Ettore  Marchand, Capitano degli Arditi

21 dicembre 1894 - 28 ottobre 1918                 1a parte .............

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Ettore Marchand era pronipote di Laurent Marchand ufficiale francese del genio (sceso in Italia con Napoleone e d'alloggio al Forte di Bardi (Pr) dal 1808 al 1810). Quando, per servizio, viene richiamato in patria, ha già preso in moglie Carolina Mazzoni figlia di Giovanni, farmacista del posto. Carolina alla morte del marito torna in Italia con i figli Victor (nato nel 1817) e Joseph. Romeo figlio di Victor (titolare del Servizio Postale) nasce a Bardi il 2/6/1862. Nei suoi viaggi fra l'Emilia e il Piemonte Romeo Marchand ha occasione d'incontrare a Torino Teodolinda Eugenia Genta (1866) di famiglia benestante e proprietaria di un’avviata distilleria di liquori che diviene sua moglie nel 1883. Prima di Ettore nascono Felicina, Vittorio e dopo (1896) Attilio. La separazione dei genitori all'inizio del '900 (una tragedia familiare la morte di tutti i suoi fratelli in pochi anni poi la chiusura della distilleria) e l'espatrio di Romeo verso il Sudamerica portò Ettore a tornare a Bardi dallo Zio Giacomo il quale, senza figli, cerca di compensare il ruolo paterno mentre la madre fa altre scelte. Il giovane quindi studia e vive la sua gioventù per lo più a Bardi. Dai documenti militari (cartacei) messi a disposizione dalla famiglia, anche se incompleti dal 1916 in poi per colpa degli uffici distrettuali addetti e fotografici, desumo che il 18 giugno 1914 non ancora ventenne chiede di transitare dalla 1a alla 2a categoria per essere incorporato subito in un reparto militare. Viene quindi autorizzato a "compiere l'istruzione per anticipazione...ai sensi della circ. 291/1914" e  dal 22 agosto, quando la guerra è già scoppiata fra Francia e Germania, lo troviamo in forza al 92° Regg. Fanteria Basilicata poi dal 1° febbraio 1915 al 53° Ft. Umbria, tutti reparti già inquadrati nel I Corpo d'Armata (CdA) di stanza in Piemonte. E' di corporatura esile, in rapporto all'altezza e, ad uno sguardo superficiale anche gracilino al limite del rivedibile. Lascio un attimo il documento ufficiale militare per spiegare alcune cose desunte dalla foto qui a destra. Se i documenti parlano di allievo sergente si desume, sempre da questi e dalla foto che poi è stato ammesso a frequentare i corsi allievi ufficiali (lo si capisce dal filetto dorato che segna le punte del colletto alto della giacca blu notte ante grigioverde). La foto anche se in seppia evidenzia che, nonostante l'adozione del Grigioverde, il blu notte della divisa dell'800 è ancora in distribuzione fino ad esaurimento e a volte indossata su pantaloni grigioverdi. La sovrascritta in bianco viene probabilmente dall'alterazione d'un inchiostro e se in basso porta i nomi dei compagni ritratti (a destra Ettore) e località e data (Vercelli 20/4/1915) in alto è evidenziata la scritta "Pax Vobis(cum)" "La pace sia con Voi" apposta probabilmente al momento dell'invio alla famiglia con inserito un occhio massonico in un triangolo. Il tenore della scritta con i venti di guerra che spiravano fa pensare che la foto sia stata scattata dai classici fotografi ritrattisti di caserma probabilmente in occasione della Pasqua che quell'anno cadeva il 4 aprile. Dal 31 dicembre 1915 Ettore Marchand è a tutti gli effetti "Aspirante Ufficiale"in zona di guerra in forza al 23° Regg. della Brigata Como (23°/24°) per il tirocinio e dal 1 febbraio 1916, nulla ostando nelle sue note personali,  ufficiale comandante di plotone nella Brigata stessa. La cerimonia di giuramento che va replicata passando dalla truppa agli ufficiali si tiene il 12 marzo 1916 nel fabbricato della "Dogana di frontiera di Monte Croce Comelico" (sede ora sicuramente di un comando militare).

