Vincoli

 

Nota : Questa storia si svolge durante la terza stagione di Buffy the Vampire Slayer, più precisamente tra la sesta puntata “I DOLCI DELLA BANDA” (titolo originale:“Bad Candy” trasmessa in U. S. A. il 19/03/2001) e la settima puntata “RIVELAZIONI” (titolo originale: “Revelations” trasmessa in U. S. A. il 21/11/2000)

 

0.

“Blood is thicker than water”;

 

“Il sangue è più denso dell’acqua”

 

(Proverbio Inglese)

 

1. Sunnydale, oggi…

……… così concentrata nel fissare quella piccola lapide un po’ sbieca, che quando riesce a sentire il rumore dei passi che si avvicinano, la sua prima reazione è voltarsi di scatto e brandire nella mano il paletto, già pronto a colpire al cuore…

 

…<…wowowowowo…> scatta indietro Faith alzando le mani e retrocedendo di qualche passo con quel perenne sorriso divertito sul viso…… <…dovrei essere io la schizzata del gruppo…> si schernisce, abbassando le braccia e avvicinandosi a Buffy, rimasta ancora in posizione d’attacco…

 

…le labbra di quest’ultima si contraggono in una smorfia… <…scusa……… scusami…> esclama con una voce che, di poco, oltrepassa il sussurro……… il braccio armato si abbassa e lei si volta di nuovo a fissare la lapide………… i piccoli rampicanti che fino a poco prima avevano aderito con forza, sono stati strappati via e gettati il più lontano possibile…

 

.…si era ripromessa di farle visita più spesso…………… ma, come sempre, gli impegni di ogni giorno, le occupano più tempo di quello che vorrebbe…

 

…e la visita a quella tomba è qualcosa che, ogni volta, viene accantonata in fondo alla lista delle “cose da fare oggi”…

 

…<…nuovo cliente della serata ?…> butta lì Faith dondolandosi al ritmo di una musica che solo lei conosce………… le dita giocherellano con un paletto appuntito in maniera quasi maniacale……… qualcosa su cui ha lavorato per un’ora intera, mentre si sorbiva una puntata di “non- sa- che- cosa- cavolo- fosse” che la tv della sua stanza al motel trasmetteva a volume alto e a cui, lei, non ha prestato il minimo interesse………… e, se è per questo, neppure al ritmico battere di un pugno contro il muro………… che si fottano !!!………… lei combatte ogni sera……… rischia le pelle ogni volta, per salvare gente che non ha mai visto prima d’ora……… e a cui, di certo, non interessa uno stramaledetto niente, di quello che la riguarda………… che stia bene o sia malata, alla “gente” che salva la vita, non interessa per niente…

 

…e allora, non si merita di poter fare (almeno una volta) quello che le pare ???……… tenere alzato il volume della televisione e perdere la mente in quei ridicoli discorsi da soap-opera ???…

 

…che schifo di vita !…

 

…<…no…> replica Buffy qualche secondo dopo………… continua a fissare la lapide e le poche lettere incise sopra………… e, sotto il terreno coperto d’erba, c’è la bara…

 

…è rimasta a Sunnydale…………così hanno voluto i suoi genitori………… un guerriero caduto sul campo di battaglia e lì seppellito………… come poteva essere altrimenti ???…

 

…avrebbe voluto esserci al suo funerale……… ma in quel momento, non era Buffy ad andarsene da Sunnydale……… ma Anne che si dirigeva a Los Angeles…

 

…Buffy avrebbe voluto……………… avrebbe voluto………… avrebbe……PUNTO…

 

…fissando quella piccola lapide, si rende conto che, a questo punto, qualunque desiderio abbia avuto, è stato seppellito insieme a quel corpo…

 

…<Chi è ?…> domanda Faith con voce annoiata…… il sole è tramontato da un pezzo e ancora non ha combattuto…… si sente come un fucile carico, messo sopra un camino solo per essere ammirato……… un’arma inutile è un oggetto che non ha ragione d’essere…

 

<…non lo so…> risponde Buffy………… menzogna e verità dette allo stesso tempo…

 

…ormai, non potrà più sapere chi è sepolto sotto quello strato di terra verde…………non c’è stato il tempo per conoscerla meglio…

 

…<…un’amica…… credo…> aggiunge Buffy con un sorriso triste, prima di rialzare lo sguardo…

 

…e vedere quella figura in ombra, davanti a lei…

 

