TITLE: Iolokus #2 - Agnates (Parenti per parte paterna)
AUTHOR: MustangSally and Rivka T
TRANSLATED BY: Ainos - Ainos@SoftHome.net
CLASSIFICATION: M&S Relationship/Mitologia/X-File
CONTENT WARNING: NC-17 per il sesso, la violenza ed il linguaggio (brevi scene di slash)
SPOILER WARNING: Quinta stagione a partire da "Emily"
DISTRIBUTION STATEMENT: L’intero universo.
THE DISCLAIMER: Le autrici dichiarano di non essere in possesso dei personaggi utilizzati in questa storia e questo è il motivo per cui li hanno fatti comportare così. Inoltre sperano di non offendere nessuno.


* Capitolo 19 *

Le mie parole ricordano meno delle cose in mio possesso
E ricordano più di ciò che della vita hanno evitato di raccontare,
e della libertà e la liberazione, E fanno un breve cenno ad eunuchi e animali castrati, e stanno dalla parte di uomini e donne completi di ogni loro organo.
E suonano il gong della rivolta, e finiscono coi fuggitivi e coloro che complottano e cospirano.
Walt Whitman


Dovendo scegliere tra il dovermi presentare davanti ad un comitato del Senato un'altra volta o l'essere stuprata da Jason, credo che accetterei di incontrare Jason tutti i giorni feriali fino alla fine della mia vita. Persino se lui dovesse tornare dalla morte come uno zombie. Povero Mulder, lì in piedi a prestare giuramento... vestito con il suo completo migliore mi ricorda quasi Jimmy Steward in "Mr. Smith goes to Hollywood". Io sono seduta in galleria, Emerson da un lato, Skinner dall'altro e Miranda che tuba sul mio grembo. Non avrei voluto portarmela dietro, ma qualsiasi sia il gene che ha dato a Jason la sua carismatica parlantina, dev'essere comunque presente anche in Mulder ed Emerson, dato che entrambi sono stati d'accordo sul fatto che la presenza della piccola Miranda non può che giocare a loro favore. Dopo tutto, io sono qui con Mulder ed Emerson, due gemelli, e stringo tra le braccia una neonata che è mia anche se non l'ho partorita io. Ho una deposizione sottoscritta del mio ginecologo e dei medici che hanno tentato di salvare i miei ovuli prima della chemioterapia: ero sterile come la faccia della luna a quel tempo.

L'ultimo rapporto del mio ginecologo, al contrario, mi descrive come un frutto maturo: è stata solo un'incredibile fortuna, da parte mia, il non essere rimasta incinta dopo l'aggressione di Jason.

Ho avuto bisogno di sapere se il discorso di Ian a proposito della sterilità dei gemelli era vero o meno. Io sono una scienziata, non dimentichiamolo. Ciò nonostante, ora come ora mi rendo conto che se qualcuno - ad eccezion di Mulder - mi dicesse che il sole sorge ad est, io non potrei far a meno di precipitarmi fuori per accertarmi che una cospirazione non abbia riorientato i punti cardinali.

Ripensandoci, l'aver trascinato Mulder in una clinica per la fertilità con ogni probabilità non è stata la cosa migliore da farsi in queste circostanze, ma non c'era altro modo per ottenere dei campioni freschi... certo non potevo mettermi a grattarli via dal suo divano di pelle nera! Recalcitrante, ha brontolato e si è lamentato per tutto il tempo, ma ci è venuto. Ha anche perso almeno un quarto d'ora per selezionare un titolo che soddisfacesse il suo palato d'intenditore nella loro vastissima scelta di videocassette erotiche.

Beh, in poche parole, Ian aveva torto. Dopotutto era matto e forse il mito della propria virilità confrontata con quella dei suoi fratelli era una delle poche cose che gli hanno evitato di cadere in una totale schizofrenia catatonica. Mulder è fertile come un campo appena concimato.

In clinica, è stata la prima volta in cui l'ho visto da quando l'ho lasciato ad Austin.

Le prove inconfutabili sono presenti in quest'aula: Miranda, Emerson, Mulder e Darien, che non ha voluto sedersi accanto a noi, quasi pensasse che la macchia della pazzia sia contagiosa come un virus. Se così fosse, usare il preservativo non gli servirebbe molto. Quando ho tentato di chiedergli che cosa fosse successo nel magazzino - se lui sia stato realmente presente su quella passerella - lui ha negato con veemenza, come un politico che nega l'importanza dei finanziamenti nella sua campagna elettorale. Quando l'ho chiesto ad Emerson, al contrario, lui si è subito lanciato in un gesticolare frenetico che, però, Aileen si è rifiutata di tradurre; lei ha dichiarato di non aver mai lasciato il suo fianco per tutta la durata della loro fuga... ed, in un certo senso, io voglio crederle. Emerson sembra una brava persona ed un bravo marito.