 

Vercelli 20/4/1915 Ettore Marchand primo a destra nel 53° Regg. Fanteria col filetto d'aspirante Ufficiale

Dai documenti non è possibile ricavare altro se non le sue caratteristiche fisiche (altezza 1,70 etc..) e la sua attività all'atto della leva  -compositore tipografo -

Per la prima volta il suo nome appare nel Bollettino Ufficiale del Ministero della Guerra il 18 Novembre 1916 – Sezione Medaglie di Bronzo. Così riporta il Bollettino Ufficiale n. 1928 pag 1470 (vedi piantina).

Da queste scarne notizie parte il nostro racconto e la ricerca per dare al Cap. Ettore Marchand una collocazione storica comprensibile e il giusto valore per gli atti d'eroismo terminati con la sua morte sulla strada di Vittorio V. nell'ottobre del '18. Il Corpo dei Bersaglieri custodisce ad imperitura memoria di tutti i suoi componenti le gesta del 72° (LXXII) reparto d'assalto Fiamme Cremisi di cui Marchand fece parte. Le fonti su questi ultimi avvenimenti sono conosciute in rete ma meno nota è la vicenda della IV armata del Cadore che lo portò a fregiarsi del primo bronzo già nell'estate del '16 quando, sul fronte degli altipiani di Asiago e su tutto l'arco alpino, era in corso la risposta Italiana alla Strafexpedition. Ettore Marchand era un sottotenente di prima nomina inquadrato nel 23° reggimento fanteria della Brigata Como, nella 2a divisione del I° C.d.A. Completavano il I° C.d.A e le sue divisioni (1a-2a-10a) il gemello 24° sempre della Br. Como, la B. Umbria 53/54° fanteria, la B. Marche 55/56°, la B. Ancona 69/70° più la B. Basilicata 91/92° che con l'8° Rgt. Bersaglieri e truppe suppletive completava i quadri Divisionali.

 

“Durante l’attacco alle trincee nemiche, con slancio e sangue freddo portò il proprio plotone fin sotto il reticolato nemico: caduto ferito, continuava ad incitare i soldati a perseverare nell’attacco. Rufreddo, 16 giugno 1916.

http://www.cimeetrincee.it/brigate fanteria.doc

mostrine

da sx     Umbria-----------Como-----------Sassari

Il 1915, per la Brigata Como, s’era chiuso con un ultimo assalto prima della pausa invernale "consigliata" a queste altitudini (il fronte dolomitico andava da Cortina d'Ampezzo a M. Croce Comelico). A metà ottobre le condizioni atmosferiche, ancora favorevoli, consentivano alla 2a divisione di riprendere l'attacco delle pendici nord del Forame, dello Schonleiten schneit (Costabella) e del Rauchkofel per completare così là conquista del massiccio del Cristallo, che sovrasta e minaccia Cortina. Vi prende parte, insieme alla Br. Umbria, la Como (23/24°), che ha il compito particolare della conquista del Forame. Il 21 ottobre il 24° fanteria dalla Val Grande penetra nella Valle delle sorgenti del Rio Felizon, occupandone la testata; nella notte sul 23 perviene sino ai reticolati nemici del Forame, ma non riesce a superarli, perché il nemico, forte della prevalente superiorità che gli deriva dall'attestarsi a difesa può respingere gli attaccanti ed infliggere loro sensibili perdite (circa 170 uomini dei quali 7 ufficiali). Nuovi tentativi falliti per la mancata sorpresa il 26 e il 27 novembre 1915 dal I Btg. e II/24°, insieme al XLVIII /48° battaglione autonomo bersaglieri.

