I Garibaldi: figli, nipoti e le donne di casa
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la moglie Anita e |
la mamma di Garibaldi |
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di Fortunino Matania |
Figli
Menotti Domenico Menotti Garibaldi, nasce il 16 settembre 1840, a San Simon, Mostardas, stato del Rio Grande do Sul, Brasile, da Giuseppe e Anita (Anna Maria Bento Ribeiro Da Silva). Nome dato in omaggio al patriota modenese Ciro Menotti (+1831); sposò Italia Bidischini dall'Oglio e si stabilì a Roma ..continua...
Teresa (1845-1903), detta Teresita, moglie del Generale garibaldino Stefano Canzio, si stabilì a Genova ed ebbe 12 figli;
Rosa,chiamata Rosita, morta all’età di 2 anni a Montevideo; -
Ricciotti (Montevideo, 1847- Roma,1924), nome in ricordo del patriota Nicola Ricciotti, fucilato con i Fratelli Attilio ed Emilio Bandiera il 25.7.1844 nel Vallone di Rovito -Cz). Partì per l’Australia con la moglie Constance Hopcraft poi visse a Roma dove morì all’età di 77 anni. Ebbe 13 o più figli di cui Giuseppe e Irene Teresa morti in tenera età in Australia; Arnaldo nato a Roma, e sopravvissuto un anno è sepolto al Verano. Nel 1897 guidò un Corpo di volontari e combatté contro i Turchi in Tessaglia e di nuovo nel 1912 sempre contro i Turchi. (i profili liberamente tratti da I Garibaldi dopo Garibaldi http://www.ereditadigaribaldi.net/base.php Riofreddo Laziale) ...continua...
Nipoti
Giuseppe (Peppino) Garibaldi Figlio maschio primogenito di Ricciotti e Costanza -dopo la morte di un primo Giuseppe nel 1875... ..continua...
Bruno e Costante Garibaldi Bruno e Costante 10 e 11° figlio sono morti ambedue sulle Argonne (Francia). Se sicure sono le date della loro morte, lo sono meno le date delle nascite. Bruno e Costante si dovettero accontentare delle indicazioni ricevute dalla madre, che iscriveva i figli nella propria Bibbia alla nascita, senza altre formalità. Né la tomba del Verano, che raccoglie le salme dei genitori e dei figli, rivela la verità. Infatti, al momento della sepoltura furono commessi alcuni errori nelle iscrizioni. Bruno risulta nato il 19 gennaio 1892, ma la data di morte riportata è quella di Costante. Un atto nel registro di Roma del 1938 indica la nascita il 23 marzo 1889. Le date attribuite a Costante, sono invece, per la nascita il 19 agosto 1890, per la morte il 26 dicembre 1914, e la morte è sicuramente quella di Bruno. Bruno è l'ultimo al quale tocca l’esilio formativo economico all’estero. Costante, infatti, finita la scuola a Roma nel 1903, frequenta la scuola industriale di Fermo. Nel 1910, lavora nelle acciaierie di Terni e nel 1913 vi occupa la posizione di perito. La vera linea di frontiera anagrafica tra i figli di Ricciotti sarebbe passata tra Bruno e Costante, nonostante la lieve differenza d'età, se fossero sopravvissuti alla guerra, proprio per via della diversa esperienza imposta in gioventù. I fratelli si ritrovano in Francia, salvo Menotti che non può lasciare in tempo la Cina. A Nimes, dove sono concentrati i volontari, Costante si distingue nell'organizzazione dell'intendenza per i volontari, e la segreteria del battaglione. Bruno invece ha raggiunto i fratelli Peppino e Ricciotti a New York, dove si sono recati dopo l'intervento in Grecia del 1913, e con loro raggiunge Londra, dove tenta di raccogliere contributi per la Legione garibaldina, poi la Francia. Nell'inferno del Bois de la Bollante, muore Bruno. Costante muore a Courtes Chausses. Ambedue sono dichiarati "Morts pour la France". Il rientro delle salme diventa occasione di scontro fra interventisti e non. Bruno e Costante hanno avuto molti riconoscimenti, sia dalla Francia che dall'Italia. Non riuscì il tentativo di fare attribuire ai due giovani la Medaglia d'Oro al Valore Militare, ma essi furono distinti da due targhe di bronzo rappresentanti i loro volti, apposte sul monumento a Garibaldi a Parigi, e da un gigantesco monumento posto in Argonne nei luoghi della battaglie. Ulteriormente , nel cimitero del Père Lachaise a Parigi, un monumento fu eretto in omaggio al sacrificio dei combattenti stranieri nella grande guerra. A Roma, i giovani ebbero l'onore di raggiungere il padre sul Gianicolo, con i loro busti che affiancano il suo e rivolti al nonno. All'altro lato del monumento il busto di Menotti, solitario, è ugualmente rivolto al padre. Più oltre, incontriamo anche Stefano Canzio Garibaldino e sposo di Teresa, sua figlia.
