IL LUNGO GIORNO DEL DEMONE DI CARTA

(prima parte)

 

Nota : Questa avventura si svolge tra la seconda e terza serie. Nel periodo in cui Buffy lavora come cameriera a Los Angeles, sotto il falso nome di Anne.

 

0.

Il libro posato sopra il basso leggìo viene aperto di nuovo, mentre l’uomo anziano si siede sul pesante scranno dall’alto schienale…

 

…la mano rugosa sguscia fuori dai pesanti abiti di broccato rosso e afferra la penna d’oca, la cui punta, riposa intinta dentro al calamaio di metallo, poggiato vicino al libro…

 

…l’uomo rilegge mentalmente le annotazioni riportate il giorno prima………poi, con la mano libera, volta la pagina fitta di scrittura e ne apre una ancora bianca……l’altra mano si ritrae, portando con sé la bianca piuma d’oca…

 

…MA…

 

…l’uomo alza gli occhi, stupito dall’eccessivo peso di quest’ultima…

 

…e quando vede…

 

…quando vede l’inchiostro nero con venature viola, che pende attaccato con grossi filamenti alla punta della piuma…………il suo cuore ha un sobbalzo…

 

…<…non può…essere…> esclama in un fiato, mentre il suo cuore prende a battere con forza nel petto…

 

…<…non…>…poi il suo tempo finisce…

 

1. SECOLI DOPO……LOS ANGELES…

 

 

…<…io ora, umani di questa realtà parallela,  vi divorerò con gran piacere per me stesso e stupenda delizia per il mio palato …>…Frank lo guarda con occhi duri…la camicia strappata  che mette in mostra i possenti bicipiti e i muscoli sodi come duro metallo  <…dovrai passare sul mio cadavere…> esclama stringendo i pugni, mentre la camicia strappata mette a nudo i possenti muscoli…

 

 <…brutto mostro…> esclama l’eroe con lo sguardo fiero e possente…e con rabbia…<…non dovevi mangiare la mia fidanzata……e i miei genitori……e ora ti picchierò con tutta la mia forza spropositata fino a ucciderti…> <Non mi fai paura umano…> risponde la creatura dell’ottava dimensione…<…i miei aculei avvelenati avranno la meglio su di te…>

 

poi la scena si congela……la penna sollevata a pochi centimetri dal foglio……Frank e il mostro della ottava dimensione, bloccati in un una posa glaciale, nel bel mezzo del laboratorio distrutto e in fiamme del Dottor Black…

 

……e poi……e poi……e poi……BOHH !!!….………AH !!!……GIA !!!………ecco l’idea……la punta della penna si adagia di nuovo sulla carta……e da lì scaturisce l’inchiostro, che continua la vicenda…

 

…<…prendi questo brutto mostro…> urla Frank colpendo con i pugni la testa verde della creatura…> <Non mi hai fatto niente, umano…> urla di rimando il mostro, sferrando un colpo con la coda irta di punte metalliche avvelenate…

 

…la scena si congela di nuovo……la penna sospesa sull’inizio di una parola…

 

4.

E ADESSO ???……il mostro, oltre ad avere sei braccia, artigli d’acciaio, sangue acido, sguardo laser, lingua tagliente come un rasoio…ha anche una coda con gli aculei !!!…e per di più avvelenati ……e Frank ???…è l’eroe della storia, ma a parte i suoi muscoli non ha altro……che può fare ??? …come può vincere ???…

 

…Paul fissa il foglio fitto di scrittura rileggendolo più e più volte, cercando qualche punto in cui può inserire una qualche arma o oggetto che può usare l’eroe contro il perfido mostro…

 

…ma non trova niente………nessun punto in cui inserire qualcosa, senza dover correggere tutto quello che ha già scritto……e senza, per di più, far risultare la storia più stupida di quella che è…

 

…sospirando irritato, solleva il foglio al volto e lo rilegge più e più volte………poi volge la testa verso il secchio della carta, poco lontano…

 

…e fissa con una smorfia dipinta sul volto, le palle di carta che sono cadute a terra, dopo che il secchio stracolmo, non né è riuscito a contenere più…

 

…con un gesto veloce, che non permette al rimorso di interferire, accartoccia anche la sua ultima storia “Il mostro dell’Ottava dimensione”………cosicché, anche il suo ultimo tentativo di “romanzo”, diventa un’informe palla di carta……poi, con gesto ormai “esperto”, la manda a raggiungere le sue sorelle…

 

…tutti quei fogli fitti di scrittura, che avrebbero tanto voluto diventare storie da Best Seller……ma che, invece, interrotte dopo poche pagine o poche righe, sono diventate cartacce buone solo per il macero…

 

…MA CHE CI VUOLE PER SCRIVERE QUALCOSA ???…

 

…Paul si afferra la testa con le mani, volgendo lo sguardo verso la finestra chiusa…il buio della notte, già da alcune ore, si è ritirato, e l’alba nascente a portato con sé il caldo e luminoso sole del primo mattino……che lentamente è diventato giorno pieno…

 

…una serata buttata……questo è il risultato……otto ore per scrivere una storia……più che altro, quattro ore passate a pensare cosa scrivere……e il resto per buttare giù quella che, a ben guardare adesso, sembra la trama di uno di quei film di fantascienza di serie “Z”……errori d’ortografia e frasi ripetute a iosa………dialoghi talmente banali e personaggi talmente stereotipati, da far ribrezzo solo a leggere le prime dieci righe…

 

MA CHE CI VUOLE PER SCRIVERE QUALCOSA ???…pensa con rabbia, fissando il nuovo foglio ancora bianco……la penna lì vicino, ammicca……se fosse una persona invece che un oggetto inanimato, strizzerebbe l’occhio come per dire “allora ???…continuiamo ???…”…Paul sospira e resistendo alla tentazione e si alza dalla seggiola massaggiandosi le spalle…

 

…INUTILE…

 

…TUTTO INUTILE…

 

…scuote la testa lanciando una breve e schifata occhiata alla seggiola che lo tenuto tra le sue braccia di legno, per tutta la notte…

 

MA CHE CI VUOLE PER SCRIVERE QUALCOSA ???