2. Los Angeles, cinque mesi prima

…dalla grata si intravede un volto pallido e sbarbato…… occhi castani e capelli dello stesso colore…… <…ti ascolto…> la voce è calda e rassicurante …… lui è lì per ascoltarla…… per sentire qualunque cosa voglia dire…

 

…<…io…> ed Anne si interrompe… <Dimmi…> invita la voce del sacerdote……… il tono non è impaziente……… lui è disposto ad aspettare tutto il tempo che lei vuole impiegare per aprire il suo cuore e la sua mente a quella confessione…

 

<…io…………… l’ ho ucciso…> conclude la ragazza………… e per qualche secondo, c’è solo il silenzio…… il respiro che viene dall’altra parte della grata di metallo brunito…… <Ucciso ?…> la voce del sacerdote è curiosa e sconvolta allo stesso tempo… <…chi ?…>

 

…<…io………… dovevo……… farlo…> le parole escono fuori senza che lei riesca a porle un freno…… qualcosa che preme sul cuore come un punteruolo………… come una spada affilata che l’ ha infilzato da parte a parte, pochi istanti dopo quel loro ultimo abbraccio…

 

…dietro di loro quel vortice che si apriva……… avrebbe inghiottito il mondo intero……… era su compito……… il suo destino…

 

…<…parla figliola……… ti ascolto………apri il tuo cuore…> e altre parole a cui Anne non presta attenzione………… si alza come in trance e a lunghi passi si allontana dal confessionale, seguita solo dall’eco delle parole del sacerdote…

 

…e poi fuori…

 

…fuori all’aria fresca della notte appena iniziata………  ancora addosso, sotto quell’impermeabile, color avorio scuro (12.95 ai grandi magazzini) che lo nasconde agli occhi del mondo, l’uniforme bianca e rossa da cameriera…

 

…un doppio turno che le ha martoriato i piedi………… un doppio turno a 4.95 l’ora ……… ma le servono disperatamente quei soldi…

 

…le serve disperatamente ogni cosa, a dire il vero, da quando “Anne” è arrivata a Los Angeles…

 

…ogni cosa le manca……… ma non tutto, in senso materiale…

 

… le serve di sentire il calore di quell’amicizia che ha lasciato a Sunnydale……… le serve di sentire la voce della madre (meno ci pensa meglio è…… ogni volta che pensa a lei, non può far a meno di immaginarla disperata e in lacrime, accanto ad un telefono che non squilla……… e, con un tocco di cattiveria, in quell’affresco mentale, non manca mai un bicchiere mezzo vuoto a portata di mano…)…… ma, più di tutto, le manca Angel…

 

…se…

 

…poi il pensiero si interrompe………si ferma in piedi reggendosi con le spalle alla porta………… si sente un peso enorme e nessuna forza per sostenerlo………una mano portata al viso e le dita che premono sugli occhi per ricacciare indietro le lacrime…

 

…se almeno, lui, non l’avesse guardata………… se non si fosse svegliato da quell’incubo chiamato Angelus…

 

…lei lo odiava…… lo odiava perché era un crudele assassino con il volto del suo amato Angel…

 

…ma in quell’ultimo minuto………… lui ha alzato lo sguardo verso di lei………… l’ ha guardata con quei occhi limpidi………… Angel si era appena svegliato dal suo incubo………… Angel era tornato per lei…

 

…se…

 

…stringe le labbra per indurire il viso……… per impedire alle lacrime di trovare una via sulle quale scorrere…

 

…se…

 

…se almeno non l’avesse guardata………… se Angel non l’avesse guardata………… se avesse continuato ad essere Angelus, il suo più odiato nemico…………… non sarebbe stato facile lo stesso…………ma, almeno, il ricordo sarebbe stato sopportabile………… si sarebbe potuta illudere che Angel era sparito per sempre, sostituito da quello spietato assassino del suo alter-ego…

 

…era, di certo, quest’ultimo che aveva ucciso e sostituito il suo amato…

 

…si sarebbe cullata per sempre in questa illusione, continuando a richiamare alla mente i brevi, ma intensi momenti, con Angel…

 

…sarebbe…

 

…bastato…

 

… solo…

 

…che…

 

… solo…

 

…che………

 

…sarebbe bastato solo che non l’avesse guardata…

 

…se non l’avesse guardata……… solo questo !!!… se non si fosse svegliato da quell’incubo…… se non l’avesse guardata con quello sguardo smarrito…

 

…solo questo…

 

…se…

 

…avrebbe trafitto l’Angelus e lo avrebbe scagliato nel vortice dimensionale…

 

…nessun rimpianto e nessun rimorso………… avrebbe tolto di mezzo, una creatura, che più di tutte si meritava l’appellativo di Mostro…

 

…avrebbe pianto la perdita di Angel, questo è vero……… avrebbe continuata a piangerla fino alla fine della sua vita…………… ma non in questo modo…

 

NON IN QUESTO MODO !!!

