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Ripercorrere la storia dei terminali da carp fishing è un po’ ripercorrere lo sviluppo della nostra disciplina di pesca.

La metodologia di innesco è, infatti, imprescindibile dalla nostra tecnica e, quindi, sviluppo dell’hair rig significa, in ultima analisi, storia del carp fishing.

Cercheremo di ripercorrere le tappe fondamentali, senza dilungarci troppo per non appesantire la trattazione, perché crediamo che per completezza ciò debba essere fatto.

Siamo convinti che tutti sappiano, più o meno, quali sono state le motivazioni che hanno spinto i precursori di questa disciplina a ricercare una nuova tipologia di innesco alternativa a pastelle ed ancorette di vario genere e pertanto non ci soffermeremo su questo.

Correva l’anno 1978 quando L. Middleton e K. Maddocks attraverso alcune prove sperimentali riuscirono a capire che le grosse carpe avevano sviluppato una sorta di “rifiuto” nei confronti dei classici inneschi per la pesca ai ciprinidi e soprattutto che il numero di carpe perse andava sempre aumentando.

Erano anni di grande entusiasmo e attraverso la costruzione di un enorme acquario stava per nascere la moderna evoluzione dei terminali per la pesca alla carpa.

L’osservazione della metodologia con cui i ciprinidi si alimentavano fu la base su cui lavorare per sviluppare idee e concetti innovativi che stavano per rivoluzionare la metodica di pesca in maniera radicale.

Le prime prove di esca con amo libero di muoversi e staccata da quest’ultimo furono di L. Middleton e subito fu un successo insperato, le carpe si alimentavano senza freni inibitori e venivano ferrate con percentuali molto maggiori rispetto alla tecniche classiche.

Moltissime ore di verifiche ed approssimazioni successive portarono ad un primo “prototipo” di hair rig costituito da un amo sulla curvatura del quale veniva legato un “capello” di lunghezza variabile…era l’alba del carp fishing.

Ecco come si presenta un "hair rig basico"

I mesi e gli anni seguenti furono di grandi scoperte e sperimentazioni successive, nacquero alcune idee che ancora oggi rimangono alla base dei moderni terminali e nacque, ad opera di J. Gibbinson, l’ormai famosissimo “line aligner” (per la sua realizzazione vedi, ad esempio, la costruzione del terminale a 360°)

Un particolare della realizzazione del "line-aligner" inventato da J. Gibbinson

Da questo momento in poi anni ed anni di sperimentazioni, prove ed approssimazioni successive portarono a terminali sempre più complessi e ad idee alcune volte geniali, alcune invece presto abbandonate.

I materiali si sono via via sempre più specializzati, ma quello che più importa è che le caratteristiche fondamentali nate dalla mente "geniale" di Middleton, Maddoks, Gibbinson ed altri sono sempre rimaste inalterate: amo libero di muoversi e “scoperto” e concetto di assoluta mobilità del terminale per garantire la migliore allamata possibile.

Ripercorrere questi passi adesso può sembrare quasi scontato e per nulla innovativo, ma queste idee geniali in quegli anni furono una sorta di rivoluzione copernicana e il fatto che a tutt’oggi quei concetti rimangano di validità assoluta dovrebbe far capire anche ai più scettici che probabilmente queste metodiche sono state il più importante e rivoluzionario “sconvolgimento” nella pesca moderna!

 

   Breve storia del carp fishing in Italia  

Il primo articolo di Carp Fishing apparso in Italia risale al lontano 1987 e porta la firma di Andy Little.

Gli italiani che per primi scrissero circa questo argomento (nel 1991 sulla rivista “Pesca In”) furono Giorgio Balboni e Massimo Mantovani, seguiti a ruota  Paul Guggi e Lamperti.

Nel 1992 sulla rivista “Pescare” appare il primo articolo  di Roberto Ripamonti, sempre nel 1992 Roberto Ripamonti “firma” il primo video dedicato alla pesca alla carpa con la tecnica del carp fishing.

Ancora Ripamonti, a Grosseto, nel 1993 assieme a Ezio Steri, Ivano Franci e Roberto Bellugi fondano Carp Fishing Italia. La presidenza di C.F.I. è affidata dapprima ad Ezio Steri, poi passa a Roberto Ripamonti ed ancora a Claudio Ridolfi; nell’estate 2000 dopo un periodo tormentato, viene eletto l’attuale presidente e “nonno” del carp fishing italiano, Giancarlo Benuzzi.

Nel 1994 viene pubblicato, sempre ad opera di Roberto Ripamonti, il manuale “Carpfishing, tecniche di pesca la carpa”, seguito poi, in periodi più recenti, da “Boilies e Mix” e “Carp fishing avanzato”.

In Italia la prima dimostrazione di questa nuova tecnica di pesca alla carpa si è svolta nel 1992 in una cava del mantovano; i relatori furono Paul Guggi e Massimo Mantovani, il quale, nel 1993, presenta il suo primo video.

Il primo enduro (gara non competitiva) di Carp Fishing fu organizzato nel 1993 da Luca Foroni  alla cava conosciuta come “Il Botteghino” nei pressi di Soave di Mantova; per puro spirito informativo a quella “gara” si piazzò al primo posto la coppia Guggi-Greco seguita da Bertani-Foroni e Ripamonti-Di Maio.

A tutt’oggi esistono in Italia tre riviste specializzate del settore: “Pescare Carpfishing” (Editoriale Olimpia), “Tutto carpa” (Edizioni EDAI) e “Carpa x tutti” (Umberto Di Francesco Editore).

Carp Fishing Italia, al momento attuale, conta circa 1800 iscritti, mentre (da una stima molto approssimativa per difetto) coloro che praticano il Carp Fishing nel nostro Paese sono oltre 12000.

 

 

 

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    "12 Settembre 2006" Aggiunta sotto la categoria Tecnica nuova sezione dedicata ai terminali.

  "8 Settembre 2006" Dopo vari mesi di inattività finalmente il sito si rinnova con un look speciale.

 

 

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