 

…vorrebbe tanto mettere su carta tutte le sue idee………le centinaia e centinaia di idee che ha ogni giorno……ogni minuto, mentre seduto sull’autobus, guarda sfilare le persone attorno a lui……o  quando è al lavoro (6 e 95 l’ora, per costruire arredi da giardino…) e d’improvviso gli viene l’ispirazione…

 

…ma come si fa ???…

 

…l’idea iniziale della storia, quella gli viene sempre……anche quella finale, alle volte……ma quello che c’è nel mezzo che è un problema…… l’eroe contro il mostro……o la spia alle prese con un segreto da proteggere……o una storia di fantapolitica con intrecci nel mondo reale…

 

…ma poi si blocca…

 

…all’inizio, mette la penna sulla carta e le prime pagine volano come per incanto……qualche altra idea messa giù, ma che ancora non ha una collocazione precisa (magari verrà usata come decimo o terzo capitolo……lui scrive così !!!…a macchia di leopardo…)………ma poi, all’improvviso, si blocca…… cento o nessuna idea nella sua testa……e non sa più come andare avanti……come riempire i buchi vuoti……come collegare tutti i pezzi…

 

…ma lui VUOLE scrivere……VUOLE scrivere qualcosa……qualunque cosa……fosse anche una storia di  sole 5 pagine…………fosse anche una storia brutta e sgrammaticata, ma che alla fine, possa metterci la parola “FINE”……sarebbe la sua soddisfazione più grande……magari farla leggere ai suoi amici e sentirsi dire “ma quanto sei bravo”………lui che sorride scotendo le spalle <…ma no……che dite…> esclama con un sussurro, dimostrando tutta la sua, incommensurabile,  modestia ……ma con l’indicatore dell’orgoglio schizzato a più di mille…

 

…e invece…

 

… “IL MOSTRO VENUTO DALL’OTTAVA DIMENSIONE”……e dire che ha impiegato quasi un’ora per trovare questo titolo……tanto valeva metterci il primo che gli era venuto in mente… “IL LUNGO GIORNO DEL MOSTRO DELL’OTTAVA DIMENSIONE”……anche più stupido e banale del precedente…

 

5.

…poi lo sguardo cade, anche se non vorrebbe, su una grossa scatola di carta bianca…la sua spesa al negozio di pegni, giù nella diciottesima strada………cento dollari buttati……Paul commenta questo con una smorfia…… …

 

…ma……ma era l’idea……l’idea che lo ha affascinato…

 

…già immaginava stesso, più vecchio di vent’anni, seduto dietro una pesante scrivania di mogano…… completamente vuota……a parte un posacenere con una sigaretta fumante e un bicchiere pieno di pregiato liquore (lo stereotipo di ciò che Paul, si immagina di tutti gli scrittori) …e “ciò che ancora riposa dentro la scatola”…

 

…già si immaginava grande scrittore con diversi premi alle spalle, mentre comodamente seduto sulla sua poltrona di pelle, fissava sorridente il foglio di carta bianca…

 

…tlic…tlic…tlic-tlic…

 

…e velocemente un nuovo romanzo fioriva da quelle parole di nero inchiostro………per questo ha comperato “ciò che ancora riposa nella scatola”……per l’idea………l’idea di lui ricco e famoso (ma soprattutto famoso) che risponde alle interviste, mentre con una mano, accarezza “ciò che ancora riposa nella scatola”…

 

…con passo veloce si avvicina e apre il pacco, mettendo a nudo l’immobile, ma con ancora il suo color nero lucente, vecchia macchina da scrivere……le stesse di quelle che si vedono nei vecchi film in bianco e nero…

 

…un dito preme uno dei tasti…

 

…Tlic……non per scrivere qualcosa…non c’è nemmeno la carta inserita……ma solo per sentirne il rumore…

 

…poi un altro tasto……TLIC……poi una mano intera……TLIC-TLIC-TLIC…

 

…Paul scuote la testa fissando la vecchia macchina da scrivere…dalla forma strana… con la tastiera piegata in modo da sembrare le corna di un bue……un modello che sarebbe dovuto essere rivoluzionario, ma che, invece, non piacque a nessuno……un modello, oltretutto, andato in produzione, quando ormai l’epoca d’oro delle macchine da scrivere era già finita……

 

…la nera targhetta di metallo opaco, ne porta ancora il nome……la “Underground 1666”…

 

…la mano passa sopra il rullo vuoto, come in cerca di un’ispirazione……poi si ritrae lentamente ……se è fortunato, la può ancora riportare indietro al negozio di pegni e riprendersi parte dei soldi…

 