 

…avrebbe eliminato l’Angelus, piangendo la perdita di Angel…

 

…invece non è andata così…

 

…Angel era lì…… di fronte a lei…… di nuovo in possesso della sua anima……… e lei………

 

…stringe le mani a pugno e alza il viso al cielo oscurato dalle luci dei palazzi che salgono verso l’alto…

 

…lei lo ha abbracciato…………… poteva fare solo questo………… vedere dietro di loro il varco che si allargava………… un vortice di nero abisso che, fra poco, avrebbe inghiottito il mondo…

 

…lei lo ha ucciso…

 

…gli occhi di lui……li rivede ogni volta che chiude i propri…

 

…quello sguardo smarrito……… quella muta domanda negli occhi………non rabbia……… non odio………… solo incredulità……… “PERCHÈ  ?”……………… ma che poteva fare ???……… che scelta c’era ???…

 

…solo, la fine del mondo…

 

…ha dovuto scegliere tra Angel e il mondo intero…

 

…ed è stata la scelta più scontata, e più difficile, di tutta la sua vita…

 

…e Buffy non ha retto a quella decisione………… Anne è dovuta subentrare…

 

…ma “Anne” non era Buffy………… non viveva a Sunnydale e non era una Cacciatrice…

 

…ha semplicemente abbandonato il campo, per cercare una vita che le si addicesse…

 

…ma, come è difficile distinguere la netta separazione tra ombra e luce, qualcosa di Buffy l’ ha inseguita fino a Los Angeles…

 

…sogni a volte………… a volte incubi………… ma, sempre, ricordi…

 

…quegli occhi…

 

3.

Anne cammina lungo il marciapiede, imbrattato da chiazze nere di gomme da masticare e cicce di sigaretta, fumate con rabbia e schiacciate con una scarpa dalla suola lisa…

 

… pochi lampioni accesi……… poche luci accese dietro le finestre dei palazzi…

 

…un negozio di alimentari aperto, poco lontano…………… le serve di fare spesa…… il frigorifero è quasi vuoto……… quasi come lo stipendio che, ormai, poco le pesa in tasca…

 

…a 4.95 l’ora non può permettersi di scialare…………… uova e pancetta per la prima colazione del giorno dopo…… un paio di confezioni di spremuta d’arancia (in cartone)………qualche snack al cioccolato…… una bibita dietetica…… acqua minerale………… cos’altro, per oggi ???……… troppo……… troppo altro, che il suo stipendio non può reggere il peso, fino alla fine del mese…

 

…una cena veloce, sarebbe meglio………… una pizza, salsiccia e peperoni…………… una pizza fumante…

 

…scuote la testa, attraversando la strada…………… il pensiero della pizza è da respingere a tutti i costi come l’avanzata di un nemico che, se riesce a far breccia una volta, può conquistare tutto il portafogli…

 

…sta morendo dalla voglia di una pizza………… ma con quello che costano, rischia di rimetterci l’equivalente di due o tre ore di stipendio (mancia esclusa al ragazzo della pizza)…

 

…all’ultima settimana di fine mese, se ancora le rimane qualcosa, si è ripromessa di pranzare e cenare solo con pizza………… ma, per ora, deve tenere duro con quello che ha in tasca…

 

…ma…

 

…bhe, ecco…

 

…quasi, quasi, un pupazzo le andrebbe di comprarlo…… qualcosa di morbido e colorato………… che resti sopra le coperte come un cane da guardia…

 

…come qualcuno che la accolga, dopo un turno di lavoro, con quello sguardo sorridente e stampato sul volto di peluches…

 

…un porcellino…… o magari un coniglietto con lunghe orecchie…… una bianca e una nera…… qualcosa di ………… bhe………… simpatico………… ecco…

 

…niente a dimensioni naturali, si promette lei, con un breve sorriso che fa capolino sopra le labbra, immaginando un pony di peluches sopra al letto……… un pony la cui criniera sfiora il soffitto…

 

