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Presupposti e caratteriRadici illuministe: laicità e secolarizzazione del sapere; razionalismo antimetafisico congiunto allo sperimentalismo (già Voltaire aveva contrapposto il genio sperimentale di Bacone, Locke e Newton agli eccessi metafisici di Cartesio); idea di progresso e ottimismo; ideale enciclopedico che ricapitola e cataloga le conquiste conoscitive (elemento che sarà presente anche nell’idealismo).Radici idealiste: anche se si rifiuta la dialettica in quanto costruzione metafisica, si accetta la antropizzazione del mondo interpretandola però su un piano pratico-sociale e tecnico (è un mondo umano e sociale, non dello Spirito); allo stesso modo si accetta il determinismo storico-sociale (che diventa filosofia della storia). Differenze rispetto a illuminismo e idealismo: il positivismo viene dopo Kant e dopo il romanticismo e deve combattere il tentativo idealista di risolvere tutta la realtà nello Spirito; non vi sono sensismo e deismo, né la fiducia nella ragione come tale (anche in funzione autocritica) bensì nella ragione come metodo della scienza (in funzione scientista). Allora i caratteri del positivismo possono essere così espressi:
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Alcuni autoriComte (1798-1857) individua nella storia dell’umanità, delle conoscenze dell’individuo e delle scienze tre stadi: teologico (o fittizio) che considera gli agenti soprannaturali come cause; metafisico (o astratto) che si basa su enti astratti; positivo (o scientifico) che giunge a leggi.La classificazione delle scienze va dalla matematica alla sociologia (il cui obiettivo era già stato fissato da Saint-Simon nella ingegneria sociale) secondo i criteri della generalità decrescente e della complicatezza crescente. Ne viene esclusa la psicologia che, per definizione, non potrà mai essere una scienza positiva (osservativa). Mill (1806-73) cerca di collegare l’empirismo della tradizione inglese al positivismo: ogni conoscenza parte dall’esperienza fattuale (che è un rapporto costante e oggettivo della coscienza con i fatti reali) per arrivare attraverso le due relazioni fondamentali di «somiglianza e dissomiglianza» e di «simultaneità e successione» a una «chimica psicologica» (è più una logica che psicologia) con cui si elaborano le idee. Spencer (1820-1903), sviluppando l’evoluzionismo di Darwin (1809-82), afferma sia per la realtà fisica sia per quella biologica la legge dell’evoluzione: «un processo che va dal semplice al complesso, dall’indefinito al definito, dall’omogeneo all’eterogeneo»; in questa legge rientra a pieno diritto e più esplicitamente che in Mill la psicologia. L’ottimismo di Spencer non però acritico: nonostante il progredire delle conoscenze, «lo scienziato sa con certezza che nulla può essere conosciuto nella sua ultima essenza» (Primi principi, § 21); tuttavia la sua legge è contraddetta dal principio dell’entropia (termodinamica): proprio dagli sviluppi delle scienze fisiche vengono le disconferme di alcuni assunti del positivismo. - note - 1. A margine vorrei osservare come la considerazione data da Aristotele sulle conoscenze del mondo sublunare e sulla analogia non siano così diverse da queste: ci si deve basare sulla capacità dell’intelletto nell’individuare il contenuto delle premesse del sillogismo. So che «nessun pesce respira» o che «tutti i mammiferi allattano» perché ho fatto una generalizzazione sulle mie esperienze particolari. |
Domenica, 24 novembre 2002