra cui i tre sultanati di Obbia, Migiurtinia e Zanzibar. Nel 1882, lo
Stato italiano decise di rilevare alcune aree per iniziare la sua conquista
coloniale, cominciando dall’Eritrea (che sarà colonia l'1/1/1890). Giuseppe
Candeo (è a lui che si deve la conoscenza dell'Ogaden e la
compilazione della grande carta della stessa regione) fece un viaggio di esplorazione
nel 1891 con Baudi di
Vesme nella Somalia centrale. Giunti ad Harar, il
22 maggio, furono imprigionati per ordine di Ras Makonnen poi espulsi.
L'Italia,
dopo la pace dell'ottobre del 1896
stipulò, il 10 luglio del 1900, il trattato relativo alla frontiera. Con questo
si cancellava per sempre il Trattato di
Uccialli (protettorato italiano sull'Etiopia). Più
tardi, vennero due convenzioni: una il 15 maggio del 1902, per la delimitazione del
confine tra l'Eritrea, il Sudan e l'Etiopia verso il Setit e, l'altra del 16
maggio 1908, per il confine tra l'Abissinia e la Somalia italiana e tra
l'Abissinia e l'Eritrea verso la desertica e inospitale Dancalia.
1 Giugno 1936:
con la costituzione dell'impero dopo la guerra vittoriosa contro
il Negus, l'Ogaden ex-etiope, è inserito nuovamente nel territorio somalo. Scoppiata la seconda
guerra mondiale, la Somalia fu occupata dalle truppe britanniche che, passato il
confine dell’Oltregiuba dal Kenya, il 27 febbraio 1941 entrarono a
Mogadiscio, assumendone l’amministrazione e costituendo il territorio separato
dell’Ogaden. L'Ogaden veniva così reso
definitivamente all’Etiopia. Nel sud gli inglesi facevano analogo regalo al
Kenya della
regione somala NFD (North Front District). L’occupazione inglese del Somaliland
durò fino al 31 marzo 1950, quando questo divenne indipendente. La Somalia, ad
amministrazione italiana, divenne a sua volta indipendente il 1 luglio
1960. A questo punto ci fu l’unione delle due ex colonie. L’Ogaden nell’ambito della storia somala è la
regione dove si sono combattute battaglie epiche. Correvano i lontani anni
1541/1543 quando le truppe imperiali etiopi furono salvate da un
tracollo militare contro i somali da 400 cattolici portoghesi che aiutarono il negus, cristiano-copto,
usando per la prima volta in Africa Orientale i fucili. I rapporti
tra i due imperi (Portoghese ed Etiope) erano cominciati nel 1502 e dureranno fino al 1769. Nel 1520 c’era già
una Ambasciata portoghese in Etiopia. Ma torniamo agli anni 60, con l’indipendenza della Somalia,
che non ha mai cessato di rivendicare la regione dell’Ogaden come entità
geografica e politica somala. Con l'allora Capo di Stato Maggiore somalo Daud Mohamed
Hersi, ci fu una breve scaramuccia di confine, che gli americani nel periodo
protettori di Haile Selassie, circoscrissero immediatamente prima che sfociasse
in guerra. Oggi si ricorda invece Giggiga come una delle
più ardite operazioni aeromobili condotte dai sovietici in appoggio agli etiopi. Chi ricorda ancora che
nell'Ogaden fu combattuta (1977) una delle più sanguinose guerre convenzionali
della storia?. Quando la Somalia sotto la guida del dittatore Siad
Barre tentò di strappare
l'arida regione all'Etiopia, i sovietici comandati dal Generale
dell'esercito Vasily Petrov e il Tenente Generale dell'Aviazione G. Dolnikov congiuntamente
ai cubani guidati dal Generale di Divisione Arnaldo Ochoa (fucilato poi da
Castro per traffico di droga), stabilirono uno stato
maggiore congiunto di cui Menghistu fu il leader politico. La forza armata
era formata da 5
Generali etiopi, 8 cubani, 5 sovietici 2 yemeniti (lo Yemen inviò 2000
soldati), 50.000 soldati etiopici aiutati da 18.000 cubani, piloti israeliani
sugli F5, piloti cubani e yemeniti sui Mig. Ricorrendo ad un imponente ponte
aereo in aggiunta alle informazioni militari dei cubani e dei sovietici che
avevano armato fino a quel momento il regime di Mohamed Siad Barre, nel giro di un anno ricacciarono
i Somali dalle posizioni conquistate, sconfiggendoli nelle battaglie di Diredaua
e Giggiga. Restò famosa l'operazione con cui I russi scavalcarono la linea
somala trasbordando su una imponente massa di elicotteri un'intera divisione
motorizzata. Questa in sintesi la storia dell’Ogaden, terra somala, abitata
dagli Ogaden, etnia somala dei Darod. La Somalia attuale conta circa 6.450.000
abitanti su un territorio di 637.650 kmq densità 10 abitanti per kmq. Chi
spadroneggia sono ancora i vecchi clan, o signori della guerra come è sempre
stato.