Bruno è mandato ad undici anni a studiare preso l'Istituto metodista (religione della madre) di Canterbury, in Inghilterra, e segue su indicazione del padre una specializzazione in tecniche dell'agricoltura. Il suo primo lavoro si svolge presso un'azienda di lavorazione della canna da zucchero a Cuba, dove occupa rapidamente incarichi di responsabilità. Il fatto che vi parta nel 1907 avvalora la tesi della nascita nel 1889, essendo consuetudine del padre di invitare i figli maschi a lasciare la casa paterna a 18 anni. Abbandonato il posto si precipita in Italia per arruolarsi coi legionari....continua...
Costante nato a Roma nel 1891 studia alla scuola industriale di Fermo e si impiega a Terni nelle acciaierie (Nel 1910, lavora nelle acciaierie di Terni e nel 1913 vi occupa la posizione di perito). Allo scoppio del conflitto segue i fratelli e il 6 gennaio 1915 quasi sulle stesse posizioni che avevano visto la morte del fratello pochi giorni prima viene ferito a morte alla gola. .continua...
"...tué glorieusement à la tète de sa section qu'il entrainant à l'attaque des tranchées allemandes, avec un mèpris absolu du danger, montrant aux volontaires italiens que bon sang ne sait mentir" così pubblica il Journal de la Republique.
Sante Garibaldi è nato a Roma il 16 ottobre 1885 ... continua
Menotti Jr Garibaldi e Ricciotti Jr Garibaldi ... continua
Ezio Garibaldi ultimo figlio maschio di Ricciotti Garibaldi ... continua...
Le donne di Casa Garibaldi
Constance Hopcraft (moglie di Ricciotti)
Da “l’Unione Sarda” 7/8/2003 di Francesco Mannoni intervista ad Anita Garibaldi
«Pessimi padri e mariti. Non fosse stato per le loro compagne gli uomini del parentado non sarebbero riusciti neanche a trovare un lavoro» Ai Garibaldi maschi, fin dalla nascita, era inculcato il fatto che dovevano aiutare gli oppressi, perciò non avevano una professione e non sapevano guadagnarsi da vivere. (in effetti si adattavano molto)
Come ricorda invece Speranza (Hope
Mc Michael prima moglie di Ezio), sua madre?
«Come una donna coraggiosa che, per aver aiutato, fino al ’43, tanti ebrei a fuggire - grazie ai suoi rapporti in Vaticano e all’ambasciata - ha avuto anche un grande riconoscimento dalla comunità ebraica. Quando, tanti anni prima, a Nizza incontrò mio padre Ezio, lui era mutilato di guerra e lei una giovane ereditiera americana arrivata con un contingente di infermiere venute ad aiutare i feriti della prima guerra mondiale. Ezio era stato ferito sopra il Col di Lana, mentre i suoi due fratelli Bruno e Costante erano
morti nelle Argonne in Francia. Fu un grande amore, il loro. Si sposarono dopo un paio d’anni di fidanzamento e andarono a vivere in Messico dove
lei trovò lavoro al marito.
Anche sua nonna Costanza, che sposò Ricciotti Garibaldi, non mancava certo di temperamento…
«Era una giovane dell’alta borghesia londinese abbastanza vicina alla regina Vittoria, e viveva in un ambiente molto raffinato e aristocratico. Incontrò Ricciotti che era scappato da Caprera, dove - lui che era stato
educato in Inghilterra - volle ritornare perché sapeva che il padre e il fratello Menotti stavano costruendo la casa….. non riusciva ad ambientarsi in quell’ambiente confuso, pieno di amanti, figli e figliastri che contornavano il padre, oltre ai visitatori che arrivavano continuamente a riverirlo…..
per questo decise di tornare in Inghilterra e cercarvi lavoro. Fu in questo momento della sua vita che incontrò
Costanza a un ballo, si innamorarono, e dopo tre giorni scapparono insieme. Furono ritrovati dai familiari di lei e
"costretti" a sposarsi (2 luglio 1874). Decisero di partire, e andare lontano: dopo sette mesi sbarcarono in Australia».