…MA……strano……ritraendo la mano, si accorge che tutto il palmo è bagnato da quello che sembra una specie di inchiostro nero con venature violacee…

 

…TIPICO !!!……lo hanno anche fregato……“Mai usata…” ha giurato e spergiurato Samuel, il Proprietario del negozio “ …assolutamente mai usata…me la portata, uno che la trovata…” (Paul, intuendo quale possa essere la clientela, che frequenta quel banco di pegni, ha tradotto subito la parola “trovata”… con “rubata”…) …in un magazzino……sai……di quelli che si affittano e si sgombrano una volta che i soldi dell’affitto non arrivano più……il Proprietario era uno, ho saputo…” …ma Paul non lo ha fatto finire……non che gliene fregasse qualcosa del resto……il suo interesse era solo per la macchina da scrivere…

 

… “amore a prima vista”……non sa spiegarselo in alcun altro modo……questo è il motivo che lo ha spinto ad aprire il portafoglio e mettere mano ai soldi…

 

…ed eccola Lì…

 

…lucida, come se fosse stata costruita pochi minuti prima……i tasti, con le lettere stampate sopra, ancora perfettamente leggibili…

 

…CHE FREGATURA !!!………chissà quanto è stata usata, per buttare inchiostro come un petroliera, con un buco su una paratia…

 

…Paul si infila una mano in tasca e ne tira fuori un fazzoletto che passa sul palmo……ma ……… ma l’inchiostro non viene via……sembra si sia seccato all’istante sulla pelle……ed è……è pazzesco pensarlo……ma sembra caldo……il contatto con “l’inchiostro”…gli invia calore…

 

…c’è qualcosa che gorgoglia……all’improvviso……è un rumore basso e poco udibile……ma quando Paul alza gli occhi verso la macchina da scrivere…

 

POI PAUL LO VEDE

 

…ed “esso”, anche se non né ha occhi, lo fissa a sua volta…

 

…finalmente, la lunga attesa di “esso”, è finita…

 

finalmente

 

6.

…<…sono 8 e 95…> esclama la ragazza bionda porgendo il conto……l’uomo, vestito con giacca e cravatta lo osserva per qualche secondo, scorrendo velocemente la lista dell’ordinazione, per sincerarsi che non gli sia stato fatto pagare qualcosa che non ha consumato……poi infila una mano nella giacca e ne tira fuori un voluminoso portafoglio di pelle marrone…

 

…dopo averlo aperto, e posato sul tavolo una banconota da dieci dollari, si alza e se ne va, senza dire una parola…

 

…la cameriera infila i soldi in tasca (già calcolando mentalmente, quanto gliene viene in mancia…)  e si sposta subito verso un tavolo dove si sono appena seduti un paio di tizi vestiti con un tale assortimento di capi………che è come se si fossero buttati a capofitto nel reparto abiti di qualche magazzino correndo come forsennati, e avessero indossato le prime cose a tiro…

 

…come minimo, la mancia nemmeno la scaglia, pensa lei, mentre si avvicina al tavolo…

 

7.

La porta di legno grigio si apre sul corridoio buio e dal tappeto consunto……una figura ne esce……un giovane sulla ventina……pantaloni di jeans, bianche scarpe da tennis, camicia bianca aperta per i primi tre bottoni,  lunghi capelli castani tenuti fermi da un cerchietto metallico…volto sbarbato……e occhiali sopra un viso terribilmente pallido…

 

…Paul esce dall’appartamento 3-A a passi misurati……con una lentezza e una calma, che sanno di innaturale……afferrata il pomello richiude l’uscio con cura, girando con la stessa lentezza la chiave nella toppa……poi si avvia lungo il corridoio, fino alla rampa delle scale…

 

…<…dici……EHH ???…> urla una voce maschile da dietro una delle porte……il volto del giovane si volta verso di essa…

 

…di tutti i rumori del palazzo, dal pianto dei bambini, alle risate, alle grida di rabbia……solo quella voce, in quel momento, attira la sua attenzione……lui si volta e, a braccia lungo i fianchi, fissa intensamente l’uscio dell’appartamento…

 

…<…NIENTE EH ???…> urla di nuovo la voce alla fine di chissà quale discorso……poi un ceffone, dato con così tanta forza, che il rumore oltrepassa la porta di legno e arriva alle orecchi del giovane………<…io……io…> esclama una, attutita, voce femminile……<STAI ZITTA…> grida con rabbia la voce maschile……e un nuovo ceffone……seguito da un pianto…

 

…ma il volto di Paul, non esprime nessuna emozione di sorta, mentre continua a fissare il legno grigio della porta………lui sta………cercando…

 

…nessun altro termine è applicabile a quello che Paul sta facendo…

 

…sta cercando…

 

…poi l’uscio si apre di scatto, facendo emerge la figura di un uomo sui quarant’anni, dalla pelle olivastra, capelli neri, e vestito solo di un paio di Jeans e una canottiera…

 

…lo sguardo dell’uomo, si fissa stupito su quello calmo di Paul <…E TU CHE VUOI ?…> urla l’uomo con rabbia, fissando il giovane…<…BHE ???…> chiede con rabbia, alzando una mano e facendo un gesto osceno in direzione di Paul…

 

…ma quest’ultimo si limita a continuare a fissarlo con occhi vacui…

 