In questo caso, forse, la fedeltà alla famiglia è stata onorata, sacrificando Jason come Osiride che, secondo alcune scritture, era stato amante sia di sua madre sia di sua sorella. Non ho ancora avuto il coraggio di chiedere a Mulder che cosa abbia effettivamente visto o fatto, perché questo vorrebbe dire avere con lui una conversazione reale e tangibile. E ciò mi costringerebbe a dover decidere che reazione dovrei avere alla cosa indicibile che ho visto quel giorno.

Miranda gorgoglia e sbava sul risvolto della mia giacca. E' incollata contro di me, il suo corpo è caldo e pesante come un sacco di farina. Alieen si è offerta di tenerla mentre io presterò la mia testimonianza e, con la fortuna che ho, sicuramente mi chiameranno nel momento in cui la piccola tornerà ad aver fame. Prima, però, i Senatori devono finire di crocifiggere Mulder.

Viene il mio turno. Mi alzo con la consapevolezza che non ricorderò molto di questa mia testimonianza.

Più tardi Aileen mi dirà che sono apparsa splendida ed ho parlato anche meglio: ho sputato a getto continuo informazioni su gameti, blatocisti, gemelli e clonazione... con una traccia di bava di Miranda che luccicava sulla mia giacca.

Ma ricomincio a connettere solo ora, nel freddo e marmoreo corridoio fuori dall'aula... dove la stampa non è ammessa... mentre aspetto Mulder insieme a Skinner, che tiene Miranda appoggiata su una spalla ed ignora bellamente che sulla sua cravatta si sta' asciugando qualcosa di appiccicaticcio e non meglio identificato.

"Che diavolo facciamo ora?" chiede Mulder al suo arrivo.

"Andiamo a cercare qualcosa di asciutto e pulito da metterci..."

"Non è ciò che intendevo dire."

"So che cosa volevi dire... ma questo non è né il posto né il tempo per mettersi ad intavolare una discussione." Rispondo, con il tono più tranquillo che riesco a mantenere.

"Allora fammi il piacere di avvertirmi per tempo quando avrai intenzione di parlarne!" dice lui con voce dura e tagliente... tanto che Miranda si lascia sfuggire un gemito di protesta. Mulder da un'occhiata alla cravatta del nostro superiore ed ammicca.

Mentre io mi allungo per toglierla dalle braccia di Skinner, le porte si aprono ed Emerson esce dall'aula con Aileen al fianco.

"Hanno dimostrato più interesse per i fondi governativi sperperati che non per la gente che ci ha lasciato la pelle. A dispetto di tutti i nostri sforzi, è ormai chiaro come il comitato sia più interessato ai problemi finanziari che non ai problemi etici che la ricerca della Roush ha causato." sospira Aileen.

Le mani di Emerson si muovono secche.

"Dannati contabili governativi! Saranno i primi ad essere messi al muro quando faremo la rivoluzione! Non gliene frega nulla di ciò che ha fatto la Roush a degli esseri umani innocenti... sono solo interessati ai soldi! Bastardi."

Miranda sembra essersi calmata, così decido di lasciarla ancora per un po' tra le braccia di Skinner... o almeno fino al momento in cui lui si renderà conto di come gli sta riducendo il guardaroba.

"Solo il pensiero di tutte le vite che hanno rovinato. La gente che hanno ucciso, le vite potenziali che hanno distrutto durante gli esperimenti... e loro li puniscono con un buffetto sulla guancia! Non c'è solo il danno, anche la beffa. E' un insulto!" continua Emerson.

Per un attimo mi torna in mente il laboratorio a cui ho dato fuoco in Arizona, e mi sento le gambe tremare come gelatina: chi sono io per giudicarli? Ho fatto anche io stessa cosa. Mi viene voglia di vomitare, ma credo che Miranda ne avrà ben più diritto negli anni a venire.