…qualcosa di piccolo………… magari, se ha fortuna, ne trova ancora uno………… le sembra di averne visto qualcuno legato al collo di una bottiglia di bibita come offerta promozionale…

 

…i suoi pensieri vengono interrotti dalla macchina passa rombando lungo la strada……… due fari che risplendono come una coppia di soli……un’auto sportiva con fiamme e diavoli dipinte lungo le fiancate……il clacson viene suonato con forza…… un lungo muggito metallico che accompagna l’auto finché non le passa accanto…… il rumoroso rimbombo di qualche ritmo sconosciuto, esce dai finestrini e la investe …

 

…l’auto arriva all’incrocio……… passa con il rosso senza nemmeno rallentare……… volta a destra ed è già storia vecchia per lei…

 

…finisce di attraversare la strada e si ritrova sul marciapiede…

 

…non che cambi qualcosa del resto……… cicche di sigaretta e gomme masticate, costellano il grigio asfalto, come stelle di un cielo sconosciuto…

 

4.

<…buonasera…> saluta Anne in direzione del cassiere, un coreano trentenne……… questi fa un gesto di risposta che potrebbe significare :

 

a)               “Vattene”

b)               “Buonasera a te”

c)                Sta scacciando una mosca fastidiosa

d)               Nessuno dei suddetti

 

(segnare con una croce la scelta effettuata)

 

…Anne rimane immobile, cercando di decidere se salutare di nuovo o lasciar perdere………… e la seconda possibilità ha il sopravvento…

 

…Los Angeles è un “porto di mare”………gente che arriva e parte ogni giorno……… e per questo fatto, è una città del tutto impersonale………… decine di migliaia di facce che si vedono e spariscono subito dopo…

 

…salutare un cliente o un gestore di un negozio è solo una formalità da paesino di campagna dove tutti, più o meno, si conoscono…

 

…ma a Los Angeles, nessuno smania per essere correttamente salutato, né per salutare a sua volta ………… prendi, (soprattutto) paghi e vai……… niente più di questo………avanti il prossimo…

 

…ha salutato il proprietario del negozio, solo per riceverne in cambio un saluto……… un semplice “salve”…… allo stesso modo di quando era a Sunnydale……… solo un modo per ricordare…… per provare le stesse emozioni……… ma il coreano, con una mano sotto il bancone, probabilmente sta decidendo se lei è una rapinatrice e se gli conviene subito afferrare con più forza il suo machete …(… o fucile…… o quello che è…) per essere pronto ad estrarlo al minimo segno di pericolo…

 

…Anne serra le labbra, cercando di ingoiare la delusione di quella piccola, insignificante, delusione di essere stata quasi del tutto ignorata, e avanza tra gli scaffali scegliendo con cura la sua spesa, in base ai prezzi della merce…

 

…5.85 ……… 3.55 …… 2.95 …… 8.95 …… 4.55 …

 

…tutti numeri……… anche lei si sente solo un numero……… nemmeno una persona in carne ed ossa……… solo un numero perso in mezzo ad una marea di altri numeri…

 

…tutta gente che ha solo se stessa su cui appoggiarsi…

 

…prendi, (soprattutto) paghi e vai……… avanti il prossimo…

 

… posa sul bancone due cartoni di latte scremato, una confezione di uova, una confezione di succo d’arancia (o una, o nessuna……… due, incidevano troppo sul totale), due snack al cioccolato, uno spazzolino nuovo, un dentifricio alla fragola, smalto per unghie color rosso scuro, shampo e…… … e poi basta… si era accorta di aver preso troppa roba……… il piccolo pupazzo di uno scimmiotto, pendeva accanto al tappo di una birra di marca svedese…… ma lei non beve birra e non le andava di spendere soldi per comprarla, solo per avere quel pupazzo…… l’idea di afferrarlo e portarselo in tasca le è balenata in testa per diversi secondi…… ma era certa che le telecamere nascoste, fossero puntate nei luoghi dove il cassiere non poteva vedere solo con gli occhi…

 

…la spesa, viene posata di fronte alla grossa fessura aperta nella vetrata che racchiude la cassa e il cassiere………… quest’ultimo, alla fine, quasi con riluttanza, tira fuori la mano da sotto il bancone e, velocemente, fa passare i prodotti sopra il lettore laser, ammucchiandoli alla sua sinistra…

 

…un verso stridulo e metallico, segna l’uscita del conto…

 