…<Non sono affari tuoi……CHE VUOI ???…> grida l’uomo, aprendo la porta del tutto e uscendo sul corridoio, mentre l’uscio aperto, mostra una donna distesa a terra nel mezzo dell’appartamento, mentre si regge la faccia con le mani e piange sommessamente…

 

…l’uomo piazza una delle sue grosse mani, al centro del petto di Paul e lo sbatte con spinge con forza contro il muro… …<…CHE VUOI ???…> latra l’uomo mettendo in mostra i denti bianchi, quasi fosse una belva pronta ad attaccare la sua preda…

 

è improvvisa……arriva come una tempesta e accende una lucetta nella mente di Paul

 

ecco l’ispirazione per una storia……la ricerca è finita…

 

…una della mani del giovane, afferra il braccio che lo preme contro il muro……e lo piega con un gesto talmente rapido, che la visione dell’osso che si spezza e buca la carne olivastra…e l’immane dolore……arrivano al cervello dell’uomo solo dopo una manciata di secondi di prevedibile stupore per quella rapida reazione…… di quello che lui considerava ad una prima occhiata, solo un patetico impiccione…

 

…la bocca dell’uomo si apre di scatto, cercando di dire qualcosa, mentre indietreggia di un passo verso la porta ancora aperta……ma la stessa mano di Paul, che gli ha spezzato il braccio, gli si piazza in pieno volto e lo spinge con forza all’interno dell’appartamento…

 

…Paul entra a sua volta e con una pedata chiude la porta dietro di lui…

 

8.

<…sono 7 e 35…> esclama Anne porgendo il conto ad una coppia di giovani ragazze…… identici abiti e una monografia dorata sul taschino della giacca……questo le identifica subito, come studentesse di qualche, costosa, scuola privata………magari in libera uscita……o, più probabilmente, hanno deciso di fare un giro in città…

 

…la prima delle due, ridendo di qualcosa che ha detto l’altra, tira fuori una banconota da dieci dollari e gliela consegna, senza degnarla di ulteriore occhiata, mentre continua a parlare con l’amica…

 

…ECCO QUELLO CHE ODIA !!!…

 

…essere ignorata in questo modo……non lo sopporta……la considerano alla stregua del mobilio della tavola calda……nemmeno gli rivolgono la parola……HANNO PAGATO……e tanto basta… “ …chi vuoi che gliene freghi qualcosa della cameriera ??? ”……lei sorride (ma ormai è un riflesso condizionato)…e prende il denaro, mettendolo nella tasca…

 

9.

Ci sono grida……sembrano di dolore……si innalzano di volume così tanto, da superare, la musica registrata dello Show a premi, che trasmettono sul canale 8…

 

…la Vedova Chesterton, afferrato il suo telecomando, abbassa il volume della televisione, voltando la testa verso un lato del muro…

 

…URLA……forti, potenti……di dolore………grida incomprensibili……ma il tono è………è terribile……non lo si può definire in alcun altro modo…

 

…la donna fissa la carta da parati, color canarino (una volta forse……ormai il giallo luminoso è solo un ricordo…) per qualche secondo……poi si stringe nelle spalle e rialza, ancora di più del prima, il volume della televisione, tornando così a dare voce al presentatore e ai concorrenti, impegnati in un gioco di domande botta – e – risposta

 

…e in fondo che gli importa ???………non sono affari che la riguardano, quello che combinano i coniugi Martinez dentro le quatto mura domestiche…

 

…ha già problemi per conto suo, senza impicciarsi di quelli degli altri………EH GIA !!!……ne ha di problemi……TANTI………così tanti, da non doversi fare carico di altri…

 

…ma domani…

 

…domani ne parlerà con l’amministratore……EH SI !!!………le urla la disturbano……non le fanno seguire bene il gioco a premi…

 

10.

 

 

6.

Hector Vincete, seduto su quello che i suoi sottoposti, definiscono il “trono”, fissa il volto irato di Ramon…<Dovrebbe importarmi qualcosa…della tua vendetta ?…> domanda il capo della banda dei Teschi, al ragazzo che poco prima gli ha chiesto udienza…

 

…<Quella…quella…> balbetta il ragazzo, mentre la rabbia, gli impedisce di parlare correttamente …Hector lo fissa, con sguardo annoiato, mentre giocherella con una grossa catena d’oro che tiene al collo…<Allora ?…> domanda di nuovo……ma in quel momento, uno della sua banda Pedro “il topo” Salazar, si avvicina a lui, porgendogli un telefono cellulare…

 

…Hector, prende ad ascoltare, mentre la sua faccia, passa da un atteggiamento annoiato, ad una posa di rabbia furiosa <…CHE STAI DICENDO ?…> urla nel telefono…poi lo chiude con uno scatto rabbioso…

 

…<Pedro…> esclama Vincete, fissando il suo sottoposto <…chiama a raccolta tutti…> <Certo capo…ma che……???…> domanda, con la sua solita curiosità morbosa, che gli ha valso il suo soprannome, allo stesso modo di un topo curioso…<Sono i…“gringos”…> esclama in tono lapidario Hector…

 

…e non aggiunge altro…

 

…<Vincete…> lo chiama Ramon, per attirare di nuovo l’attenzione del capo………e questi, solo ora si ricorda del ragazzo <Ascolta Ramon…> esclama in tono annoiato…<… miei ragazzi,  mi hanno finalmente confermato, le voci, che in città è arrivato un qualche gruppo…… di stranieri… …… forse sono federali…o forse vogliono il mio territorio……non mi interessa … voglio eliminarli subito……tu, Ramon, sei un ragazzo sveglio…e se mi dai una mano……ti unisci a me, e ai miei ragazzi  per un’azione veloce………dopo………forse………io posso dare una mano a te…a cercare quella ragazza……allora ?…che mi dici ?…> domanda Hector, con il sorriso simile a quello di un rettile…

 

 

11.