Notizie tratte dal diario di guerra della Brigata Como e da quello del 48° che segue

 

       Como     Sassari

Per la prima volta, nei giorni 26 e 27 novembre 1915 il 48° compie, unitamente a reparti della Como, un'importante operazione di guerra sulle pendici nord del M. Forame. Mentre due compagnie del II/24° da Ponte Rotto svolgeranno azione dimostrativa verso il castello di Saint Hubertus, le rimanenti truppe di val Grande, riunite in due gruppi tattici (il 1° composto dal 48° bersaglieri e da riparti del 24° fanteria Como, il 2° dal I/24° alpini e genio), avanzeranno di sorpresa contro i trinceramenti nemici, ubicati tra il Riofreddo e le pendici nord-ovest del M. Forame. Le provenienze dalla sinistra verso la Croda dell' Ancona saranno garantite da riparti del 24°. All'alba del 26 le nostre Truppe partite dalle rispettive posizioni di radunata, avanzano cautamente. La marcia è lenta e faticosissima a causa del terreno rotto ed impervio ricoperto di ghiaccio e ad un tratto la progettata sorpresa viene a mancare, per l'incontro fortuito di un nostro riparto con pattuglie nemiche.  Entrate in azione le mitragliatrici avversarie e la nostra artiglieria, il comando della Como ordina di procedere risolutamente all'attacco. Il 48° lo inizia, trovati i reticolati ancora intatti per la mancata esplosione di alcuni tubi di gelatina; ne tenta il passaggio, mediante passerelle. Sugli arditissimi scalatori si sferra tranquillo e preciso il fuoco delle mitragliatrici nemiche ben sistemate nella vicina boscaglia; cadono colpiti ufficiali e gregari, le squadre si susseguono alle squadre, ma ogni sforzo è vano perché la barriera di ferro spinato contrasta inesorabilmente l'accesso alle trincee austriache. Per ore ed ore i nostri ripetono gli Inutili tentativi, mentre il freddo intensissimo (-24°) aggiunge sofferenze a sofferenze, superando ogni umana resistenza. A sera le compagnie avanzate si raccolgono alquanto più indietro.  Il giorno successivo, 27 novembre, dopo breve preparazione d'artiglieria, si ripete l'attacco, subito sospeso per le condizioni fisiche degli uomini, fra i quali i casi di congelamento si moltiplicano. L'esodo diviene impressionante e l'accampamento di val Grande si converte in vasto ospedale. A notte i resti del 48°,  protetti da pochi bersaglieri ancora immuni da assideramento, ripiegano ed il giorno successivo sono di nuovo a Tre Croci. Il 28 novembre, il battaglione si trasferisce ad Auronzo ove riceve i necessari complementi.

ANNO 1916.  

 

La brigata Como dal 13 febbraio si trasferisce in Val Ansiei (strada d’Auronzo) e il 29 marzo in Val Padola (passo di M. Croce Comelico) sempre con la 2a divisione, sostituita. in Val Boite dalla 1a distaccata ed ora rientrata (metà dicembre '15) dal IX CdA che ha condotto a termine una inutile offensiva sul Col di Lana - M. Sief. (ma La cima del Col di Lana intanto veniva minata e fu presa nella notte dal 17 al 18 aprile 1916). Si lavora al rafforzamento delle posizioni, degli alloggiamenti e si attuano colpi di mano ed esplorazioni in vista della bella stagione. Le prime azioni degne di particolare menzione sono quelle di  marzo poi di giugno 1916 (dal 7 al 22) del 23° fanteria. Sul massiccio del Cristallo il 29, 30 e 31 marzo la 17a compagnia del 23° (il 23° era mobilitato sui battaglioni I (cp. 1-4), IV (cp.13-16) e V (cp. 17-20) partita dalla Val Fonda, dopo un'epica scalata lungo la  cresta del Rauchkofel (Carbonin?) attacca le fortificazioni nemiche e con aspra lotta se ne impadronisce, catturando circa 30 uomini. Alla metà di giugno il I CdA ha invece il compito di tenere impegnato il nemico per impedirgli di trasportare forze nel Trentino, dove è in preparazione una nostra offensiva. Agisce la 1a divisione alla quale, provvisoriamente, viene assegnato il 23° fanteria, con, un'offensiva diretta alla conquista, della linea. M.Cadini,….., Son Pauses,  Rufreddo, Croda de R’Ancona.