…una mano glielo porge insieme ad una busta di plastica con il logo della catena di negozi in cui (gentile cliente, lei è pregato di riciclare questa busta di plastica, anziché gettarla……… Grazie) ha appena fatto la spesa…

 

…velocemente ammucchia la roba dentro la busta che tiene aperta…il coreano non si muove…… tiene entrambe le mani sul bordo del bancone…… pronte a scattare e afferrare l’arma nascosta sotto, nel caso che lei tentasse di aggredirlo…

 

…finito di mettere a posto la spesa, Anne tira fuori un piccolo portafogli di plastica blu elettrico e lo apre, pescando due banconote da cinque dollari e posandole sul tavolo…

 

…il cassiere usa solo una delle mani per prendere il denaro e dare il resto……… l’altro braccio sembra incollato al bancone……… si muove a scatti impercettibile……… un tremore continuo che lo fa oscillare tra scattare verso l’arma e afferrare saldamente il bordo di legno…

 

…Anne bofonchia qualcosa che, di certo, al cassiere non interessa, né come saluto né come insulto, e si avvia verso la porta…

 

…fine della spesa e del contatto umano, in quella giornata…

 

5.

Con le maniglie della busta, strette in mano……… e l’altra mano in tasca, serrata sulla chiave dell’appartamento, Anne percorre il marciapiede scuro, passando di fronte agli androni illuminati, di altri palazzi, all’interno dei quali, vede agitarsi ombre furtive…

 

…non sono affari che la riguardano……e tira avanti senza un altro sguardo…

 

…cammina persa nei suoi pensieri, scivolando accanto ad un gruppo di ragazzi con giacche di pelle nera e borchie metalliche……… sente le loro voci e le loro risate volgari per qualcosa che, di certo, uno di loro ha detto…

 

…li oltrepassa con passo veloce…… sente le voci che la chiamano……… sente un fischio…… ma lei continua a fissare davanti a lei……… l’ultima cosa che vuole è attirare di nuovo l’attenzione…

 

…vuole solo sparire………… vuole essere considerata una persona e per questo amata……… e al tempo stesso vorrebbe svanire nel nulla……… non provare alcuna sensazione se silenzio nella mente e sonni senza incubi…

 

…si sente sola e confusa…

 

…vuole entrambe le cose e nessuna…

 

…per questo “Anne” ora si trova a Los Angeles………… per raccogliere i pensieri……… per darle una spiegazione sufficiente, a quello sguardo confuso che la fissava e le faceva una domanda in silenzio…

 

…le mani serrano con più forza la busta e la chiave…

 

…se non l’avesse guardata negli occhi………… se non l’avesse fatto……… almeno questo……… se fosse rimasto Angelus solo per un altro minuto…

 

…invece era tornato Angel……… era tornato per lei……………… e lei lo aveva ucciso…

 

6.

Le luci brillano ad intermittenza lungo le scale………… le sembra che ci siano altri graffiti nuovi, sulla parete, dall’ultima volta che c’è passata………… un certo “David” ha la madre che fa un pessimo lavoro, commenta una scritta rossa, con lettere fatte a vernice spray…

 

…l’unica nota positiva, pare sia, lo scarafaggio schiacciato sul quarto gradino, alla fine, è sparito…

 

…non certo per merito del custode…… più probabilmente è stato Tiger, la gatta dei Morris……… quella bestiaccia, dalla pelliccia color bianca e grigia, con un occhio marrone e uno giallo, sembra avere in simpatia solo determinate persone…

 

…non importa che lei, qualche giorno prima, gli abbia allungato un piattino di latte………… il suo unico merito è stato quello di essere svelta a ritrarre la mano…… o si sarebbe ritrovata con profondo graffio sulla pelle…

 

…stranamente, però, la simpatica “gattina” (sopravvissuto alla polpetta avvelenata che, si dice, gli abbia dato uno dei figli della coppia Wetrosky) sembra aver preso a ben volere Mary………… ogni volta che può, lo si trova a strofinarsi accanto a lei e fare fusa a più non posso…… ricompensato da una generosa grattatine sul capo…

 

…la mattina prima (come lei stessa ha assistito, uscendo dall’appartamento in quel momento) Tiger non ha potuto fare le fusa a Mary che per qualche minuto…

 

… la madre della bambina, Jane, ha subito riportato la figlia dentro all’appartamento… “… tuo padre si arrabbia, se ti vede con quel gatto…” ha spiegato la donna mentre, lestamente, spingeva dentro la figlia…… e cercava, senza riuscirci, di fare in modo che gli occhiali neri le coprissero gli occhi per nasconderli alla vista…