DUBAT - I Bersaglieri Neri
Il Governatore De Vecchi diede vita nel 1924 ad una
specialità denominata "Bande Armate di Confine" meglio conosciuta con
il nome di "Dubat" (Dub=turbanti AT=bianchi). I Dubat erano una
truppa intermedia fra regolari e irregolari. La loro principale
caratteristica consisteva nell'estrema leggerezza di armamento e di
equipaggiamento che permetteva spostamenti rapidissimi. I «dubat» sono snelli e scattanti, dal passo lungo,
nerissimi di pelle ma bianchissimi nei turbanti e nell'abbigliamento molto
leggero per potersi muovere con agilità a guardia delle
frontiere. Sono scelti fra gli uomini più dotati fisicamente e
intellettualmente. Vigili e fedeli furono impareggiabili cavalcatori
del Generale Graziani, divisi in bande comandate da ufficiali italiani, cui
venne affidato il
compito di vigilare sul confine. Sempre pronti a reagire contro le incursioni
dei razziatori abissini entro i nostri confini, si spostavano attraverso la
pianura allagata per raggiungere gli obbiettivi (Ogaden conteso), con zattere abilmente improvvisate, oppure a nuoto, sfidando il pericolo
dei coccodrilli. Gli africani, e soltanto loro, possono confrontarsi con i
coccodrilli a nuoto.
Il più famoso fu Ali Ualie, che
comandava il posto di frontiera di Ual-Ual al momento del proditorio attacco del capo predone Omar Sammantar. Questi in precedenza aveva
assassinato a pugnalate un nostro ufficiale e con i suoi uomini massacrato i
difensori di un nostro presidio. Con la ritirata degli aggressori (sostenuti dal
maggiore inglese Chifford del «Camel's Corp» della vicina Somalia britannica)
si accese il conflitto italo-etiopico del 1935. Se gli Ascari, come diceva
Montanelli, spesso tagliavano la corda col bottino, i Dubat erano gente
orgogliosa che andava trattata con gentilezza. Gli dicevi di dare una occhiata
alla boscaglia e quelli sparivano. Sparivano per poi ritornare e sapevi vita
morte e miracoli in un raggio di 5 km. Il loro addestramento era affidato a
graduati indigeni provenienti dai battaglioni coloniali. La gerarchia
comprendeva 4 gradi: gregario, sotto capo, capobanda e comandante.
A curiosity: During "Ibis"
mission in 1993, a former Somali Dubat sergeant, something like 80 years old, presented himself
to the italian parachutists (Folgore) at the embassy in Mogadiscio, speaking
perfect italian, holding his M91 musket... he leaved and was treated as an "irregular"
for all the period of the mission.
Certo la sorpresa fu tanta quando, nei primi giorni del 1993 nel corso
dell'operazione RESTORE HOPE (Ibis per noi)
lanciata dall'Onu per riportare il Paese fuori dalla
guerra intestina,
i comandanti
si videro comparire davanti un Dubat, di una certa età, che disse
" Sono Scirè*,
sono stato in servizio (nei "servizi") delle Vostre unità coloniali e voglio
riprendere il mio posto" !!!!.
A chi pensava fosse uno scherzo non occorse molto per accorgersi che era tutto
vero. Fra le mani dello scalzo Scirè era comparso
anche un fucile 91 perfettamente funzionante. Senza autorizzazioni particolari si
schierò col picchetto e piantò la capanna nel cortile della caserma. Una divisa
dovettero anche procurargliela e non c'era persona più ligia e impeccabile
nell'eseguire ordini. Un certo imbarazzo sorgeva solo quando all'alzabandiera
salutava con la formula "Viva il Re, Viva il Duce, Viva l'Italia". Che in Italia
fosse cambiato qualcosa non era cosa che lo riguardava, per lui poi quelli
venuti dopo non erano tanto migliori di quelli di prima.