Motto del 23° reggimento:"Forte nella prospera, mirabile nell'avversa fortuna"

Il IV/23° nei giorni dal 12 al 16 giugno, attacca e quantunque il fuoco di numerose mitragliatrici avversarie a fronte e fianco ne ostacoli l'avanzata, già nella prima giornata riesce con le cp 15 e 16a a penetrare nei trinceramenti nemici. Dopo essersi rafforzato sulle posizioni raggiunte, il giorno 16, riprende l'attacco ma, dopo pochi progressi, è costretto a retrocedere con perdite sensibili (380 uomini, dei quali 14 ufficiali). L'azione su Rufreddo viene continuata nei giorni successivi (vedi bollettini di guerra austriaci a destra),dal 17 al 22, dal I/23°, rinforzato da una compagnia alpini mista (30-67-69a) e dall'11a compagnia de1 49° fanteria, col mandato di aggirare da sud a q. 2056 le difese che sbarrano la bassa Val Gotres. L'attacco però, benché condotto con perizia ed energia, non raggiunge lo scopo, non tanto per le difficoltà del terreno e per la reazione avversaria, quanto per le potenti difese passive, contro le quali non sono stati sufficienti i nostri mezzi di  distruzione. Anche questo attacco è assai cruento perché costa, alle due compagnie impegnate (2 e 4a del I  battaglione), la perdita dì 120 uomini, dei quali 3 ufficiali. 

Il 10 giugno 1916 una parte del 23° (presumibilmente il I-V) passa a far parte del "Nucleo Ferrari" che dalle valli Cismon Vanoi attraverso le alpi di Fassa, deve puntare in val d'Avisio (Val di Fiemme-Val di Cembra) a diversi kilometri verso Ovest. Il 26 e 27 Giugno poi il 7 agosto 1916, la  1a e la 19a compagnia del 23° muovendo da q. 2167 (Col di Valmaggiore-Lagorai), con rapido attacco, ed aspra lotta, s'impossessa della q, 2212 della Fossernica (sud di Cima di Cece) sloggiandone i difensori.

 

Bollettini di guerra austriaci 1916
8 giugno - Sul fronte delle Dolomiti un attacco di diversi battaglioni nemici contro la Croda de l'Ancona venne respinto
17 giugno - Il continuato sforzo italiano contro le nostre posizioni dolomitiche rimase del tutto infruttuoso. Ieri vennero sventati attacchi contro il Rufreddo e la Croda de l'Ancona
19 giugno - Sul fronte dolomitico un attacco notturno nemico contro il Rufreddo non ebbe esito
21 giugno - Sul fronte delle Dolomiti le nostre truppe respinsero con perdite un attacco nemico contro il Rufreddo
23 giugno - Sul fronte delle Dolomiti fallì un recente attacco degli italiani contro la Croda de l'Ancona
25 giugno - Nelle Dolomiti un attacco italiano presso il Rufreddo si arrestò di fronte al nostro fuoco difensivo
v. Hoefer, Feldmarschalleutnant
 

 
Il 1° febbraio 1917 il 23° rientra alla Brigata Como schierata alla Croda Rossa (del Comelico o di Sesto o Cima Dieci mai presa). Molti nomi di cime si ripetono anche a "breve" distanza. Oltre fino a Monte Croce Comelico il 24° reggimento e in Val Sesia il Vbtg/23°.

Da altra fonte abbiamo sula stessa linea d’attacco alcuni reparti alpini  Dal 7 al 22 giugno 1916  la 1a divisione effettuò un'offensiva contro il fronte da Son Pauses (sotto la Croda de R’Ancona) a Carbonin per la valle del Rufreddo, alla quale parteciparono anche i battaglioni alpini Pieve di Cadore (maggiore G. Freyrie) e Val Piave (maggiore A.Gregori) che partirono dalle basi di stazionamento ….continua alla sezione piantine  Cortina