…NON MALE…

 

…le mani si staccano dai tasti della macchina da scrivere, mentre gli occhi di Paul rileggono l’ultima pagina alla ricerca di errori e anche……E………PERCHÈ NO ???……alla ricerca della propria auto-soddisfazione per aver scritto roba tanto buona……BHE !!!…a dirla tutta non è proprio eccezionale……ma in confronto con quello che scriveva prima……c’è un abisso…

 

…davvero non male……sul volto di Paul le labbra si distendono in un sorriso……niente affatto male……e poi lo ha buttato giù così……d’istinto…

 

…e non è stato per niente difficile……tante parole nel suo cervello che, come se fossero dotate di volontà propria,  sono andate ognuna al posto giusto……ECCO QUA !

 

…venti pagine scritte in poco più di un’ora…una bella storia di lotta tra Gang rivali e una vendetta ……niente male……un altro paio di capitoli per presentare tutti i personaggi……e poi………poi si vedrà… ……magari anche un paio di Flashback……rendono la storia più intrigante…

 

INTRIGANTE ???……INTRIGANTE ???…………bel termine……pieno di fascino e di mistero……Paul si fa un nota mentale di usarlo il prima possibile in qualche capitolo…

 

…le dita sfiorano di nuovo i tasti della macchina……e si godono l’istante del contatto con il freddo metallo prima di aumentare la pressione e tornare a far comporre parole…

 

…Tlic…Tlic…Tlic-Tlic…

 

 

12.

<…Si ??…cosa desiderate ?…> esclama lei sfoderando il suo miglior sorriso……come mance è a terra………solo cinque dollari da quando ha iniziato………i due uomini, entrambi sulla quarantina, grosse pance a barile, barba nera e baffi, sorridono fissandola <…BHE…> inizia il primo, tirandosi indietro sulla seggiola <…ci puoi portare……un paio di spremuta d’arancia……e toast……e anche delle uova fritte……e poi……quella torta ha un bel aspetto……anche quella, allora…… poi…… che ne so ???…anche il tuo numero di telefono…>

 

…Anne lancia un’occhiataccia ai due……dura pochi istanti…e il sorriso rimane immutato sul viso <…spiacente… per spremute, torta, toast e uova……nessun problema……per il resto…credo che non sia disponibile…> uno dei due sghignazza divertito, mentre la ragazza si volta e si avvicina al bancone…

 

…dentro di sé nasce il desiderio di afferrare entrambi gli uomini per la collottola e sbatterli a terra fino a che la SUA rabbia non passa…

 

…e così perde il posto…sicuro al cento per cento…

 

…e non se lo può certo permettere……non con l’affitto della stanza ancora da pagare……serra le labbra mentre consegna il foglio con l’ordinazione…e fissa duramente la figura del cuoco che suda sui fornelli……questo è uno dei pochi momenti, in cui nessuno dei clienti la guarda in faccia, e in cui può far emergere le proprie vere emozioni sul volto…

 

…poi prima di voltarsi di nuovo, il sorriso sul volto torna smagliante…sono appena entrati altri due clienti e lei aspetta che si siano seduti per andare a prendere anche le loro ordinazioni…

 

13. Tratto da “Il Mostro venuto dall’Ottava Dimensione”…

 

 

…il dottor Simmos guarda il mostro <…tu essere immondo e orribile, per quale nefando e disgraziato motivo sei giunto dalla tua dimensione spazio-temporale, in questo luogo ???…> <AH…patetico e piccolo umano……io sono qui per portare la morte…>

 

…<Dovrai prima passare sul mio cadavere…> urla Frank afferrando la camicia e strappandola, mettendo così a nudo i suoi cento chili di muscoli…

 

 

14.

…poi lancia una rapida occhiata ad un paio di poliziotti alle prese con delle tazze di caffè e ciambelle……e si annota mentalmente di andare portargli il conto, fra una decina di minuti…

 

……è stupefacente, però………l’istinto che ha sviluppato per queste cose………ormai le basta lanciare un’occhiata ad un cliente, per capire al volo, quanto ci metterà a finire il suo pasto e chiedere il conto………il più delle volte ci azzecca…

 

…sembra quasi………è tutta da ridere, ovviamente (…e lei stessa pensa che sia un’idea stupida)…ma sembra quasi che non dover combattere contro mostri e vampiri, gli abbiano fatto indirizzare le sue potenzialità di Cacciatrice verso la precognizione degli eventi futuri……o una cosa del genere…

 

… “precognizione degli eventi futuri”……gli sembra una di quelle frasi piene di parole strane, con cui il Signor Giles si riempiva la bocca…

 

…l’immagine dell’Osservatore fa capolino nella sua mente per qualche secondo……poi viene cacciato a forza……non è il tempo per i rimpianti di sorta……deve lavorare non lasciarsi andare ai ricordi…

 

…la porta si apre ed entra un gruppo di operai in tuta…

 

…lei sospira brevemente……con gente del genere, le ordinazioni vanno, minimo, dalle due brocche di caffè e torte intere……in su…

 

… per fortuna che può sempre contare sulla sua forza di Cacciatrice per trasportare i piatti stracolmi…

 

15.