*nota:
Scirè è una regione dell’Etiopia tra i fiumi Tacazzè e Mareb, teatro degli
scontri del 1936 per la conquista dell’Etiopia.
VIE E FERROVIE SOMALI
Le possibilità di sviluppo agricolo in Somalia si evidenziano ben presto ottime.
Dopo le opportune bonifiche si possono impiantare, il banano (ancor oggi
monopolio Usa), il cotone, l'arachide, il sesamo, il mais etc... Il Duca degli
Abruzzi, Luigi di Savoia ottiene una concessione di 25.000 ettari che irriga con
una grande diga costruita sullo Uebi Scebeli che col Giuba è il più grande e
lungo dei fiumi del Sud (l'Oltregiuba come regione viene ceduta dagli inglesi
nel 1924). Ulteriori piccole rettifiche di territorio acquisito si avranno fino
al 1929. Durante la stagione delle piogge entrambi i fiumi sono navigabili per
lunghi tratti. Per la movimentazione dei raccolti al nuovo porto di Mogadiscio
viene costruita una piccola ferrovia, che si sviluppa poi per altri rami fino a
raggiungere una lunghezza massima di 114 km. Diverso il discorso per le strade
che vennero ritracciate e rinnovate togliendole dai pantani stagionali. La
costruzione non può non tenere conto delle nuove aree produttive e commerciali
sorte, oltre al Villaggio Duca degli Abruzzi già citato, e delle esigenze
difensive sia a Nord che a Sud. Viene quindi tracciata una strada carrozzabile
di 1484 km che da Mogadiscio per l'interno arriva a Bender Cassim nel Golfo di
Aden (1929). Il problema principale è la massicciata che abbisogna di materiale
di cava che non esiste nel piano. Con le diramazioni verso la costa e la
prosecuzione verso il Kenya il totale delle rete stradale arriva a oltre 10.000
Km.
Così il giornalista Queirolo racconta il suo viaggio a
Bender Cassim (Bosaso) sulla strada in via di ultime rifiniture (novembre 1929)"....da
Ghersale le nostre auto scendono dal treno e si lanciano su Bulo Burti e Belet
Uen.. A Belet Uen è un fervore di opere, sono appena trascorsi 13 mesi da quando
l'arteria era stata concepita. Lungo la bella via costruita dalle Bande
incontriamo di quando in quando i bianchi turbanti dei Dubat, rigidi nel
presentat'arm. Ferfer è banda, in tutta la sua eccezione di provvisorietà, ...
villaggio dei Dubat ammogliati, in regolari file di capanne e il campo cintato
con la sede del comando di settore. Sono già 400 i km fatti e ci aspettano altri
386 km fino a Rocca Littorio fra incredibili termitai.. un poco ci illudiamo di
correre sulla Appia Antica. Qualche posto di guardia, un ridottino di sassi e di
solito un maestoso albero sul quale in alto si staglia la figura statuaria del
Dubat. Le bianche tute, i bianchi turbanti, i torsi nudi scultorei attraversati
dalla cartucciera e alla mano il fucile che non si lascia mai. Si lavora e si fa
tutto con la mano libera dal fucile. A Garroe il governatore passa in rivista i
Dubat che a sera ci allietano di una fantasia tribale... .. saliamo ai 900 metri
di Gardò, e il nostro sguardo spazia su gazzelle, struzzi, licaoni, scimmie ma
anche volatili e serpenti. La notte fredda ci ha ritemprato e l'alba tinge
l'oriente per l'estrema tappa. ... di quando in quando vediamo alberelli di
incenso che non si capisce da dove traggano la linfa aggrappati come sono alla
nera roccia.......".
Lungo queste strade parte anche il servizio di autocorriera. (Mogadiscio -Bosaso
bi e trimensile, Mogadiscio-Lugh km 425 bimensile etc). Bisogna considerare che
per quei tragitti non occorrevano meno di 5/6 giorni di viaggio -quasi 1.500
km-, il tempo di ritornare per la nuova corsa. Anche in colonia si sperimentano
i carboni alternativi che sono poi quelli di legna, per rendere nel tempo
autonoma l'autotrazione. Si bruciano acacie di vario tipo, molto diffuse su
arenili e dune, con rendimenti fino al 20% del peso iniziale. Un'altra risorsa
somala del corno d'africa sono le saline il cui sale viene inviato al Porto di
Hafun (Dante) con una teleferica. |