Da questo momento in poi possiamo solo presumere il suo percorso militare, poiché in seguito alla morte nessuno ha ritenuto doveroso, necessario ed utile aggiornare il suo stato di servizio nel dopoguerra. Ettore Marchand passa la convalescenza a Torino, al'Ospedale San Giovanni, ma è in breve di nuovo al fronte. La sua presenza nella Brigata Sassari (vedi foto nella 2a parte) la facciamo partire per convenzione dalla primavera del 1917, quando viene promosso al grado superiore (per le promozioni a  volte si stava anche sotto i 12 mesi), per le ragioni che seguono. La Br. Sassari aveva svolto nel periodo della Strafexpedition (maggio-luglio 1916) una difesa disperata dell'altopiano d'Asiago che l'aveva condotta per la 2a volta, dopo i fatti del Carso (i Rote Teufel - i diavoli rossi come li chiamavano gli austriaci per il colore della mostrina) alla massima ricompensa, l'Oro. La Brigata Sassari è la più decorata d'Italia; due medaglie d'oro per ciascuno dei suoi reggimenti (151/152°). La falcidia degli ufficiali, prima tutti di provenienza isolana, ha reso necessario integrare i ranghi con pari comandanti dalle caratteristiche non inferiori ai caduti e Ettore Marchand con  le sue spericolate azioni al limite del suicidio sembra l'uomo adatto. Per i soldati persi si procede al distacco dei sardi da altre unità, potendo. Nelle azioni del 1915 la Sassari ha avuto perdite (fra morti feriti e dispersi) per 148 ufficiali e 4.210 uomini di truppa, nel 1916 191 ufficiali e 3782 uomini di truppa (ma molti feriti ritorneranno al fronte). Alla fine di maggio 1916, la mia brigata [Sassari] stava ancora sul Carso. Sin dall’inizio della guerra, essa aveva combattuto solo su quel fronte. Per noi, era ormai diventato insopportabile. Ogni palmo di terra ci ricordava un combattimento o la tomba di un compagno caduto. Non avevamo fatto altro che conquistare trincee, trincee e trincee. […] Ma la situazione era sempre la stessa. Presa una trincea, bisognava conquistarne un’altra. Trieste era sempre là, di fronte al golfo, alla stessa distanza, stanca. (E. Lussu, Un anno sull’Altipiano). Marchand ha 22 anni, e un anno di guerra sulle spalle ma la sua sfida con la morte è appena iniziata e la sua esile figura, tra uomini ormai rotti alla fatica e al pericolo, gli crea l'aurea del predestinato accentuata da quel distacco fisico in cui gli si legge in fronte solo la morte.   

 

gennaio 1916

Ettore Marchand aspirante presso la Br. Como - Gennaio 1916. Le mostrine non sono visibili perché indossa il maglione girocollo, poi adottato con la giacca aperta dai Bersaglieri e dagli Arditi

Dal 19 gennaio 1917 i reggimenti della Sassari si alternano in trincea a Gallio (settore del Monte Catz) (q. 1673) e a riposo a Ronchi o Valpiana. Il 30 aprile il 5° bersaglieri subentra con altri reparti nelle trincee della Sassari. Il 1° giugno al termine del turno di riposo viene deciso l'inserimento della Sassari nell'attacco al Monte Zebio. L'azione parte il 10 ma porta a un nulla di fatto sempre però con pesanti perdite. Nuovo turnover col 5° Bersaglieri e la Piacenza poi di nuovo in linea e a riposo in Luglio. Il 14 e 15 agosto la brigata si riunisce ad Azzida e vi resta sino al 25 agosto allorché si trasferisce a Breg di Canale d'Isonzo sul Carso.   

BOLLETTINO DI GUERRA N. 845 (16 settembre 1917, ore 13)
Ieri sull'altopiano di Bainsizza, la valorosa brigata Sassari (151-152°) con magnifico impeto guadagnò terreno verso l'orlo sud orientale e catturò 17 ufficiali, oltre 400 uomini di truppa ed alcune mitragliatrici.

   