Non registro neanche lo sdegno di Emerson. In una scala da 0 fino a "Mulder", il mio tasso di paranoia attuale è di circa 1,2 Mulder. Non è che mi aspettassi altro che una disgrazia, dato che c'è sicuramente un PAC là fuori dedicato alla promozione dell'agenda degli uomini potenti e nascosti che hanno dominato la mia vita così a lungo. La Roush e i suoi successori hanno un vantaggio rispetto agli altri gruppi di interesse, che spesso lamentano il fatto che nessuno a Washington conserva il suo vantaggio competitivo-rinnega un accordo fatto con loro e potresti ritrovarti a morire di un male terminale.

"Che cosa farà, ora?" chiede Skinner a Mulder.

Posso quasi vedere il motore di ricerca azionarsi nella testa di Mulder, alla ricerca di un campo "risposta" che faccia paio con il campo "domanda" appena imputato.

"Non ne ho la minima idea." ammette, "Però, non hanno mai trovato il corpo di George Naxos... e forse potrei occuparmene io."

"L'agente Zipparelli ha chiesto l'autorizzazione a condurre l'inchiesta sulla Roush. L'agente Scully si è presa tre mesi di permesso familiare... perché non si prende quattro settimane di permesso anche lei, così da decidere in tutta tranquillità?"

"L'agente Scully ha la brutta abitudine di non prendermi minimamente in considerazione quando pianifica le sue vacanze."

"Mi scusi?"

Il "dispiacere" di Skinner non è nulla in confronto a quello che prova il resto delle persone presenti...

Mulder sospira e si massaggia alla base del collo: non deve aver dormito bene - tanto per cambiare - e la schiena e le spalle gli stanno dando dei problemi... tanto per cambiare.

"Noi due non siamo poi così inseparabili." risponde quietamente, ed i rumori nel corridoio all'improvviso spariscono. Sento un peso bruciante nel bel mezzo del petto. "Non siamo come sale e pepe su una tavola imbandita: non è poi così assurdo immaginarci l'uno senza l'altra, no? E c'è del lavoro da fare..."

Tolgo la mia bambina dalle braccia del mio capo e tiro un profondo respiro, inalando il suo odore, simile a quello di pane fresco.

****

Scully se n'è andata, ma io ho da fare un paio di cosette prima di fermarmi a riflettere su cosa significhi per me il fatto che se ne sia andata.

Per prima cosa, devo assolutamente affrontare il frammento più futile che mi ha lasciato questa sordida avventura.

La voce di Ian echeggia nella mia mente, finendo la sua canzoncina: "Un piccolo indiano finisce per rimanere solo / disperato si impicca e non ne rimane più nessuno.".

Ma io non sono solo. No davvero. Ci sono Emerson e Darien. Scully e Miranda.

Miranda... mia figlia. O la figlia di Jason. Di chi è in realtà?

La donna che accoglie gli avventori da "Galileo's" è fasciata da un vestito nero con uno spacco vertiginoso che le denuda una coscia: tutto molto alla moda.

"Mangia da solo stasera, signore?" mi chiede.

"No, credo che mi sottoporrò a mitosi non appena avrò ingurgitato la zuppa." le rispondo, e lei corruga la fronte graziosamente. Io faccio un sospiro divertito e le sorrido per placarla, così la sua confusione non finisce per diventare irritazione.

"Un tavolo per due, grazie."

Ma non le ho mentito. Nel momento stesso in cui finisco di spazzolare la mia pasta e fagioli, arriva Darien e si siede al mio tavolo. Per prima cosa si guarda un po' in giro, probabilmente alla ricerca di qualche Nome o qualche Volto: ma è un po' troppo presto perché la gente "alla moda" si faccia vedere da queste parti. Ci sono un bel mucchio di avvocati, comunque...

"Pensa di fermarsi in città?"

Darien rabbrividisce drammaticamente: "Sta' *scherzando*? Chiunque abbia detto che il potere è il massimo degli afrodisiaci non ha dato una bella occhiata ai *corpi* di questa gente. Ho un volo diretto a casa... *domani*." Parla veramente così, mettendoci un sacco d'enfasi, in modo da non lasciare alcun dubbio al suo interlocutore sulla singolare importanza delle parole che dice.

"Crede davvero di potersi permettere di continuare con la sua... professione... dopo che tutta la nazione ha visto la sua faccia in TV?"

"Per favore, sig. Mulder... crede davvero che la cosa faccia una qualche *differenza*? Comunque..." mi dice, sollevando languida una mano e facendo cenno al cameriere in attesa, "...l'intera storia finirà per venire completamente sconvolta quando ne faranno il film."

"Il film?"