 

 

56.

…Uno stridio di gomme, anima d’improvviso la strada…una macchina di un colore rosso acceso, schizza sull’asfalto, attirando l’attenzione dei due uomini, che si irrigidiscono di colpo, stringendo il calcio delle pistole, celate nelle tasche dell’impermeabile…

 

…la macchina, frena di scatto davanti ai due, alzando una nuvola di fumo biancastro dalle ruote posteriori……dal finestrino del guidatore, si può vedere solo la faccia di un ragazzo di circa vent’anni con i capelli neri raccolti in una coda di cavallo…

 

…questi,  insieme ai suoi tre compagni, si limita a fissare la strada vuota e buia davanti a lui, movendo la testa, al ritmo regolare della musica che ulula dallo stereo…

 

…la tensione è palpabile e nessuno, accenna un gesto……poi Ramon si gira, verso il primo dei due uomini e si limita a fissarlo per qualche secondo…<Hai da accendere ?…> chiede con tono di prepotenza……i due uomini si lanciano un’occhiata, poi si voltano verso il ragazzo…<NO…> risponde duramente il primo …

 

…il ragazzo accetta passivamente questa risposta e riprende a fissare la strada……poi, dopo diversi secondi, si volta di nuovo…<Hai da accendere ?…> chiede di nuovo……l’uomo tira fuori le mani dall’impermeabile bianco, con l’intenzione di afferrare il ragazzo per la gola……ma non ha il tempo di farlo……Ramon stava aspettando solo questo……che il “gringos” togliesse le mani dall’arma nascosta sotto il vestito……una canna di fucile, fa subito la comparsa dal finestrino posteriore, mentre Ramon per fargli spazio, si butta contro il volante…

 

IL BOATO……il corpo del primo uomo, viene scaraventato, contro il muro…

 

…il secondo, rimane accecato dal lampo del fucile……le mani si alzano verso il volto, mentre arretra di un passo, e il cuore che d’improvviso prende a martellare……lo stomaco contratto e la mente che rifiuta l’idea che fra poco il corpo morirà…

 

IL BOATO

 

…anche il corpo del secondo uomo, crolla a terra, mentre il suo sangue, chiazza di colpo una parte del muro dietro di lui…

 

…il primo uomo colpito, cerca faticosamente di rimettersi in piedi, con un dolore atroce che gli martella il petto, mentre il suo giubbotto antiproiettile, gli preme contro le costole……la portiera  della macchina si apre di colpo………Ramon, vestito con il  pesante giubbotto di pelle rossa, appartenuto a suo fratello,, esce di scatto, con il fucile a canne mozze…

 

…le due cartucce vuote vengono espulse dal fucile a canne mozze……una mano fruga in tasca e ne estrae un’altra coppia che velocemente viene messa al suo posto…

 

…la fredda canna del fucile che preme sulla testa dell’uomo ancora vivo…

 

IL BOATO

 

…la testa dell’uomo che scompare in un caos di sangue e materia celebrale……Ramon rimane immobile per qualche secondo fissando lo scenario di morte……finalmente la vendetta è compiuta e Chaco, suo fratello potrà riposare in pace…

 

…il ragazzo risale in macchina, e quest’ultima, dopo pochi secondi, riparte via rombando…il piede preme con forza sull’acceleratore e la macchina diventa solo una striscia di colore che schizza via, confondendosi velocemente con il buio della notte, e svanendo in essa.

 

FINE

 

16.

FINE…FINE…FINE…

 

…è finita……semplicemente……quattro lettere… FINE……così semplici da mettere giù……così facile…

 

…Paul sorride con gli occhi fissi sull’ultima pagina della sua storia……delicatamente, quasi avesse paura di farle del male, la sfila dal rullo della macchina da scrivere e la depone sopra il centinaio di fogli già scritti, e aggiustati in perfetto ordine…

 

…e ora ???…

 

…Paul lancia un’occhiata in giro per la stanza…

 

…e ora che ha finito ???……che cosa può fare ???…

 

…respiro accelerato, un velo di sudore che gli copre la faccia, mentre gli occhi si appannano…gli manca l’aria…DEVE……DEVE…DEVE SCRIVERE…DEVESCRIVEREDEVESCRIVERE ……il giovane prende a respirare grosse boccate di quell’aria stantia che regna nella stanza… DEVESCRIVEREQUALCOS’ALTRO…

 

…ecco !!!……giusto !!!…

 

…si alza di scatto deglutendo a vuoto, con le labbra secche e il cuore che martella il petto… …DEVE SCRIVERE

 

…velocemente si avvia verso la porta e la apre con un gesto secco, quasi strappando la maniglia, per quanta forza è stata impiegata…

 

 

…“esso”, vuole ancora…

 

17.