LXXII (72°) REPARTO D'ASSALTO

Dal Diario della Brigata

Dal 26 agosto al 24 settembre 1917 Altipiano della Bainsizza -q. 862- q. 878-q. 895-XXIV CdA
Dal 25 settembre al 2 ottobre Canale
d'Isonzo.
Dal 3 al 10 ottobre Altipiano della Bainsizza - q. 862 - q. 895
Dall' 11 al 26 ottobre  Buttrio -Manzano
Dal 27 ottobre all'8 novembre ripiegamento in forza della rotta di Caporetto: Buttrio -Fiume Tagliamento - Fiume Monticano - Fiume Piave
Dal  9 novembre al  22  dicembre  accasermamento  zona Fonta - Abano - Bagni - Conconelle.  Il 27 ottobre durante il ripiegamento della III armata, la brigata occupa dapprima le colline a
N.E. di Buttrio, dal fiume Torre sino al Natisone, poi mentre si dirige su Casarsa la sua testa è attaccata da pattuglie nemiche a Codroipo. Passato il Tagliamento sul ponte di Madrisio, si riunisce a Morsano: il 6 novembre giunge a S. Vendemiano (Tv), prendendo posizione sul costone di Formeniga. Prosegue poi la marcia nei giorni successivi e raggiunge la sua destinazione di riordino nella zona di Abano il 14 . Durante il ripiegamento la Brigata ha perduto 1000 uomini e molta dotazione.
Dal 23 al 31 dicembre (in trasferimento sull'Altipiano di Asiago ad offensiva in corso).
Dal 10 al 7 gennaio 1918 C. Lobba - Busa del Termine.
Dall'8 al 25 gennaio Fontanelle-Comarolo.
Dal 26 gennaio al 2 febbraio Col del Rosso - Col d'Echele.

 

Nella prima metà di giugno 1918, la 2a compagnia del XXVI reparto d'assalto, fu distaccata per formare, insieme a complementi del 5° bersaglieri e altri fanti, il LXXII arditi. Nella fase più difficile dell'offensiva finale, l'attraversamento del Piave in direzione di Nervesa, il reparto lasciò "sull'isola dei morti" molti dei suoi uomini. Motivazione dell'Argento al Valor Militare (R.D. 5/6/1920) "Passò a viva forza il Piave nella zona più aspra e maggiormente difesa, conquistando a prezzo di gravi sacrifici di sangue importanti posizioni sull'altra riva del fiume. Con impetuoso valore partecipò poscia all'inseguimento del nemico dando valido contributo alla Vittoria."  Falzè di Piave, Pieve di Soligo, Solighetto, Ponte delle Alpi, 24 ottobre - 3 novembre 1918

   
Sull’Altopiano di Asiago la sensazione del tracollo non era mai svanita dopo la Strafexpedition (maggio-giugno del '16). Il dopo Caporetto poteva solo portare ulteriori disgrazie.  L’interruzione dell’offensiva sull’altopiano decisa da Carlo I d’Asburgo il 22 novembre era durata meno di due settimane. Il 4 dicembre il feldmaresciallo Conrad rinnovò l’attacco con 44 Btg. sostenuti da 500 pezzi di artiglieria; da parte italiana si ribatteva con 36 Btg e 160 pezzi di artiglieria !!!. Cedono in rapida successione i presidi delle Melette, del Tonderecar, del Badenecche, dello Spil e alla fine anche Castelgomberto. Bisogna impedire la discesa delle truppe austriache in Valstagna (fondovalle Brenta) alle spalle del Col Moschin e del sistema fortificato del Grappa (Asolone) cerniera per la difesa del Piave. Il gen. Andrea Graziani (Bersagliere) organizza un estemporaneo quanto efficace corpo d’armata con i resti di reparti alpini e bersaglieri. Quando il 18 dicembre sul Grappa cede il caposaldo di monte Asolone i comandi austriaci decidono di riprendere l'iniziativa sull'altopiano.

   
LA BATTAGLIA DI CONTENIMENTO - Natale 1917 

Quando la Sassari arriva sull'altopiano la battaglia è già al suo culmine. Gli imperiali dopo un furioso bombardamento a gas hanno sfondato (sera 22) la linea minacciando da vicino le cime Valbella, Col del Rosso con il retrostante Melago e il Col d'Echele. Il complesso montuoso citato rappresenta l'ultimo contrafforte collinare prima della Val Brenta e della pianura di Bassano. La linea italiana ora va da cima Valbella (esclusa) difesa dalla Brigata Verona 85/ 86º e dalla brigata Livorno 33/34º (2a divisione) a Costalunga. La 2a divisione era reduce dall’Isonzo come la Sassari ed ebbe grosse difficoltà d’ambientamento (non i Sassarini che conoscevano già la zona). Alle 8 del 23 dicembre arriva il tiro di preparazione ed alle 9.30 l'attacco che sfonda nel punto di congiunzione tra il 33º e l'86º fanteria sopra le Portecche. Gli austriaci occupano definitivamente Col del Rosso, proseguendo verso il Melago e attaccando alle spalle la Verona. Resistono a Nord est Zaibena e Stoccareddo con l’unica via di fuga che passa da Sasso sotto il Col del Rosso. Cede all'una il ridottino Valbella dove un battaglione del 33° Livorno risulta quasi interamente disperso. A sera anche la Verona cade quasi tutta prigioniera. Di notte il XVIº reparto arditi con il 78° Toscana tenta invano di riprendere Col del Rosso.  