 

…il livido sull’occhio destro era troppo grosso da mascherare con un semplice paio di occhiali…

 

…la porta si è chiusa e Tiger, in mancanza di meglio, si è avvicinato a lei per cercare qualche carezza ……… una sorta di ripiego, niente di più……… lei lo ha accontentato solo per restate qualche minuto a fissare la porta dell’appartamento dei Mitchell………… aspettando…………… bhe……………… non lo sa nemmeno lei…

 

…forse, aspettandosi di sentire le urla di Jhon, il capofamiglia…

 

…dopo qualche minuto, sia lei che Tiger si sono stancati e ognuno si è allontanato per la sua strada…

 

7.

“Casa Dolce Casa”………… lei ricorda che sua nonna aveva un quadro appeso alle pareti color pastello del salone………… aveva incorniciato un ricamo a lettere rosse, su sfondo bianco, con quelle parole… “CASA DOLCE CASA”……… lettere gotiche e svolazzanti………… qualcosa che dava l’impressione di durare in eterno…

 

…ricorda tutto questo, mentre si trova di fronte alla porta del suo appartamento………… nel corridoio, risuona il brusio confuso della televisione della signora Patterson…… il rumore di qualche cosa che sta guardando (probabilmente una soap-opera…… ma è solo una sua supposizione ……… niente di veramente confermato) sta filtrando sotto la porta e si spande nell’aria come un gas urticante e fastidioso…

 

…tira fuori la chiave e la infila nella toppa, con l’oscura premonizione di sapere esattamente cosa l’aspetta una volta aperto…

 

…e la predizione è assolutamente confermata dalla vista di ciò che si cela oltre l’uscio…

 

…qualcosa di grigio……… incolore…… impersonale…

 

… un appartamento costruito appositamente per un tipo di proprietario, che cambia con la stessa velocità dello scorrere dei giorni…

 

… tre stanze, bagno compreso……… muri grigi…… soffitto grigio…… sul muro i buchi dei quadri posseduti “chissà da chi” e portati via da quelli che partivano……… e forse sostituti con altri dai nuovi proprietari…

 

… unico superstite, una raffigurazione di un mare in tempesta e un nave su cui spicca la figura dell’indomito comandante…… un colosso dalla barba nera, e una benda che gli copre un occhio, che sfida la potenza del mare, ergendosi in tutta la sua statura di fronte alle onde incombenti…

 

…qualcuno, volutamente, ha abbandonato quel quadro……… la figura dell’eroe solo contro tutto il mondo è troppo retorica…………troppo statica…

 

…nessuno si chiede se l’eroe sta male ???……… se l’eroe è felice ???…… se l’eroe rimpiange, ogni giorno, una vita normale ???…

 

…hanno fatto bene ad abbandonare quel quadro………… e lei lo ha tenuto sul muro solo per ricordarsi della falsità della sua esistenza da Cacciatrice…

 

… “…per ogni generazione, c’è una disgraziata che combatte contro le forze del male…”…

 

…un sorriso tirato compare sulle labbra, mentre posa la busta sul tavolo e tira fuori la spesa…

 

…dovrebbero mettercelo !!!……… se avesse il numero di telefono del Consiglio degli Osservatori, probabilmente li chiamerebbe, per dire di modificare la prefazione di quel libro e cambiare la parola “prescelta” con “disgraziata” ……… o “sventurata”……… o qualcosa che renda l’idea che, chi diventa una prescelta, deve essere pronta a morire o perdere tutto quello che ama…

 

…sarebbe suo diritto chiederlo di modificarlo ???……… voglio dire, è lei la “Prescelta”, vero ??? …… non ha qualche tipo di diritto ???……… qualcosa che può dire o fare, senza che glielo possano negare ???…

 

…non lo ha mai saputo………… non lo ha mai chiesto………… si è, semplicemente, limitata a combattere contro tutte quelle creature che minacciavano la vita degli abitanti di Sunnydale…

 

…e per lei  ???……… ora cosa c’è per lei ???………… nessuno ci ha pensato ???……… non c’è scritto da qualche parte, dopo la prefazione, cosa succede adesso, alla Cacciatrice ???

 

…alla prescelta…

 

…alla sventurata…

 

…ad Anne…

 

…a Buffy…

 

8.