…I PIEDI……se non li avesse…………questo è il suo unico desiderio……NON AVERE I PIEDI………perché gli fanno un male cane……è da almeno cinque ore che sta in piedi a girare tra i tavoli con un sorriso da foto-del-giorno-del-diploma stampato sul volto…

 

…ma i piedi !!!…………OH……come vorrebbe fermarsi e togliere le scarpe e (sarebbe magnifico) posare le indolenzite e calde piante dei piedi, su quel freddo (OH…FREDDO !!!… …GELIDO !!! ……MAGNIFICO…) pavimento di piastrelle…

 

…le labbra si contraggono cercando di ricacciare indietro il dolore di piedi, mentre un tipo con la faccia emaciata si siede su un tavolino nell’angolo…

 

…occhio scuro e vigile e neri capelli arruffati tipo “mare in tempesta”……volto con un accenno di barba e soprabito lungo e scuro…

 

…SOPRABITO ???………con una giornata che si preannuncia torrida ???……ma in fondo, non sono affari che gli riguardino……<SI ???…> esclama lei arrivandogli davanti, mentre l’uomo sobbalza dalla seggiola, per la paura che si tratti della polizia…

 

“ma non può essere la polizia” pensa Jhon nel suo cervello……lancia un’occhiata nervosa alla vetrata poi riporta lo sguardo sulla giovane cameriera……<…un……un…caffè…> balbetta lui, tenendo le mani tremanti sotto al tavolo…

 

…AL DIAVOLO !!!…deve stare calmo……non è la polizia……non lo ha visto nessuno……non può essere la polizia…CALMA…CALMA…

 

…deve stare tranquillo……un caffè……magari anche una fetta di dolce……tanto i soldi per pagare, li ha rimediati………a essere sinceri, non li ha nemmeno contati…li ha afferrati e via… <…e…> aggiunge lui, quando la ragazza si è voltata <…anche una……una fetta di dolce……a cos’è ???…> <Cioccolato…> risponde la ragazza, girandosi di nuovo verso di lui, con un sorriso stampato sul viso <Eh…si…SI…allora si…una fetta di dolce…> esclama Jhon rilassando la schiena sulla seggiola, ma con gli occhi che saettano verso l’ingresso del locale…

 

18.

Niente…

 

…niente di commestibile……la mano chiude il cassonetto con rabbia……dopo aver frugato per quasi dieci minuti, non c’è niente che valga la pena mangiare…

 

…Edwina Rogers, 53 anni, i primi venti passati in una casa persa nelle verdi colline dello stato del Hidao……poi la morte dei genitori a causa di un’incidente stradale…… a 22 anni vende tutto e decide di conoscere la vita…

 

…prima città: San Francisco…

 

…dove conosce il “VERO GRANDE AMORE DELLA SUA VITA” (alto, bello, muscoloso, abbronzato, simpatico, corti capelli neri  e grandi occhi azzurri…) …che l’abbandona dopo averla completamente ripulita dai suoi risparmi…

 

…poi, a 25 anni, è la volta di Las Vegas (dove vivacchia cercando, ma senza riuscirci, di sfondare come ballerina……ma il tempo passa crudelmente e le sue possibilità si riducono di giorno in giorno……mentre dalla seconda fila di ballerini, passa alla terza e poi alla quarta……e poi <…fuori dai piedi !!!…> <Ma…ma io…> <FUORI !!! >), poi Atlanta e Detroit e New York……ma sempre in un crescendo di disperazione e solitudine…

 

…la sua bellezza di ragazza di campagna, sfiorisce giorno dopo giorno, insieme alla possibilità di trovare un lavoro……un qualunque lavoro…………………uno qualsiasi…

 

…a 42 approda, dopo un viaggio in treno (in un carro bestiame vuoto) a Los Angeles……e da allora, la sua nuova casa, non ha una collocazione precisa……è un qualcosa di virtuale, collocato tra l’inizio e la fine della lunga strada, dove passa la gran parte della giornata (tranne quando, proprio allo stremo, si reca nella missione perché sa di trovare un piatto di minestra caldo………e prediche e salmi a non finire, che servono da contorno a quello che mangia…)…

 

… Edwina Rogers, 53 anni……rimpianti per il passato : NESSUNO (non se li può più  permettere) ………speranze per il futuro : NESSUNA

 

…anche perché, fra poco, non avrà più nemmeno un futuro…

 

 

19.

…Jenny Smith, prende i soldi che sono serviti a pagare il conto e se li caccia in tasca di malavoglia ……quanto rimpiange quel lavoro di Hostess…

 

…Jenny Smith………ma che razza di nome stupido è questo ???…

 

…Jenny Smith………sa di falso, come una banconota da 3 dollari…

 

…Jenny Smith………quelli della Divisione Tattica, di certo non si sono fatti schizzare il cervello fuori dalle orecchie, per inventarsi quest’identità…

 

…<Gradisce dello Champagne ???…> <Desidera un’altro cuscino ???…>……il più delle volte era così……alle volte era anche duro il lavoro del Hostess………ma di certo era migliore di quello che sta facendo adesso…

 

…la cameriera dai capelli neri alza lo sguardo verso Anne “Buffy” Senza-cognome, e gli lancia una breve occhiata, prima di dirigersi verso un altro tavolo…

 

…d’accordo che lei “Jenny Smith”, è solo un controllore di zona……e che Los Angeles non è neppure la sua assegnazione finale……MA È ARMATA !!!……SA UCCIDERE !!! ……basterebbe solo che le facessero una telefonata……e la Summers la potrebbe benissimo sistemare di persona…

 

…<OH…scusami Anne……puoi aiutarmi a sollevare questa cassa……> la Summers si china per raccoglierla……gli volge la schiena…le mani occupate……e BANG……un colpo in testa………fine del problema…

 

