Il Sionismo

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Le difficoltà opposte all’integrazione sociale degli Ebrei in Europa e in America dal segregazionismo prima religioso, poi economico, sociale ed infine addirittura etnico sollecitarono un’attenzione degli individui e delle Comunità verso il recupero dell’identità territoriale israelitica in Palestina.

 

“Dopo il fallito tentativo del Duca di Nasso, che a metà del XVI secolo aveva tentato di creare una colonia ebraica vicino Tiberiade, niente di concreto fu fatto per molte generazioni ... A metà del XIX secolo in Palestina c’erano alcune decine di migliaia di Ebrei, che vivevano principalmente di chalukà (elemosina) inviata dai correligionari d’Europa, trattati con disprezzo, qualche volta anche con crudeltà, dagli arabi ... L’età vittoriana assistette ad una certa razionalizzazione dell’antica concezione messianica. Il fiorire dell’idea nazionale in tutta l’Europa modificava le concezioni dei teorici ebrei ... Filantropi ebrei e non-ebrei, come l’inglese Sir Moses Montefiore, l’americano Judah Touro (1775-1854) ed un cristiano entusiasta, Laurence Oliphant (1829-1888) elaborarono dei piani per attirare la popolazione ebraica povera di Gerusalemme e delle altre città verso il lavoro produttivo della terra. L’Alliance Israèlite Universelle aprì una scuola agricola vicino a Giaffa. Alcuni rabbini ortodossi cominciavano ad insegnare che la liberazione messianica non sarebbe stata il preludio, ma la conseguenza di una rinascita della Palestina ebraica. La nuova concezione trovò il suo primo profeta in un pensatore tedesco, Mosè Hess (1812-1875), il quale ... dimostrò che l’emancipazione fine a sé stessa era un ideale negativo ... affermava che la ricostituzione di una nazionalità politica in Palestina era la sola soluzione di un innegabile problema ... fu considerato un visionario privo di senso pratico ed il suo appello non ebbe eco”[1]

 

In corrispondenza delle persecuzioni della fine del XIX secolo, questa “rimembranza storica” diventò sempre più forte.

 

“... furono fondate, principalmente nell’Europa orientale, diverse società, che presero il nome di Chovevè Zion (amanti di Sion[2]) ... il flusso migratorio aveva cominciato a scorrere fuori della Russia. Una debole corrente si diresse verso la Palestina ... furono così fondate alcune colonie agricole nella pianura costiera della Giudea, sotto gli auspici dei Chovevè Zion[3]

 

Con Teodoro Herzl, il Sionismo diventò strategia politica transnazionale, volta ad assicurare agli Ebrei della Diaspora un territorio “rifugio”, una casa alla quale tornare volontariamente e riconosciuta a livello internazionale.

Herzl, avvocato e letterato israelita (Budapest 1860 – Austria 1904), corrispondente austriaco a Parigi, spinto dalla farsa dell’Affare Dreyfus, si dedicò interamente alla risoluzione del problema degli Ebrei in Europa, cominciando con il pubblicare “Lo Stato Ebraico”.

Toccò al primo Congresso sionista (Basilea, 1897) esprimere definitivamente la volontà di un rientro degli Ebrei in territorio palestinese “... garantito dal diritto pubblico”[4].

Dopo la morte precoce di T. Herzl nel 1904, il movimento sionista si divise in due fazioni, una mirante ad ottenere un territorio ovunque fosse (il JTO, cioè l’Organizzazione ebraica per il Territorio), l’altra fedele all’obiettivo della Palestina.

Grazie all’influenza dei suoi membri, il Sionismo cominciò a conquistare alla sua causa il favore dei più potenti governi occidentali.

 

Primi atti del Sionismo:

 

Ø      1901 - istituzione della Banca Coloniale ebraica (Jewish Colonial Trust), società anonima destinata alla raccolta di fondi e del Fondo Nazionale ebraico (Jewish National Fund), avente per scopo il riscatto di terra in Palestina;

Ø      1903 – istituzione della Banca Anglo-ebraica per il finanziamento della Comunità ebraica in Palestina (Yishuv);

Ø      1909 – istituzione dell’Organizzazione per la Sicurezza dei coloni ebraici (Hashomer).

 

La I G.M. dette al Sionismo l’opportunità di inserirsi con favore nei programmi coloniali degli Inglesi, con servizi di spionaggio e l’aiuto diretto all’invasione inglese della Palestina da parte dei coloni ebrei.

Il 2 Novembre del 1917, poco prima della conclusione della guerra contro i Turchi, il Ministro Balfour si espose con una dichiarazione favorevole alle istanze sioniste a nome del Governo inglese e della Corona (vedi Figura 2).

Verso la fine della I G.M. il problema degli Ebrei sembrava dunque avviato alla soluzione positiva auspicata da T. Herzl.

 

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Figura 2 - Testo originale della Dichiarazione Balfour


 



[1] “Storia del popolo ebraico”, C. Roth, Silva Editore, Milano, 1962, pagina 617.

[2] “Sion” indica genericamente Gerusalemme ma è anche il nome del monte sul quale fu costruito il Tempio di Salomone. Il termine fu usato in connessione con il problema ebraico per la prima volta dall’Ebreo russo Boleslao Prus, nel 1880.

[3] “Storia del popolo ebraico”, C. Roth, Silva Editore, Milano, 1962, pagina 618.

[4] “Storia del popolo ebraico”, C. Roth, Silva Editore, Milano, 1962, pagina 619.

 

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