Un bel cambiamento per una ricca signorina borghese dell’Inghilterra vittoriana…«Fu un’avventura che l’amore rendeva affascinante. Nei primi sei o sette anni di matrimonio, Costanza, abituata a una vita agiata, dovette affrontare la miseria più nera..…. Mio nonno fece il pescivendolo, il panettiere, lavorò per le amministrazioni locali, e dopo sei anni decisero di tornare perché Giuseppe Garibaldi ormai in fin di vita a Caprera, voleva rivedere i figli e i nipoti. Costanza si inserì bene nella piccola comunità, creò una rete di ospedali, dei quali ce n’è ancora uno a La Maddalena, portando i servizi infermieristici
dall’Inghilterra. Era attivissima in tutti i campi: fu lei, ad esempio, ad aiutare il marito a fondare la prima associazione per la tutela degli animali. Inoltre, con i soldi di cui disponeva pensò anche a sistemare tutte le pendenze di Ricciotti, finito in un giro speculativo che aveva a che fare con lo scandalo della Banca di Roma. La famiglia era la sua prima preoccupazione: Costanza si dedicò ai suoi 13 figli, ma adottò anche tre bambine rimaste orfane durante il terribile terremoto di Messina: prese a cuore la loro condizione quando partì come volontaria per aiutare gli sfollati. Sette dei suoi figli maschi combatterono nella Prima Guerra Mondiale e due morirono in trincea. Gli altri, la prima generazione degli aquilotti garibaldini, come lei li chiamava, divennero tutti protestanti
(anglicani) e di lingua inglese. Era stata lei, di fortissimo carattere, a garantirne l’educazione».
Se i Garibaldi, prima e seconda generazione,
erano personaggi sopra le righe o come si diceva senza arte, ne parte, Costanza
da anglicana (inglese) porta un ordine che nasce sopratutto dalla educazione dei
figli, che vengono avviati a scuole tecniche e/o a compiti ben precisi, come per
le figlie. Se fosse veramente interessata ai problemi italiani lo si può solo
parzialmente dedurre dal fatto che di politica non intendeva occuparsi quando
nel mondo anglosassone scoppiava il fenomeno delle suffragette. Se oltre
l'amore, il richiamo dell'Italia, degli Italiani, della natura ancora selvaggia
che caratterizzava il paese abbia influito sulle sue scelte ci sembrerebbe
comprensibile e plausibile. Ciò spiegherebbe come ancora oggi l'Italia centrale
e insulare sia o sia stata meta di viaggiatori e nuovi residenti provenienti in
genere dai paesi nordici e anglosassoni il cui fine non erano solo le bellezze
artistiche e storiche.