 

Il 28 gennaio 1918 reparti di Arditi e Sassarini attaccarono il Col del Rosso che, dopo alterne vicissitudini, fu definitivamente occupato dagli italiani il 30 gennaio 1918. In questa come in altre azioni si era introdotto il criterio dello stage o "breefing" preparatorio in cui più voci esprimevano non tanto i dubbi quanto le capacità a disposizione e il modo migliore di utilizzarle, in pratica una analisi e una seria preparazione dell’offensiva, oltre ad altre questioni di interesse logistico e strategico. L’accuratezza del piano è dimostrata anche dal fatto che per l’azione furono scelte due brigate di fanteria fra le più affidabili dell’Esercito italiano: la tenacissima brigata Liguria, veterana del Pasubio e dello Zovetto, e la Sassari.....

... segue alla 2a parte

Ascolta l'inno della Sassari http://www.assonazbrigatasassari.it/inno.htm

http://www.cimeetrincee.it/sassari.pdf

25 dicembre 1917
Vanno in linea di nuovo quelli del 5º bersaglieri assieme ai primi reparti del 151° Sassari. Gli austriaci sfondano la linea a case Caporai - Col d'Echele (Toscana 77/78° e 9° Regina). Inizia il ripiegamento italiano ai due lati della Val Chiama. Di notte si combatte ancora su l'Echele, aggirato, e sul Col del Rosso: invano. Perdite gravissime: Livorno 33º e brigata Verona ebbero fra morti e feriti oltre 3.000 uomini e molti dispersi-prigionieri. Il 9º Regina registrò 500 uomini tra morti e feriti accertati. Il I° e II/78° Toscana, 1100, il 34º Livorno circa 500, 300 i due battaglioni bersaglieri (congelati 120). Distrutte tre compagnie mitraglieri (532, 546 e 298a). Gli arditi del XXIV reparto d’assalto persero 188 uomini. La situazione italiana apparve molto critica tanto che il Comando Truppe Altopiano (CTA) venne affidato al gen. Gaetano Zoppi. Si resiste ovunque: ormai l'ordine è morire sul posto. Un attacco francese d'alleggerimento sul Grappa recupera la linea Tomba - Monfenera, migliorando la situazione sulla riva destra del Piave. Sull’altopiano a Canove gli austriaci hanno però parzialmente ceduto, cominciano a sentire la stanchezza, fa freddo davvero, è ora di smettere e scavare delle tane sottoterra. Era anche ora di ripensare alla tattica dell’offensiva, ripensarla in maniera diversa da quanto s’era fatto finora degli assalti allo sbaraglio.    
 