Non era stato il rumore del traffico (peraltro rarefatto, quell’ora)………… non sono le voci in strada…… non è stata la musica sparata a tutto volume da qualche parte in strada……… non è stata la musica (sparata a tutto volume, anche questa) che scende dall’appartamento al quarto piano…

 

…non sono nemmeno gli incubi notturni…

 

…lei si trovava in un mondo di ombre scure……… in un sonno senza sogni…

 

…poi si è svegliata…

 

…con un senso di disagio………… ha fissato il muro di fronte a lei senza riconoscerlo, chiedendosi dove era finita la sua roba……… il suo armadio………… poi, dopo qualche istante di smarrimento, ha ricordato che tutta la sua vita era rimasta a Sunnydale…

 

…ha fissato il muro grigio e spoglio, dove spiccava la figura scura del quadro…

 

…e si è voltata verso l’atrio…………ed è allora che ha visto quella sagoma…

 

…ferma e immobile…

 

…un’ombra scura in piedi all’ingresso della camera da letto…

 

…il cuore ha fatto un tuffo nel petto…

 

…la figura non ha fatto un solo movimento……… e per qualche istante lei si è chiesta se fosse un’allucinazione……… un incubo………… un velo d’ombra nei suoi occhi appena aperti…

 

…ma era lì !!!………… a pochi metri da lei…

 

…alta………… portamento eretto……… braccia incrociate sul petto……… sguardo di sfida…

 

…non la vedeva quasi per nulla……… solo una sagoma nera sull’uscio………però sapeva che questa era la sua posa…………… ne era certa……… ne era sicura, allo stesso modo di come ignorava l’identità di quella figura…

 

…<…chi sei ?…>………… ma la domanda è rimasta senza risposta……… la figura non ha accennato nessun movimento……… niente…

 

…lei ha sbattuto le palpebre……… e la figura era scomparsa nel nulla…

 

…un istante prima era sull’uscio……… la fissava severamente (ne era certa di questo……… chi ha quel portamento eretto ha sempre uno sguardo severo…… una semplice associazione di pensieri…) …………poi è scomparsa nel nulla…

 

…e lei, dopo qualche secondo, si è chiesta se fosse stato davvero un sogno……… un sogno ad occhi aperti…

 

…è balzata fuori dal letto e acceso le luci della camera…

 

…ma non c’era nessuno a parte lei………… l’unica finestra era serrata……… la porta d’ingresso aveva ancora la catena attaccata e la serratura era ben chiusa…

 

…lei è rimasta lì per qualche minuto, continuando a fissare l’uscio vuoto……… quasi aspettandosi che la figura comparisse di nuovo…

 

…ma non è successo…

 

…ciò che è accaduto dopo quella fugace apparizione………… tutti gli avvenimenti seguenti……è riuscita a spiegarlo solo con il senno di poi………… in nessun altra maniera una tale associazione di fatti e azioni sarebbero stati spiegabili…

 

…quella figura era apparsa per un motivo preciso…

 

…lei è balzata fuori dal letto e si è vestita in fretta e in furia………… l’orologio segnava le 3:42 del mattino………… dall’esterno, il buio calava come una cappa su ogni cosa…………… si sentiva il rumore di una macchina che passava rombando con forza……… e spariva in lontananza…

 

…maglietta, scarpe, pantaloni…………… si è bloccata…… si è tolta le scarpe, prima di tentare di infilarsi i pantaloni…

 

…era stata presa da una frenesia sconosciuta…………… l’unica cosa certa era che il letto, almeno per il resto della serata, non era più il suo posto…

 

…si è infilata al volo l’impermeabile ed è uscita dall’appartamento… 

 

9.

Il corridoio era vuoto e le poche lampade rimaste, irradiavano una luce gialla e malsana che si rifletteva sui lucidi usci delle porte…

 

…silenzio……… immobilità assoluta di ogni cosa…………… persino lei è rimasta un minuto intero, in piedi a fissare il corridoio vuoto……… e per qualche istante si è chiesta se stava ancora dormendo…

 

…davanti a lei c’era quella strana visione di normalità e silenzio……… qualcosa di anormalmente inquietante……… aveva l’impressione che il mondo intero la stesse osservando da dietro gli spioncini……………che ci fossero strane, bizzarre creature, che premessero gli occhi su quei forellini, per scrutarla…

 

…da solo una porta, leggermente aperta, filtrava una lama di luce che si irradiava sull’esterno…

 