Costance Rose, Annita Italia e
Josephine (Figlie)
Rosa, il cui vero nome è Constance Rose (madre e nonna) è la prima figlia di Ricciotti e Costanza. Nasce in Australia, a South Jarra, il 29 aprile
1876. Rosa, temperamento sensibile dalle grandi doti artistiche, schiva ma distinta e conscia della primogenitura, intrattiene tutta la sua vita un contatto privilegiato con la madre anch'essa dalle doti artistiche indubbie. Rosa era solita eseguire piccoli ma graziosi quadri, specialmente di fiori, da offrire agli amici. La sua arte la porterà a seguire, non più giovane, corsi di disegno e pittura a Roma, mentre la sorella Italia si dedicava all'amministrazione delle risorse di casa. Rosa partecipa anch'essa ad una breve campagna militare, la seconda guerra di Grecia del 1912-13, nel corpo delle infermiere. Non ritiene che questa sia la sua vocazione o il suo dovere, contrariamente ad Italia, e si dedica in seguito interamente ai genitori. A Riofreddo Rosa riserva a se stessa una stanza per dipingere, orna la casa di motivi decorativi, ormai scomparsi, direttamente sulle pareti, e di un dipinto raffigurante la famiglia intera negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Rosa, in politica, segue le indicazioni di Costanza, e forse, contrariamente alla sorella Italia, desidera agevolare il fratello Ezio. Veglia anche sulla sorte dell'Ospedale creato da Costanza in un'epoca in cui vi era scarsa assistenza alle popolazioni bisognose a La Maddalena e a Riofreddo, sempre a profitto delle popolazioni locali. Le due sorelle assistono la madre fino alla morte, a Roma, il 9 novembre 1941, ed il Governo attribuisce loro un riconoscimento ed un aiuto per le solenni esequie: per legge del 12.5.1942 n.554 è concessa alle due figlie di Costanza un contributo straordinario di 35.000 Lire. Durante la guerra, Rosa continua ad assistere coloro che ne hanno necessità e, con la sorella Italia, dopo l'8 settembre, i soldati alleati in difficoltà nella zona. Dopo la morte della madre, Rosa ed Italia non si separano più. Il Governo concede loro di mantenere parte della pensione del padre, di cui usufruiva loro madre. Assieme tentano di fare rispettare il testamento di Costanza, che le faceva sole gestionarie della proprietà di Riofreddo, e continuano, come facevano prima della guerra, a curare la proprietà che assicura parte del loro reddito, nonché l'ambulatorio. Assistono il fratello Sante, tornato gravemente colpito nella salute dai campi di concentramento nazisti, ed il fratello Ricciotti nella malattia. Italia si prenderà cura di Rosa, ricoverata all'Ospedale San Giacomo di Roma solo negli ultimi tempi della sua vita. Vi muore il 4 aprile 1958.
Annita Italia Garibaldi, terza di Ricciotti e Costanza, è nata a Brighton, in Australia, il 20 luglio 1878. La sua nascita è trascritta a Roma solo nel 1912, quando chiede di entrare tra le fila della Croce Rossa nella guerra greco-turca del 1912. Nel 1880, la bimba torna in Italia con i genitori, la sorella maggiore Constance Rosa e con il fratellino Giuseppe (Peppino). La sua infanzia e l'adolescenza si svolgono a Roma. Segue attentamente le vicende della vita del padre al quale funge prestissimo da segretaria. Lei e la sorella Rosa vivono a Riofreddo gli anni difficili dell'esilio economico della famiglia lontano da Roma. L’aiuto del paese trasforma una arida proprietà in una piccola ma rigogliosa tenuta ricca d'alberi da frutta e animali da cortile, sede delle riunioni di famiglia e di un'infanzia che ricordano felice. Nella prima guerra mondiale, è infermiera della Croce Rossa sul Carso, poi rinnova l'impegno sul fronte apertosi in Francia dopo la fine della guerra italiana. Soggiorna presso il fratello Sante che intraprende un'attività lavorativa a Parigi, mentre svolge impegni negli Uffici Stampa per la delegazione italiana alla Conferenza della Pace di Parigi. ( è interprete d'inglese diplomata presso la Scuola Metodista di Roma). Segue la firma dei trattati di pace a Versailles e nel 1922 è a Washington per la Conferenza per la limitazione degli armamenti poi alla conferenza dell'Aia ed alla Conferenza di Genova. La sua opposizione al regime è netta in contrasto con parte della famiglia. Alla morte di Ricciotti, nel 1924, decide di viaggiare, quale conferenziera, anche per allontanarsi da Riofreddo e
dall’Italia dove il fratello Ezio è podestà. S'impegna nel tentativo di organizzare l'emigrazione italiana negli Stati Uniti ed in Canada. Nel suo nuovo giro di conferenze svolge una forte campagna contro Mussolini. Il suo ritorno é ostacolato per non permetterle di manifestare la sua opposizione al trasferimento da Nizza a Roma delle ceneri d'Anita, la nonna, nel 1932, operazione che conduce autonomamente il fratello Ezio. Da allora deve accontentarsi della attività nella comunità riofreddana, dedicandosi con al madre e le sorelle all'Ambulatorio, oltre che a quello di La Maddalena, alla vita sociale della cittadina (vi introduce il cinema) e alle cure della proprietà di cui segue soprattutto l'aspetto amministrativo. Ostile all'alleanza tra l'Italia e la Germania, intensifica dalla fine degli anni '30 la corrispondenza con il fratello Sante, esule in Francia, e si mette in contatto con gli ambienti repubblicani italiani che fanno capo ad Aldo Spallici. Segue con la morte della madre il contenzioso ereditario, che le vedeva sole curatrici. Alle sorelle è mancato l'appoggio di Sante, deceduto nel 1946 in seguito alla deportazione nei campi di concentramento nazisti, mentre i fratelli Peppino e Ricciotti consumano gli ultimi anni nell'oblio. Italia deve rinunciare alla gestione dell'Ospedale di Riofreddo nel 1959 e muore in solitudine nel 1962. La rinascita della
casa di Riofreddo, si vuole anche omaggio della città e della famiglia di Sante, presente tra le vecchie mura, ad Italia ed alla sorella Rosa :
esempio di dedizione al dovere verso la tradizione garibaldina, in una versione femminile di grande coerenza.