…ma quei capoccioni dell’Operativo Centrale, non hanno dato nessun segno di vita ……sembra strano, ma neppure il Tre è stato messo in allerta per la defezione della Summers… ……MA ACCIDENTI ……è fuggita !!!……ha abbandonato il suo destino di Cacciatrice……e allora, come è sempre stato, deve essere eliminata………ma vai a ragionare con quei “Capoccioni” !!! ……se tu parli inglese, quelli pare si esprimano in cinese………sempre così !!!……se una cosa si può fare subito, loro preferiscono rimandare a data da destinarsi…

 

…BUROCRAZIA…che CASINO !!!…

 

…“Jenny” sospira pesantemente, poi fa di nuovo comparire sul volto il suo sorriso e raccoglie l’ordinazione di un nuovo cliente…

 

…ma per questo posto di cameriera, non potevano mandarci la Brucher ???……quella spocchiosa con la puzza sotto il naso… <…Oh !…Che piaceve vivederti, sai cava……… scusa… …volevo dire CARA…ma sai questa “erre” moscia, mi è rimasta appiccicata addosso, da quando sono stata quasi sei mesi in crociera……facevo la parte di una contessa Europea di uno staterello mezzo sperduto………BLA, BLA, BLA, BLA…> e un’altra mezz’ora a raccontare balli e feste a cui ha partecipato(come lo racconta lei)……corteggiata ogni sera (come lo racconta lei) da un nugolo di baroni, conti, sceicchi e miliardari di mezzo mondo …

 

…a “Jenny”, mentre ripone il taccuino, spunta un sorriso sincero sul volto……mentre immagina la sua collega, girare tra i tavoli, prendendo ordinazioni, vestita in un’elegante abito da sera, scarpe con tacco alto……e magari indossando pesanti gioielli …<…un caffè e una fetta di TOVTA …>

 

…le labbra di Jenny si serrano con forza, mentre lotta con se stessa per non esplodere in una risata …anzi NO !!!………in una VISATA… ………PEV non ESPLODEVE in una VISATA……come direbbe quella spocchiosa della Brucher…

 

20.

La presenza è dietro di lei……si volta di scatto fissando l’imbocco del vicolo………un giovane… …vent’anni circa……Jeans e camicia bianca…

 

…<…hey !!!…> chiama Edwina fissandolo <…hai……qualcosa ???…> chiede lei tendendo la mano in gesto speranzoso………poi, però, osserva meglio lo sguardo dell’altro…

 

…fisso……occhi spalancati……sguardo quasi allucinato………e la fronte……lucida di sudore…

 

…un sesto senso, sviluppato in anni di vita da strada, mette in allerta il cervello della donna……che lentamente prende a retrocedere……< SI ! > esclama Paul rispondendo alla domanda fatta un minuto prima…

 

…Edwina si volta di scatto e prende a correre…

 

…ma fatti pochi metri, qualcosa la colpisce con forza alle spalle……il suo corpo volteggia nella strada e sbatte duramente contro il cassone dei rifiuti in cui ha rovistato qualche ora fa……il colpo le fa uscire l’aria dai polmoni e lei si ritrova a boccheggiare alla ricerca di un po’ di ossigeno…

 

…ma prima che possa riaversi, Paul la colpisce di nuovo e la getta a terra…

 

…una mano le preme sulla bocca, sia per bloccarla sul marciapiede umido, sia per impedire di urlare…

 

…sia per permettere a “esso” di manifestarsi…

 

21.

Sembra una sorta di danza…

 

…per un passante, che avesse un qualche interesse a lanciare un’occhiata all’interno dello sporco vicolo, vedrebbe “qualcosa” spuntare da un lato di un cassone per i rifiuti……aguzzando la vista, si potrebbero riconoscere due gambe, coperte da grossi e (sicuramente imbottiti) consunti pantaloni, color viola acceso……e due piedi che calzano scarpe da tennis, non più bianche da chissà quanto tempo…

 

…sembra una danza…

 

…le gambe che scalciano nell’aria ad un ritmo sempre più frenetico e veloce……si potrebbe quasi rimanere ipnotizzati da quei movimenti convulsi……così interessati ad osservare quelle gambe che si agitano ad un metro da terra, da ignorare persino il forte mugolio che proviene da dietro il cassone…

 

…poi come in una danza, il ritmo rallenta……le gambe, a parte brevi scatti, rallentano i loro movimenti, e alla fine, giacciono sul marciapiede umido, contorcendosi a terra, per qualche altro minuto…

 

…MA ECCO…

 

…uno scatto improvviso………le gambe che si innalzano di nuovo (ma di certo non più come prima) e si agitano per qualche altro secondo………poi, però, ripiombano di peso a terra…

 

…le scarpe da ginnastica che raschiano il terreno con tale forza, da essere sbalzate via dai piedi…

 

…poi quella sorta di danza, finisce……le gambe e i piedi scalzi e sanguinanti, si bloccano……e lì rimangono…

 

…e così, appagati da aver visto una tale sorta di danza, non si può far altro, che proseguire per qualche metro ed entrare nella tavola calda, dove se vi và, potete entrare per mangiare qualcosa…

 

…e perché no ???……anche per dare un’occhiata alla nuova cameriera……un biondina mica male, che parla poco di sé………… e per niente, di cosa faceva prima di arrivare lì…

 

…e che si fa chiamare Anne…

 

 

 

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