     
LE ULTIME PERDITE DELLA "SASSARI" NEL GRANDE CONFLITTO

Monte Zebio (giugno-luglio 1917), 8 morti, 31 feriti e 7 dispersi tra gli ufficiali, 99 morti, 832 feriti e 127 dispersi tra i soldati. Nella “battaglia dei Tre Monti”, a Col del Rosso, Val Bella e Col d’Echele (28-31 gennaio 1918), 12 morti e 43 feriti tra gli ufficiali, 147 morti, 690 feriti e 64 dispersi tra i soldati. Al Piave Losson, Fossalta, Capodargine (giugno-luglio 1918), 11 ufficiali morti, 31 feriti e 10 dispersi; 88 soldati morti, 512 feriti e 1478 dispersi.
MEDAGLIE D’ORO
Aprosio Giovanni (Col del Rosso, 28/1/1918). Tenente Colonnello (151° reggimento della brigata "Sassari" )
Berardi Gabriele (Carso, 10- 14 novembre e 15 dicembre 1915.). Mg. Generale comando della brigata "Sassari"
Pintus Giuseppe (M: Zebio, 10/6/1017). Caporal maggiore (151° reggimento brigata "Sassari" 10a compagnia )
Podda Ferdinando (M: Zebio, 10/6/1917). Serg. Maggiore (Comandante plotone zappatori 151° "Sassari")
Niccolai Eugenio (Col del Rosso, 28 - 31 gennaio 1918) Capitano Sassari, Comandante della 6a compagnia )
Raimondo Scintu (Altipiano della Bainsizza, 16 settembre 1917). Aiutante di battaglione nel 151° Sassari )
L’altra Medaglia oro degli alpini a col d’Echele era il giovanissimo Roberto Sarfatti classe 1900, figlio di Margherita Cassini Sarfatti , (biografa di Mussolini), che compiuti i 17 anni, riuscì finalmente ad arruolarsi nel 6° alpini rifiutando la proposta d'essere ammesso ad un corso allievi ufficiali. Dopo ripetute domande, il 21 novembre 1917 ottenne di raggiungere in trincea il battaglione “Monte Baldo” di nuova formazione e combatté cogli arditi ottenendo un encomio e meritandosi i galloni di caporale. Dopo breve licenza, tornò il 27 gennaio 1918 alla sua 92ª compagnia e il giorno dopo incontrò la morte a Case Ruggi

Il corrispondente di guerra dell’Handesblad di Amsterdam definisce il sardo " un Soldato scelto … che va alla battaglia cantando” ed aggiunge: « I Sardi vivono in trincea come nella propria Isola con le melanconiche cantilene e le vecchie melodie ". Un amore inseparabile fra la poesia ed il canto. Nelle Barbagie si usa infatti cantare "Sa Battorina" (la Quartina) che viene cantata "a tenòre", dove un cantante intona delle strofe, mentre gli altri, di solito tre, fanno eco con suoni gutturali (Bimbarambò!). Il pastore sardo è abituato alla lunga solitudine, che mitiga cantando nenie antiche, forse reminiscenze orientali. Del suo carattere invece si diceva "Còru de liòni e stògumu de fromìga!" (Cuore di leone e stomaco di formica) riservato al coraggio e alla frugalità. Sull’uso di strumenti da taglio, coltelli, di cui si continua a favoleggiare si diceva anche : "Punghìe, Punghìe, cà inòghe non b'ha giùges!" (Pungete!, Pungete! che qui non ci sono giudici!) ma la realtà al contrario era molto semplice. Guspinesa ,  è il coltello utilizzato nei loro assalti cosiddettta perché tipica di Guspini. Nella forma caratteristica era però senza punta, sulla scorta di una legge regia, varata nel 1908, che disciplinava la lunghezza delle lame permesse ad uso personale. Mentre per le lame a punta era proibito oltrepassare la lunghezza di 4 cm, per quelle senza punta era consentito raggiungere 10. I Guspinesi consideravano questo tipo di coltello ugualmente funzionale, anche perché, in prevalenza, erano minatori e serviva loro soprattutto per mangiare». Cfr. Un’isola un continente. Artigianato sardo, in www.sardiniapoint.it

 

 151°-152° REGG. FANTERIA BR. " SASSARI "
Espressione purissima delle forti virtù dell’intrepida gente di Sardegna, diede il più largo tributo di eroismo alla gloria dell’Esercito e alla causa della Patria, dovunque vi furono sacrifici da compiere e sangue da versare. Nei giorni della sventura, infiammato di fede e di amore, riconquistava con meraviglioso slancio le munitissime posizioni nemiche di Col del Rosso e di Col d’Echele (28 - 31 gennaio 1918). All’imbaldanzito invasore oppose sul Piave l’audacia della sua indomabile volontà di vittoria, la fierezza sublime e la granitica tenacia della sua antica stirpe (16 - 24 giugno 1918). Nella battaglia della riscossa non conobbe limiti di ardimento nell’inseguire il nemico. 26 ottobre - 4 novembre 1918 data conferimento: 15-6-1920

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