"Sicuramente ci sarà un *film*!" Ordina un Martini e degli agnolotti alle barbabietole al cameriere che poi si allontana discretamente, così come si è avvicinato. "Sa, lei non ha bisogno di parlare del mio lavoro con tanto disprezzo. Mi sono laureato con lode ad Harvard in Scienze Sociali, io!"

Avrei dovuto saperlo... riesci sempre a dire se una persona viene da Harvard, ma alla fine non hai molto da dirgli.

"Scienze... Sociali!?"

Lui mi sorride allegramente. "E' questo il problema, non è vero? Avrei potuto lavorare da McDonald o lasciarmi vegetare in un ufficio, nell'eterna attesa della pausa pranzo. Ed invece ho preferito passare le mie giornate a fare *esattamente* ciò che volevo fare: leggere, mangiare, nuotare e scopare. Non è una brutta vita e sto tirando su abbastanza denaro da poter vivere comodamente anche quando lo star system si sarà stancato di me, reputandomi troppo vecchio. E' una cosa *assolutamente* consensuale... che c'è di male, quindi?"

Mi porto una mano alla tempia come se mi avesse preso un attacco di mal di testa. La cosa divertente è che tutto ciò suona davvero come una vita niente male. Probabilmente Scully dovrebbe uscire con lui per fare tutto il sesso che desidera, senza però avere in cambio tutti i traumi che le faccio subire io. Mi chiedo se Darien accetterebbe di avere un socio... scommetto che un mucchio di gente impazzirebbe per una coppia di gemelli come noi. Se prendessimo anche Scully con noi, potremmo prestare delle performance mica male.

Il mio risotto e gli agnolotti di Darien arrivano e ci mettiamo a mangiare. Mi sforzo di non cadere vittima dell'invitante estasi culinaria che sto provando e torno a focalizzarmi sul lavoro. "L'ho fatta venire qui per un paio di ragioni. Innanzitutto voglio assicurarmi del fatto che lei si senta al sicuro ora che la Roush ha chiuso baracca e burattini. C'è ancora una piccola possibilità che la gente che stava dietro alla Roush abbia ancora intenzione di far sparire definitivamente ogni traccia del nostro codice genetico."

Darien mangia i suoi agnolotti in piccoli, precisi bocconi, e sceglie con cura ogni "cuscinetto di pasta" che si porta alla bocca. Inspiegabilmente, il suo comportamento mi fa stringere lo stomaco in una morsa di desiderio erotico, soprattutto nel momento in cui pianta i suoi occhi sui miei per tutto il tempo che impiega a masticare il boccone prescelto. Ad un certo punto lascia un attimo riposare la forchetta e mi dice: "Mi sono fatto vasectomizzare, qualche anno fa, la prima volta che ho messo piede a Los Angeles."

Mi rilasso un po'. Ho sospettato, e molto, non lo nego: lui è un Californiano, non un terrestre come noi altri, ma ciò non vuol dire che sia anche uno stupido.

Darien posa la mano sulla mia. E' calda e forte ed i suoi profondi occhi castani mi invitano ad aver fiducia in lui: "Io non vivo nel suo mondo e non ho nessuna intenzione di farlo. Mi spiace, ma sono sollevato all'idea che sia lei, e non io, colui che deve affrontare tutto questo. I *miei* genitori sono coloro che mi hanno cresciuto, le stesse persone a cui io spedisco soldi tutti i mesi. Quando tornerò a casa, non voglio mai più sentire parlare di lei, ok? Faremo finta di vivere in due universi paralleli e tutto andrà per il meglio. "

Io annuisco silenziosamente.

Ed ora, l'ultima domanda, quella che forse avrà una risposta che non so nemmeno se avrò la forza di ascoltare. "Che cosa ricorda di ciò che è accaduto in Texas?"

A quanto pare non ha bisogno che io gli faccia un disegno esplicativo. La sua mano si ritira. Lunghe ciglia scendono a celare i due specchi luccicanti che ha per occhi. "So che eravamo drogati, ho ancora i segni delle punture. E' tutto così confuso, sfuocato... non ricordo quasi nulla fino al momento in cui le macchine fotografiche hanno esploso i flash contro la mia faccia. Mi sono risvegliato tutto di un colpo. Suppongo che... Emerson?... ci abbia guidati fuori dall'edificio, dopo che la sua partner ci aveva liberati. L'altro non ci ha voluto seguire, ma io non ero in condizioni di decidere alcunché."