Dal libro di Anita Garibaldi figlia di Ezio e di Speranza (Hope).... Costanza, cresciuta nell'alta società inglese, ..... incontrando a Londra, a un ballo di palazzo, il "piccolo" di casa Garibaldi. Donna dalla tempra d'acciaio (metodista) e dall'inflessibilità vittoriana, mette al mondo 15 figli (nel totale forse conta anche quelli adottati dopo il terremoto di Messina ) e segue la lezione dell'amica Florence Nightingale aprendo ospedali e raccogliendo fondi per opere di carità. Sarà lei a raccogliere dalla viva voce dell'anziano suocero i fatti di famiglia che, trasmessi anni dopo alla nipote, sono qui fedelmente riportati. Ed. Il Saggiatore http://www.nicerendezvous.com/FR/H_garibaldi.php?fiche=1
Giuseppina (Josephine), è nata ultima a Riofreddo il 26 maggio 1895. Ventun anni la separano dalla sorella Rosa, e diciannove da Annita Italia. L'educazione, però é uguale, improntata ai valori della società vittoriana ai quali Costanza non ha mai concesso accomodamenti. Josephine intende invece vivere nel suo tempo. La vita di sacrificio e di dedizione ai genitori che è stata imposta alle sorelle maggiori, e da loro accettata, non le si addice. E' molto vicina al fratello Ezio, dal quale solo un anno la separa : la loro visione della vita è molto più concreta di quella dei fratelli mandati giovanissimi per il mondo, e tornati in Europa per affrontare le guerre. Del fidanzamento tra Josephine e Giuseppe, o Joseph, Ziluca già si parla nel 1919. Giuseppe Ziluca, appartenente ad un'importante famiglia romana, è vedovo e padre di un bambino, Luca, che Josephine cresce assieme ai due figli suoi, Paul e Antony. Sembra che l'opposizione di Ricciotti e Costanza al matrimonio di Josephine sia stata strenue (lo sposerà solo dopo la sua morte nel 1924), così come quella delle sorelle maggiori. Intanto, Joseph Ziluca ha gettato le basi di una solida posizione economica negli Stati Uniti, cosa che non è riuscita a Peppino ed ad Ezio che hanno tentato assieme di stabilirvisi nell'immediato dopoguerra. La vita è rude per tutti gli immigrati, in America. Josephine entra perfettamente nella mentalità americana, ne condivide i valori, ne raggiunge le soddisfazioni. Tutto il suo sforzo è di assecondare il marito nella carriera d'imprenditore, e di mettere i figli in condizione di compiere prestigiosi studi, che li inseriscono nella più
affermata società americana. Josephine torna, sembra, solo due o tre volte in Italia a salutare la madre. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, interviene sui fratelli perché Peppino, residente negli Stati Uniti da 16 anni, torni in Italia. Giuseppina, assieme al fratello Sante che vive e lavora in Francia, contribuisce materialmente al ritorno del fratello e della moglie, Maddalyn
Nichols. Nel secondo dopoguerra, le relazioni tra i membri superstiti della famiglia si allentano ancora. Josephine interviene tuttavia, per raccomandare alla giovane generazione dei Garibaldi d'Europa un modello di vita impresso ai valori del mondo nel quale lei si è felicemente realizzata. Sempre in dissenso con le sorelle maggiori, ha rinunciato alla sua parte della proprietà famigliare di Riofreddo a favore del fratello Ezio, al quale sopravvive di pochi anni.