…la figura era lì…… oltre quella porzione di luce di luce…………… se ne potevano distinguere solo alcuni particolari ……………pantaloni rossi……… o viola scuro………………un luccichio ………… qualcosa di dorato su cui si rifletteva la luce……… un ciondolo…… un monile……… un bracciale………… un pugnale affilato……………cosa fosse, non lo saprebbe dire…………… sa solo di aver intravisto un luccichio…………… niente di più…

 

…ma la figura era lì……… non era svanita né si era dissolta………… era lì, immobile………… la stava aspettando……… voleva che andasse da lei…

 

…NO !!!…

 

…non voleva questo……… voleva un’altra cosa…

 

…qualcosa dentro di lei……… un sesto senso……… un’intuizione……… qualcosa che parlava dicendo cose che lei non poteva capire, le ha trasmesso una strana inquietudine………… qualcosa che la sua mente aveva già compreso ad un livello inferiore di coscienza e cercava di comunicarlo, senza molto risultato, tranne quella sensazione di disagio…

 

…scontato…

 

…ecco la parola………… qualcosa di certo e prevedibile…

 

…Anne è rimasta in piedi……… immobile come la figura……… il respiro trattenuto per ascoltare le “parole”……… era certa che le avrebbe sentite………… nonostante la distanza da quella porta leggermente aperta…

 

…quelle “parole” che sentiva quando si chiudeva in camera sua………… quelle “parole” che non voleva ascoltare ma che riusciva lo stesso ad udire…

 

…quando suo padre e sua madre litigavano…

 

…si rinfacciavano l’un l’altro gli errori di una scelta sbagliata, fatta nel momento in cui si dissero “si” reciprocamente…

 

…Anne……o Buffy……… non ha una reale importanza………… entrambe hanno ricordi precisi …… sensazioni mai sopite………… l’orecchio incollato alla porta della camera……… tese ad udire e al tempo stesso a cercare di non sentire niente…

 

…tesa a sentire una parola d’amore che avrebbe posto fine alla lite………… una semplice parola che lei sapeva non sarebbe arrivata…

 

… insaziabile di sapere e al tempo stesso spaventata da quello che udiva…

 

…schifata e disgustata dal comportamento dei suoi genitori…

 

…e alla fine, si gettava sul letto premendo le mani su quelle orecchie che si erano riempite di parole d’odio…… si sedeva davanti allo specchio e cercava di perdersi in quell’immagine riflessa……… un tocco di fard…… di rossetto…… gesti qualunque, purché le tenessero la mente impegnata e non le permettessero di ascoltare quelle “parole” che continuavano a filtrare dalla porta chiusa…

 

10.

…Anne/Buffy……… Buffy/Anne…………  ha preso ad avvicinarsi alla figura……… a quella porta leggermente aperta………… ha aumentato l’andatura………… non c’erano le “parole”…… non le sentiva……… sapeva di doverle sentire……… che ci dovevano essere……… ma l’unico rumore era il suo respiro…… qualcosa di grossolano e ansante come una faticosa marcia…

 

…paura………… ansia……… assoluta comprensione di quello che avrebbe trovato, una volta arrivata a quella porta leggermente aperta…

 

…aveva paura…………… paura di ripiombare indietro di anni……… tornare dietro quella porta bianca della sua camera, ad ascoltare senza voler realmente sentire…

 

…ma era imperativo andare verso la figura immobile…

 

…lei l’aveva chiamata solo per questo motivo…

 

…le porte chiuse sfilavano accanto a lei come tante sentinelle in attenti……… tutte chiuse e rigidamente impettite nella loro posa………… nessuna luce che filtrava da sotto di essa…… e poi, per quale motivo sarebbe dovuto essere diverso ???…… chi, a quell’ora, era ancora sveglio ???…

 

…solo una porta aperta……… l’unica………… e la figura era lì……… ferma…

 

…il volto nascosto da un velo di quella luce elettrica… ……… braccia conserte sul petto……… volto rivolto verso di lei………una posa che esprimeva forza e fermezza di propositi…

 

…come avrebbe potuto descriverla in altra maniera ?…

 

…solo pochi metri……………… solo pochi per capire di chi si trattasse……… pochi metri…

 

…e la figura si è dissolta……… svanita nel nulla……… un istante prima era di fronte a lei…… e l’istante dopo non c’era più…

 

…e poteva solo voler dire una cosa…

 

…ora, lei, si doveva trovare

 

 

 

Vai alla Storia (seconda parte)

 

 Indietro