So che sta mentendo, ma cosa ci posso fare? Raccontargli il mio incubo Lovercraftiano di carne squarciata, di gambe e braccia che si dimenano come tentacoli, della divertente visione di me stesso grondante di sangue riflesso in uno specchio spezzato? Non posso giurare di sapere esattamente che cosa sia successo. Non posso giurare che non siano state le mie mani a fare ciò, anche se sono identiche a quelle di Darien...

Finiamo il resto della cena in silenzio, mentre il ristorante si riempie. Catturiamo molti sguardi e non solo grazie alla nostra rassomiglianza: probabilmente la gente alla moda di Washington guarda la televisione, dopotutto.

****

Prima che lui e Mulder partano per tornare a Austin, Zippy mi invita a pranzo. Mi lascia mangiare più della metà del mio panino prima di cominciare a parlare. E' deciso a fare la parte del conciliatore e dell'amico fraterno e mi pare poco plausibile. Anche se, messo a paragone con qualsiasi altra cosa, non è poi così inaccettabile.

Si allunga sul tavolo e mi prende una mano: "Dana, devi pensare a cosa fare con Mulder. Non rendere tutto questo una semplice disputa su chi ha sofferto di più. Non sono sicuro che finiresti per vincerla..."

Io fisso il mio bicchiere: "Lui ti ha detto..?"

"Mulder non parla mai dei suoi problemi, ed ancor meno di quelli che ha con te. Apparentemente, negli ultimi tempi siete stati entrambi colpiti duramente dalla vita... o dalla Roush, se vogliamo essere specifici. Devi dargli del tempo. Voglio dire... io stesso non sono ancora convinto al cento per cento del fatto di essere un padre, e tieni presente che sono sicurissimo che i miei bambini siano miei e che nessuno abbia mai usato i loro geni per qualche disgustoso esperimento genetico."

La mia faccia sembra una maschera di porcellana mentre alzo gli occhi per guardalo: "Io non ho avuto neanche un minuto per abituarmi all'idea, eppure tutti si aspettano che lo faccia, senza battere ciglio."

"Forse perché sei convinta che il resto del mondo ti giudichi tanto severamente quanto tu lo fai con te stessa. Non c'è nulla di male nell'aver bisogno di un po' di tempo per affrontare la situazione. Non puoi pretendere che tutto sia perfetto... non è come se fosse stata la cicogna a portarti la bambina, ci sono problemi che devi fronteggiare. Non credere a quelle scemenze che dicono, che tutto ti verrà naturale in quanto donna: anche se avessi partorito tu stessa Miranda, le cose sarebbero ugualmente difficili."

Mi aggrappo al bordo del tavolo per non fargli vedere quanto sono scossa. Vorrei potergli dire che il suo consiglio è buono, ma non sono sicura di poterlo accettare.

"Quando ho scoperto di Emily e poi lei è morta... mi sono sentita male, ma non tanto male da spezzarmi il cuore. Non avevo alcun legame con lei, dopotutto. Era solo una bimba nata dai miei geni. Non ho fatto neppure in tempo a maturare l'idea di prendermene cura come se fosse mia figlia, che lei se n'è andata." Mi gingillo un po' con i resti del panino nel piatto. "E, morendo, mi ha sollevata da ogni responsabilità. Non ricordo di aver pianto. Mi sono sentita stordita, questo sì, ed ancora lo sono. Quando abbraccio Miranda mi chiedo se, da qualche parte rinchiuso in me, ci sia effettivamente un non-so-ché di materno e caldo che deve uscire allo scoperto. Ma non lo sento. Tenendola tra le braccia non sento nulla di diverso da quel che sento quando abbraccio un qualsiasi altro bambino... o quando carezzavo il cagnolino che avevo un tempo."

"E come ti fa sentire?"

"Oppressa." ammetto e sento la mia bocca storcersi in un sorrisetto di auto-disapprovazione.

"E' più che normale quando si tratta di bambini." mi sorride, regalandomi una versione soffusa del suo consueto sorriso abbagliante, "Otto libbre di terrore."

Zippy è veramente un bravo ragazzo, penso casualmente, è veramente un peccato...

"Dana?"

Alzo lo sguardo e lui mi sorride di sbieco. "Mi permetteresti di far di te una donna onesta?"

Io scoppio a ridere e, nel farlo, sento tirare muscoli che non uso da troppo tempo. "E' un po' troppo tardi. Però potresti pagare il pranzo."

Non se lo fa ripetere due volte.


continua...